Continua de un desiderio mai sopito

Scritto da , il 2020-10-12, genere tradimenti

Dopo quella scopata, nella sua attività commerciale, siamo tornati a sentirci seppur tramite messaggi. Quasi a voler dimenticare entrambi quell’avventura fugace, nel tentativo di pensare che nulla fosse mai accaduto. Ma la donna è tentatrice e l’uomo è cacciatore. Lei non si è mai realmente tirata indietro e alternava messaggi amichevoli ad altri, più spinti. Quando le conversazioni si facevano hot, era solita scrivere “Tanto non succederà ancora”, forse per osservare la mia reazione. Fino a che, non sono tornato da lei, presso la sua attività, per un altro appuntamento previsto dal nostro contratto di consulenza. Quel giorno, era impegnata con una cliente e mi sono accomodato in sala di attesa. La sua collaboratrice mi ha offerto un caffè e mentre sorseggiavo, in mente frullavano idee confuse: come flash, tornavano alla mente le immagini della volta precedente e delle foto sexy che mi aveva inviato. Cominciavo ad avvertire movimenti laggiù, ma cercavo di scacciare i pensieri per non farmi scoprire. Andata via la cliente, ha chiesto alla sua collaboratrice di farmi accomodare “Oh, buonasera…che piacere!”. Avendo confidenza mi sono permesso di dirle “Che stupida, sapevi che oggi sarei passato”. “Si, lo sapevo…E ti aspettavo”. Inizio la mia attività di consulenza e chiacchieriamo degli scenari futuri per la sua attività. Notavo che mentre conversavamo, lei si mordeva il labbro e mi fissava. “Posso farti una domanda?” chiede. “Certo”, convinto che volesse domandarmi qualcosa riguardo la consulenza. “Ma guardando le mie foto cosa hai pensato?”. “Beh, indubbiamente sei una bella donna. Non credevo ti piacesse fotografarti in certe pose. E comunque, con il passare del tempo sei migliorata, un po’ come un buon vino”. Mentre le parlo, lei si alza, viene verso me e mi chiede “E quale parte di me, ti piace di più?”. Non volendo cadere in tentazione, le rispondo “Gli occhi…hai un bel taglio di occhi, orientale”. Ma lei mi sorprende, dicendomi “Sono convinta che ti piace il mio culo”. Si solleva la divisa da lavoro, e mi mostra il suo sedere coperto dai leggins “Ti piace? Mi alleno tre volte a settimana, puoi toccare se vuoi”. Non me lo faccio ripetere ancora. Con la mano le accarezzo il sedere che è tonico. Le chiedo se indossa la stessa biancheria fashion anche a lavoro e lei, senza dire nulla, si abbassa i leggins e dice “Guarda tu stesso”, mettendo in mostra una brasiliana in raso con pizzo rosa sul davanti che lascia intravedere tutta la fica depilata. Lei si scosta la brasiliana lasciando venire fuori la fica e mi dice “Baciala”. Avvicino le labbra e sento che è già bagnata. Lei mette una mano dietro la mia nuca e mi spinge verso la sua fica “Leccala”. Comincio a leccargliela, allargando le labbra con le dita. Con la lingua le stimolo il clitoride che si inturgidisce. Lei non può urlare, ci sono i clienti, ma ansima sempre più. Si sbottona il camice, indossa un reggiseno del tipo push-up che contiene una taglia terza, ancora soda per aver avuto un figlio. Tira fuori dalle coppe del reggiseno le sue tette e comincia a stuzzicarsi i capezzoli che si inturgidiscono. Salgo su e comincio a leccarle l’aoreola, color marroncino, e succhiarle i capezzoli che sono diventati durissimi e rivolti all’insù. Si siede sulla scrivania, divarica le gambe (sembra una visita ginecologica) mi tira fuori il cazzo e comincia a segarlo, mentre le continuo a leccare le tette. Quando è pronto, lo accoglie nella sua fica sempre più lubrificata dai suoi umori. Mi sussurra nell’orecchio “Sfondami” e aggrappandosi a me, per non urlare, ansima in un orecchio. “Voglio prenderlo da dietro” mi sussurra. Si ritrae, mi sposta in dietro, sta per voltarsi, per offrirmi il suo culo, ma prima passa a prenderlo in bocca “Ha un buon sapore” dice. Si volta, poggia le mani alla scrivania “Inizia piano”. Le lubrifico il buchino, poi piano infilo il mio cazzo nel suo culo. Le do colpi decisi, cercando di fare poco rumore, mentre con le mani le strizzo le tette, stringendole i capezzoli. Per sentirlo meglio, le divarico le gambe, poggiando la sua gamba destra sulla scrivania. Colpi decisi. Lei ansima ma non può urlare e io non posso schiaffeggiarle il culo. Mi allontana, mi fa sedere e divaricando le gambe si siede sopra di me. Mentre lo infilo nella sua fica, lei esclama un “Ah” di compiacimento. Su e giù, fino a quando mi sussurra “Vengo”. Si alza e mi dice “Vienimi in bocca”. Comincia a succhiarmelo, accarezzando la cappella con la lingua che si muove delicatamente. “Sto venendo” le sussurro e lei, lo prende tutto in bocca, continuando a succhiare tutto il mio nettare. Quando ho finito, continua a leccarlo, rivolgendomi il suo sguardo. Si rialza, si ricompone e mi dice “Credevi fosse finita in quell’unica occasione?”

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