Dieci anni di sesso, solitudine, fino all'amore - Cap. 1

di
genere
etero

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La finestra spalancata fa penetrare un minimo d'aria, la quantità necessaria per garantirmi l'energia necessaria a rimanere sveglio e lucido; fa caldo a Napoli d'estate, e direte anche grazie al cazzo. Quest'estate la passo a casa, impegnato a lavorare, mentre tutti quelli che conosco si affannano a condividere le loro vacanze sui social. Come loro anche lei.
A 28 anni ho conosciuto quello che riconosco come amore; l'ho riconosciuto subito, è durato per poco, mi ha fatto male e piano piano ricomincio a nuotare correttamente, ho abbandonato il fondo del mio oceano sentimentale.
Ma per arrivare a lei ci sono determinati passaggi da conoscere, non per forza in ordine cronologico o di importanza, ma così come mi viene, dato che in fondo è la mia vita e la racconto un po' come mi pare.

Dato che non voglio passare per il classico maschio bianco etero che scopa e sparisce partiamo da un incontro avvenuto circa due anni fa, diciamo una situazione nella quale si sono un po' ribaltati i ruoli.
In quel periodo lavoravo a Cosenza, e appena avevo un weekend libero tornavo a trovare famiglia e amici. Senza perdere altro tempo passiamo direttamente al treno di ritorno Napoli-Paola: ci salgo come al solito per un pelo, pronto a prendere posto a fianco alla solita vecchia che mi chiederà anche il nome di tutti i pesci rossi che ho fatto morire dopo mezza giornata da piccolo, e invece a fianco a me c'è una ragazza bruna, riccia, che mi guarda con un sorriso furbo quando le dico se mi fa passare per sistemarmi nel posto finestrino (che galanteria, non le ho neanche detto "se vuoi sieditici tu, per me è uguale").
Quando siamo già in Basilicata inoltrata non ho ancora trovato una scusa adatta per attaccare bottone, mentre siamo chiusi entrambi dietro alla barriera delle cuffie. In quel momento il mio animo nerd mi dà finalmente una mano: lei tira fuori dalla borsa un tablet, si connette prima al wi-fi del treno e poi a Prime Video, e mette play su una puntata di Scrubs. Appena vedo il faccione di JD capisco di avere l'opportunità della vita, il rigore a porta vuota, il cazzo già dentro di lei.
"Non ci credo, è la mia serie preferita!" Dico con quel minimo di raucedine che mi viene quando non parlo da tempo o sono semplicemente un po' emozionato.
E da lì iniziamo prima a parlare e poi lei mi offre una cuffietta per vedere la puntata insieme: lei ha un paio d'anni meno di me, studia medicina da fuorisede a Catanzaro e ha deciso di seguire la professione dei suoi idoli della serie (se non la conoscete e non state capendo il contesto andatevi a leggere un altro racconto "reale" dell'ennesimo sfigato che si scopa la madre) e prima di scendere dal treno sono abbastanza furbo da chiederle il numero e l'account instagram.
Chiacchieriamo per una settimana prima di proporle di andare per una notte a Catanzaro prendendo un appartamento su AirB&B; fin lì tutto bene, finchè mi viene un raffreddore mostruoso il giorno prima di partire per colpa di un diluvio universale sotto al quale mi ero trovato, e così drogato di Tachiflu parto alla volta di Catanzaro. Arrivo nel pomeriggio e ci mettiamo d'accordo per vederci al mio appartamento per ora di cena, dato che con me era venuta anche la pioggia.
Vado a prenderla sul lungomare vicino casa, dove la trovo seminascosta dall'ombrello: indossa un cappotto pesante che nasconde un pullover, una gonna e dei leggins neri. Appena entrati a casa e sciolto l'imbarazzo iniziale noto subito due cose: le tette sembrano più grosse, ma conosco le donne e so che c'è qualcosa sotto, ma sopratutto noto il culo. E' minuta fisicamente, bassina, ma ha questo culo che sporge come un pallone che galleggia in uno specchio d'acqua, e subito capisco che deve essere mio.
Mangiamo una carbonara, beviamo vino e poi birra, fumiamo una sigaretta sulla porta di casa per non impuzzolentire troppo l'appartamento, e vediamo una puntata di una serie, Master of None, su Netflix (tra parentesi non ricordavo che nel primo episodio il protagonista va a letto con una ragazza e gli si buca il preservativo, che cringe) e alla fine dell'episodio, mentre ridiamo per l'ultima battuta, la bacio.
Il bacio accende subito la passione che stava ardendo in entrambi, e in pochi secondi è a cavalcioni su di me, mentre io con le mani inizio ad esplorare la sua schiena, prima sopra e poi sotto i vestiti, mentre lei mi accarezza il petto prima dolcemente e poi inizia a graffiarmi. In pochi secondi siamo in mutande sul divano, io sento il cazzo che preme sui boxer, cullato dai suoi movimenti sopra di me e alimentato dall'idea di possedere quel culo che intanto è preda delle mie mani.
Decido cosi di prendere l'iniziativa: la faccio alzare e subito dopo le faccio appoggiare le mani sul tavolo da pranzo, facendola girare di spalle, le slaccio il reggiseno mentre le bacio il collo e poi inizio a percorrere la sua schiena con la lingua, mentre con le mani le stuzzico i capezzoli facendola sospirare, fino ad arrivare ad avere quel culo davanti agli occhi.
Solo un perizoma viola mi separa dal dolce che bramavo per questa cena calabrese e non mi faccio pregare nello scartarlo, osservando per qualche secondo quella pesca perfetta, dalla pelle vellutata. Inizio a baciarle e mordicchiarle le chiappe, mentre lei con una mano mi scompiglia i capelli, e inizia ad aprire le gambe in segno di resa: con la lingua raggiungo la sua fica perfettamente depilata, prima sfiorandola solo con la punta e poi iniziando a schiuderle le labbra, mentre un'idea inizia a rimbalzarmi in testa. Voglio leccarle il buco del culo. E voi penserete okay, quante ne ho lette di storie erotiche in cui succede, ma nella realtà alcune ragazze sono ancora restie a questa pratica, ma quella percoca mi guarda e mi chiama così mi ci tuffo un po' a tradimento.
"AH! - esclama lei - cazzo sei un porco!!" e questa frase mi obbliga a cacciare il cazzo fuori dai boxer e ad iniziare a segarlo con forza mentre con la lingua mi impossesso del suo buchetto.
Me lo godo finché l'eccitazione diventa insostenibile, finché non sento il bisogno di baciarla per farle assaporare i suoi stessi umori, bacio che lei ricambia come se non aspettasse altro, e afferrando il mio cazzo mi guida verso la camera da letto; si mette in ginocchio sul letto e si avventura in un bocchino mozzafiato, dopo poche pompate riesce già ad infilarsi tutto il mio cazzo in gola, mentre con la mano mi massaggia delicatamente prima le palle e poi il petto e l'addome, mentre io con le mani gioco coi suoi seni, mentre sono combattuto tra godermi quella bocca vorace e decidere di saltare i preliminari e assaporare subito al completo il dolce che avevo solo assaggiato prima.
Mentre la mia mente viaggia, eccitata dai rumori che fa la sua bocca mentre ingoia il mio cazzo, questa volta è lei a prendere l'iniziativa:
"Prendi un preservativo, ti voglio dentro ORA!"
Non me lo faccio ripetere due volte, corro a prenderlo, lo indosso, e mi basta sfiorarle soltanto con la punta della cappella le labbra per farle aprire e permettermi di entrare. Subito vengo accolto da una sensazione di calore, mentre lei si mette le mani sul viso per nascondere un'eccitazione diventata insostenibile.
"Dammelo...tutto...fino a domani..."
Viene per la prima volta dopo pochi minuti, le gambe strette sui miei fianchi e le unghie conficcate nella mia schiena, invocando qualche divinità di troppo forse, e una seconda volta quando passa lei al comando mettendosi sopra di me, facendomi godere dei colpi che mi da quel culo magnifico quando lei scende su di me.
E' arrivato però il momento di godermi il piatto forte della serata e la faccio mettere a pecora, entro nella sua fica con facilità, ormai è casa per me, mentre con le dita le massaggio il buchetto:
"Dietro no...così si ma tutto no...mi fa male" ci tiene a dirmi mentre il mio dito inizia a farsi strada, lubrificato dai suoi succhi vaginali.
"Va bene, ma non ti lascio se non me lo fai leccare di nuovo"
"Dopo...ora scopami...fammi venire!"
E così, mentre è all'apice del piacere, ne approfitto per entrare un po' di più dentro di lei col dito, facendola gemere e tremare ancora di più, e mentre è ancora in preda agli spasmi ricomincio a leccarle il buco del culo, ma stavolta con più voracità, quasi glielo scopo con la lingua, mentre con due dita le accarezzo il clitoride pulsante.
"Ti voglio ancora...dentro di me... - era il segnale che aspettavo, cazzo!
"Proviamo?" le chiedo.
"SI!"
Non me lo faccio ripetere e, indossato un nuovo preservativo, busso alla sua porta posteriore, provo a farmi largo in quel buchetto lubrificato e già esplorato dal mio dito finché non riesce a farsi strada la mia cappella: Lei inizia a respirare profondamente e la vedo tesa, prova ad abituarsi a questa nuova presenza mentre le mie palle iniziano a darmi già segnali di resa mentre sono solo all'inizio di questa avventura. Mi faccio accettare dentro di lei piano, dolcemente, e inizia a sciogliersi anche lei, aiutata dalle sue mani che iniziano a toccare con voracità la sua fica desiderosa, mentre io prendo coraggio e inizio a spingere un po' di più.
Sono dentro ormai, le mie palle toccano la sua vagina e incontrano le sue dita che torturano il clitoride, mentre io inizio a muovermi dentro e fuori di lei, prima dolcemente, e poi sempre più forte, guardando quelle natiche perfette finalmente mie che sbattono sulle mie cosce. Quel culo era ormai mio, mancava solo il battesimo.
Dopo pochi minuti l'eccitazione è troppa, esco in fretta e, sfilato il preservativo, schizzo fortissimo due getti di sborra sulla sua schiena.
"Che bello...mi fai venire anche a me"
Inizia a contrarsi e gemere mentre sono ancora dietro di lei, col cazzo in mano e la cappella gonfia che spruzza sulla schiena, sulle natiche e un po' anche sul letto, una sborrata come non ne facevo da tempo. Riapro gli occhi e mi godo quella scena, lei a pecora con la schiena inarcata e la faccia sul letto contratta in una smorfia di piacere estremo, il suo corpo sporco di me, il culo ancora aperto.

Dormiamo insieme abbracciati, esausti, e la mattina dopo scopiamo di nuovo, prima sotto la doccia e poi ci spostiamo a letto, ma stavolta in modo più dolce, senza sesso anale, e ci salutiamo dicendoci di sentirci e rivederci. In realtà dopo un paio di giorni smetterà di rispondermi, ci riscriveremo d'estate ma senza riuscire a vederci.
La sensazione che mi provocò non risentirla fu strana: in quel momento della mia vita ero un po' apatico, difficilmente provavo voglia di rivedere delle ragazze, ma lei aveva qualcosa che mi piaceva davvero, anche se non so cosa, sarà stato quell'incontro fortuito in treno, o quella serata di pioggia a Catanzaro così perfetta, ma credo che saremmo potuti stare di più di due ragazzi che si sono fatti una scopata in un AirB&B. Qualcosa in me stava cambiando, ma ancora non conoscevo bene queste sensazioni. Ma, in fondo, è solo il primo capitolo...

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scritto il
2020-08-20
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