Futuro

Scritto da , il 2020-04-03, genere sentimentali

Dicono sia una fisiologica reazione per l’uomo quella di addormentarsi dopo un orgasmo, come se in qualche modo fosse una fatica così stancante da prosciugarlo di ogni energia, come una batteria che si scarica e necessita di nuove pile per continuare a funzionare. D’altronde il miracolo della creazione che risiede in una manciata di spermatozoi prodotti con un’eiaculazione richiedono veramente un intervento quasi divino. Se poi noi donne ci impieghiamo sul serio nove mesi per coltivare quel seme e farlo germogliare, è ammissibile che almeno il loro sforzo richieda una successiva dormita. Mi sembra proporzionato alla fatica.

Guardarlo assopito, che dorme beato, mi fa tenerezza. Pochi minuti fa sprizzava energia da ogni poro ed era pronto ad ogni mia stramba richiesta che necessitasse impeto e vigore. Ora non ci si può nemmeno parlare, dato che è già tra le braccia di morfeo.

Passo delicatamente la mano tra i suoi capelli e lo accarezzo, fissando il suo petto nudo che segue fedelmente il ritmo della respirazione. Ha lineamenti leggeri, quasi puerili. La sua giovane età non lo rende ridicolo come molti nostri coetanei che sembrano ancora ragazzini. Lui conserva una freschezza e un candore che farebbe impallidire chiunque, per non parlare di me, che sussulto ogni volta che mi guarda negli occhi e anche adesso, così, addormentato, quasi mi imbarazzo di fronte alla sua bellezza.

Prima gli ho detto che lo amo e lui l’ha detto a me.

E’ stato uno scambio rapido, quasi fulmineo. Siamo stati colti da una irrefrenabile voglia di dircelo, come se ci dovessimo levare un dente o meglio, un sassolino dalla scarpa, per poi camminare più agevolmente.

Ma veramente lo amo? Si può amare una persona alla nostra giovane età e dire di sapere cosa sia l’amore vero? Lo guardo, rimango incantata da lui, dai suoi sguardi, dai suoi capelli ricci nei quali affondo le dita, ma continua a spaventarmi e turbarmi un’ombra sempre alle sue spalle. Proiettato sul pavimento, c’è sempre un amore più grande che lo segue, come se un domani, in un futuro ipotetico di cui ancora non conosco nulla, potrò amare ancora di più qualcuno che ancora nemmeno conosco, una persona che non è presente nella mia vita e che potrebbe rivoluzionarla senza che nemmeno me ne accorga.

Si dice che il primo amore non è mai quello giusto, perché troppo immaturo, troppo precoce, troppo nutrito dalle speranze e dai timori fanciulleschi per potersi realizzare nella sua interezza. Almeno questo è quello che mi hanno detto e forse è come per l’effetto soporifero dell’orgasmo maschile: non è solo leggenda, ma realtà.

Pensare che quel che ho costruito con lui fino ad ora sia un castello di carta, soggetto ad incendi che spazzino via tutto, mi fa paura. Come posso avere certezza di amarlo oggi, come domani e dopodomani. Dove trovo la sicurezza per dire: ti amo.

E’ destabilizzante dover convivere con la consapevolezza che queste garanzie non sono fornite da nessuno nel momento in cui una relazione di coppia nasce. Non c’è contratto al quale porre firma, non c’è accordo che sancisca un patto, un termine che stabilisca condizioni che verranno stabilite e mantenute.

E se mi lascia perché non mi ama più? O se io dovessi smettere di amarlo e oltretutto dovessi farmi carico della responsabilità di dirlo ad alta voce, di fronte a lui e spiegargli che nonostante fino a ieri per lui provassi questo sentimento, per qualche strana ragione, in un momento in cui nemmeno me ne sono accorta, semplicemente ho smesso di amare e ho cominciato ad agire nei suoi confronti come un automa che ripete una formula già scritta per lui o un rito consolidato perché non si è accorto che l’incantesimo stabilito per lui in realtà è terminato?

Mentre il mio cuore è in tempesta e subbuglio, lui sembra così calmo e placido mentre dorme, senza alcun dubbio, come se avesse già compreso ogni cosa e non fosse oggetto di preoccupazione.

Mi sdraio anche io e incollo gli occhi al soffitto. Dalla finestra entra una leggera brezza che mi fa sentire quasi freddo. Il lenzuolo non basta a proteggermi, devo risolvere il problema alla radice chiudendo entrambe le ante della finestra.

Poggio i piedi sul pavimento, anch’esso freddo e mi allungo verso la finestra. Ho i brividi, voglio rimettermi vicino al suo corpo, per scaldarmi. Prima di farlo però, mi fermo nuovamente a guardarlo.

E se ci lasciamo perché uno dei due non ama più? E se in realtà questo che provo non è vero amore? E se non trovo nessun’altro come te, dopo che tu mi avrai lasciato? Sarei veramente persa, senza di te? E’ questo il mio destino?

Come se avessi sentito tutti i miei turbamenti, improvvisamente ti muovi e apri di sbieco un occhio. Senza parlare allunghi le braccia e mi cingi il corpo. Assecondo i tuoi movimenti e mi accuccio vicino a te, dandoti le spalle. I nostri corpi si toccano, nudi, si strusciano. Riacquisisco il calore perduto e mi stringi a te, come fossi la cosa più preziosa del mondo. Sento le tue labbra baciarmi il collo e darmi la buonanotte.

In un attimo la mia mente si svuota completamente e improvvisamente realizzo tutto. Solo vivendo scoprirò il futuro, tentare di prevederlo ora non serve a nulla.

Domani non posso sapere se ti amerò ancora. Ma oggi, posso dire di farlo.

Suppongo che quando il futuro si rivelerà, potrò finalmente comprendere se quel che abbiamo oggi è destinato a durare o no.

Ma non ho paura, perché saprò affrontare tutto ciò.

Con te.

O senza di te.

Questo racconto di è stato letto 1 5 9 0 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.