In gita con la classe, nuda sui tacchi (parte 1)

Scritto da , il 2020-03-17, genere etero

Non so cosa mi sia passato per la testa quando mi sono proposta come accompagnatrice della quarta A in gita a Firenze. Badare a una classe di diciassettenni in preda agli ormoni per quattro notti di fila è una follia. Vorrei riuscire a ricordare cosa mi spinse a lasciare mio marito da solo a casa per quasi una settimana, per venire a stare qui con i ragazzi. Probabilmente, lo feci solo perché li voglio bene.
Ho un rapporto speciale con questa classe, per me sono più che alunni, ho instaurato un rapporto personale e umano con tutti, o quasi.
Ricordo che quando lo comunicai alla classe erano contenti di essere accompagnati dalla professoressa di italiano. Erano contenti di avere una professoressa che non fosse troppo severa. Qualcuna che li capisse. Per loro sono quasi un’amica, anche se riesco comunque a farmi rispettare in classe.
Ma se devo essere del tutto onesta con me stessa, forse erano felici anche per qualcos’altro, soprattutto i ragazzi. Dopotutto anche se ho quarantuno anni sono ancora una donna molto piacente. Una Milf direbbe qualcuno, ma non mi piace molto quella parola.
I miei capelli sono lunghi e lisci, di un castano molto scuro, li porto sempre sciolti: mi sento più libera. Occhi neri, labbra molto carnose che valorizzo con un rossetto rosso bordeaux. Sono un po’ bassina, uno e sessantacinque circa, robusta ma non troppo, nei punti giusti: insomma, senza troppi giri di parole, ho una quarta abbondante, e un culo molto grande che mi procura occhiate frequenti di alunni e professori. Ma nessuno se è mai permesso di mancarmi di rispetto o fare commenti volgari. So farmi rispettare.
Mi prendo molta cura del mio corpo e so valorizzare le mie forme con i vestiti senza essere volgare. Sempre profumatissima, unghie dello stesso colore del rossetto, e sempre, veramente sempre, in tacchi. I tacchi mi fanno sentire donna, bella, mi slanciano e mettono in risalto il mio sedere.
Quelli che ho scelto per stasera, sono bianchi, sotto un vestito unico nero senza spalline. Molto femminile, anche un po’ scollato, mi sta benissimo. Forse è un po’ troppo per stare sola senza mio marito. I ragazzi non farebbero altro che guardare il mio seno attraverso la scollatura.
Stavo per toglierlo e mettere qualcos’altro, ma poi mi dico no, non è giusto cambiarsi per paura di ciò che pensano gli altri. È contro i miei valori e ciò che cerco di insegnare ai ragazzi. E poi è la prima notte in gita, avranno chissà quante altre cose per la testa, forse non ci faranno neanche caso. E comunque ci sono anche tante ragazze carine, saranno loro il centro dell’attenzione.
Mi guardo un’ultima volta allo specchio, esco e chiudo la porta, e raggiungo camera dei ragazzi. Si sono riuniti tutti in una sola camera e faranno sicuramente molto confusione, giochi stupidi, cose da ragazzi. Ho accettato a due condizioni: che all’ una andassero tutti a letto, e che io stessi con loro per controllarli. Così sono sicura che non fanno nulla di pericoloso.
Quando arrivo in camera sono già tutti lì, ridono, scherzano, alcuni giocano a braccio di ferro, ma non c’è alcool ne fumo, tutto ok. Inizio a scherzare anche io con loro. Mi integrano nelle loro conversazione, adoro il nostro rapporto, mi sento più giovane fra loro. Tutto fila liscio e mi rilasso. Poi ad un tratto mi accorgo di una cosa.
“Ragazzi dov’è Luca?”
“Non è proprio venuto in camera con noi prof., Sarà rimasto a dormire.”
Mi insospettisco, non è il tipo di ragazzo che va a dormire prima. Luca è l’unico ragazzo con cui ho un rapporto meramente scolastico. È sempre freddo. Non si interessa alle lezioni, ha sempre un’aria indifferente, ma riesce comunque a prendere degli ottimi voti.
Belloccio e carismatico. Tutte le ragazze della scuola impazziscono per lui. Quando giro per i corridoi della scuola lo trovo sempre a limonare con qualche ragazzina. Immagino che anche adesso sarà con qualche ragazza di qualche altra classe in giro per l'hotel. Vado a controllare.
Passo di fronte la camera che dovrebbe essere la sua, la porta è socchiusa, si sentono voci. Osservo dalla fessura senza farmi vedere: è qui, con una ragazza bionda di non so che classe, sono sul letto, lei sopra lui, e si baciano.
Forse dovrai lasciarli stare dopotutto non stanno facendo niente di male. Eppure non riesco a staccarmi dalla porta, a smettere di fissare Luca. Quella ragazza è così presa da lui, lo guarda come fosse una divinità.
Luca le sfila maglietta e reggiseno, lei non oppone la minima resistenza. Poi si spoglia anche lui. Ha un fisico mozzafiato, devo riconoscerlo, adesso capiscono cosa ci trovano tutte quelle ragazzine in lui.
Continua a baciarla. E io continuo a guardarlo. Non vorrei ammetterlo, ma mi sto eccitando. Sono così passionali, e quella ragazza è così presa. Non riesco a staccare gli occhi dai suoi addominali che guizzano quando si muove. Inizio a bagnarmi mio malgrado, quelle immagini sono più forti di me, non riesco a non invidiare quella ragazza, non riesco a non immaginarmi al suo posto. A non pensare alla lingua di Luca che si aggroviglia alla mia.
Luca si siede al bordo del letto. La fa inginocchiare fra le sue gambe. Lei obbedisce. È completamente sottomessa. Lo guarda negli occhi dal basso all’alto con i suoi grandi occhioni azzurri. Attende i suoi ordini. Lui le fa un cenno e lei inizia sbottonargli i pantaloni. Gli abbassa gli slip e si lecca le labbra, sempre senza staccare lo sguardo da i suoi occhi. Lo prende in mano. Lo tiene a un millimetro dal suo viso. Lui le accarezza la guancia, e inizia a spingerla verso di sé. Non so che fare. Non so che mi prende. Entro...

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