Elisa, la sorpresa. Cap.2

Scritto da , il 2020-02-24, genere trio

Affondò il cazzo nella figa, ed affondò il viso in mezzo ai seni di lei. Cominciò a muoversi ritmicamente, mentre lei stringeva le sue mani sui suoi fianchi, rispondendo ai suoi colpi, ondeggiando sul divano.
L'eccitazione era talmente tanta, che dopo un po' Giancarlo estrasse il cazzo e velocemente andò a sborrargli sopra i seni. Alcuni schizzi colpirono involontariamente il viso di lei, la quale ebbe un attimo di stupore, subito placato dal simultaneo arrivo del suo secondo orgasmo.
Lui cadde in avanti, ed andò a coprire con il suo corpo quello della donna.
Sentiva la sua sborra che gli si appiccicava addosso, mentre il corpo di lei rimaneva immobile.
Le prese il viso tra le mani, e la baciò, per poi riempirla di piccoli baci sul viso, sul collo, sulle spalle.

Si rammaricò per essere venuto così presto, ma non aveva saputo trattenersi.
Lei restava immobile, ma piano la sua mano stava ora toccandogli il cazzo, lentamente, quasi impercettibilmente.
Il tocco si fece via via più intenso, più veloce, più sensuale, e Giancarlo capì che non era finito tutto.
Lui lasciò l'iniziativa alla donna, che ben presto si era piegata in avanti, e aveva ripreso il cazzo saldamente in mano.
Ora lui, seduto, vedeva la folta capigliatura nera muoversi, e le tette strofinarsi sulle sue gambe. Il cazzo reagì velocemente, e quando il lavoro sembrò completo, lei si staccò, e presolo per mano, sorridendo e senza dire nulla, lo accompagnò in camera da letto.
Lì Elisa gettò per aria le lenzuola, lanciò via le scarpe, si tolse l'ingombrante reggiseno e si distese sul letto.
Lui si avvicinò, con ancora gli occhi illuminati da tanta grazia a sua disposizione, e gli appoggiò nuovamente il cazzo sulle labbra.
Lei lo risucchiò voracemente, mentre con le mani gli massaggiava i testicoli.
Lui con la mano destra, tornò a giocherellare con quella figa che sembrava mai sazia, e lei reagì aumentando il pompino.

La scopò nuovamente chiedendo poi di incularla.
Lei fu titubante, e quasi rifiutò, ma poi cedette e si mise dolcemente in posizione, sussurrando:
"Fai piano... l'ho fatto pochissime volte e mi fa male..."
Lui sorrise e la baciò sul collo mentre lei, piegata alla pecorina, si era preparata a prenderlo.
Lubrificò il buco e ci giocò un po' con il dito, dopodiché si mise a sua volta in posizione e la penetrò di colpo.
Lei reagì con un grido di dolore.
Giancarlo non era stato delicato, aveva affondato di colpo il suo cazzo in quel magnifico culo. Il viso di lei sprofondò sotto il cuscino mordendo il lenzuolo per evitare di lasciarsi sfuggire altre grida.
L'ano di lei, stretto, stava imprigionando il suo cazzo, ma poco a poco, si dilatò e finalmente Giancarlo poté muoversi meglio, facendolo scorrere a meraviglia avanti e indietro.
Lei si rilassò, con la mano destra cominciò a giocare con la sua figa per aumentare il godimento.
Lui poteva vedere la schiena di lei arcuarsi ritmicamente, rispondendo ai suoi colpi del cazzo dentro il suo culo, mentre poteva anche sentire la mano di lei che alternava le carezze alla figa a leggeri tocchi ai suoi testicoli.

Ad un tratto lei aumentò il ritmo e venne per la terza volta, buttandosi in avanti, mentre Giancarlo, nella foga di seguire quel repentino movimento, andò a cadergli addosso.
L'orgasmo stava per giungere anche per lui,e sfilò velocemente il cazzo e prendendola per i capelli, gli girò il viso. Questa volta gli infilò il cazzo in bocca, riempiendogliela subito di sborra.
Lei rimase a bocca aperta, quasi schifata. Ma dopo un primo momento di sorpresa, ingoiò il tutto e si attaccò golosamente al cazzo, ripulendoglielo.

Non l'aveva mai fatto prima... Elisa non aveva mai ingoiato sperma, ma quella volta gli era venuto naturale. In fondo, quante cose nuove aveva già fatto quella sera.
Aveva goduto per tre volte. Cosa che mai gli era capitato e s'era fatta leccare la figa in modo straordinario.
Aveva concesso il suo culo volontariamente. Suo marito glielo aveva rotto quasi con la forza e lei ne era stata come traumatizzata, ogni rara volta che lui lo pretendeva, lei non sentiva piacere, ma solo dolore. Ora, aveva goduto con un cazzo in culo, quel cazzo che poi aveva ripulito con la bocca, sia dalla sborra, che da tutto il resto.
Ora sfinita, con la faccia imbrattata di sborra, con il fiato pesante di Giancarlo ancora sul collo, chiuse gli occhi per godersi quel momento, quell'atmosfera, quell'odore di uomo sudato, di sperma, di umori vaginali... un miscuglio di odori straordinari.
Aveva scopato come non mai, con le calze addosso, le giarrettiere, come una vecchia puttana, come s'era sentita ed amava sentirsi in quel momento.

Giancarlo, il suo collega d'ufficio, il conoscente, l'amico di famiglia, l'aveva fatta godere ed ora era sfinito, al suo fianco, con il cazzo che s'era afflosciato dopo la fatica. Allungò la mano, ed accarezzò il fianco dell'uomo, che sembrava quasi assopito.
Giancarlo sussultò al tocco della donna, ma non si mosse. Anche lui stava assaporando in silenzio le stesse cose di lei. Osservava in silenzio le sue forme abbondanti, quella pelle liscia e bianca, quei grossi seni con quei capezzoli scuri e duri, le cosce, il pelo che faceva capolino, le lunghe gambe.
Ricambiò le carezze, e stettero ad accarezzarsi reciprocamente per molti minuti, poi purtroppo Giancarlo dovette rivestirsi. La triste realtà, con i propri doveri stava tornando ad avere il sopravvento. A casa, c'era una famiglia che lo spettava, ed ambedue lo sapevano bene.

Elisa restò ferma ad osservare l'uomo che silenziosamente, con un certo imbarazzo, uscito dal bagno dopo una veloce rinfrescata, stava racimolando in giro per la casa i propri indumenti.
Lei, distesa sul letto, ancora con le calze addosso, se ne stava in silenzio, ad osservare.
In un silenzio irreale, dovuto all'inesperienza ed all'imbarazzo dei due, alle prime armi come amanti, Giancarlo si rivestì, e goffamente fece un segno di saluto.
Non un bacio, una carezza, ma solo un cenno imbarazzato, quasi di vergogna.
Lei nemmeno rispose, ma rimase con le gambe leggermente aperte, impassibile ed immobile.
Lui uscì dalla camera, raccolse la giacca, e aperta la porta cominciò a scendere le scale del condominio.

Mentre scendeva, le immagini si sovrapponevano. Rivedeva lei che saliva quelle scale, e lui che la seguiva con la consapevolezza della scopata che avrebbero fatto di li a poco. Ricordò i sorrisi e le frasi sussurrate al ristorante, i silenzi, gli sguardi, che facevano presagire quanto sarebbe accaduto...
Arrivò alla portone d'ingresso, e si bloccò.
Quei pensieri l'avevano incredibilmente eccitato di nuovo.

Un'occhiata all'orologio ed un rapido calcolo lo fece decidere. Si girò e quasi di corsa ripercorse a ritrose le scale, in un attimo si ritrovò a davanti alla porta di Elisa. La porta era socchiusa, e se ne meravigliò. Era sicuro di averla chiusa bene uscendo...
La scostò ansioso di fare una sorpresa a Elisa presentandosi ancora con il cazzo duro tra le mani.
Quando però si avvicinò alla porta della camera, udì dei rumori e si bloccò ad ascoltare.
Terrorizzato si rese conto che dentro la camera c'era il marito di lei che stava parlando.
Trattenne il fiato, e stette ad ascoltare, temendo il peggio. La voce dell'uomo era sconnessa, e fece fatica a capire quanto diceva, ma poi, ci riuscì:
"Puttana... hai goduto con quel porco...?"
Fece per entrare, per correre in aiuto alla donna, ma appena scostò lentamente la porta, ebbe modo, oltre di sentire la risposta di lei, di vedere che i due stavano scopando:
"Siiii... tre volte... Ho goduto come tu non mi avevi mai fatto godere..."
Giancarlo, appiattito di fianco alla porta, vedeva il culo dell'uomo muoversi ritmicamente, mentre stava scopando sua moglie.

"Gli hai detto che non ti scopavo mai... vero ?"
"Si..." rispose lei quasi sussurrando, e la sua voce faceva ben intendere che stava provando ancora piacere.
"Gli ho detto che sei un impotente... un mezzo frocio... che non mi scopi... che corri dietro ai ragazzini..."
"Troia puttana!" gridò lui, affondando maggiormente i colpi
"Gli ho dato il culo.... mi ha sfondato il culo...."
"Puttana... troia... a me non lo dai mai..."
"Perché sei un mezzo impotente...."
"Tieni... puttana!" gridò, aumentando in modo pazzesco il ritmo " ti faccio vedere io se sono impotente...!!"

Giancarlo vide le gambe di lei avvolgersi sui fianchi del marito, che non s'era nemmeno calato completamente i pantaloni, rimasti all'altezza del ginocchio. Il culo bianco di lui si fermò di colpo, e Giancarlo udì l'uomo emettere un suono gutturale, mentre le gambe di Elisa sussultavano negli ultimi fremiti di un nuovo orgasmo.
Come al solito, il marito di Elisa era venuto in fretta, troppo in fretta per i gusti di lei. Pochi minuti, ed era già praticamente tutto finito...
Giancarlo restò bloccato, immobile.
Il marito si girò di colpo e nel farlo scorse Giancarlo nell'oscurità del corridoio. Giancarlo non mosse un muscolo. L'uomo, dopo uno sguardo sorpreso, gli sorrise, e lo invitò ad avvicinarsi:
"Oh cazzo... Guarda chi c'è....Vieni avanti...."
Imbarazzato, Giancarlo entrò nella camera, alla luce.
Elisa si mise di lato, con gli occhi socchiusi ancora pieni d'eccitazione e di voglia.

Il marito si alzò, e si rimise velocemente a posto i calzoni.
Giancarlo non poté fare a meno di vedere il cazzo di lui a penzoloni, bagnato, che a fatica rientrava nei boxer. L'uomo gli sorrise porgendogli la mano, noncurante d'averla appena usata per risistemarsi il cazzo:
"Devo dire che erano anni che non mi eccitavo così...."
A Giancarlo girò la testa ed in silenzio stette a sentire le spiegazioni che gli stava dando il marito di Elisa, quasi ridendo divertito.
Le visite a vari psicologi, a vari esperti, nel tentativo di ravvivare quel matrimonio che sembrava spegnersi ogni giorno di più e la sua idea di provare a trasgredire, di provare qualcosa di nuovo, di proibito... provare un "tradimento" pilotato, che desse gli orgasmi a lei e l'eccitazione a lui.

"Sei stato il prescelto... Non ci ha messo molto ad agganciarti... Che troia s'è dimostrata... Vedessi come veniva a casa bagnata la sera! Io mi eccitavo molto, quando al suo rientro, per prima cosa gli sfilavo le mutandine, le annusavo, intrise d'umori com'erano e poi, la scopavo dove ci trovavamo. Senza nemmeno dargli il tempo di pisciare o di darsi una rinfrescata! E mentre la scopavo lei mi raccontava di come l'avevi corteggiata, di come le strisciavi attorno. Mi raccontava che gli guardavi i seni, le gambe, e le tue proposte indecenti, le tue battutine pesanti...
E' stato un periodo fantastico!
Lei che si agghindava la mattina per eccitarti... ed io che aspettavo la sera per vedere quanto tu la facevi eccitare con i tuoi complimenti. Poi finalmente ha deciso di mollartela... Non poteva continuare a fartela solamente annusare...
Io oggi ero appostato di sopra ed ho seguito tutto quanto grazie al telefonino aperto di Elisa...
Cazzo... per un pelo non mi masturbavo come un ragazzino...
Quando ho capito che stavi per incularla... quando ti ha detto che non lo faceva mai... cazzo... avrei pagato uno sproposito per poter vedere la scena....
Quando sei uscito, per poco non sfondavo la porta. Avevo il cazzo paonazzo in mano... e lei... che troia... mi aspettava a gambe aperte...
Che scopata... che scopata... Bravo !"

Il marito rideva felice, mentre Giancarlo faticava a capirci qualcosa. Elisa s'era tirata pudicamente il lenzuolo sopra le sue forma giunoniche e stava in silenzio, praticamente sfinita dai numerosi orgasmi. Giancarlo cercò gli occhi di lei, ma questa sembrò rifiutare lo scambio d'occhiate e si girò su un fianco, ormai gli volgeva le spalle. Non poté così aver nessun segnale, nessun tipo d'aiuto per capire quello che stava capitando.
L'uomo era un fiume in piena, eccitato dalle circostanze, e dal fatto di avere davanti a sé l'amante della moglie:

"Che puttana eh? E pensare che faceva sempre la difficile.... Ora chi la molla più adesso ? Il gioco funziona, sia per me che per lei.... Sai quanto ci divertiremo! Non mi tirava più con lei... ma saperla eccitata da un altro, sentirla scopare con un altro.... cazzo.... che eccitazione....!!!! Diciamo che sei stata la giusta medicina per riaccendere sto cazzo e scatenare un po' di libido in quella figa..."
Così dicendo prese Giancarlo per un braccio e lo accompagnò un po' bruscamente verso l'uscita:
"Adesso però... fuori dai coglioni...La tua razione di figa l'hai avuta... Magari più avanti... se Elisa lo riterrà opportuno, potresti beccartene un'altra dose... magari la sbattiamo assieme eh? Ora però... vado di la e me la sbatto di nuovo per benino, con più calma... Cazzo... voglio romperle il culo anch'io fino a farla piangere...."

Giancarlo si ritrovò sul pianerottolo, si girò per stringere la mano dell'uomo, ma questi stava già richiudendo la porta, e questa volta a chiave.

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