Mia cugina d’estate 2

Scritto da , il 2020-02-23, genere incesti

Quanto vi sto per condividere mi è accaduto veramente, cambierò alcuni dettagli per rispettare la privacy delle persone coinvolte.
Non mi piaceva uscire tutte le sere d’estate. Spesso mi piaceva restare solo nella casa al mare dei miei genitori con un libro. Assorto nella lettura sul mio letto la notte sembrava trascorrere come tante altre finché non entrò dalla porta mia cugina. Non era una cosa insolita, d’altronde abitavamo tutti uno accanto all’altro ma quella sera era diversa per quanto accaduto nel pomeriggio. Portava i capelli neri non molto lunghi legati a coda di cavallo, una camicia nera dalla quale si poteva scorgere il suo seno grande e perfetto posto su un corpo alto e longilineo, una gonna sopra il ginocchio nera. I suoi occhi azzurri spiccavano nella stanza. Non fu necessario parlare, in un attimo io mi spogliai e mi misi seduto sul bordo del letto difronte a lei. Contemporaneamente lei si inginocchiò davanti a me, sorrise arrossando le gote, spostò i capelli legati con la mano sinistra, afferrò il mio pene con la destra e dopo un lungo respiro lo prese in bocca, nonostante le sue dimensioni abbondanti, sino alla base. Rimase così qualche secondo poi risalì serrando dolcemente le labbra sino al glande per lasciarlo con un bacio. Ripete il gesto per cinque o sei volte, poi incrociando i nostri occhi iniziò a muovere la mano destra sul mio membro sempre più velocemente e cambiando ogni volta ritmo e posizione delle dita. Ebbe un sussulto che le fece aprire e chiudere e strusciare un po’ le gambe. Passò dalla destra alla sinistra, piegò il pene verso di me e iniziò a mordere e leccare un po’ la base. Lo ritirò su, strinse il glande in bocca e lo accarezzò con entrambe le mani. Il piacere era così forte da provocarmi una eiaculazione più forte di quella che mi procurò nel pomeriggio. Le venni in faccia, nell’occhio sinistro e sulla camicia. Ci sorridemmo e poi lei rise divertita; assaggiò muovendo le labbra e mettendo fuori un po’ la lingua qualche goccia del mio sperma e disse ridendo, mentre aveva le mani ancora sporche ed aperte:”è buono”. L’aiutai a ripulirsi e ci accorgemmo che le macchie sulla camicia erano troppo evidenti e esaltate dal colore nero; in un secondo decise di togliersela e di lavare le macchie nel bagno della mia camera da letto. Io mi alzai per aiutarla e arrivato in bagno, alla vista del suo corpo perfetto ebbi una nuova enorme erezione. Lei disse:”ma ti piacciono veramente i miei seni? Non sono troppo grandi?” Io le risposi:”si mi piacciono tanto”. E lei ribattè subito:”a me no, li avrei preferiti come quelli di tua sorella, più piccoli”. Lei e mia sorella sono nate a giorni di distanza e sembrano quasi gemelle, se non per una differenza, mia sorella ha una seconda abbondante mentre lei ha una quarta molto generosa; tutte e due da quella estate dissero sempre che avrebbero voluto l’una il seno dell’altra. Mentre lei stava pulendo le macchie della camicia appoggiata al lavandino, mi avvicinai per aiutarla, lei continuando a strofinare il capo di abbigliamento mise la sua schiena nuda sul mio petto, la strinsi a me prima per le spalle poi incrociando le mie braccia sui suoi sei; lei si fermò e si spostò un po’ in avanti, avvertì il mio pene al livello della sua vagina e tutta la grazia del suoi seno sulle mie braccia; mi mossi per stringerli con le mani che portai sino ai suoi fianchi sentendo perfettamente la linea delle sue ossa pelviche e degli addominali molto ben definiti che strinsi a me. Lei spostò la testa verso di me e ci baciammo con trasporto. Iniziò a girarsi verso di me senza staccare le sue labbra dalle mie. Con decisione la girai completamente verso di me e la strinsi forte sentendo il suo seno schiacciarsi contro di me. Senza mai smettere di baciarla le accarezzai il viso, i fianchi ed i seni. Lei sbottonò la gonna e la fece cadere a terra, spostò la gamba destra in modo che la sua vagina fosse sopra il mio pene separati solo dai suoi slip nei. Mentre muovevo piano il mio pene sulla sua vagina separati dal solo pezzo di stoffa nero, sentivo i suoi umori colare e bagnare il mio membro e i miei mischiarsi ai suoi tramite gli slip. Ondeggiavo avanti ed indietro mentre lei assecondava i miei movimenti. Il piacere era tanto e la complicità massima, finché lei mi fermò, mi allontanò con decisione. Accarezzò le mie spalle, mi baciò e strinse delicatamente le mie guance. Io ricambiai il suo bacio tenendole anche io il viso stretto tra le mie due mani, i nostri occhi non potevano staccarsi. Lei come se fosse la cosa più naturale da fare abbassò gli slip sino a terra, ci baciammo profondamente e senza accorgercene ci ritrovammo sul mio letto, io sopra di lei con il mio pene appoggiato sulle sue labbra spalancate e grondanti. Il materasso dove la sua vagina era ormai inzuppato. Sapevo, che sia lei che mia sorella assumevano un anticoncezionale da un paio di mesi, ufficialmente per questioni ormonali non meglio specificate ma in realtà fecero loro una esplicita richiesta pretendendo riservatezza al ginecologo, le madri e i padri finsero di crederci d’altronde erano sempre state più mature della loro età e nessuno voleva una liceale madre. Io la abbracciai e iniziai a spingere; lei mi accompagnava puntando i piedi e muovendosi verso di me. Lei mi disse:”si, fallo” e io entrai dentro di lei poco a poco. Ad ogni millimetro che percorrevo sembrava contorcersi di piacere più che di dolore, quando arrivai sino in fondo inarcò la schiena di piacere e strinse le lenzuola con le sue dita lunghe e affusolate. Entrai ed uscì da lei prima delicatamente, poi man mano che la sua vagina si adattava aumentavo frequenza e intensità dei movimenti; il suo ansimare via via diventava sempre più di puro e solo piacere finché, non portò le sue mani sulle mie spalle, mi strinse, mi allontanò per poi staccarsi dal cuscino per baciarmi così forte da lacerarmi quasi il labbro. Riportò la testa sul cuscino e sorrise come mai l’avevo vista sorridere nonostante io, lei e mia sorella per età e interessi fossimo stati sempre assieme sin dalla nascita. Mi sollevai per cambiare posizione ma lei mi fermò abbracciandomi a lei. Le nostre labbra si unirono e non si staccarono più mentre io e lei ci muovevamo ormai accompagnando l’uno i movimenti dell’altro; improvvisamente lei venne bagnando il mio pene del suo piacere e io guidato dal movimento istintivo della sua mano spinsi sino a toccarle l’utero e venni riempiendola sino a colare sul lenzuolo già bagnato dal suo piacere, dai suoi umori e di qualche goccia di sangue. Sorridemmo entrambi, continuammo a baciarci e restammo abbracciati per un tempo indefinito. Lei si alzò, ci guardammo dolcemente e fummo interrotti da tre rumori consecutivi. Erano tre cocce che colavano dalla sua vagina. Lei rise emozionata e disse:”questo non lo avevo ma visto nei porno”. Le passai i fazzoletti per consentirle di pulirsi e mi chinai per togliere le gocce di sperma e umori dal pavimento; mentre sistemavo le dissi:”perché tu guardi già i porno?”. Lei dal bagno rispose con tono ironico:”noooo non guardiamo i porno. Sai, tu credi che io e tua sorella siamo due bambine, invece siamo cresciute. Non sei l’unico ad avere esperienze”. Di nuovo quella frase. Torno in camera da letto, mise un fazzoletto sugli slip e li tirò su. Mentre si rivestiva la guardavo ammirandola e le chiesi:”cosa intendi?”. Con tono serio rispose:”Le ragazze tra loro parlano e non pensano che i loro fratelli e cugini siano ancora bambini.… e vedono”. “Cosa vedono” dissi. Lei:”vedono i fratelli che fanno sesso con la compagna di classe con cui studiano; mentre i fratelli vedono le sorelle e la cugina che giocano con le bambole invece di vedere che….”. “Che…. cosa?” dissi; “nulla per adesso o forse per sempre” disse lei. Finì di rivestirsi la camicia era tornata linda, mentre io avevo girato le lenzuola che avrei messo in lavatrice la mattina presto con una scusa. Ero nudo davanti a lei, temevo che il discorso avesse incrinato la magia che si era creata, ma mi sbagliavo. Mi salutò, uscì dalla porta della mia camera. Io la segui a distanza, lei si si girò venne verso di me e ci baciammo mentre lei con la mano destra prese in mano il mio pene, di nuovo eretto, e lo massaggiò una decina di volte. “Buona notte, a domani” mi salutò e andò via. Non sapevo ancora che quella sarebbe stato l’inizio lungo una vita di un turbinio di sesso e rivelazioni. Già qualche giorno dopo scoprì che….

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