Soldatini sempre sugli attenti

Scritto da , il 2020-02-07, genere gay

Sono sempre stato convinto che abbiano fatto male a togliere la leva obbligatoria. Farebbe davvero bene un anno di militare a certi stronzetti figli di papà.
Durante il mio periodo da militare, in quel di Albenga, ho cercato di raddrizzare un po' di questi elementi davvero deboli.
E ora vi spiego come.
Era il lontano biennio 1994/95 e subito mi erano girati i coglioni all'idea di dover perdere tutti quei mesi in un'attività che avevo sempre ritenuto inutile. Ma ben presto dovetti cambiare piacevolmente idea.
Divenuto caporale, dopo due mesi dal mio arrivo, potevo ora comandare un discreto numero di reclute ancora con il latte alla bocca.
Vi parlerò in particolare di episodi accaduti nella primavera del '95 quando attendevo con trepidazione l'arrivo di nuova carne fresca.
Non sapendo cosa aspettasse loro ne erano appena giunti una ventina nel piazzale della caserma. Le reclute si dividevano in due categorie: quelli con lo sguardo sicuro e quelli divorati dalla paura specialmente se era la prima volta lontani da casa.
Li avevo subito fatti mettere sugli attenti chiedendo silenzio.
"Da adesso in poi qui comando io che sono il caporale. La vostra vita non conterà più un cazzo e dirò anche quando dovrete andate a cagare. Sono stato chiaro? Benvenuti all'inferno mammolette".
Come mia abitudine mi presentavo sempre così per mettere subito in chiaro dov'erano e chi dettava legge.
Ma la parte più divertente arrivava la sera della loro prima notte in camerata. Durante il periodo di addestramento ogni caporale, compreso il sottoscritto, dormiva coi suoi sottoposti e così era per me anche coi nuovi arrivati.
Come d'accordo con altri colleghi di grado iniziava nelle ore diurne il loro inferno.
Li svegliavamo accedendo le luci e facendo un gran baccano per spaventarli a dovere.
"Tutti in piedi nuovi arrivati! È giunta l'ora di farvi conoscere ciò che vi spetterà nella vostra nuova vita di soldatini semplici" urlai per attirare l'attenzione di quei morti di sonno.
Essendo primavera indossavano soltanto una maglietta verde, una mutanda bianca e un paio di calzini anch'essi verdi. E nulla dei loro fisici così giovani poteva essere celato.
Li portavamo in un magazzino dove nessuno ci avrebbe potuto sentire.
"Via le magliette branco di lavativi!.
Con interesse noi caporali potevamo osservare i loro fisici. C'erano quelli che sembravano ancora bambini, c'erano quelli atletici e quelli grassi e flaccidi.
Ma ciò che ci interessava era ben altro.
"Toglietevi anche le mutande avanti!" dissi loro con voce sicura.
Vedere le loro facce scioccate era un'enorme soddisfazione.
Ovviamente ubbidivano e potemmo passare in rassegna venti cazzi nuovi di zecca.
Una alla volta li controllavamo nelle parti intime con la dovuta attenzione.
Palpavamo le aste scappellando gli uccelli. E ci fermavano quando sentivamo qualche cazzo diventare parzialmente duro. Li segavamo con intensità per poi fermarci prima che giungessero all'orgasmo.
"Chi ha avuto un'erezione può tornarsene a dormire. Non ci interessano i frocetti. Chiaro? Via di corsa lavativi".
Non sarebbe stato divertente occuparci di ragazzi che avrebbero gradito le nostre attenzioni.
Quelli rimasti erano visibilmente preoccupati ed era la reazione che volevamo ottenere.
"Immagino che siate tutti etero. Qualcuno è fidanzato anche?" chiesi con insistenza per avere la certezza della scelta di elementi adatti.
Pochi erano fidanzati, ma tutti etero. Bene anzi benissimo.
I loro cazzi a riposo erano di diversa forma e grandezza, ma non era quella parte a interessarci.
Eravamo già pronti all'azione. Ci denudammo dalla vita in giù e i nostri cazzi di caporali affamati erano già duri come il marmo. Le nostre cappelle rosse e bollenti stavano già pulsando nell'attesa e le nostre aste turgide avevano le vene in rilievo.
Alcune reclute iniziarono a piangere avendo già capito che cosa gli sarebbe capitato.
Iniziammo dai più piccoli e deboli fisicamente. Era uno spasso infilare i nostri cazzi nei loro ani vergini e stretti mentre due colleghi li tenevano fermi. Sentire le loro urla disperate e il loro stringere il retto attorno alle nostre aste, che pompavano senza pietà, aumentava il nostro piacere.
Ognuno di noi cinque scaricò tutta la sborra negli intestini di qualche ragazzino che quasi svenne dal dolore.
Io in particolare mi soffermai su un biondino dall'aria sperduta che mi eccitava da morire.
"Ti piacciono i miei 18 cm. nel tuo bel culo? Senti il mio cazzo sfondarti e aprirti per bene? domandavo divertito mentre spingevo con violenza.
Il malcapitato di turno non aveva neanche la forza di rispondere.
Sentivo che l'orgasmo era prossimo e irrigidendomi sborrai litri di sborra nei suoi intestini. Estraendo la mia asta ancora dura sorridevo vedendo sperma e sangue colare.
"Ti è piaciuto stronzetto?" domandai prima di passare al prossimo da violentare.
"No signore, non mi è piaciuto. Sentivo solo dolore e null'altro" mi rispose con coraggio il biondino.
"Sei sicuro lavativo?".
Il corpo umano non mente mai.
Il cazzetto del ragazzino, di dimensioni davvero ridotte, era chiaramente in tiro nonostante il dolore provato.
"Vedi che ti è piaciuto e anche molto?" risposi per lui.
E stringendolo forte con la mano lo feci venire dopo un paio di colpi di polso. Non poté evitare un roco gemito di piacere.
'Missione compiuta' pensai tra me e me.
Tra gli ultimi toccava a un flaccido grassone dalla pancia enorme.
Notai tra le sue gambe un cazzo a riposo di notevole interesse.
Per togliermi ogni dubbio ordinai al fusto delle reclute di fare un bel pompino al ciccione. Il ragazzone mi guardò sperduto, ma si mise subito d'impegno lavorando abilmente con la lingua aiutandosi con la mano. Ora il cazzo era decisamente eretto e il grassone si confermò decisamente dotato.
Non persi tempo e lo girai ammirando estasiato le sue enormi natiche bianche e morbide. Mi sputai sulle mani per lubrificarmi l'asta e entrai con un unico colpo nel buco vergine nascosto da tutto quel grasso. La recluta emise un unico lamento e rassegnato subì i miei potenti affondi senza più lamentarsi. Lo sentivo gemere come gemevo io stesso.
La voglia era ancora tanta e dopo pochi colpi sborrai tutto lo sperma che rimaneva nei miei coglioni.
Dopo quattro o cinque orgasmi e dopo tutta la notte passata a violentare fior di culi vergini mi sentivo decisamente soddisfatto.
Preso dalla stanchezza mi sedetti per ammirare gli ultimi amplessi dei miei colleghi caporali.
L'aria era pregna e l'odore di sesso e sudore la caratterizzava.
Anche dopo tanti anni, nonostante il mio essere fidanzato con una bella donna, ricordo con piacere, e un po' di nostalgia, quei momenti di svago e violenza gratuita.
E continuo a pensare che, ancora oggi, possa servire a qualcuno il militare almeno per scoprire le gioie del sesso ancora ignorate.



Scrivetemi pure per qualunque dubbio o domanda abbiate sul sesso.
E-mail: affinitoc9@gmail.com
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