Paola la mia Dea

Scritto da , il 2019-11-06, genere dominazione

La solita giornata noiosa, tutto tace, Assopito sul letto , una vibrazione mi fa sussultare, apro gli occhi, leggo in anteprima dallo smartphone: “ my Queen”.
Eccola, finalmente dopo una settimana di assoluto silenzio cosmico, insopportabile.
Leggo il messaggio: schiavo, stasera alle 18 solito al bar, puntuale, ogni minuto di ritardo ti costerà caro.
Una scarica eccitatoria, attraversa tutto il mi corpo.
Guardò l’ora . Sono le 16 , mi devo preparare.
Barba , doccia, mi vesto , non mi piace, cambio il maglione, non sono convinto ma è tardissimo, mi metto in auto, come sempre un traffico terrificante.
Il cuore mi batte a mille, non posso arrivare tardi , non posso deluderla .
Finalmente parcheggio, mi incammino , mi sono dimenticato dove rimane il posto. Chiedo. Finalmente entro nel bar .
Ore : 18,05.
Merda.
Eccola, finalmente, è bellissima, seduta con il suo calice di vino , mentre finisce di prendere appuntamenti di lavoro .
Indossa un vestito amaranto che ne risalta tutta la sua carica erotica .
Tra di me penso quanto sono fortunato a poterla servire, adorare.
Mi avvicino al tavolo , non mi considera , rimango fermo in piedi , in attesa di un suo sguardo , cenno che tarda ad arrivare.
Inizio a sudare, la gente mi attorno mi guarda o almeno credo.
Finalmente alza la testa, posso finalmente baciare la sua mano.
Pelle morbidissima, profumo superlativo . Mi saluta con il suo solito sorriso, sono felice, ucciderei per un suo sorriso .
Improvvisamente cambia tono, sguardo, postura, mi gela, mi sento morire.
“ sei in ritardo di cinque minuti “
“Manterrai la castità per altri cinque giorni. Chissà se la prossima volta con le palle piene , arriverai puntuale .”.
Non posso che risponde : “ grazie Padrona, per prenderti cura della mia educazione “.
Si china , estrarre della borsa una scatola rossa.
“ vai in bagno, aprila , non c’è bisogno che ti dica cosa fare. Se non ci arrivi da solo, puoi anche andartene , non so cosa farmene di uno schiavo idiota “
Volo in bagno.
Fortunatamente non c’è nessuno.
Apro la scatola. Un plug anale con telecomando.
Metto il preservativo, me lo infilo nell’ ano.
Chiedo tutto, mi rivesto .
È abbastanza malleabile. Si adatta bene al mio sfintere .
Torno da Lei. Mi guarda con un ghigno sadico.
“ siedeti. Ti ho preso una birra chiara , lo so che non ti piace, ma poco importa, ho deciso, che la bevi lo stesso, perché tu fai quello che voglio io, sempre e comunque “
“ lo so PAdrona”.
“ bene , non si sa mai , meglio ribadire il concetto “.
Mi chiede come sto, di raccontarle le ultime news.
Le rispondo, spero di non annoiarla , quasi mi dimentico del plug .
Ridiamo e scherziamo . Amo passare del tempo così con Lei.
Adoro quando riesce a trattarmi da uomo e da schiavo , nel medesimo istante.
All’ improvviso , sento una scossa di un secondo, mi riporta alla realtà .
Cazzo il plug. Me ne ero dimenticato. È fortissimo.
Vibra in modo costante , quando Lei usa il telecomando ha degli acuti .
Vorrei gridare, godere . Urlarle che sono la sua puttana.
Non posso.
La guardò , la supplico . Lei gode. Lo so.
Sono sfinito .
Lei mi dice con fare sadico: “mmmm qui c’è qualcuno che si sta divertendo più di me, anche troppo.” Fine
Vai in bagno, lava tutto.
Eseguo, metto tutto nella scatola, ci metto anche un bigliettino : “ grazie Mia Dea , ogni istante delle tue attenzioni mi fa capire la fortuna che ho tra le mani”.
Torno da Lei.
Mi saluta: “ settimana prossima voglio andare alla spa, tieniti libero”
Si eclissa, sono combattuto. Triste e felice al tempo stesso.
Grazie Padrona

Questo racconto di è stato letto 3 4 2 5 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.