Il convento - 4

Scritto da , il 2019-10-17, genere gay

In aula magna Matteo trovò una trentina di uomini con la tunica da monaco, seduti su gradoni semicircolari di legno. Presiedeva Svetonio.
"Il novizio Matteo vorrebbe entrare nella nostra comunità. E' affetto da una sindrome allucinatoria evidentemente mandata da Satana. Sarà nostro compito aiutarlo a liberarsene..."
Qui ci fu un brusìo generale, commenti sottovoce, qualche risatina sommessa, colpi di tosse.
"... Matteo, spogliati completamente e inginocchiati al centro dell'aula. Verrai sottoposto a un contro-battesimo allo scopo di concretizzare ciò che vedi nelle tue allucinazioni. In questo modo l'influsso che Satana ha su di te passerà all'esterno della tua mente e sarai tu a poter decidere cosa fare della tua vita. Comprendi?"

Matteo per un attimo ebbe la sensazione di essere immerso in un sogno, poi fece per rispondere ma venne sopraffatto dall'intrusione mentale del consueto torrente di sperma. Immerso nel flusso fino alla vita stava il giovane maschio che aveva già visto e udito incitarlo al godimento. Questa volta notò che aveva pettorali scolpiti alla perfezione, capezzoli turgidi e occhi fiammeggianti. Matteo agì istintivamente, e senza rispondere iniziò a spogliarsi, consapevole che il suo fallo era tornato in completa erezione nonostante l'orgasmo da poco avvenuto nella sua cella.

"Ha una potenza sessuale incredibile..." mormorò Camillo rivolto agli altri. Quando tutti videro la condizione nella quale si trovava Matteo ci fu un'altra ondata di commenti sottovoce, tra lo stupore, l'ammirazione e l'ironia.

Svetonio intervenne in modo autoritario:
"Fratelli, dovete fare silenzio!" Tutti si ricomposero. "Matteo, ti ripeto la domanda: comprendi quello che ti ho detto? Devi rispondere!"
"Comprendo solo che volete ... usare per il rito non l'acqua santa, ma... ma... quello che vedo adesso nella mia mente."
"E' esatto, Matteo, ma sarai tu a dovertela procurare, stimolando con la tua bocca tutti i membri dei monaci qui riuniti"
"Ma io non so come..."
"Imparerai presto. Ti guideremo noi."

Tutti si alzarono e formarono un cerchio intorno a Matteo, aprendosi la tunica. Matteo intravide corpi muscolosi, alcuni ricoperti da una fitta peluria sul petto. Il primo ad avvicinarsi gli appoggiò il suo fallo semi-eretto sulle labbra.
"Apri la bocca e tira fuori la lingua, Matteo". Matteo eseguì l'ordine e il monaco iniziò a strofinare la sua verga avanti e indietro sulla lingua di Matteo, entrando progressivamente sempre più all'interno del cavo orale. La salivazione di Matteo iniziò a farsi abbondante. "Ora richiudi le labbra dolcemente mentre io continuo a spingere". Gli affondi del monaco nella sua bocca arrivavano sempre più verso la gola.
"Non stringere la gola, Matteo, respira col naso" disse Svetonio. Il monaco ansimava e mugolava di piacere, fino a che estrasse improvvisamente il fallo e sparò tutto il suo sperma sula fronte di Matteo.

Matteo sentì il calore di quel liquido, che iniziava a colare verso il basso, mentre un secondo monaco si avvicinò e gli infilò in bocca una fallo già completamente eretto. Matteo iniziò a succhiarlo spontaneamente, dimostrando di avere già ben compreso come dare il massimo piacere all'uomo. "Impari presto, novizio!" disse il secondo.

Così fu per tutti i quaranta monaci, e alla fine Matteo aveva la testa e il volto completamente ricoperti di sperma. Teneva gli occhi chiusi. Non aveva potuto assaporare nulla, perché tutti avevano ritratto il loro membro prima di eiaculare, per riversare tutto il liquido seminale sulla faccia di Matteo. Per tutta la durata del rito Matteo era stato in erezione e sentiva un bisogno impellente di un nuovo orgasmo. Aveva provato a metter mano alla sua verga palpitante di desiderio, ma Svetonio glielo aveva impedito in modo perentorio.
"Fatemi quacosa... fatemi venire, vi prego, non ne posso più!..."
"No, Matteo, adesso devi restare così, fermo, ad occhi chiusi. "

Dopo mezz'ora Matteo venne fatto appoggiare su un banco. "Appoggia la testa sulle mani congiunte, e divarica bene le gambe" sentì la voce di Svetonio.

Qualcuno gli tolse lentamente il butt plug. L'ano di Matteo rimase aperto, pronto a ricevere. Seguì una serie di penetrazioni, ciascuna delle quali non arrivava mai a toccare la prostata, fino a che l'ultima, quando ormai Matteo era sfinito, eccitato all'inverosimile, fu quella, poderosa di Svetonio, che Matteo riconobbe per la precisione con la quale andava a colpire il punto fatidico del piacere prostatico. "Ancora!! ... Ancora!!... Di più, ti prego!!" disse Matteo abbandonandosi completamente a quell'assalto, fino a esplodere in un lunghissimo gemito di piacere, mentre il suo cazzo si contraeva spruzzando sperma sul pavimento.

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