Il convento - 1

Scritto da , il 2019-10-12, genere gay

Cresciuto in una famiglia estremamente puritana e repressiva, del tutto ignorante su come funzionasse la masturbazione e in generale il sesso, del tutto inconsapevole del proprio orientamento sessuale, Matteo, 22 anni, era però soggetto a frequenti polluzioni notturne e di giorno era tormentato da immagini di torrenti di liquido seminale. Era come se un demone potente gli inviasse a intervalli regolari dei flash mentali, nei quali vedeva scorrere in grandi quantità lo stesso liquido che ritrovava al mattino sulla pancia e sul pigiama. Contemporaneamente a questi flash, il suo fallo, peraltro di notevoli dimensioni, si tendeva in erezioni rocciose e dolorose (data anche la conformazione del prepuzio di Matteo, soggetto a una leggera fimosi), che lo mettevano in serio imbarazzo e che non sapeva come affrontare. Invece che confidarsi con qualche amico, che gli avrebbe subito spiegato come venire a capo se non altro di quelle eccitazioni compulsive con una bella sega, Matteo, chiusissimo, andava a confessarsi. In questo modo riusciva a sgravarsi se non altro dai sensi di colpa. Anche il sacerdote della sua parrocchia non gli spiegò nulla delle basi elementari del sesso, per paura che i genitori se ne accorgessero e lo facessero rimuovere dalla parrocchia.

Un giorno però, impietosito, gli consigliò di prendere i voti e recarsi al Convento più vicino, con l'idea che dedicandosi allo studio e alle pratiche religiose la sua anima si sarebbe placata. A Matteo l'idea piacque subito, e la famiglia acconsentì senza problemi.

Arrivato al Convento, Matteo fu subito introdotto nell'ufficio dell'Abate Svetonio, per un colloquio preliminare.
Svetonio lo squadrò dalla testa ai piedi, indugiando per qualche secondo in più all'altezza dei genitali, poi lo fece accomodare.
"Parliamo della tua vocazione, Matteo. Il tuo sacerdote mi ha informato di una problematica un po' particolare..."
Matteo arrossì e provò subito vergogna. Non sapeva che il sacerdote avesse parlato con l'Abate del Convento.
"Io sono profondamente convinto dell'esistenza di Dio e vorrei servirlo, riuscendo anche, così, ad elevare la mia anima e a cacciare i cattivi pensieri".
"Mi spiace Matteo, ma prima di accettarti nel Convento devo assolutamente approfondire la questione di questi cattivi pensieri e degli effetti che provocano su di te. La tua vocazione deve essere pura. Dimmi cosa vedi esattamente e cosa ti succede quando hai queste visioni."
In quel momento Matteo fu colpito proprio dal problema che Svetonio voleva indagare. Svetonio vide che Matteo chiudeva gli occhi, iniziava a sudare e il suo respiro si faceva affannoso.
"Parla, Matteo! Parla! Cosa vedi?"
"Vedo... un flusso ... di quel liquido bianco che a volte trovo al mattino sul ..."
"E cosa provi?"
"Sento un dolore... qui... mi fa male anche perché non riesce a stare dentro le mutande e..."
Matteo si toccava la patta rigonfia cercando di allargare la stoffa per fare spazio alla sua prorompente erezione.
"Alzati, Matteo, e tira giù pantaloni e mutande. Dobbiamo vedere cosa sta succedendo."

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