Galeotto fù quel Club!

Scritto da , il 2019-10-17, genere prime esperienze

Un caro saluto ai lettori, Mi chiamo Antonio, siciliano doc. Scrivo questo racconto per rievocare qualcosa accadutomi parecchi anni fa e che ogni tanto mi torna alla mente. (la storia è vera,I noni sono di fantasia)
Tutto accadde quando ero un diciannovenne, lavoravo in un Club privato come musicista, assieme alla mia band di cui ero il batterista, suonavamo dal vivo ogni sabato sera, per intrattenere i frequentatori di questo club; intellettuali, imprenditori, medici, bancari, professionisti ecc. insomma gente di elevato spessore. Suonavamo almeno per quattro ore, con una piccola pausa ogni ora.
Fu in questo Club che conobbi due donne, erano mamma e figlia. Laura ed Elisa. Elisa la madre, era una vedova sulla quarantina e più, un pò magra per i miei gusti ma molto ben messa ed attraente. Laura invece era completamente diversa, non sembravano neppure madre e figlia, verosimilmente somigliava al padre. Le due frequentavano il Club in quanto mamma Elisa, era un’infermiera professionale e lavorava presso un noto ospedale della mia città diretto da un altrettanto noto chirurgo, membro principale di questo Club.
Ad ogni break, scendevo dal piccolo palco che ospitava me e la mia band e mi intrattenevo inizialmente con entrambe, per poi pian pianino spostarmi con Laura, dall’altro lato del salone in una zona più appartata a parlare del più e del meno, Laura mi piaceva, ero molto sensuale e sanguigna e anch’io le piacevo. Laura era una ragazza particolare, aveva vent’anni un po' in carne ma non grassa, carnagione chiarissima, capelli rossi, ricci, sulle spalle e piccolissime lentiggini sparse sul corpo, ma proprio piccolissime che si vedevano appena, alta all’incirca 1,70 e un seno molto prosperoso.
Nei primi tempi, mi annoiavo molto a suonare per quella gente snob che ti salutava appena e con la puzza sotto al naso, ma, era il mio lavoro ci pagavano bene e dovevo digerire il rospo. Durante le pause un amico Dj suonava musica soft, lenti da ballare per intenderci.
Fu in una di queste pause che invitai a ballare Laura che accettò di buon grado, ricordo ancora il disco che stava passando; “bella senz’anima” di Cocciante. Mentre ballavo con lei, sulle note di quella bellissima canzone, sentii qualcosa scoppiarmi dentro, una vampata di calore che mi fece drizzare l’uccello e iniziai anche a sudare. Mi accorsi però che anche lei stava cominciando a sudare ci incrociavamo gli sguardi senza dire una sola parola, mi azzardai a stringerla un po' di più, lentamente e con garbo sino a sfiorare il suo ventre cercando di scendere il più possibile. In quel momento pensavo, che Laura come minimo mi avrebbe mollato uno schiaffo, invece fu proprio lei a stringersi ancora di più sino a quando la sua patata, fu a contatto col mio uccello rovente e bagnato. (…roba di gioventù).
A contatto avvenuto lei poggiò la sua testa sulla mia spalla, sentivo il suo respiro intenso e il suo cuore battere forte accompagnato da leggeri e frequenti tremori. Continuammo a ballare, mentre passavano altre sequenze di pezzi lenti che sembravano suonare apposta per noi.
Purtroppo Laura ed Elisa non rimanevano sino a tarda ora, andavano via molto prima che finesse la serata, per cui non avevo mai la possibilità di vederla dopo. In uno di questo sabato sera gli chiesi se a partire dal lunedì successivo e saltuariamente, sarei potuto andare a prenderla a casa per accompagnarla al lavoro o viceversa naturalmente col permesso di sua madre visto che ormai eravamo in confidenza e mi reputava un bravo ragazzo. (altri tempi). Laura senza neanche pensarci mi disse subito si, e ne fu anche felice ma, mi chiese di non dirlo a sua madre poiché era meglio non lo sapesse. Beh! Pensai contenta lei! Abitavano a cinque minuti da casa mia e questo facilitava notevolmente le cose.
Iniziammo cosi a frequentarci almeno un paio di volte la settimana, andavo a prenderla con la mia auto, dopo mi fermavo in qualche posto appartato, dove cominciavamo a limonare come due normali fidanzatini, ma nulla di più, giusto una ventina di minuti, cioè il tempo che Laura avrebbe impiegato col bus, da casa al lavoro o dal lavoro a casa.
Tutto questo durò circa quatto cinque mesi più o meno, sino a quando un giorno dopo pranzo mi telefonò a casa (non c’erano ancora i cellulari) dicendomi che quel pomeriggio non sarebbe andata al lavoro, visto che i proprietari del negozio avevano deciso di fare l’inventario e che, per coincidenza proprio quello stesso pomeriggio sua madre non era in casa perché dopo avere pranzato aveva ricevuto una telefonata dall’ospedale per un turno straordinario, in sostituzione di una collega che, si era sentita male. A quel punto mi chiese cosa stessi facendo o se avessi cose importanti fa fare, capì subito dove voleva arrivare e le dissi che ero sfaccendato e libero da impegni. “Vieni a casa mia se vuoi”, mi disse, “ti sto aspettando dai!” Ok risposi arrivo subito. Del resto abitava a cinque isolati da me. Andai subito da lei, emozionato e con il cuore in gola, era la prima volta che salivo a casa sua, lei mi accolse con un sorriso malizioso e con addosso una trasparentissima sottana bianca cortissima, che lasciava intravedere le mutandine, il suo bel seno con quei capezzoli che sembrava volessero spuntare fuori. Appena dentro lei chiuse la porta e si aggrappò letteralmente a me baciandomi sino a farmi mancare il respiro, era il primo vero grande e sensuale bacio alla francese che ricevevo e che mi fece eccitare tantissimo, mi prese per mano e mi portò lungo il corridoio verso la sua cameretta, poi però ci ripensò e mi dirottò verso la stanza che stava più avanti, era la camera da letto di Elisa, sua madre. Mi invitò a sedermi sul letto mi baciò ancora e poi chiuse la porta.
Laura si spoglio lentamente davanti a me, seduto in quel letto quasi attonito e incredulo, la stavo ammirando con immenso stupore, consapevole di quanto stava o poteva accadere da lì a poco. Rimasta in mutandine con quel grosso seno sodo e i capezzoli turgidi, proprio davanti al mio viso, mi fece alzare mi sbottonò prima la camicia e me la tolse e poi mi aiutò a togliere i pantaloni. Si inginocchio quindi poggiando sullo scendiletto, mi tirò giù lo slip e prese in mano il mio cazzo già duro come l’acciaio e dopo averlo accarezzato con entrambe le mani iniziò a leccarlo da sotto a sopra e tutto attorno alla cappella viola e pulsante e dopo averlo baciato e leccato per bene lo infilò nella sua calda bocca, succhiandolo come una vera troietta.
Fu un’esperienza unica in quel preciso momento della mia giovane vita, mai nessuna ragazza da i tempi del liceo mi aveva fatto qualcosa di simile e non in quel modo, ero eccitatissimo, avevo voglia di venire ma non volevo che finisse così, mi piaceva pensare invece che non finisse mai. Lei intanto si toccava la figa e il clitoride e faceva movimenti avanti e indietro con le gambe e la zona pubica, mi guardava mentre succhiava, aspettando un mio cenno per ricevere quel cazzo nella sua calda figa, così la sollevai, la distesi sul letto le sollevai le gambe e cominciai a scoparla con delicatezza, lei si mordeva le labbra e iniziò a gemere. Gridava e godeva come una puttana e dopo qualche minuto con gli occhi spalancati mi gridò “rompimi la figa, dai, scopami forte dai, dai, dai…..e dopo qualche minuto gridò ancora!! Sto per venire, godo gooodooo goooodooooo!!! Quasi piangeva dal piacere e dalla gioia, senti la sua figa tutta allagata, feci notevoli sforzi per trattenermi ma poi a un certo punto tirai fuori il cazzo bagnatissimo e la schizzai dappertutto. Lei con le mani accarezzo il suo corpo pieno di sperma e inizio a massaggiarsi il seno e il collo infine si leccò le dita che dopo infilo nella sua bocca, gesti che ricordo ancora come allora.
Mi gettai sul letto accanto a lei respirando affannosamente, lei si girò verso di me mi abbracciò e mi baciò voluttuosamente strusciando sul mio petto quel seno sodo. Rimanemmo in silenzio qualche minuto e poi ci scambiammo parole affettuose e proposte amorose nel frattempo il cazzo mi tornò duro e lei tornò a spompinarlo ancora, mi leccava le palle, il buco del culo e poi tornava a succhiarmi il cazzo. Ero prontissimo a scopare ancora la girai a pecora e mentre stavo per entrare nella sua figa successe l’imprevedibile!!!
La porta della camera si aprì inaspettatamente mi girai di botto molto spaventato anche perché in casa c’eravamo solo noi e non avevo sentito nessun rumore sospetto, davanti quella porta c’era Elisa, sua madre che rimase qualche secondo a guardare la scena che aveva davanti poi ci lanciò uno strano sorriso e richiuse la porta dietro di se. Non capì se fosse arrivata all’improvviso o fosse rimasta nascosta per tutto quel tempo che tradotto significa che le due erano d’accordo.
Naturalmente rimasi lì in piedi bloccato, ma il mio cazzo era ancora dritto e duro, Laura mi guardò e sorridendomi disse: tranquillo, continua dai. Ma come facevo a rimanere tranquillo sapendo che dietro quella porta ci fosse Elisa. Non sapevo cosa fare ero inebetito, Laura allora prese il mio cazzo se lo infilo dentro la figa e cominciò a scoparselo da sola chinata a pecorina. A quel punto mi feci coraggio e iniziai a stantuffarla, ma le sorprese non erano affatto terminate. Infatti mentre scopavamo in quella posizione, la porta si riaprì Elisa entrò con addosso soltanto un body che lasciava scoperta la figa e buona parte del seno, si sdraiò nel letto accanto la figlia, e con una mano si mise a toccare la figa di Laura proprio nel punto dove entrava il mio cazzo, con l’altra mano invece cominciò a toccare il seno della figlia che in quella posizione sballottava su e giù, le se avvicinò, le girò il viso verso il suo e altra sorpresa…Laura e mamma Elisa iniziarono a baciarsi intensamente. Io continuavo a scopare Laura e sentivo le dita di Elisa bagnate, palpare in quel punto che aumentava la mia già intensa eccitazione, ogni tanto mi fermavo, non potevo fare a meno di guardare quelle due baldracche impegnate con le loro calde effusioni. A un certo punto Elisa si alzò velocemente, spostò la figlia si mise lei al suo posto e mi disse “dai Anto, continua” dai chiavami, fammi sborrare, sono la tua “mamma troia”. Si! Così si definì. Che fare, ormai ero dentro questa stranissima situazione io e due troie assetate di cazzo, che avevano trovato chi potesse esaudire il loro desiderio. Non capì più nulla, mi succhiavano il cazzo a turno e facevano di me il loro giocattolo del momento, ma una volta superato il momento di imbarazzo, stessi al loro gioco sino a quando sfinito, dovetti eiaculare e abbondantemente, sopra le chiappe sode di Elisa, quindi mi gettai sul letto sfinito, Subito dopo Elisa corse in bagno a lavarsi e rimettersi un po' a posto seguita da Laura, quando le due troie erano uscite e si erano spostate in cucina mi alzai dal letto, andai in quel bagno e dopo essermi pulito e rinfrescato mi rivestì .
Laura mi chiamò e mi chiese di recarmi e sedermi in cucina dove stava insieme alla madre, Elisa intanto preparò del pancarrè con la nutella e del caffè caldo che mise su un vassoio argenteo poggiandolo sul tavolo, una specie di merendina pomeridiana. Sembrava che tutto fosse normale, proprio come se nulla fosse successo poco tempo prima, “una mamma e due figli”.
Elisa però dopo il caffè mi chiese di non raccontare a nessuno ciò che avevamo fatto, nel rispetto di entrambe e che quello che era successo non si sarebbe ripetuto mai più. Naturalmente non potevo non accettare e dopo la promessa di mantenere quel segreto le baciai entrambe e corsi subito via. Non presi neppure l’ascensore scesi le rampe di scale di quei sei piani in men che non si dica e uscito dal portone del palazzo quasi senza accorgermene, continuai a correre verso casa mia. Come promesso non raccontai mai nulla a nessuno se non dopo tanti anni a qualche amico, ma senza citare nomi, luoghi e quanto altro. Per un pò di tempo il sabato sera continuai a vedere le due troie in quel dannato Club soffermandoci a parlare del più e del meno. Fuori da lì e di tanto in tanto vedevo Laura, che non aveva nessuna intenzione di mollarmi, ci incontravamo vicino casa sua o al suo posto di lavoro. Un bel giorno arrivò la svolta, lasciai definitivamente la mia band per cambio genere musicale. Formai un nuovo gruppo rock con altri soggetti e con altri obiettivi musicali. Quindi non frequentai mai più quel cazzo di Club. Smisi con mille scuse di incontrare Laura malgrado mi telefonasse più di una volta al giorno, dopo qualche mese lei capì e non mi cercò più.
Dopo un paio di anni da questa esperienza unica e un po' fuori dal normale e avendo trovato l’amore della mia vita, mi sposai e da allora non più avuto storie di questo tipo ad eccezione di due che non hanno niente a che fare con quella appena raccontata. Ma…è tutta un'altra storia che scriverò e pubblicherò successivamente. Antonio

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