La nipote monaca 5.

Scritto da , il 2019-04-06, genere etero

I giochi continuano sino a tardo pomeriggio poi Paola ci lascia per preparare la cena. Mi metto a vedere la tv, con Michela che mi abbraccia e mi prende il cazzo in mano, iniziando una sega che mi riporta in gara, uscendo dal tepore che sollecita la TV. Quando ritorna l'erezione, lei se lo prende in bocca e, dopo un lento e lungo slinguare, si prende tutta la mia sborrata. Paola ci chiama e Michela va a farsi una doccia ed io raggiungo Paola in cucina dove la trovo inchinata, intenta a chiudere il forno ed il vedere il suo bel culo, sia pur coperto dalla vestaglia, mi eccita bestialmente e, senza dirle nulla, le sollevo la vestaglia, le abbasso le mutandine e, dopo insalivato il glande, glielo ficco in culo. Lei protesta ma continuo senza fermarmi e le sborro tutto dentro. Arriva intanto Michela che mi trova ad asciugarmi il cazzo con un panno di carta e ride osservando paola ancora sbigottita per l'inculata improvvisa. Ci mettiamo a tavola poi, dopo una grappa fatta in casa, andiamo tutti a dormire. Al mattino dopo, Michela si offre per lavorare con me ed io invece programmo di andare col furgone insieme a lei per farle provare a guidarlo in una zona periferica dove ci si poteva muovere liberamente. Anche Paola viene con noi e dopo due ore piene di emozioni nel muoversi in vie larghe poi strette dove Michela mi dimostrò di avere occhio ed un buon senso della misura, capii di poterla fare andare da sola e, come "prova del fuoco" al ritorno la feci guidare in mezzo al traffico caotico della città fino a casa. Parcheggiò da sola e le strinsi la mano promettendole che presto avrebbe avuto anche lei un mezzo simile al mio. Paola preparò il pranzo ed io e Michela, rimanemmo nella cabina del furgone dove le spiegai il significato dei documenti a bordo e la maniera di sostituire una gomma bucata, il modo di montare le catene da neve e, dopo pranzo, ripartimmo tutt'e tre per fermarsi poi in periferia dove Michela si mise ad usare il "crick", togliendo una ruota dalla sede e poi riponendola al giusto modo senza alcun errore. Poi montò le catene da neve e le ripose correttamente. Per festeggiare l'abilità di Michela, terminato il suo "esame", presi la guida del mezzo io ed andammo in campagna a cenare in una trattoria dove mangiammo da far paura ed anche il bere non fu da trascurare infatti credo che ci scolammo più di due litri di vino genuino che, nonostante la quantità non trascurabile, mi fece guidare serenamente fino a casa senza sorprese. Eravamo tanto allegrotti per il buon vino che ci sedemmo accendendo la TV ma, ironia della sorte, ci ritrovammo sul divano alle prime ore del mattino. Quel giorno io e Michela andammo a lavorare insieme, così lei s'impadronì anche delle pratiche burocratiche e facemmo vari tipi di consegne. La settimana passò così e, proprio quando una sera stavamo per rientrare a casa, un mio collega mi chiamò al telefonino, avvisandomi che aveva trovato un furgone adatto per Michela perchè semi nuovo ed a buon prezzo. Giunti sotto casa nostra salii ad avvisare Paola della novità e, dopo pochi minuti eravamo tutt' e tre ad andare a vedere il furgone. Il collega ci attendeva lì e, dopo un'ora di trattativa, Io tornai a casa col mio furgone e Michela col suo, in compagnia di Paola. A cena Paola disse che quasi voleva lasciare il suo lavoro e mettersi insieme a Michela! Dopo cena andammo dritti sul lettone dove, una volta denudati, loro due si misero sdraiate di schiena a cosce spalancate, offrendomi le fighette da leccare e, dopo che le sentii ben lubrificate, le possedetti l'una poi l'altra e le schizzai sui volti la mia sborrata. Ci facemmo poi la doccia e, dopo datici la buonanotte, la notte trascorse serenamente. Il mattino cominciò con Michela felicissima di avere un mezzo tutto suo ed andammo dai corrieri per avere un carico per uno, poi, scambiatici un bacio, ognuno iniziò il proprio giro e, sentendoci spesso coi cellulari lei si sentiva protetta. A mezzogiorno ci ritrovammo sotto casa e a pranzo raccontammo a Paola la mattinata lavorativa di entrambi. Anche Paola aveva da raccontarci qualcosa: ci comunicò di essere certa di trovarsi incinta. La gioia invase l'intera casa: io ballavo con Paola per poi passare a cingere ai fianchi anche Michela. Da quel momento fui pieno di attenzioni per Paola e mi dedicai con lei e Michela, agli acquisti primari: lettino , passeggino, ecc., ecc., e Michela lavorava ad un buon ritmo. Un giorno, tornati a casa dal lavoro, Michela ci disse di essere incinta anche lei e non diede il tempo di chiederle chi era il papà, in quanto lei stessa disse se ero contento di essere nuovamente padre ... .

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