Spiare la mia boss, Secondo Capitolo.

di
genere
dominazione

Feci una cosa che non avevo mai fatto; spiare una coppia di innamorati che fanno l’amore. E non era una coppia qualsiasi, era la mia boss e il suo fidanzato. Ma era più forte di me, era come se in quel momento fossi preda di un demone che mi stava spingendo a fare quella cosa. Non potevo farne a meno, e allora andai nel corridoio e a piccoli passi raggiunsi la camera da letto. La porta era socchiusa. Non la chiudevano mai, forse perché non avevano nulla da nascondere. Perché per Moana l’amore non era una cosa di cui vergognarsi e quindi da fare di nascosto. E allora questa cosa mi fece sentire autorizzata a sbirciare dentro, e vidi che Moana aveva entrambi i polsi legati a delle manette che erano fissate alla testiera del letto, e aveva la ballgag in bocca. Era sdraiata di schiena, e Berni le stava sopra e la stava scopando senza preservativo. La mia boss usava la pillola. Lo sapevo perché qualche volta che avevo sistemato la sua camera da letto gliele avevo viste.
Era così eccitante quello a cui stavo assistendo che ad un certo punto infilai una mano nei miei hot pants di jeans, e poi mi feci strada dentro il perizoma, dove trovai le labbra di sotto in fiamme, e iniziai a toccarle, ed ero così eccitata che mi sembrava di essere già sul punto di venire. Era la prima volta che facevo una cosa di quel tipo, spiare un momento così privato di una coppia, e la paura di essere scoperta aumentò maggiormente il piacere, anche perché si trattava della mia boss, e lo sapevano tutti che lei si irritava facilmente. Stavo rischiando il posto, eppure non me ne fregava niente. Era troppo bello per potermi tirare indietro. Adesso dovevo andare fino in fondo.
E poi arrivò il piacere, e le gambe iniziarono a tremarmi e dovetti reggermi con una mano allo stipite della porta per non perdere l’equilibrio. Dio quanto era bello! Era come godere insieme a loro. Ma ormai si erano accorti di me, e Berni aveva tolto le manette a Moana e aveva fatto uscire la ballgag dalla sua bocca, e avevano iniziato a fissarmi in malo modo, come se avessi commesso un terribile delitto. Adesso che avevo raggiunto il piacere mi resi conto della follia che avevo appena fatto, per cui adesso ero quasi certa che la mia boss mi avrebbe licenziata. L’avevo fatta proprio grossa, e non avevo scusanti.
“Antonella, va tutto bene?” mi chiese Moana con un tono molto severo.
“Sì, Cleopatra è nella sua culletta che dorme” risposi, facendole capire che se mi ero permessa di andarli a spiare era perché nell’altra stanza era tutto sotto controllo.
“Beh, allora cosa fai lì sulla porta? O entri o esci. Decidi”.
Non riuscivo a capire. Sembrava che mi stesse proponendo di unirmi a loro, oppure di ritornarmene nell’altra stanza. Ero confusa, ma allo stesso tempo la proposta di entrare era molto allettante. Tanto ormai ero certa di averlo perso il mio lavoro da babysitter, quindi non avevo nient’altro da perdere, e così entrai dentro e mi avvicinai al letto. Moana mi guardava in modo terribile, con due occhi pieni di disapprovazione, e io ero terrorizzata. Berni invece era incuriosito da quello che stava per accadere. Aveva ancora il cazzo dritto, per cui non era ancora venuto, e quindi non avevano ancora finito di fare l’amore.
“Non te l’ha mai detto nessuno che non è molto educato sbirciare nelle camere da letto?” mi chiese Moana, una domanda retorica a cui io non dovevo rispondere, e infatti mi limitai ad abbassare la fronte dispiaciuta dell’accaduto. “Adesso te la faccio passare io la voglia”.
A quel punto la mia boss si tolse la ballgag e la mise a me, piazzandomela in bocca, e poi cominciò a togliermi tutti i vestiti fino a farmi restare nuda come loro due. E mentre lo faceva, Berni le chiese cosa avesse in mente. Lui non sembrava tanto convinto a coinvolgermi, ma Moana invece sì.
“Dai, non vedi com’è bagnata?” gli chiese passandomi due dita in mezzo alle labbra della fighetta, e poi mostrandole a lui. “Sarà divertente, vedrai. Tu la prendi da dietro, e io me la faccio davanti”.
Non capivo. Poi Moana andò verso il suo cassetto dei giocattoli e tirò fuori lo strap-on e se lo legò intorno alla vita. Adesso finalmente era chiaro. Mi avrebbero fatto il servizio completo, davanti e dietro, tutti e due insieme. Infatti Moana mi prese entrambe le mani e si lasciò cadere sul letto di schiena, e mi trascinò su di se, e quindi mi fece mettere a cavalcioni sopra di lei, e intanto aveva afferrato il grosso membro di plastica che c’era attaccato alla cintura che aveva intorno alla vita, lo direzionò verso la mia vagina e lo fece entrare dentro. Nel frattempo mi guardava con un sorriso beffardo, sprezzante, facendomi capire lo smisurato potere che aveva su di me, perché lei era la mia boss e io dovevo assecondare tutti i suoi capricci. Prendere o lasciare. Da quel giorno la mia presenza in quell’appartamento sarebbe cambiata radicalmente, me lo sentivo.
“Cosa aspetti?” domandò a Berni. “Sbattiglielo in culo. Non vedi quanta è arrapata?”.
Berni non si fece pregare più di tanto e si mise dietro di me, e lentamente lo fece entrare nel mio orifizio anale. Era la prima volta per me dietro, e infatti stavo avendo non poche difficoltà a lasciarlo entrare. Ce l’avevo così stretto che lui fu costretto a usare, su consiglio della mia boss, del lubrificante. Solo a quel punto riuscì a scivolare dentro, e quindi iniziò la doppia monta, lui dietro e Moana davanti, che mentre mi scopava mi guardava fissa negli occhi, sempre sorridendomi allo stesso modo, con sdegno, e nel frattempo mi teneva le mani sulle natiche tenendomele ben aperte, per permettere al suo fidanzato una migliore penetrazione anale. E ogni tanto mi sculacciava, e gli schioppettii delle sue mani sulla mia pelle risuonavano sulle pareti della camera da letto, e io non capivo più niente. Era tutto così nuovo per me, e poi mi sentivo completamente sottomessa, con la bocca tappata dalla ballgag, e le mani della mia boss che mi percuotevano le natiche, mentre il suo uomo mi inculava.
Il giorno dopo sia Moana che Berni si comportarono come se non fosse accaduto nulla. Dopo avermi scopata tutti e due insieme (lei con lo strap-on) io ero sfinita, e quindi ero ritornata nella camera accanto, dove poi mi ero addormentata sul divano letto che c’era nella cameretta della piccola Cleopatra. Mi svegliai alle otto del mattino, con un fortissimo dolore al buco del culo. Ed era più che normale, dal momento che avevo perso la verginità anale.
Ero ancora nuda, e guardai nella culla di Cleopatra e lei non c’era. Allora andai nel panico e mi precipitai in cucina, ed era lì, in braccio a sua madre, che era seduta a bere una tazza di latte, e Berni invece era in piedi, appoggiato con il sedere al lavandino, e stava leggendo una rivista di cinema. Erano entrambi vestiti e pronti per andare a lavoro, io invece ero ancora nuda, e quando mi videro Moana scoppiò a ridere. “Mi dici che ci fai tutta nuda in casa nostra?” mi chiese.
“Ti chiedo scusa, Moana. È che devo essermi addormentata così, e poi quando mi sono svegliata ho visto che Cleopatra non era nella culla, e allora mi sono spaventata e sono corsa di qua per vedere se era con te”.
“Ma certo che è con me” mi rispose, poi mi guardò da capo a piedi. “Però... sei messa piuttosto bene. Sei proprio un bel bocconcino. Non hai mai pensato di darti all’hard? Berni potrebbe darti una mano, se vuoi” poi si rivolse a lui. “Tu cosa ne pensi? Non credi che la nostra Antonella potrebbe diventare una star del porno?”.
“Sì, in effetti ha un bel corpo”.
Parlavano come se per loro fosse la prima volta che mi vedevano nuda. Possibile che avevano già dimenticato quello che era successo la notte precedente? Ero molto perplessa, perché non sapevo cosa dire. Dissi soltanto che il porno non mi interessava. E allora Moana rispose che era un peccato, perché con il corpo che avevo avrei potuto tirare su un bel po' di soldi. Poi la discussione terminò lì, e allora mi andai a rivestire. Era chiaro che Moana e Berni non volevano parlare di ciò che era accaduto. E sinceramente neanche io. Era stato un gioco, un gioco a cui avevo partecipato anche io. Punto. Adesso si ritornava alla normalità. O forse no? Non potevo sapere se quello che era accaduto avrebbe modificato il nostro rapporto.
Dopo essermi rivestita ritornai in cucina, e Berni era appena uscito per andare a lavoro, e allora la mia boss colse l’occasione per parlarmi di ciò che avevano fatto insieme a me. Affrontò il discorso in modo molto vago, parlando del fatto che era del tutto normale in una coppia avere delle fantasie e quindi desiderare di fare delle nuove esperienze. E io facevo di sì con la testa a tutte le cose che diceva per non contraddirla. Poi dopo un po' venne al nodo della questione.
“Sai, ieri ti ho vista lì sulla porta che ci stavi spiando, e allora ho capito che ti avrebbe fatto piacere unirti a noi. Per questo ti ho fatta entrare in camera da letto. Ho sbagliato?”.
“No, certo che no”.
“Ti ha fatto piacere fare l’amore con noi?”.
“Sì, certo. Molto”.
“Ottimo”.
Nei giorni che seguirono non parlammo più di quella cosa, comportandoci come se non fosse mai accaduto nulla. Era stata un’avventura, un gioco erotico a tre, e basta. Ovviamente non lo raccontai a nessuno, neppure al mio fidanzato, con cui ultimamente non andava granché bene, perché lui mi tradiva in continuazione e io ero stufa di portare le corna. Per cui poi decisi di lasciarlo, e mi ritrovai di nuovo single.
Il mio lavoro a casa di Moana si intensificò; infatti iniziò a chiedermi con molta frequenza di sistemarle casa, perché lei era sempre troppo impegnata. E nel giro di qualche settimana senza rendermene conto ero diventata una specie di domestica, sempre disponibile, ventiquattro ore su ventiquattro. E devo dire che la cosa non mi dispiaceva, perché la mia boss mi pagava molto bene.
Spesso dormivo lì, e una notte mi chiesero un’altra volta di unirmi a loro, e io gli dissi di sì, però questa volta lei non usò lo strap-on. Questa volta fu un rapporto molto più morbido, quasi d’amore. Io e la mia boss ci leccammo a vicenda i buchi, mentre Berni ci penetrava una alla volta. I nostri corpi intrecciati l’uno all’altro erano illuminati dalla luce fioca delle abat-jour che c’erano sui comodini, le nostre bocche si univano, si esploravano, le nostre mani toccavano zone erogene, poi ad un certo punto la sborra di Berni mi schizzò sulla faccia, una cumshot in piena regola che mi inondò il viso, e uno schizzo mi finì anche sui capelli, e allora Moana mi prese il viso con entrambe le mani e iniziò a leccare il seme del suo uomo, e quindi sentii la sua lingua calda percorrermi le guance. Poi mi disse di aprire la bocca e io lo feci, e a quel punto mi ritrovai il cazzo di Berni tra le labbra, che stava perdendo di consistenza, ma gli bastarono alcuni dei miei risucchi per farlo ritornare dritto, e quindi ricominciammo d’accapo. Per tutta la notte. E ancora altra sborra, altri baci, altre carezze.
Poi il giorno dopo tutto ritornò di nuovo alla normalità, come se nulla fosse accaduto. Io ritornai ad essere la domestica di casa e loro i miei datori di lavoro. E Moana era ritornata ad essere quella di sempre, esigente e a tratti insopportabile, così diversa da come era a letto, anche se anche lì aveva una certa tendenza a dominare sugli altri. Me ne ero accorta perché mentre lo facevamo mi girava e mi rigirava come voleva lei, e era sempre lei a prendere ogni iniziativa. Proprio come quando era a lavoro. Però a letto lo faceva in modo diverso. Lo faceva con amore.
E quella mattina mi disse una cosa che mi fece davvero commuovere. Mi disse: “sai, sei una ragazza davvero speciale. Io e Berni ci siamo molto affezionati a te, e anche Cleopatra. Ormai fai parte della nostra famiglia, questo è evidente”.

Fine.

Stefano e Sabrina.
paradisodisteesabri.blogspot.it
scritto il
2019-02-23
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