Schiava per scelta: il bagno

Scritto da , il 2019-01-16, genere etero

Pian piano entri nella vasca, l’acqua ai tuoi piedi è calda, non troppo; pian piano ti inginocchi. Mani e piedi sono finalmente liberi; la tua vista no!
Senti l’acqua scorrere sul tuo corpo, oltre al suo seme, porta via anche la stanchezza.
Una leggera musica blues riempie la stanza, “puó togliersi la maschera signorina”.
Questa volta il tono non è autoritario, è quasi un invito affettuoso, caldo, amorevole.
Apri gli occhi, la vista è un po incerta, troppo tempo sei stata al buio.
Inizi pian piano a mettere a fuoco le luci delle candele, mentre l’ambiente è illuminato da una striscia di neon che lentamente sfumano di colore, sembra quasi una spa.
Le sue mani scivolano sul tuo corpo, ti coccolano, ti insaponano, ti sciacquano, si prendono cura di te.
“Padrone, dovrei prendermi cura io di lei”..quello che riesci a dire sussurrando, guardando in basso.
Il suo indice alza il tuo mento con delicatezza, i vostri occhi finalmente si incrociano, “a tempo debito signorina”.
La sua bocca si abbassa, si avvicina alla tua, e quello che ne esce fuori è bacio lungo, passionale, pieno di complicità; nessuno dei due vorrebbe staccarsi.
L’acqua pian piano inizia a coprirti le gambe; vieni fatta distendere, ora tutta la schiena trova tepore.
La vasca è stata chiusa, il livello dell’acqua pian piano sale, e avvolge tutto il tuo corpo.
Questa volta, dopo aver esaminato tutta la stanza, chiudi volontariamente gli occhi, vuoi sognare.
Appoggi la testa sui una serie di asciugamani messi li come morbido appoggio.
Dall’altra parte della vasca senti la sua presenza, ti prende un piede; comincia un lento massaggio.
La pressione sulla pianta del piede ti da piacere, sembra rigenerarti; l’acqua calda rilassa i tuoi muscoli, il tutto ti porta in un altro mondo. Intanto il massaggio continua, perdi la cognizione del tempo, dello spazio, ti sembra di galleggiare su di una nuvola.
Da un piede il massaggio passa all’altro, gemiti di piacere escono dalla tua bocca; un piacere diverso da quello provato fino a poco fa. Intanto le mani salgono, ora massaggiano il resto della gamba, rilassano il polpaccio , salgono per la coscia, arrivano li. Ti accarezzano tra le gambe, per poi scendere e ricominciare con l’altra gamba. Di nuovo risalgono, di nuovo tornano li; stavolta si soffermano sul tuo sesso, non vuoi far a meno di quel massaggio, involontariamente allarghi le gambe per facilitarlo. Con i piedi cerchi il suo; lo accarezzi, lo senti crescere e cominci un lento su e giù. L’eccitazione di entrambi è di nuovo alta; lui si alza, si siede sul bordo della vasca, il suo sesso svetta tra le gambe. Senza dire una parola, lancia uno sguardo nella tua direzione, per poi abbassarlo nella sua; non c’è bisogno che parli, leggi nella sua mente, con un sorriso birbante, ti avvicini a lui, lo accarezzi delicatamente avvicinando la bocca. La lingua comincia a percorrere la sua asta, dalla base, li dove inizia partendo dai testicoli, fino al prepuzio; una, due, tre volte, per poi prenderlo tutto. Ti piace e ripeti tutto un paio di volte; la tua eccitazione sale con la sua. Alzi lo sguardo, vedi il suo piacere; la testa che si inclina all’indietro, mentre con una mano nei tuoi capelli, asseconda i tuoi movimenti, senza forzarli. Aspetti che abbassi lo sguardo nella tua direzione, gli occhi si specchiano gli uni negli altri; ti stacchi pian piano guardandolo fisso, abbassi lo sguardo girandoti a quattro zampe ed offrendoti a lui, adori quella posizione. Lo senti poggiare le mani sui tuoi fianchi, avvicinarsi a te, il suo sesso che da dietro si avvicina al tuo; lo vuoi, non vuoi aspettare, e con un movimento di bacino, sei tu stessa a farlo entrare. Vi fermate cosi, l’uno dentro l’altra per un attimo che sembra eterno; pian piano lo senti muoversi, avanti e indietro: indietro fino ad uscire, avanti fino in fondo fermandosi per qualche istante, e di nuovo...e di nuovo.
Mentre il movimento continua, senti il suo dito davanti la tua bocca, lo lecchi, lo lubrifichi, sai già quale sarà la sua funzione; il dito si sposta dietro, delicatamente prepara l’orifizio. Il movimento del dito è contrario a quello nella vagina; quando il pene entra, lui esce, e cosi via. Il tutto continua per un tempo che vorresti non finisse, ma quando esce per l’ultima volta e si sposta sopra, ansimi, ti prepari, sai di non esser completamente lubrificata.
Lui ti aiuta facendo colare un po di saliva direttamente dalla bocca, la spalma, poi lo appoggia. Dolcemente entra, tu lo assecondi, inizia a spingere, lo senti entrare, ammorbidisci i muscoli, provi a rilassarti, poi iniziate a danzare.
La penetrazione ti provoca spasmi, la
mano solletica il clitoride, non c’è più il vibratore a provocarti scosse, è rimasto nello stanzino; siete te e lui, i vostri corpi, la vostra passione, ma non potresti chiedere di più. La penetrazione, unita alla stimolazione clitoridea, ti provoca l’ennesimo orgasmo; gli spasmi del tuo corpo scuotono anche lui, senti il suo pene vibrare, e poi un fluido caldo riempire le
tue viscere. Si appoggia sul tuo corpo, ti bacia la schiena, il collo; ti gira, ti abbraccia, vi baciate.
Vi ritrovate esausti, vi sciacquate l’ultima volta, lasci andare il seme depositato dietro di te.
Lui esce per primo, ti apre l’asciugamano e ti avvolge. L’abbraccio è stretto, tenero; lentamente ti accompagna sul letto, sposta il piumone e ti appoggia a pancia in giù. Inizi a sentire le sue mani sulla schiena; un lento massaggio ti accompagna tra le braccia di Morpheo, i sensi pian piano ti abbandonano , e crolli in in un sonno profondo.
L’indomani mattina ti sveglia l’odore del caffe. Senti l’acqua della doccia scorrere; ti giri, sul tuo comodino c’è un caffe, una confezione di biscotti, delle fette biscottate con marmellata ai frutti di bosco, ed un biglietto.
Lo apri, poche parole scritte a mano:
“Grazie signorina, per voler esser mia”.

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