Serata in discoteca parte 3

Scritto da , il 2018-12-18, genere etero

Dopo essere uscita dal bagno, il sorriso malizioso di lui mi restò impresso, sicuramente aveva sentito le mie grida di piacere, che non ero riuscita a trattenere, mentre mi masturbavo. La serata, ora a casa di quei tizi conosciuti i. Discoteca, stava lentamente svuotandosi, in pochi ballavano ancora, la maggior parte delle coppie, siberano trasferiti innuna delle tante stanze dell'enorme villa, e in quattro di queste stanze c'erano le mie quattro amiche, con i loro rispettivi uomini, conosciuto quella sera stessa. Certo ora era sola, e questo non era il modo migliore per passare il suo compleanno, ma in fondo non era colpa loro. Per l'intera settimana avevano provato a convincerla a trovare un uomo in discoteca quel giorno, e a farsi "scopare" come si deve.ma per l'ennesima volta si era dimistrata non adatta ad essere una tipa da discoteca, e non poteva di certo di chiedere alle amiche di non spassarsela. In particolar modo a Claudia (che aveva scoperto che il suo uomo era superdotato) e a rosa, che sembrava aver trovato un modello come compagno per la sera. La festa non le interessava, ed ora che era andata in bagno a mulasturbarsi, al pensiero delle immagini delle sue amiche che venivano possedute in quella casa, la serata aveva perso di interesse. Andò in salotto, che era quasi completamete vuoto, a parte una coppia, che era seduta su una poltrona, con lei a cavalcioni su di lui, e si baciavano appassionatamente. La sua attenzione fu attratta da un enorme libreria. I genitori di Giuseppe, oltre ad essere molto ricchi, dovevano essere molto colti. Prese un libro di Dumas,il conte di montecristo, che aveva già letto, e iniziò a rileggere le prime pagine, doveva far passare il tempo, alme o fino a quando le amiche non sarebbero tornate da lei. Mentre leggeva, sentí una voce maschile che le disse:lettura impegnativa per una festa." Si voltò e notò che era il ragazzo che credeva avesse sentito il suo orgasmo dal bagno. Allungò la mano verso la sua direzione. "Piacere, Matteo." Carla era stranamente calma, conoscendosi, si sarebbe sentita nel panico se qualcuno che aveva sentito mentre godeva, attraverso un porta del bagno, le rivolgeva la parola. Lei gli strinse la mano, e disse:"piacere, Jessica." Aveva scelto volutamente un nome falso ma intrigante,non era da lei, ma la situzione la intrigava, e Maatteo era molto affascinante.quando Carla lo sentí che iniziò a parlarle del libro ne fu ancora più affascinata. Parlarono per circa un quarto d'ora, e lui le piaceva sempre di più. Era un ragazzo, bello simpatico, colto e galante. Quando le chiese, se fosse sola in quella festa, lei le spiegò che era venuta con le sue amiche, ma adesso erano tutte impegnate, probabilmente a cercare di avere un orgasmo. La risposta di Matteo la spiazzò del tutto. "E allora tu hai deciso di darti lo stesso piacere da sola in bagno eh?" Questa frase le fece capire che l'aveva sentita davvero, non era solo una sua congettura. Carla arrossí visibilmente, e iniziò a balbettare. Lui le afferrò la mano per tranquillizzarla. "Guarda che non c'è niente di male, meglio sola che con qualche coglione conosciuto ad una festa, di cui non conosci nemmeno il nome." E dice dole queste parole le sorrise affabile. La sua presa sulla sua mano, infondeva a Carla in senso di sicurezza e di calore, e fu solo un attimo, i loro volti si avvicinarono e iniziarono a baciarsi. Il volto di lei era in fiamme, baciava in maniera magnifica, e con le sue mani grandi ma delicate le accarezzava i capelli. La voglia tornò a farsi padrona del suo corpo, e disse a Matteo una frase che colse di sorpresa anche lei:"ci spostiamo in camera?" Lui annui silenziosamente, e me tre si stringevano le mani, si diressero alla ricerca di una stanza libera. La trovarono al primo piano. La stanza aveva al centro un enorme letto matrimoniale, ed era ricoperta di quadri. I due chiusero la porta alle loro spalle, e ricominciarono a baciarsi. Carla sentiva il calore, salirle dal suo sesso, aveva voglia di lui, e anche di dominare il gioco. Mentre lo baciava, spinse il suo corpo sul letto, lui si sedette, e lei montò su di lei a cavalcioni, continuandolo a baciare con foga. Poi lo fece indietreggiare, e poi stendere sul letto. Ora iniziò a baciarlo sul collo, gli sfilò la maglietta e le sue labbra si spostarono, prima sul petto, e poi sull'addome. Aveva un corpo magro e tonico, e baciare il suo busto, bello ed abbronzato fece aumentare la sua voglia. Arrivata con le labbra vicino alla vita, sbottonò il pantalone, e gli e lo sfilò. Lui rimase con lo slippino, e la sua erezione era ben visibile. Alzò lo sguardo, e lui la fissava pieno di fervore, con occhi che sembravano supplicarlo di prendere in bocca il suo membro. Lei abbassò la testa, e iniziò a baciare lo slippino, quando lui sentí le sue labbra irriggidí il suo corpo. Questi baci durarono pochi secondi, ma a lei sembrarono un eternità, aveva voglia di vedere il suo cazzo nudo. Quando sfilò le mutande di matteo, rimase estasiata dalla bellezza di quel cazzo, era delle giuste dimensioni, ma provocava un'attrazione fatale su di lei. Lo prese in mano, e sentiva sotto la sua pelle le grosse vene che pulsavano. Disse ad alta voce, in maniera sensuale:hai un cazzo bellissimo." E cosí dicendo lo avvolse all'interno della sua bocca dopo essersi inumidita le labbra. In quel mome to matteo non esisteva più, per Carla esisteva solo lei con quel grosso cazzo. Iniziò a succhiarlo con passione. Prima lasciò cadere un pò di saliva sulla punta, e poi inglobò nella sua bocca l'intero pene. Muoveva la testa su e giù, mentre la sua mano segava la base. Un piccolo grido di piacere di lui, la riportò alla realtà. Lo guardò negli occhi, era completame.te preso dal suo pompino, e senza distogliere lo sguardo da lui, leccò l asta più volte, e poi si diresse, con la punta della lingua verso la cima del pene. Muoveva la punta della lingua sul glande, provocando scosse in Matteo, poi ricominciò a succhiarlo con passione per una decina di secondi, me tre sentiva il pene che si ingrandiva ancora di più all'intero della sua bocca. Quandò sentí di aver fatto abbastanza tornò a baciarlo sul corpo, per poi darli un altro bacio sulle labbra. Poi si avvicinò all'orecchio, e li disse: dimmi che hai con te un preservativo. Fine terza parte.

Questo racconto di è stato letto 5 4 9 0 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.