Prima volta anale

Scritto da , il 2018-12-15, genere etero

Oggi mi sento in vena di raccontare qualcosa del passato, non per nostalgia ma per piacere.
Parliamo di svariati anni fa, anni ’80, periodo nel quale far abbassare le mutandine a una ragazza era una faticata, salvo le poche che facevano le loro esperienze ( c’erano anche in a quei tempi) ma che venivano additate come “puttane”.
Io lavoravo in discoteca e questo facilitava le mie relazione umane con l’altro sesso che infatti per fortuna non è mai stato un problema per me. Ho conosciuto la ragazza in protagonista di questo mia narrazione quando aveva compiuto 18 anni da 3 mesi, io ne avevo già 23 suonati e in breve tempo ci siamo “messi assieme” ufficialmente, e che chiameremo Cristiana.
Insomma, io e Cristiana ci mettiamo assieme a alle prime sere che usciamo assieme trovo difficoltà per arrivare alle sue mutandine. Ci riesco e ci vado piano, nonostante gli anni e l’esperienza che avevo più di lei che era illibata, vergine e con quasi niente alle spalle di storie vissute.
Alla prima volta che arrivo alla sua passera, prima con le dita, poi con la lingua la vedo imbarazzata, non vi racconto della prima volta che lo ha preso in bocca, assolutamente contratta, non a proprio agio.
Comunque, passate le difficoltà iniziali, in qualche mese inizia una fantastica sintonia sessuale tra noi due, con lei che giorno per giorno diventa sempre più porcellina. Le ho insegnato a fare i pompini con l’ingoio, cosa che in poco tempo è diventata una sua passione, a uscire senza mutandine, anche questa una cosa che all’inizio l’imbarazzava, ma che ha apprezzato nel tempo. Dalla prima volta che sono riuscito ad avere un rapporto sessuale completo con lei, adesso era vogliosa e desiderosa ogni volta che ci vedevamo, vestendosi il più dei giorni in un modo tale da potersi spogliare velocemente e fare la porcellina in assoluta libertà. Fatte le dovute ( all’epoca) presentazioni in casa, ha iniziato anche a venire con me la sera nella discoteca dove lavoravo, tirandomi bocchini da urlo al rientro a notte fonda mentre guidavo, a passare qualche sera fuori casa con me, insomma tutto filava nel migliore dei modi salvo……………salvo che dopo un anno le corteggiavo il fantastico culo che aveva come un naufrago desiderava la terra ferma ma lei niente, più di lasciarmelo leccare ( per fortuna) e mettere qualche volta il dito non mi concedeva.
Fino a che una sera, finito di lavorare in discoteca, stavamo rientrando a casa sua e lei inizia ad aprirmi i pantaloni e ha metterselo in bocca comunicandomi di avere una gran voglia di scopare. Praticamente si spoglia in macchina rimanendo solo in reggiseno. Era estate e la notte era caldissima. Mentre la guardo penso a un posto da anfratto dove poter dare sfogo alle sue e alle mie voglie. Ne penso uno che si rivela valido, alle spalle di un capannone in costruzione. Ci arriviamo con lei che non aveva smesso per un attimo di succhiarmi il cazzo e io che con mille contorsioni le ero arrivato alla figa, che già teneva depilata, cosa strana per quei tempi. Fermata la macchina e guardatici in giro che non ci fosse nessuno, mi spoglio completamente anch’io. A sportelli aperti lei continua a tirarmi il pompino messa a pecorina sul suo sedile. Era bellissimo guardarle il profilo del culo. A forza di menargliela riesco a farla venire una prima volta. Mi tolgo da quella magnifica posizione e uscendo dalla macchina, mi porto dalla sua parte e senza preamboli glielo metto nella figa iniziando una fantastica scopata. Suda, è praticamente bagnata e scivolosa in tutto il corpo, e io, un po’ per il caldo della notte e tanto per l’eccitazione grondavo a mia volta sudore sulla sua schiena, sentendo le mie mani scorrere sulla sua pelle bollente e bagnata con grande soddisfazione. La accarezzo, con amore, le palpo le tette che ballano sotto i colpi del mio cazzo nella sua figa. Le metto timidamente un dito in culo e lei inizia a muoversi ancora più eccitata. Prova un paio di orgasmi durante il rapporto e spinge sempre più decisa indietro. Stavo per arrivare anch’io al culmine quando se ne esce: “ mettimelo nel culo, stasera voglio sentirlo anche li. Si, mettimelo dietro”. Felicemente stupito dalla frase esco dalla sua figa con il cazzo che gocciola umori e abbassandomi inizio a leccarglielo. Glielo lecco con un mio dito che lo accarezza e lo penetra.
“ mettimelo, stasera lo voglio che me lo metti dietro, voglio essere la tua maiala” e si gira di 90° gradi mettendosi a pecorina ancora tra il sedile davanti abbassato e quello dietro e sculettando. Le due qualche sculacciata che altro risultato non ha se non eccitarla ancora di più, mi inginocchio dietro di lei e le punto il cazzo sul buco del culo. È sudatissimo come tutta lei, spingo ma scivolo. Una, due volte, sto impazzendo dalla voglia come lei visto che allungando una mano indietro afferra il mio cazzo e lo punta lei al culo. Un paio di suoi movimenti per assestare bene la punta sul culo e senza mollarlo ordina:” spingi”. Spingo e con lei che spinge al contrario il mio cazzo gli scivola nel culo, complice sudore e saliva, tutto in un solo fiato, senza che possa fermarlo. Abbassa la testa tra le sue braccia, senti i brividi sulla sua pelle sudata. “ ti ho fatto male? Lo tolgo, smetto?”
“non ci provare, che bello, non mi hai fatto male, inizia a muoverti, piano, ce l’ho nel culo, sono la tua puttana, ti amo, te l’ho dato perché ti amo”.
Le scopo il culo, dapprima piano, poi sempre più deciso, con le gocce di sudore che dal mio corpo colano sulla sua schiena e lei che le gocciola sui sedili. Le strizzo le tette, la sculaccio, le metto le mani sulla figa aiutata dalle sue. L’inculata si fa sempre più selvaggia con lei che spinge indietro come una dannata.
Sento il mio cazzo nel suo tanto agoniato culo che lo stringe e abbraccia con amore.
“amore….vienimi dentro, spingi, spingi forte e vienimi dentro, ti amo Giorgio, ti amoooooooooo”
Viene copiosamente dicendolo e il mio cazzo inizia a riempire il suo intestino di schizzi di sperma caldo. Penso di essere venuto in quantità vergognosa e al momento di togliere il cazzo dal suo culo la sborra le colava fuori da quella rosellina. mi ha risucchiato il cazzo dicendomi mille volte che è stato bellissimo, che mai avrebbe immaginato le sarebbe piaciuto cosi tanto, che mi amava alla follia.
Negli anni a seguire abbiamo fatto l’anale e mille altri giochi centinaia di volte fino a che nel 90 non l’ho lasciata per altre idee.
Ma il resto ve lo racconterò in un’altra giornata di ricordi.

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