Lezioni di latino - cap. 5

Scritto da , il 2018-12-12, genere gay

“Ciao, Luca…”
“Ciao, prof…”
“Tutto bene? Hai la faccia strana…”
“Si, tutto bene…ho caldo…”
“Non mi saluti oggi?...”
“Si, prof…”
E come al solito il ragazzo si gettò tra le mie braccia baciandomi con trasporto…
“Hai le labbra calde!...stai bene?...”
“Non so, mi sento strano…”
“Ma tu scotti…hai la febbre!…”
“Forse…”
“Vieni di là che te la misuro…”
Lo accompagnai nella stanza da letto…Luca si spogliò e si stese sul letto…Io intanto presi nel cassetto un termometro…
“Ecco tieni...misurati la temperatura...”
Luca prese il termometro e fece l’atto di metterlo fra il pelo profumato dell’ascella…
“No, che fai? Non lì…”
Luca, sorridendo con una buffa smorfia degli occhi stava per sistemarlo sotto la lingua…poi si fermò...
“Prof…te lo metti sempre nel culo…io in bocca non lo metto!...”
“Scemo!....non in bocca…”
“…nel….culetto?...vuoi che lo infili nel culetto?...”
Gli feci cenno di no muovendo lentamente la testa…poi gli dissi:
“Ho capito…dovrò farlo io…non sai nemmeno misurarti la febbre…”
e mi stesi accanto a lui…presi in mano il suo tenero uccello…nè proprio duro, né proprio mollo...Luca mi guardava incuriosito...
“Lì???...”
“Lì!!!...”
Presi fra due dita la cappella calda e divaricai il buchino al centro…aprendosi fece un leggero rumore liquido…e un velo, come una bolla di sapone, lo chiuse per un attimo prima di scoppiare…poi presi la punta argentea del termometro e la infilai piano piano…Luca chiuse gli occhi, strinse i pugni e si irrigidi…nella contrazione del corpo i suoi splendidi piedi allargarono e irrigidirono le dita…
Il termometro era penetrato nell’uretra caldo per circa un centimetro…e già la colonnina di mercurio cominciava a salire…spinsi ancora finchè tutta la parte sottile fu dentro…
“Bua?...” chiesi…
“No, solo impressione...”
“Rilassati, piccolo…non ti farò male…e tenni dentro al buchetto il termometro per qualche minuto…”
“Trentasette e due…”
“Ho la febbre!...”
“Ora la facciamo passare…”
“Come?...”
“Ghiaccio!”…
“Dove???...” chiese spaventato il mio cucciolo…”Con te non si sa mai…sei capace di infilarmelo nel culo!!!”...
“Infatti!...è un antico rimedio indiano…ghiaccio nel culo!...” risi, fingendo che la cosa fosse vera…
Andai in cucina…presi due cubetti di ghiaccio…e già che ero lì dal frigo presi anche un’altra cosa…
“Dove hai intenzione di metterlo???”…
“Chiudi gli occhi e rilassati…”
Mi obbedì…con un po’ di timore…presi i cubetti di ghiaccio e comincia a passarglieli molto lentamente e delicatamente sul collo e sui teneri capezzoli…
Le puntine scure dei piccoli, meravigliosi capezzoli del ragazzo si irrigidirono e diventarono subito dure…e i piccoli peli tutto attorno all’areola si contrassero per la pelle d’oca…il ragazzo fremeva di piacere sentendo il contatto freddo su quella parte sensibile e delicata…
Dopo poco posai in un piattino che avevo portato i cubetti ormai quasi sciolti e con le dita bagnate e fresche accarezzai i testicoli di Luca, molli e rilasciati per la febbre...indugiando sulla pelle penzolante…e giocherellando coi peli scuri del ragazzo…facendo ben attenzione a non fargli male….
Poi presi quello che avevo portato dalla cucina…panna spray…agitai la bomboletta e spruzzai panna fresca sul corpo del ragazzo…sui corti peli del pube…sulla cappella violacea…sui capezzoli…sulle labbra…e comincia a leccarmela tutta…
Il ragazzo mugolava di piacere quando le spatolate di lingua arrivavano ai punti delicati del corpo…schizzai ancora panna sull’ombelico perfetto…e leccai…pulendolo bene intorno e dentro…lo feci girare sul fianco e gliela schizzai sul culo…assaporando poi il gusto dolce insieme a quello amarognolo dell’ano…e infine finii la bomboletta sulle palle e sul glande ormai durissimo…e leccai, leccai…quasi senza respirare finchè non sentii il gusto di quell’altra panna che il ragazzo aveva schizzato da dentro i coglioni…panna dolcissima e densa…bianca e cremosa...
Il ragazzo, dopo l’orgasmo chiuse gli occhi qualche minuto e si rilassò…poi…
“Sto bene” disse…”Tutto passato…grazie, prof…”
“Grazie dottore!....vorrai dire…”
“Mi correggi sempre…”
“E’ il mio lavoro!...”
…e con la sua voce dolcissima…”Allora…grazie dottore!...”…

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