Le corna di Natale

di
genere
tradimenti

Altre avventure di una fidanzata esibizionista.
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E potete contattarmi a bimbacucky@gmail.com

Le prime corna vere e proprie arrivarono nelle vacanze di Natale, dopo 5 mesi di fidanzamento e ovviamente furono colpa tua, almeno in parte.
Lo sapevi bene che quel gioco di andare in giro con la fica nuda prima o poi avrebbe attirato le attenzioni di chi non si sarebbe limitato solo a guardare discretamente e volesti andare avanti lo stesso, quindi il fatto che io abbia ceduto diventa un dettaglio. Io più libera dai corsi all'università tu un pò meno dal lavoro, riuscivamo lo stesso a ritagliarci del tempo per lo shopping natalizio e qualche esibizione lampo della mia patata in giro per negozi. Non temevo il freddo perchè ogni occasione, buona e meno buona, era adatta a sentire le tue dita sotto la gonna a riscaldarmi.
"Bella questa cosa che io ti rendo maiala, tu la fai vedere in giro e io mi devo pure farmi perdonare se prendi freddo alla figa, vuoi in regalo un paio di scarpe?" mi sussurravi mentre mi facevi venire di nascosto.
Il centro commerciale in quei giorni era un delirio ma combattevamo lo stress a modo nostro e tutto sommato non era male. Eravamo passati più volte davanti a quel negozio di scarpe, quello con i prezzi più assurdi del paese che ci trattenevano da spese folli anche se vedevo il tuo sguardo sempre più attratto da un paio di scarpe aperte, nere e con un tacco a spillo altissimo, sembravano in tutto e per tutto il tuo sogno erotico ricorrente.
"Se sono quelle scarpe così sexy la cifra non è un problema" ripetevi, ma a me dispiaceva lo stesso.
Quel 23 dicembre ancora non avevamo trovato il regalo adatto per me e quelle scarpe ci facevano sempre più gola così nel pomeriggio decisi di osare, molto probabilmente non le avremmo comprate ma provarle per farti eccitare sarebbe stato un buon acconto sul regalo. Ci venne incontro Elia, il più giovane dei commessi che nonostante la faccia distrutta dal super lavoro riuscì a sfoggiare il suo esuberante sorrisoper essersi accaparrato proprio noi come clienti.
Chiedendoci con una cortesia fin troppo esagerata in cosa potesse esserci utile fu più volte distratto dal mio culetto avvolto dalla gonna così stretta che diceva a chiunque che non ci fosse segno di intimo là sotto. Pratricamente due piccioni con una fava: le scarpe per te e un altro ragazzo che si stava arrapando sul mio culo.
Era palese che Elia stesse facendo di tutto per distrarsi da altri pensieri mentre ci mostrava tutti i tipi di scarpe possibili, tutti tranne quelle del nostro desiderio. Per farlo contento e portare un pò avanti l'esibizione accettai di provarne un paio con Elia in ginocchio che evitava di sbirciare nonostante non ci fosse traccia di imbarazzo in me nell'aprire le gambe alla sua vista.
Compresi che molto probabilmente era la tua presenza a frenarlo e dopo avergli detto che non trovavo nulla di adatto e che forse la ricerca sarebbe stata più lunga del previsto invitai te ad aspettarmi al tavolino del bar di fronte per non annoiarti, e lasciare campo libero a Elia fu il sottointeso che solo tu potevi cogliere.
Accettasti sorridendo quando capisti che il bar era esattamente di fronte e alcuni tavolini in particolare ti avrebbero consentito di continuare a seguire la scena comodamente.
Rimasta da sola con Elia in un negozio pieno di gente e a piedi nudi, lo vidi sciogliersi e iniziò a farmi domande per capire i miei gusti. Nel rispondergli non dimenticai di far salire la gonna quel tanto che bastava per dargli la conferma che sotto non ci fosse altra stoffa, cosa che naturalmente non sfuggì nemmeno a te a poche decine di metri di distanza mentre sorseggiavi il caffè. Seguisti la scena col cazzo in tiro per tutto il tempo (per fortuna in inverno avevi un lungo cappotto a coprirti).
Quando indicai a Elia le scarpe che avevamo puntato lo vidi quasi trasformarsi, diventando molto serio.
"Mi dispiace ma quelle proprio non sono possibili"
"Per il prezzo dici? Si lo vedo ma è Natale, non si sa mai"
"No, non mi riferivo al prezzo, non sono proprio possibili"
"E allora perchè?"
"Sono scarpe particolari, non è il caso di parlarne qui, se vuoi passare un attimo di là provo a spiegarti"
Era passato al tu, non mi stava più trattando come una normale cliente e mi stava invitando a seguirlo dove tu non avresti più potuto vederci. "Allora che c'è?" Chiesi facendo salire ancora più spudoratamente la gonna che ora lasciava scoperta parte delle chiappe.
Elia si scusò per aver indugiato troppo con lo sguardo ma il mio sorrisino lo rassicurò sul fatto che era proprio così che doveva andare.
Rimase immobile e senza parole. Vidi la sua faccia in fiamme, non soaprei dire di che colore diventò. Non ci stava provando quindi, avevo capito male io? O ci aveva ripensato forse? Contemporaneamente però anche il suo arnese fra le gambe dava segni di vita e con quella divisa del negozio si poteva anche notare.
"Sono scarpe molto belle e anche molto particolari. Ne abbiamo di tre misure di tacco ma visto il costo elevato non sono in vendita, possiamo darle solo in omaggio ma abbiamo l'ordine preciso di verificare che le persone abbiano i requisiti adatti"
Mi sembrava molto serio nella spiegazione, tanto che mi convinsi che non ci stava provando.
"Quelle con il tacco più basso sono per le troiette, quelle con il tacco medio per le troie e quelle con il tacco più alto..."
"Per le troione, ho capito dai mi stai prendendo in giro"
"Niente affatto" proseguì lui sempre serio. "Se proprio le vuoi devi dimostrarmi quale tacco sei in grado di indossare, se lo farai saranno tue, gratis"
"Cioè devo provarle?"
"No. Devi darmi delle prove della tua troiaggine. Ma non qui, ora non ho tempo. Tu pensaci e nel caso torni stasera alla chiusura, meglio se da sola"
Non ricordo esattamente se dissi qualcosa e come ne uscii. Lui poi tornò a lavoro e io da te. "Lo sai quanto ce l'avevo duro mentre provavi le scarpe, vero?"
"No non lo so ma se proprio ci tieni potrei controllare..."
"Dai che sotto al cappotto non ci vede nessuno..."
"Dannazione, quanto mi metti in difficoltà..."
"Ho voglia del mio pisellone, non vorrai mica che lo chieda a Elia spero..."
"Dai, se vuoi toccamelo da sopra i pantaloni, ma non infilare la mano, ci potrebbe vedere qualcuno... o se no andiamo direttamente in bagno e lo facciamo per bene"
"Mmmmm sei davvero duro, no non andiamo in bagno proprio ora, vedi che ogni tanto Elia butta l'occhio?"
"Toccami allora, ma non infilare la mano, mi sembra troppo..."
"Se lo dici tu...fosse per me io te lo tirerei proprio fuori sai?"
"Come faccio a dirti di no...
"Infatti non devi, anzi ora ti faccio proprio una bella sega, tu copriti con il cappotto poi lo portiamo in lavanderia"
"Cazzo..."
"Mmmmm adoro sentirlo già così bagnato e pronto, io sarò pure una maialina ma tu sei un gran porco amore"
"Mmm" rispondevi ormai a monosillabi.
"Resisti un pò però e raccontami perchè sei così eccitato"
"Perchè ti guardavo mentre ti provavi le scarpe, eri sexy, sia da scalza sia quando le indossavi... e poi il vestito che avevi... si intuiva tutto quello che c'è sotto... e poi il commesso che ti guardava e tu che mi sembrava ti lasciassi guardare con piacere.... mi è sembrato anche che allargassi le gambe quando lui ti aiutava ad indossare alcune scarpe..."
"Beh si ti è sembrato bene, quindi non è più una cosa casuale se mi guardano, ti piace proprio, ho capito bene?"
"Non posso negarlo, neanche con me stesso, il mio cazzo parla per me"
"Dunque vediamo...io ho imparato a stare senza mutandine e ci ho preso gusto a farmi guardare, a te la cosa eccita...."
"E mi eccita ancora di più proprio perché ci hai preso gusto"
"Secondo me dovremmo sfruttare di più questa cosa allora"
"In che modo?"
"Questo ora non lo so sono troppo impegnata a godermi il tuo cazzo duro qui con il rischio che qualcuno se ne accorga"
"Mmm"
"Se sei della stessa idea anche dopo aver sborrato ne riparliamo"
"Hai ragione... quello può fare la differenza"
"Non distraiamoci adesso, voglio la tua sborra in mano qui "davanti" a tutti"
"Con piacere"
"Tutto mio"
Piano piano aumentai il ritmo di quella sega, tu eri troppo eccitato, sentii il respiro affannarsi e la cappella pronta a sfogarsi.
"Mmmm non so come ho fatto a resistere così tanto..."
"Sei stato bravo, sei proprio un bravo porcellino"
"Anche tu"
"Ti sono passate quelle voglie strane ora che sei più calmo?"
"Mah... forse un po', ma non del tutto"
"Dai non c'è fretta, poi ora vengono le feste, qualcosa ci verrà in mente...potrebbe essere un bel regalo di natale ahaha"
La troietta
Mi aveva sfidata e anche se fosse stata solo una presa in giro Elia era carino e valeva la pena vedere fin dove sarebbe arrivato. Se pure fosse stato tutto uno scherzo presentarmi nel suo negozio all'orario di chiusura avrebbe fatto vincere me.
Ovviamente non ti dissi nulla e feci delle corse pazzesche per arrivare in tempo dopo essere passata per casa a prendere dell'intimo un pò piccante da portare con me, rigorosamente in borsa non certo addosso.
Elia fu abbastanza sorpreso di vedermi arrivare ma il suo era veramente uno scherzo che ora era costretto a portare avanti.
Aspettammo l'orario di chiusura quando tutti furono andati via lasciandoci da soli, stava per spegnere le luci quando gli saltai letteralmente addosso.
Lo baciavo, lo accarezzavo e con una mano andavo a cercargli il cazzo. Elia ci mise un po’ a capire come proseguire in quel gioco assurdo, ma intanto ricambiava baci e carezze.
Forse si sarebbe fermato là ma per me era troppo tardi per fermarmi.
“Dai, allora ti ho convinto? Erano questi i requisito che servivano?"
"Come troietta si" e senza nemmeno spogliarci mi scopò con tutte le sue forze sul bancone.
Era il primo cazzo che prendevo oltre al tuo ma in quel momento non me ne resi nemmeno conto. Era successo tutto troppo velocemente per fortuna altrimenti ora non avrei goduto del suo cazzo. Ancora una volta si trattava di un bel cazzo, notevole e ben fatto ma questa volta non furono troppo i centimetri la causa del mio piacere quanto il fatto che lui facesse di tutto per darsi da fare con una certa foga. Quando realizzai che non stavo scopando con te ricordo che sentii e apprezzai bene proprio questa differenza. Il sesso con te dopo cinque mesi non dico che non mi piacesse più ma era già diventato troppo diverso da quello degli inizi, tu eri diventato diverso, sempre dolce e premuroso con te facevo l'amore ed era bellissimo ma ora che facevo sesso con uno sconosciuto capivo che non mi bastava più.

La troia
"Non mi piacciono queste con il tacco basso. Andiamo a casa tua"
Elia fu davvero titubante, aveva da poco preso casa da solo e non voleva mettersi nei casini per una scopata clandestina. Dal canto mio non volevo abbandonare la partita con una sveltina in un negozio e poi nel pomeriggio Daniele mi aveva dato l'ennesima conferma di quanto gli piacesse immaginarmi in certe situazioni. Magari non gli avrei raccontato tutto tutto ma dovetti insistere e Elia si convinse. "Ma levami una curiosità, tu non indossi mai le mutandine o sono stato fortunato?"
"No mai no, diciamo solo quando devo farmele sfilare. Dai aspettami vado in bagno così ti faccio vedere"
Trovai Elia sul letto solo in boxer, io avevo indossato un completino in tema con la prova da superare, da troia insomma.
Vederlo così mi fece passare qualunque senso di colpa, era bello o almeno a me piaceva e ne valeva la pena. Lui invece mi confidò che non era troppo abituato ma questo non gli impedì di stendersi nuovamente sopra di me e possedermi prima in maniera classica e poi anche steso dietro. E nemmeno di farsi fare un lungo pompino sotto la doccia.

La troiona
La mattina si alzò prestissimo, ero già con la divisa del lavoro, il 24 dicembre lo aspettava, mi avrebbe accompagnata vicino casa, non troppo vicino, ma io non ero ancora pronta. Anzi ero proprio ancora nuda ma non del tutto. Indossavo stranamente proprio solo le mutandine.
“Non mi hai ancora dato le scarpe che volevo”
“Ma posso darti solo quelle con il tacco medio e poi devo andare a lavorare.” abbozzò lui.
“Ci andrai dopo avermi dato quelle da troiona”
Elia imprecò per il ritardo ma cominciò a slacciarsi i pantaloni.
“Lo hai voluto tu, se mi inculano per il ritardo a lavoro è giusto che io inculi te” mi disse mentre prendeva il lubrificante.
“Hai vinto, sei una troiona.”
Poi mi ha scopata nel culo e prima di consegnarmi le famose scarpe aggiunse: "E non perchè te lo sei fatto mettere nel culo, quello sentivo che ti piaceva, ma perchè non ho dovuto insistere io, lo hai fatto tu, come fanno le vere troione fidanzate".

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Non ebbi il tempo necessario per riflettere su tutto quello che avevo combinato quella notte. Ti avevo messo le corna per la prima volta e non sapevo cosa mi fosse piaciuto di più se l'aver attirato l'attenzione di un bel ragazzo, la scopata in sè o proprio il fatto che fosse successa perchè lui se l'era cercata spingendomi a stare senza mutandine e quindi pronta a ogni evenienza. Riuscii appena a farmi una doccia e levare così solo i segni più superficiali ed evidenti di quella notte che ti ritrovai fuori casa con la busta contenente il mio regalo di natale. Ed era la busta dello stesso negozio di scarpe dove lavorava Elia.
Il pensiero che fosse stato proprio lui a vendergliele, sicuramente riconoscendolo come il fidanzato della ragazza che si era sbattuto poche ore prima mi mise addosso una strana eccitazione e una gran voglia di fare sesso, ma non saprei dire con chi...se con Daniele, di nuovo con Elia o perfino con entrambi insieme.
Indossai le famose scarpe conquistate e ti feci entrare.
Notai subito il tuo sguardo correre sulle mie scarpe e riconoscendole uguali a quelle che mi avevi comprato, il tuo viso fu un misto di stupore e delusione. Rimanesti in silenzio non sapendo che fare. Notai la tua indecisione se darmi il regalo o no, e poi arrivò la domanda secca
"Dove hai preso quelle scarpe?".
"Belle vero? Erano quelle che ti piacevano amore, le ho messe per te...così possiamo festeggiare bene il natale"
"Ma... sì, bellissime, però... volevo regalartele io... anzi, te le ho regalate" 😞
"Ma come me le hai regalate...hai speso tutti quei soldi??"
"Beh, era una spesa che ti meritavi... ma tu piuttosto, tu come hai potuto permetterti questa spesa?"
"No io non potevo proprio infatti"
"Eh quindi... cosa le hai rubate?" mi hai chiesto con un sorrisetto un pò più rilassato.
"Ahahah in effetti poteva essere una buona idea ma non ce ne è stato bisogno"
"Non capisco allora"
"Prima fammi vedere quanto ti piacciono e poi te lo dico"
"Vuoi vedere o vuoi sentire?"
"Scegli tu, è anche per te che le ho prese no?"
Mi hai guardata, rimirata da ogni angolazione, poi mi hai fatta sedere prendendo una mia caviglia e mi hai alzato la gamba, me la hai baciata fino al piede... intanto che ti slacciavi i pantaloni e mi mostravi il cazzo duro. Facendolo hai visto bene che ero senza mutandine, ancora una volta.
"Cazzo..."
"Mi sembra di aver fatto bene a prendere queste scarpe se quello è il risultato..."
"Non era un caso che te le avevo prese anche io... ora toccherà cambiarle, ma ce ne sono sicuramente altre che mi faranno questo effetto"
"Questa è una buona'idea, amore sei un genio...ma dove le hai prese?"
"In quel negozio in cui eravamo stati, dove le avevi provate... mi era venuto duro solo a vederti che le provavi... perchè tu dove le hai prese?"
"Si anche io là, sarà più facile cambiarle visto che Elia già ci conosce"
"Ma come hai fatto tu a prenderle, non ho ancora capito"
"Le ho vinte...c'era una specie di concorso, non è stato difficile"
"Ah, brava! In cosa consisteva il concorso?"
mah niente...una specie di quiz, ti ricordi quando tu eri al bar e Elia mi ha portata un attimo nell'ufficio? Ho risposto a tre semplici domande
ah sì? che strano concorso. 3 domande e vinci delle scarpe così belle e costose? che domande erano?
"Mah domande semplicissime, poi mi ha chiesto se sto sempre senza mutandine ma quella credo la abbia aggiunta lui ahaha"
"Non è che è quella domanda che te le ha fatte vincere???"
"Dici? Beh se è così conviene che non le metta anche quando andiamo a cambiarle no?"
"Mmm stai diventando proprio porcellina con questa storia di girare senza mutande...ma non ha voluto proprio niente in cambio delle scarpe?"
"Veramente proprio di quella storia delle mutandine ti volevo parlare e meglio farlo ora che sei con il cazzo da fuori.."
"Ti approfitti del fatto che col cazzo duro mi puoi dire o far fare di tutto..."
"Si anzi dammelo un pò in mano, mi piace sentirlo duro e caldo"
"Mmm"
Te lo ho massaggiato un pò mentre ti ho detto che se per te non è un problema io mi sono talmente abituata che vorrei non metterle proprio più...
"Lo sai che a me piace se lo fai... ma sei sicura... se ti vedono... sai gestire la cosa?"
"A te piaceva anche se mi vedevano mi pare..."
"Sì, ma magari qualcuno si fa stranee idee... tipo il commesso"
"Beh io allora aggiungerei che non le metto perchè mi diverte e piace a me stare senza e cercherò di farmi vedere perchè diverte e piace a te, che ne pensi?"
"Ti direi che mi piace, e lo stai sentendo che mi piace... ma non so se sono in grado di intendere e di volere quando mi tieni il cazzo in mano"
"Vorrà dire che cercherò di prendertelo in mano ogni volta, come fuori al bar..ti rigiro la domanda: sai gestire la cosa?"
"Sì... forse... se non mi fai impazzire... e un po' lo stai facendo"
"Allora affare fatto? Io senza mutandine mi faccio guardare il più possibile e tu ti fai toccare il più possibile?"
"Che posso dire? mi tieni per le palle..."
"Ecco a proposito di quelle, te le massaggio un pò perchè le sento troppo piene...come vogliamo fare per le scarpe? Vuoi andare da solo a cambiarle così mi fai una sorpresa o andiamo insieme?"
"Direi che potremmo andare insieme"
Per il momento però venimmo insieme, tu nella mia bocca io nella tua e ci augurammo buon Natale.
di
scritto il
2018-11-06
8 . 3 K visite
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