Il sogno di una signora per bene

di
genere
orge

Il tempo invernale veramente inclemente l’ha costretta a restare al caldo in casa. Lidia è sola in casa ed aspetta suo marito ma la sua mente è ancora all’estate precedente e d i sui pensieri focalizzavano Luca suo giovane stallone con lei si è accoppiata più volte ed ha sperimentato con lui varie situazioni erotiche fatte un po’ per divertimento sfidando le buone maniere ed il dorato mondo puritano in cui vive ma anche per la voglia di trasgressione che da un po’ di tempo la prende e che lei non fa niente perché si stemperi.
Lidia è andata in studio a lavorare e la pioggia ghiacciata l’ha costretta a rientrare prima a casa. Il tepore della casa dopo una doccia calda l’hanno convinta a restare in intimo ed ora è distesa sul divano a gambe aperte indossando una mutandina di pizzo che sta torturando e che continuando a piegarla tirala finirà per essere distrutta. Certo che la voglia di un bel cazzo come quello di Luca le potrebbe togliere le ultime tracce di una giornata intensa quasi da incubo appena trascorsa.
La mutandina a forza di essere tirata e piegata era diventata un indumento ingombrante la cui fine era già segnata: l’avrebbe tolta al più presto per potersi sentire libera tra le gambe.
Suo marito aveva telefonato verso le 18.30 dicendo che avrebbe tardato causa maltempo ed anche per il traffico intenso.
Una delle figlie era lontana all’estero e l’altra era dal fidanzato oltre il mare con il risultato che spesso Lidia era sola a casa libera di sfogare le sue voglie.
La voglia stava crescendo e lei per farsi del bene ha indossato dei sandali molto leganti a tacco alto ed ha sfilato le mutandine. Passando davanti alla cucina si è ricordata di avere in frigo un cetriolo e poi è andata in soggiorno per iniziare a masturbarsi con sempre più foga, chiudendo gli occhi e gemendo come una vera cagna in calore. Mentre mi sbattevo il cetriolo in figa in maniera sempre più violenta, immaginando di essere una troia infoiata chiavata da un gruppo di neri con il cazzo grosso e lungo.
Lidia fantasticava sui loro enormi cazzi scuri e duri come l’ebano e immaginava i loro corpi tonici e sodi ai cui fianchi desiderava aggrapparsi.
Quel sogno la stava sciogliendo. Aveva gli occhi chiusi e ansimava molto non essendoci nessuno in casa e quindi si poteva permettere di dare sfogo alle sue voglie intime e profonde.
In quella situazione di arrapamento totale le parve di sentire una voce “Signora lei essere grande porca libidinosa affamata di cazzo. Lei poteva dire noi che gli sfondavamo la sua bella figa!”
Le urla durante la chiavata solitaria con cetriolo ed il ditalino che Lidia si stava facendo arrivano fin nelle scale.
Nella sua mente Lidia pensa di aver lasciato la porta di casa aperta di proposito e immagina una voce che le dice “Lei è una zoccola, si vergogni signora, si vergogni!”. Poteva essere di un italiano ma dalla pronuncia ha riconosciuto che era la voce di uno dei senegalesi oggetto delle mie fantasie che erano accorsi con il cazzo in tiro dopo averla sentito urlare di goduria.
Nella realtà Lidia si è fatta trasportare dal piacere. L’unica porta aperta era quella del soggiorno; lo aveva fatto per darsi sicurezza ed anche perché era un’abitudine lasciarla così.
La voglia di godere e lo stato di eccitazione unito alla lussuria che l’aveva presa le faceva immaginare di ritrovarsi con alcuni sconosciuti in casa dotati di un cazzo da oltre 25 centimetri vogliosi di sfondarla tutta in una situazione tanto eccitante ed a Lidia venne da pensare che cosa ne sarebbe stato di lei.
In quel sogno ad occhi aperti uno di negri le ha preso una mano per legarla con l’altra con una manetta mentre un altro aveva in mano una videocamera.
Che cosa hanno intenzione di fare?
Ma come si sa in queste occasioni il tempo nei sogni è velocissimo e salta da una situazione all’altra.
Senza darle il tempo di chiedere uno dei negri ha detto “Cara signora lei è una grandissima troia che fa finta di non vederci quando ci si incontra per strada. Ora invece di romperle la figa ed il culo, abbiamo deciso di non darle alcun tipo di piacere. Lei continuerà ad infilarsi il cetriolo nella figa e la riprenderemo con la telecamera. Dovrà fare questo per noi quando vogliamo e per farla arrapare uno di noi una volta alla settimana verrà in casa sua e si mostrerà di fronte a lei con il cazzo in tiro proprio per stimolarla. Non provi a denunciarci altrimenti pubblicheremo il filmato in rete”
Lidia ha immaginato che per alcune settimane ogni venerdì, quando il marito era fuori con i colleghi di lavoro per noiose riunioni e lei di ritorno dal lavoro, era costretta ad accogliere a casa quei maschi che la riprendevano mentre si masturbava di fronte al cazzo in tiro di uno di loro mentre si infilava un cetriolo oppure una zucchina nella figa e loro allo stesso tempo la mi offendevano chiamandola troia ciucciacazzi, italiana razzista, signora del cazzo, succhia banane, rotta in culo e le ricordavano che se li avesse fatti incazzare avrebbero pubblicato i filmati.
Per fortuna i negri sono partiti per chissà dove e di conseguenza sono terminate le riprese con la telecamera.
Nei giorni della settimana precedenti il venerdì i ragazzi hanno rispettato i patti posti da loro stessi e, quando Lidia li incrociava per strada, continuavano a comportarsi come perfetti sconosciuti.
Lidia fin dal primo incontro mai e poi mai mi sarebbe azzardata a guardarli con disprezzo temendo una loro ritorsione.
Sembrava essere andato tutto liscio, quando un bel giorno, di ritorno da lavoro si è ritrovata in casa un suo amante estivo; lo aveva fatto entrare la figlia che era casualmente lì per salutare Lidia. Il giovane ha messo in notevole imbarazzo Lidia che non sapeva giustificare quella presenza alla figlia. Quella era decisamente una sgradita presenza che si accentuò quando le ha dato un CD in cui, lui disse, c’erano i video girati dai negri pronti per essere caricati su un sito porno. Le ha anche detto che era stato lui a organizzare tutto dando loro le chiavi di casa che aveva preso dalla borsetta durante un incontro estivo in cui lui aveva chiavato Lidia.
La donna al sentire quelle parole si è innervosita alquanto diventando rabbiosa ma neanche il tempo di manifestare il fortissimo disappunto che alla porta di casa si sono presentati gli extracomunitari che le hanno intimato con forza di spogliarsi di fronte ad una webcam “Cara troia, abbiamo un bel programmino per te!”
Lidia è stata presa dallo sconforto e si è seduta sul divano sperando che non entrasse il marito e neanche la figlia che per sua fortuna era al telefono con un’altra persona.
Salutata la figlia non certo con animo sereno ha chiesto al gruppo quale fossero le loro voglie pensando che volessero fare sesso.
Non, non era così!
L’avevano iscritta ad un portale di webcam girl in cui si sarebbe dovuta spogliare e masturbare in video chat e per ogni contatto versare a loro e al suo ex amante il ricavato delle mie ‘prestazioni’.
Da buon avvocato Lidia capiva che si trattava di un ricatto a cui non potevo sottrarsi per la gioia di quel depravato del suo ex e dei suoi compagni extra comunitari se no sarebbe finita “sul web a fare la MILF desiderata da tutti.
scritto il
2018-10-25
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