Il Club - capitolo 1 - Collana la ragazza di campagna vol. III

Scritto da , il 2018-09-21, genere dominazione

Ci vollero diverse riunioni per mettere a punto l’iniziativa che avevano in mente. Quelle che ci lavorarono più assiduamente furono Amalia, Sara e Renata. Renata fu incaricata di trovare il locale, Sara di addestrare il personale e Amalia di stendere il regolamento. Si aspettavano una trentina di soci ed ingenti spese, avrebbero aperto ogni sera tranne la domenica ed il lunedì. Nel locale si sarebbe bevuto e cenato, serviti da eleganti e docili cameriere, e ci si sarebbe divertiti con piccanti spettacoli. Dopo alcune discussioni convennero che serviva del personale fisso che quindi andava remunerato. La maggior parte del personale sarebbe stato comunque volontario o meglio comandato dai rispettivi padroni, ma servivano persone che lavorassero a tempo pieno ed esclusero di assumere professioniste o professionisti. Era necessaria una direttrice, pensarono a Katia, questo avrebbe permesso a Sara di dare più spazio ad Andrea nell’atelier di cui era socia con lo stesso Andrea. Il giovane gay desiderava promuovere il suo amante Giorgio nel ruolo che in quel momento ricopriva Katia. Serviva un guardiano e questo problema fu presto risolto con Gigetto, lo schiavo e marito di Katia. Ci voleva una cuoca, Amalia non voleva mollare Silvana, ma alla fine la convinsero ad accettare, serviva una presenza fissa in sala e come aiuto della cuoca e Renata propose Clara. Sarebbe stata utile una caposala per dirigere le volontarie ed i volontari, ma per ora non c’era e convennero che l’avrebbero cercata e che per partire se ne poteva fare a meno. Venne fuori che le spese per il locale, che Renata aveva trovato, si trattava di una grossa cantina con ingresso in una piazzetta defilata, ma al centro di Roma, stavano diventando impegnative. Erano alte le spese per arredarlo e per il personale.
– La maggior parte dei soci saranno persone abbastanza facoltose da poterselo permettere ed il nostro sarà comunque un club abbastanza esclusivo – disse Amalia.
La proposta fu accolta. Meticolosamente decisero anche i prezzi per le bevande ed i pasti, le regole per accogliere i nuovi soci ed il comportamento dei padroni e delle padrone nei confronti di schiave e schiavi. – Qualcosa di simile a quanto abbiamo fatto nel week-end? - suggerì Amalia.
Si trovarono abbastanza d’accordo, ma le cose andavano meglio specificate. – Se uno si iscrive per scopare o una per farsi leccare la fica non ci interessa e non voglio trasformare il club in un casino d’alto bordo. Soprattutto non voglio puttane. La schiava o lo schiavo faranno quello che vuole il loro padrone o la loro padrona, ma né loro né i loro padroni potranno ricevere soldi per le loro prestazioni. Se qualcuno farà ciò verrà espulso immediatamente. Chiaro? – Furono tutte d’accordo. Sara riaffermò il discorso di Renata.
– Le schiave saranno lì per servirci, ma per il resto faranno quello che vogliono i loro padroni e sotto il loro controllo. Io ad una come Vittoria le mie schiave non le concedo e non voglio che lei possa prendersele senza neanche il mio permesso. –
Si trattava comunque di convincere i rispettivi schiavi a prestarsi a quel lavoro. Un conto era il gioco che ogni padrone aveva imbastito con i rispettivi schiavi sessuali, un altro era un impegno di quel tipo che avrebbe portato tutti ad una maggiore esposizione.
– Se riusciremo a mantenere la dovuta privacy per noi e per i nostri schiavi non vedo problemi. Questo gioco piace sia a noi che a loro, come si è visto durante il recente week-end nella mia villa. Non dovremmo avere difficoltà a convincerli. – Amalia ne era convinta e le altre due si trovarono d’accordo. Su questa base raggiunsero l’accordo e su questa base Amalia stese il regolamento che fu accettato dai primi quindici soci fondatori. Renata aiutata da Sergio, che di mestiere faceva l’architetto, si preoccupò di ristrutturare ed ammobiliare la cantina. Era giugno, calcolarono che sarebbe venuta pronta per ottobre quando avrebbero inaugurato. Sergio si preoccupò anche della sicurezza del locale, si trovava in centro, ma in una piccola piazza che di sera diventava abbastanza deserta, per entrare si doveva suonare ed aspettare. Subito dopo la porta di legno massiccio con lo spioncino e la telecamera sull’esterno, si scendevano una ventina di gradini e si trovava un’anticamera con il guardaroba quello sarebbe stato il posto di Gigetto. Dopo l’anticamera c’era un’altra porta massiccia con lo spioncino e dall’altra parte ci sarebbe stata Katia, passata la quale si era infine nel locale. Sara decise che a settembre, dopo le vacanze con il marito, avrebbe portato con sé le schiave meno esperte per prepararle. Renata le suggerì di utilizzare un suo casolare nell’Appennino tosco-emiliano. – Un posto splendidamente isolato e manderò Clara per servire. -
- Chi pensi di portare? – chiese Amalia.
- Sono tre quelle che ne hanno bisogno: Margareth la schiava di mia cugina Eleonora, Veronica del mio amante Bruno ed Amanda la tua preferita, Amalia. -
- Ti sbagli. Anche la mia piccola Silvia ne ha bisogno, è ora che venga addestrata come si deve, ma ti chiedo un cambio – disse sorridendo Renata, - mio marito è pazzo di Isabella e la vorrebbe avere per un po’ a disposizione durante le vacanze, neanche a me dispiace. Sei d’accordo? -
- Sai che non te lo posso negare – rispose Sara, - penso che la stessa Isabella apprezzerà la proposta. -
- Molto bene – sostenne Amalia, - ma anch’io in cambio di Amanda vorrei avere a disposizione, in una settimana di agosto, la tua Rosa. -
Era ovvio che anche Amalia volesse la sua contropartita. Sara acconsentì, aggiunse solo - non me le strapazzate tanto. -
- E per le altre o gli altri che arriveranno? – chiese Renata.
- Anche qui non c’è problema. Come luogo d’educazione c’è l’atelier o lo stesso club durante il giorno, per l’addestramento, lo schiavo o la schiava verrà assegnato a uno dei soci più esperti, scelto di volta in volta. Un tutore o una tutrice che l’addestreranno in accordo con il suo padrone o la sua padrona. -
I preparativi erano terminati e suggellati da un simpatico scambio di schiave per le vacanze estive.



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