Una normale giornata al lavoro

di
genere
masturbazione

Come ogni giorno, è davanti a me, alla sua postazione: timido, riservato, bello... Il mio responsabile, il coordinatore del nostro ufficio.
Mi attrae da sempre, dal nostro primo colloquio, più che mai ora che sono libera da vincoli sentimentali. Marito fedele e padre devoto, mi concedo lo sfizio di fantasticare su di lui, davanti a lui, durante l'orario di lavoro.
Uhm, se sospettasse cosa penso di fargli, ogni volta che mi chino per connettere il pc... Se solo sospettasse come mi si contrae di voglia la figa, ogni volta che gli sono troppo vicina o sento il suo odore. Si scandalizzerebbe? Lusingato? Divertito? O, magari...arrapato?
Se solo potesse anche solo immagnare quante volte gli ho pompato il cazzo nella mia testa, quante volte l'ho stuzzicato fino a farlo venire, quante volte me lo sono chiavato sopra una scrivania... Oh se immaginasse!
Ora telefona, è concentrato sullo schermo del pc: io posso distrarmi un attimo a guardarlo e ad innescare una fantasia.
Quanto me lo porterei in una sala, con la solita scusa: "Hai un minuto?"
"Certo! Vieni pure!"
Entrerebbe e chiuderebbe la porta dietro di sè.
"Allora, cosa volevi dirmi?"
Non serve che aggiunga altro: mi sono già sbottonata la camicia.
Apre la bocca un istante, forse per protestare. Ma non può fare altro che sedersi, pe mascherare a suo modo, discretamente, un'erezione.
Ma ormai me ne sono accorta.
Mi chino davanti a lui e slaccio la cintura, lentamente. Sbottono la patta e calo leggermente le mutande.
Eccolo lì, splendidamente eretto. Non so nemmeno come immaginarmelo: circonciso? Non circonciso? Lungo? Grosso? Non mi importa, so solo che è il SUO cazzo, comunque sia fatto sarà sicuramente splendido e invidio sua moglie, che può averlo tutto per sè, ogni volta che desidera.
Con delicatezza, inizio a segarlo, perchè si rilassi, capisca che va tutto bene e che è solo uno sfizio per entrambi. Un sano e piacevole modo di rilasciar la tensione lavorativa, e il turgore del pene mi fa capire che ne ha tanto bisogno, poverino...
Inizio a stuzzicarlo con la lingua e il respiro, dalla cima fino ai testicoli, dandogli dei lievi "pizzicotti" con le labbra e aspirando leggermente la pelle.
Oh Dio, sono così bagnata... Anche sulla cima del suo membro hanno iniziato a comparire le prime gocce di voglia.
L'eccitazione che il poter far perdere il controllo a un uomo normalmente così posato e calmo mi fa quasi perdere la testa: inizio a toccarmi, non troppo velocemente per non venire subito.
Me lo voglio godere anche io questo pompino.
Prendo improvvisamente la cappella in bocca: un trucchetto che non manca mai di sorprendere il malcapitato il cui pene è alla mercè delle mie labbra. non fallisco nemmeno stavolta: geme e inarca la schiena, muovendo involontariamente il bacino per potermi penetrare a fondo in bocca.
Decido che ora possiamo passare a qualcosa di più sostanzioso: dopo una voluttuosa leccata intorno all'asta, calo la testa sull'uccello pulsante, con studiata lentezza, in modo che le mie labbra lo avvolgano gradualmente. Ormai non ce la fa più e mi appoggia le mani sulla testa: non manca di mantenere la sua usuale delicatezza e non mi spinge, ma lascia a me il piacevole compito di decidere il ritmo con cui farlo godere. Muovo la testa con calma, senza fretta, facendogli percepire tutta la sinfonia di sensazioni che dedico alla sua verga: le labbra che pompano e la testa che ruota sull'asta, la lingua che, un po' dolcemente e un po' con cattiveria gli passa sul glande e sul piccolo foro n cima, soffermandosi di quando in quando su di esso per dargli qualche stuzzicante colpetto. A questo decido di aggiungere il movimento della mia mano sinistra, rimasta libera di menarlo.
Piano piano, dalle palle la mano risale, seguendo la testa, ferso la cappella, sulla quale si stringe a pugno e ruota, facendo sì che non rimanga mai scoperto, venendo immediatamente, quando la mano scende nuovamente, riaccolto nella mia bocca ardente.
Ormai sono prossima a venire, complici il mio gusto per i pompini e la delizia del suo uccello. Godo con lunghi gemiti, emessi a bassa voce, aggiungendo un ultimo tocco a quello che gli sto facendo provare, con le vibrazioni delle mie corde vocali e il cazzo affondato in gola.
Per farlo sborrare mi bastano ormai pochi, sapienti colpi di testa e lingua: accolgo la sua eiaculazione facendo quasi le fusa, tanto i sussulti del pene e i suoi sospiri profondi mi eccitano e soddisfano... Mi lascio colare lentamente in gola il suo sperma, gustandolo davanti ai suoi occhi.

Tutto questo mi passa per la testa mentre sono seduta proprio davanti a lui, ignaro di quanto la mia figa stia colando all'idea di soddisfarlo in questo modo...
E chissà che non riesca a mettere in atto la mia fantasia a breve...
di
scritto il
2018-09-19
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