Le storie di Marzio 1

Scritto da , il 2018-09-15, genere tradimenti

Ciao a tutti, è il mio primo racconto, ne seguiranno altri e, a parte i nomi, ciò che leggerete è tutto reale e forse perciò molto eccitante...
1 - Ilaria
Conobbi Ilaria in una prestigiosa facoltà siciliana, eravamo pari corso anche se lei aveva qualche anno più di me visto che stava integrando alcune materie per conseguire la seconda laurea. Nonostante la facoltà fosse prevalentemente frequentata da ragazze, Ilaria era considerata la bomba sexy della facoltà, non vi era uno studente o un professore che non si girasse a guardarla e ad ammirarne le curve e lo charme: 1,70, un quarta abbondante di seno, vitino stretto, cosce lunghe e formose che finivano con un culo perfetto che si portava in giro senza pietà per chi si trovasse "costretto" a fissarlo, una chioma folta nera e riccia ed una faccia da troia clamorosa...un solo difetto, fidanzatissima!
Ricordo ancora quando una collega comune ci presentò e stringendomi la mano lunga e affusolata mi disse "piacere Ilaria" con quella voce calda e sensuale che custodisco ancora in mente nonostante siano passati diversi anni. Me la sarei sbattuta all'istante, pensiero talmente palesato dalla mia espressione che sentiì la voce della mia collega Sara dire "stai calmo, vedi che è fidanzata"; "peccato" mi sfuggì, reazione che mi fece ricordare che anch'io lo ero ma che fece incazzare non poco la mia collega (sempre innamorata di me) e far ridire di gusto Ilaria, nel cui sguardo intravidi una luce che la rendeva ancora più sensuale di quanto non lo fosse già...
In breve tempo diventammo buoni colleghi, sedendoci spesso vicini alle lezioni e talvolta preparando insieme alcuni esami. Io ero sempre molto cordiale con lei pur non nascondendo mai il mio interesse nei suoi confronti ed il suo modo di non dire mai né sì né no mi faceva galoppare con la fantasia, finché un pomeriggio piovoso al termine della lezione mi chiese un passaggio per tornare a casa. Ricordo ancora quel tailleur blu gessato con una gonna stretta da urlo ed i bottoni della giacca che stavano per saltare sotto la spinta di quel seno tondo e fiero. Appena saliti in macchina estrasse dalla borsa un mazzo di chiavi e mostrandomele mi dice "ti va di andare a casa mia a scopare?". Credo di aver prodotto l'espressione più perplessa ed idiota della mia vita, pensai prima ad uno scherzo, poi ad una allucinazione sonora e infine ad una serie di inutili quesiti che mi fecero perdere tanto di quel tempo da darle la possibilità di farle rilanciare con il più classico dei "scusa, pensavo di piacerti". Da quel momento in poi ricordo a malapena il susseguirsi dei fatti, ricordo di averle infilato la lingua in bocca e una mano tra le cosce più ambite della facoltà che per l'occasione erano impreziosite da auto reggenti color carne. L'oscurità concessa dall'orario e dalla vegetazione del parcheggio ci permise di dare libero sfogo a quel desiderio devastante che evidentemente non avevo solo io...In pochi minuti ho liberato le tette più belle che abbia visto dal vivo, due delle cinque dita della mia mano sinistra erano dentro la sua bagnatissima fica mentre uno della destra aveva già trovato un culo aperto e umidito . Alternava baci e morsi al mio collo e alla mia lingua che non riuscì a trattenermi dal tirarla dal collo per farle imboccare il cazzo marmoreo che mi smanettava da un pò...Non so ancora come arrivammo a casa sua, né ricordo l'arredo od un minimo dettaglio di quell'appartamento che era chiaramente l'alcova sua e del suo fidanzato. Ricordo solo che scopammo per ore in tutte le posizioni: era magnifica quando cavalcava e mi urlava i suoi orgasmi, porchissima quando le tiravo i capelli mentre me la scopavo da dietro alternando culo e fica e quando mentre me la sbattevo in piedi al muro capi che stavo per venire, scivolò giù per prenderselo tutto in bocca. Sborrai come un fucile a canne mozza, ad ogni fiotto era un rinculo del mio cazzo che scaricava sperma calda e lei con grande perizia non fece uscire neanche una goccia da quella grande e porca bocca. Quando mi appoggiai con le braccia al muro per prendere fiato, lei ancora accovacciata sotto di me mi prese una mano e la portò all'altezza della laringe per farmi sentire come ingoiava il tutto...
Scopammo ancora selvaggiamente per un paio di mesi, per le strade della città, in macchina, al cinema, nei bagni dei pub...io lasciai la ragazza di allora, una storia logora e sessualmente piatta, lei no. Un giorno mi disse che il suo fidanzato era tornato alla carica dopo un periodo di crisi e che voleva dargli un'altra possibilità. A malincuore presi atto che una delle avventure più eccitanti della mia vita stava volgendo al termine e così fu. Dopo qualche anno incontrai Sara che con una smorfia di ripicca mi disse che Ilaria si era sposata e aveva avuto un bel bambino. La guardai dritto negli occhi e con altrettanto cinismo le dissi "peccato".

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