Saa, Irina e Mia - capitolo 12 - Collana il Dravor Vol. 3

Scritto da , il 2018-08-23, genere dominazione

Koss dormiva con Saa, ma da quando Mia era rientrata Saa, spesso la notte sgusciava fuori dal suo letto e raggiungeva quello di Mia, nella sua stanza qualche porta più in là.
Koss si era rassegnato a dover condividere Saa con Mia, ma non erano rari i casi in cui Saa usciva dal suo letto e qualche tempo dopo il suo posto veniva preso da Mia.
- Mi vuoi? – chiese la prima volta posando un ginocchio sul letto. Era nuda ed era sempre bellissima, Koss la prese per un braccio e la tirò a sé. – Mi sei mancata, tanto. –
- Devo ammettere che quasi quattro anni senza fare sesso con un uomo non sono stati piacevoli. – Non l’avrebbe domata mai, pensò Koss, ma forse era per quello che le piaceva, beh, non solo per quello, era molto intelligente, spiritosa e, cosa che non guastava, molto bella. Infine era la madre della piccola Saa. Il mostriciattolo ora, che aveva tutta la famiglia attorno, era sicura e riusciva a dormire da sola nella sua stanzetta.

L’incontro tra mamma e figlia avvenne dove Koss aveva lasciato Saa e fu memorabile. Mia la prese in braccio e la baciò tutta, era l’unica da cui la piccola Saa si faceva baciare con vero piacere. Mia se la strinse al seno fondendosi con il corpicino della figlia che, a sua volta, si incollò alla mamma e non la lasciò un attimo fino a quando non ritornarono a casa.

Koss la prese per i lunghi capelli e le tirò il capo indietro scoprendole gola e seno. La baciò sulla gola facendola gorgogliare e poi la morse sul seno. Mia gemette e si inarcò offrendosi ai baci dell’amante, si piegò immediatamente al suo volere, il suo corpo lo desiderava tanto. – Fottimi, ti prego, mi sei mancato anche tu… tanto. –
Koss pensò che quei dieci minuti in cui lui aveva potere su di lei, una volta tanto, potevano durare anche trenta o sessanta minuti e decise di farla impazzire. La leccò dalle lunghe sopracciglia alle unghie dei piedi, davanti e di dietro. Mia mugolava felice ed allo stesso tempo smaniava, lo voleva dentro, perché si attardava a fotterla?
Poi lui la leccò sulla e dentro la fica, le lappò il clitoride e la fece impazzire.
- Basta, fottimi, ti prego. –
Lui risalì e le leccò ancora il seno, le succhiò i capezzoli, Mia si dibatteva, lo voleva dentro. E lui la baciò sulla bocca. Mia si fece succhiare la lingua e poi lo morse sulle labbra.
- Fottimi! –
- Scomparirai un’altra volta? –
- Mai, sono tua per sempre, ma fottimi.
E lui penetrò dentro di lei.

Saa era una brava organizzatrice, lo era anche Marea, ma nessuna delle due aveva le capacità politiche ed amministrative di Mia. Mia sentiva gli umori, le paure, le ansie e le speranze del popolo, sapeva cosa dire e fare in ogni occasione ed al contrario dello stesso Koss che si muoveva con pragmatismo, Mia aveva un progetto per quella società di diseredati.
Fu lei che, senza neanche che gli altri se ne accorgessero, prese le redini in mano e iniziò a trasformare quel popolo di derelitti, fuggiaschi e uomini rudi in una comunità e quel territorio in una nazione. Aiutata da Saa e da Marea fece costruire, scuole, ambulatori, strade, palazzi, mense, diede regole per l’igiene e per l’assistenza.

Con l’arrivo di Muzi quello staterello trovò anche ordine e legalità. Nur si occupava dell’esercito, Muzi della polizia, Mia della politica, Saa e Marea dell’amministrazione, Quath dell’addestramento dell’esercito e Kur della produzione, non si poteva fare una guerra se dietro non c’era qualcuno che produceva armi, vettovaglie e non solo. Poi c’era Sulika che attraverso le tribù native di quei luoghi era la migliore spia che si potesse desiderare e Artea che pattugliava incessantemente i confini senza che potesse sfuggirle niente. Era un regime diretto in gran parte da donne e sembrava funzionare. Koss aveva quindi tutto il tempo che voleva per occuparsi del Grande Dravor, doveva sistemarlo altrimenti non avrebbero mai avuto pace.

- Arriveranno presto ed in gran numero – disse in una riunione in cui erano tutti presenti. – Sarà impossibile batterli in campo aperto. Se noi possiamo mettere in campo diecimila uomini loro arriveranno con centomila, Quindi dobbiamo sfiancarli in una guerra di logoramento che durerà, se necessario anni. Guerriglia e trincee mobili. Prima di arrivare a Libertville dovranno perdere decine di migliaia di uomini. E non possiamo contare neanche su un lungo assedio, moriremmo prima noi di fame di loro, anche se iniziamo ad ammassare roba, prima o dopo finirà, mentre loro hanno alle spalle lo Stravor dei Grandi Laghi, la regione più ricca e fertile di tutto il Dravor, da cui continueranno a ricevere viveri ed armi. –
Annuirono tutti, ma nessuno sapeva bene cosa fare.
Koss istituì un consiglio militare fatto da Nur, Muzi, Quathe Kur. – Organizzatevi disse loro. Io vado via e non mi vedrete fino a quando la guerra non sarà cominciata. –

Quella notte Saa rimase con lui e fu molto premurosa. – Ci lasci. Lasci tutta la responsabilità a Nur che è ancora un ragazzo. –
- A quell’età io già dominavo una regione e ti avevo reso schiava. La mia schiava. – Lo disse mentre la fotteva con passione. – E’ ora che Nur si assuma le sue responsabilità e poi ci sono Quath, Muzi e Kur che hanno molta esperienza. –
- E tu dove vai? –
- Non lo dico neanche a te – rispose lui, - so come vanno queste cose, tu lo diresti a Nur e Mia che lo direbbero… e dopo qualche giorno lo saprebbero anche le spie del Grande Dravor. –
- Sei molto saggio Rend – mormorò Saa incrociando le cosce sui fianchi di lui.
Poi gorgogliando aggiunse, - naturalmente vai via con Irina. –
- E’ la mia guardia del corpo – rispose lui.
- Ed è anche molto bella – mormorò ancora Saa ficcandogli la lingua dentro l’orecchio.
Con Saa era impossibile discutere e Koss lo sapeva meglio di chiunque, ma la baciò sulla bocca e penetrò ancora di più dentro di lei. Saa si strinse a lui, non sapeva per quanto tempo non l’avrebbe rivisto.
Koss il giorno dopo partì. Chiese solo ad Artea di seguirlo, a molte ore di distanza.



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