Una serata piovosa

di
genere
feticismo

A quel tempo non erano altro che una coppietta.Erano giovani, stavano insieme da non molto tempo, eppure sapevano tutto l’uno dell’altro. Si amavano sinceramente, non litigavano mai. Erano fidanzati sì, ma al tempo stesso erano anche buoni amici.
Una frigida sera di febbraio, rientrarono nella casa di lei, dopo aver bighellonato in giro per la città per tutto il pomeriggio, passando da negozio a negozio e di bar in bar. Uno dei loro soliti appuntamenti: non troppo sdolcinato, ma comunque romantico, in quanto tra un momento e l’altro ci scappavano sempre dei baci.
In casa vi era un soffice tepore, che distendeva i muscoli irrigiditi dal freddo. Aveva piovuto durante il pomeriggio, perciò erano tutti e due zuppi d’acqua, lei più di lui. Si scambiarono un bacio e lei andò in bagno, mentre lui si tolse la giacca e la sciarpa e li mise ad asciugare sopra ad un termosifone. Si sfregò le mani, mentre il calduccio della casa lo rimetteva in sesto e gli donava un sano senso di conforto. Tirò fuori il cellulare e cominciò a perdere tempo, visionando le novità sul suo profilo social.
Quando si stancò, mise via il cellulare e si avviò furtivo alla camera di lei. Voleva esplorare quel magico regno in cui la sua amata viveva. Varcò l’uscio e con sua gran sorpresa la trovò seduta su di una sedia. Nel mentre che era al cellulare, non si era accorto che lei era uscita dal bagno. Era di spalle e aveva i piedi nudi appoggiati ad un termosifone. Sopra ad esso vi erano i calzini, un paio di fantasmini bianchi, sotto invece erano state posizionate le scarpe, un paio di Converse bianche, anche se ormai si erano ingiallite a causa dell’usura.
Lei si accorse della presenza in camera sua. Si girò e disse:
“Vieni, entra pure!”
E lui non esitò ad entrare.
“Era tutto completamente fradicio…”
“Lo vedo.” disse ridendo lui.
“Ti sei inzuppata i piedini, eh? Occhio a non prendere freddo!” raccomando lui come se fosse stato suo padre.
Poi delicatamente le diede un bacio sulla testa e si sedette sul bracciolo della sedia, coccolandosela.
Le accarezzò le due treccine in cui erano divisi i suoi capelli. Certamente quella capigliatura la definiva sexy e provocante. Poi passò le mani sul suo busto, accarezzando spalle, braccia, seno e pancia. Indossava un morbido maglioncino grigio, che odorava di talco. Lui adorava quel suo maglione: lo faceva sentire a suo agio, gli ricordava di sua madre. Per finire le lisciò le cosce. Portava dei pantaloni dallo strambo motivo, verdi e grigi, i quali mettevano in risalto i suoi glutei. Per quest’ultima ragione egli li adorava.
Quando finì di adorare il vestiario e le forme di lei, si alzò ed andò vicino al termosifone, sentendone la temperatura. Erano appena tiepidi. Si domandava come avrebbero potuto asciugarsi i piedi e le calzature di lei.
“Dai qua.” esclamò e prese i piedi di lei, facendoglieli appoggiare sul suo ventre. Li cominciò a maneggiare con cura, massaggiandoglieli. Percepì che erano ancora molto umidi. Li strofinò con le mani per asciugarglieli. Restarono comunque terribilmente freddi. Inoltre le scrocchiò le dita e le massaggiò la pianta. Tra una cosa e l’altra abbassò sempre di più i piedi di lei, fino a farseli appoggiare sul pube. I piedini di lei fecero ereggere il membro di lui, che si ingrandì a dismisura, facendosi notare nei pantaloni. I due si guardarono negli occhi e capirono telepaticamente il da farsi.
Lui si slacciò e abbassò i pantaloni, così come le mutande, e liberò così il suo pene, tremendamente eretto e voglioso di piacere. Poi afferrò i piedi di lei e ne leccò avidamente ciascuna pianta, per poi inserire tra di essi il pene. Con l’ausilio delle mani li strinse forte, per farli rimanere chiusi e ben avvinghiati. Fatto ciò cominciò la masturbazione vera e propria.
Lui spingeva il proprio membro fra i piedi di lei, mentre lei se ne stava beata sulla sedia a godersi i suoi piedi che venivano massaggiati dal pene di lui.
Si continuò così per un po’ finché, colto dalla foga, si avventò su di lei e i due cominciarono a baciarsi appassionatamente. La prese in braccio e la fece sedere sul letto. Voleva aumentare la propria eccitazione. Prese dunque i calzini dal termosifone, ancora fradici di pioggia, e glieli fece indossare fino a metà pianta. A questo punto, prese il suo membro e lo infilò fra il calzino ed il piede sinistro di lei e cominciò così a masturbarsi. Ora il suo pene era a stretto contatto con il piedino affusolato di lei, tenuti insieme dalla calzina, umida e bagnata. Il piedino freddo di lei, il calzino bagnato non fecero altro che incrementare la sua eccitazione. Nel mentre che si masturbava con un piede, le leccava l’altro. Leccava anche quei morbidi calzini. Poi fece viceversa, si masturbò con l’altro e leccò quello lì.
Quando si sentì sufficientemente soddisfatto, la prese e la fece girare prona, con le gambe ed i piedini alzati. Le sfilò le calze. I piedi erano tornati tutti umidicci. Glieli prese, li unì con le piante parallele e in mezzo ci mise il pene. Continuò dunque la masturbazione.
Questa volta i piedi fusero quasi da vagina. Li brandiva a grandi mani, mentre in mezzo continuava a sbatterci il membro.
Passò del tempo, poi li prese e glieli fece mettere a punta, allineati, e come sempre ci mise il pene in mezzo. Lei cominciò a masturbarlo autonomamente, così lui cominciò a stuzzicarsi con i suoi glutei. Li prese e li impastò con le mani, li strinse finché non fu vicino al piacere.
Quando percepì l’arrivo dell’orgasmo, riprese i piedi in mano con prepotenza e continuò a sbatterseli sul pene, fino a quando effettivamente non venne. In quel momento, afferrò i pantaloni di lei e ne denudò il fondoschiena. I glutei sgusciarono fuori, enormi. Lui venne. Il suo seme schizzò fuori a grandi fiotti e il piacere per poco non lo fece svenire. Le sporco tutta la schiena, i glutei e i pantaloni.
Si ricomposero. Lui soddisfatto cercava di riprendersi dallo spossamento dovuto al forte orgasmo, lei invece rimise i calzini ad asciugare e tornò ad asciugarsi i piedi al termosifone, con un malizioso sorrisetto sulle labbra.
La serata dunque continuò normalmente, così come il loro amore.
di
scritto il
2018-08-06
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