Le conseguenze di un tradimento - Parte 4

di
genere
dominazione

Mattina, il sole che inizia a filtrare dalla tapparella mi riporta alla realtà prima che inizi a suonare la sveglia, la spengo per non darle fastidio, Alice è tornata a casa molto tardi, e mi sento anche molto in colpa nei confronti della mia Padrona. Mi alzo senza far troppo rumore e vado a lavarmi e vestirmi, poi scendo a preparare il caffè, d’istinto mi trovo a prepararle un vassoio con spremuta, e brioche, lei si alzerà con calma, per cui niente caffè, non le piace freddo. Poso il vassoio sul comodino e d’istinto le do un bacio sulla sua chioma corvina, sussulta, apre un occhio.
"Ti ho lasciato la colazione sul comodino, torno per le cinque oggi"
"Tornando prendi qualcosa per cena, vedi tu, che sia leggero ma buono, abbiamo un’ospite"
Senza grazie, ciao o buongiorno si volta e si riaddormenta.
Il lavoro si trascina stanco come un vecchietto di ritorno dal mercato, carico di spesa, sotto il sole del primo pomeriggio. Presto un’attenzione minima a quello che succede intorno a me, il pensiero è concentrato su questo ospite. Alice, la mia bella Padrona, in un messaggio in mattianata si è limitata a dirmi che “a lei piace il pesce, ma di pensare a qualcosa di leggero”. Continuo a fantasticare sul cosa potrà succedere, e spesso sento che la mia eccitazione sale rischiando di farsi notare dai pantaloni.
Un messaggio in chat verso pausa pranzo travolge la mia giornata. Mistress Zora!
Solo a vedere il mittente ho un sussulto, con timore leggo il messaggio. “Schiavo, voglio che tu ora tu mi chiami con video”.
“subito mistress Zora”
Corro verso il bagno, mi chiudo dentro e chiamo la mistress
"Buongiorno Mistress Zora" le dico appena risponde.
"Taci, ora voglio che ti spogli nudo, appoggia il telefono in modo che possa vederti"
Appoggio il telefono sul lavandino, ed inizio ad eseguire l’ordine, poi attendo il prossimo comando, lei intanto è su un letto, con una sottoveste che non lascia nulla all’immaginazione, intenta a leccare un dildo, con voluttà, una volta ben umettato poi, lo inizia ad infilare nella sua vagina, lentamente, dentro e fuori, poi più veloce, poi ancora con calma. Il mio membro è già sull’attenti di fronte a questo inatteso spettacolo.
"Leccati la mano, e ciuccia bene le dita - Inizio a fare cio che dice – Bravo, segui il mio ritmo, come se stessi facendo un pompino, brava la mia troietta. Ora se c’è del sapone liquido bagna le dita e mettitene su un po’, si così, da bravo"
Nudo, nel cesso dell’azienda mi umetto le dita e la guardo masturbarsi. Mi ordina di scappellarmi bene, poi, perentoria, di lasciare stare il cazzo e di iniziare a giocare con il mio ano.
"Giraci intorno bene con il ditino, girati, che voglio vederti a pecora, voglio vedere bene il tuo buco, ah, si...così, guardami e sditalinati il culetto, voglio che mi implori di essere inculato"
"Ti prego Mistress Zora, ti imploro… mi può inculare?"
"Non ancora, adesso basta, togliti quel dito dal culo e fammi vedere che lo ciucci"
Porto il dito alla bocca, il sapore è amaro, l’odore, nonostante sia pulito, un po’ forte, l’erezione comunque è li, marmorea.
"Brava cagnetta! Ora ascoltami, torna a fare ciò che stavi facendo, ma NON MASTURBARTI, se lo fai lo vengo a sapere, e allora saranno davvero dolori per te"
"Come desidera, Mistress Zora"
La chiamata termina, mi trovo a guardarmi allo specchio con aria stralunata ed un sorriso ebete, mi do una sberla, mi lavo e mi rivesto.
Il resto della giornata è duro, durissimo. Il pensiero di quelle due donne e di quello che mi hanno fatto fare negli ultimi due giorni è costante più che essere intrusivo. Non riesco a pensare al lavoro senza che mi tornino in mente scene della mia splendida donna, pardon, padrona, che mi ordina di baciarle i piedi, o che mi bacia dolcemente prima di colpirmi oppure la bionda Mistress Zora, il suo sguardo di ghiaccio, i suoi piedi, morbidi come seta, dolci come zucchero, e quella sua promessa di sodomizzarmi… al solo pensiero un brivido mi percorre la schiena. La voglia di correre in bagno, liberare l’uccello e scaricare quei pensieri in un possente getto su un pezzo di carta igienica è forte, ma stoico resisto.
Esco il prima possibile da lavoro, vado al supermercato e cerco di pensare al cibo, mi è sempre piaciuto ed è un piacere che posso coltivare senza straziarmi per quelle due splendide torturatrici.
Prendo un paio di bottiglie di prosecco, delle linguine, della bottarga e delle vongole, 3 tranci di spada e dell’insalata. Per le 17.30 sono a casa, durante tutto il tragitto continuo a ripassare la ricetta degli spaghetti alle vongole come un mantra, tenendo così a bada il mio amico di sotto.
Poi arrivo a casa, entro, non sembra esserci nessuno, sistemo la spesa in frigo e metto le vongole a spurgare in acqua, salgo sul soppalco per cambiarmi e mi trovo Alice, sul letto, in accappatoio, con un vibratore in mano che si masturba.
"...Ciao tesoro, ho sistemato la spesa giù... " dico in imbarazzo
Lanciandomi uno sguardo rabbioso mi dice, con tono calmo ma freddo "”Ciao tesoro” non ti è più consentito come saluto, vediamo se sai come ti devi rivolgere a me"
"Salve padrona ?!"
"Si, spogliati cagnolino, la tua padrona vuole che ti metti nudo ai suoi piedi"
"Subito – ed inizio a spogliarmi – Padrona"
Appena nudo noto di essere già completamente dritto. Mi avvicino e mi inginocchio vicino ai suoi piedi.
"Lecca – dice allungando i piedi e mettendomeli in faccia – pulisci bene tra le dita, ah, si, così, come se stessi ciucciando il mio cazzo finto, come ieri… ti piaceva tanto, l’ho visto"
Lecco e ciuccio, come mi dice di fare, ogni tanto mentre le lecco un piede l’altro me lo spalma sulla faccia, io mi inebrio del suo odore, sono suo, sono pazzo di quel suo modo di comandarmi. Uno schiaffetto col piede mi riporta alla realtà.
"Sali sul letto ora, ed avvicinati a me, sempre in ginocchio però"
Una volta al suo fianco mi prende il pene, lo stringe un po’, lo guarda, lo annusa, gli dà una veloce leccatina, poi mi da uno schiaffetto sulle palle, sorridendomi dice "Sembra che non si sia fatto le seghette, ora girati"
Le mostro il sedere, con due sculacciate mi fa capire che vuole che mi metta a pecora, eseguo, il cazzo oramai è in fiamme. Sento il suo naso vicino al mio ano, mi annusa, poi sento la sua lingua frugarmi, mi penetra, è stupenda. La lingua scende sui testicoli, poi sull’asta, intanto mi fruga con le dita.
"Guardami" abbasso la testa e la vedo sotto di me, che mi lecca la cappella mentre mi masturba con due dita l’ano, sorniona. "Dillo"
"Inculami padrona, ti prego inculami"
"Bravo schiavetto" Toglie le dita ed inizia ad infilarmi il dildo, entra scorrevole, avvolto in un profilattico, poi lo accende ed inizia a vibrare. Mi fa sdraiare pancia in su, mi ammanetta alla testiera e mi sussurra "Ora sei il mio vibratore, sei molto fortunato schiavetto, lo sai?"
"Si, Grazie padrona" Le rispondo mentre inizia a cavalcarmi. Io cerco di assecondare il movimento del suo corpo e quello del vibratore che mi riempie dietro, la sensazione è bellissima. La sento che contrae i muscoli della vagina dopo alcuni minuti, si inarca e contorcendosi mi infila un piede in bocca. Io inizio a ciucciarlo con avidità, sbavando, famelico, perdo ogni controllo e vengo. Un orgasmo travolgente. Lei pian piano mi toglie il piede di bocca, poi il dildo dall’ano ed in fine mi lascia uscire da lei. Soddisfatta mi da il dildo in mano e mi dice "Lavalo e lavati, poi mettiti il grembiule e inizia a cucinare, che è tardi, la mia ospite non ama mangiar tardi."
"...Si, Padrona!"
scritto il
2018-07-19
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