Alice si scopre troia e lo dimostra

di
genere
tradimenti

Capitolo 1
Questo racconto è’ scritto sotto richiesta di una mio lettore, ovviamente tutto di fantasia.
Spero vi piaccia.

Ciao, sono una ragazza del nord, e come molti, con l’arrivo della crisi sono rimasta disoccupata.
Sono Alice, ho 28 anni, alta 160 cm circa, per meno di 50 kg.
Ho i capelli neri, lunghi un po’ oltre la spalla, occhi marroni, pronunciato, e labbra della bocca sottili ma cerco di renderle più sexy utilizzando i rossetti.
Ho una terza di seno, il che mi rende fiera, e mi va di mostrarli quando sono in giro, e soprattutto al mare, prendendo il sole in top-less attirando l’attenzione degli altri bagnanti.
Mi piace anche il mio culo, per chi se ne intende il tipo ad A, quelli che sono più’ stretti in alto e si allarga verso il basso, a mio fidanzato piace da morire. Inoltre ho un piercing all’ombelico cosa che eccita tanto quando mio fidanzato lo lecca.
Di solito indosso solo perizomi, e le mutande vere e proprie solo in quei giorni del mese, mentre molto spesso sono senza. Si, mi piace sentire l’aria sulle labbra della mia figa.

Mio fidanzato come lavoro fa da marinaio per una nota azienda di crociera, per cui e’ spesso via di casa, e in quei periodi mi sento sola, e vogliosa, nonostante uso dei dildi non riesco a soddisfarmi.
Torniamo alla storia che sono qua per raccontarvi.
Come detto prima sono disoccupata, vivo in una casa alla periferia di una città’ al nord. Come chi deve gestire una casa sa’, ogni volta che succede qualcosa in casa sono soldi che devono uscire dal portafoglio, e con lo solo stipendio di mio fidanzato, facciamo fatica ad arrivare al fine mese.
Un giorno, mentre ero in cucina, avevo cominciato a sentire l’acqua che scorre in bagno, corsi a controllare, cazzo, l’acqua dappertutto, chiusi il rubinetto generale, e vidi che l’acqua non usciva più’ dal pavimento.
Scrissi al mio ragazzo: “Ciao, si e’ allagato il bagno, come faccio?”
Lui: “Non so, chiama un idraulico”
Io: “Costerà’ un occhio della testa, sono già quasi senza soldi e siamo ancora a metà’ mese”
Lui: “Lo so, amore, se fossi a casa, proverei a sistemarlo io, ma ora siamo diretti in Grecia, e non tornerò’ prima di fine mese”
Io: “Dimmi come fare”
Lui: “Chiama un idraulico che costa poco, mi ricordo che altra volta, mio amico Nico ha dovuto chiamarli, e forse ha ancora il numero di telefono, aspetta che glielo chiedo”
Io:”Ok”
Dopo due minuti, mi manda un numero,: ”Prova con loro, sono di Marocco, e vogliono essere pagati in nero”
Io: “va bene, provo, e mi manchi tanto amore, vorrei che fossi qua a scoparmi davanti e poi dietro” con la faccina sconsolata.
Lui: “Anche a me piacerebbe, ma non posso.”
Dopo due minuti, vedendo che non rispondevo più’, fece una battuta: “Però’ non provarci con i idraulici negri… ”
Io: “Vaffanculo”.
Salvai il numero che mi ha mandato, apro whatsApp, cercando il nuovo contatto vedo una foto di profilo, lo apro:una foto buia, ritrae una tazza da bagno, “Chi e’ cosi’ scemo da usare una tazza come foto di profilo?”, poi vedendo meglio, vidi un cazzo di lungo almeno 25 cm, di grosso come una lattina di redbull, venoso, e una cappella grossissima.
Guardando la foto mi eccitai di brutto, nel frattempo si e’ fatto tardi, mi preparo per andare al letto. In camera da letto, aprii il cassetto dove ci sono i miei giocattoli preferiti, li guardai da destra a sinistra, e ritorno, chiusi il cassetto, e andai in cucina, sul tavolo c'è il cesto delle frutta, presi una banana, scelsi con accuratezza quello più’ grosso e duro, e non contenta, apri’ anche il frigo, scelsi un cetriolo, con lo stesso criterio della banana, cercai di togliere le puntine che hanno, lasciandone una parte.
Tornai con i miei due giocattoli in camera, mi spogliai di pantaloni che avevo, ero già senza intimo, cominciai a masturbarmi a gambe aperte, muovendo velocemente il due dita sopra il clitoride, quando mi sento abbastanza bagnata, presi la banana, feci finta di fargli un pompino infilandolo tutto nella gola, e quindi me lo ficco nella figa, quasi del tutto, lasciando fuori solo appendice iniziale. A questo punto, mi girai, col culo in aria, e presi del lubrificante sul comodino, ne spruzzai un bel po sul buco del culo, infilai prima due dita, poi tre, poi quattro, e quindi con due dita di una mano, due dell’altra, cercai di allargarmi il culo, dopo quasi 5 minuti di trattamento, presi il cetriolo, con un altro spruzzo di lubrificante, me lo infilai nell’ano. E cominciai a muovere i due intrusi nei miei buchi con frenesia.
“ah si, si, scopami, si scopami una troia che sono”.
Ad un certo punto, mi girai supina, e alzandomi le gambe, in modo di facilitare i movimenti delle mani, mi scopai, tiravo fuori entrambi, fino a quasi del tutto, e li spinsi dentro di nuovo. Ad un certo punto, volli provare una cosa nuova, cercando di spingere il cetriolo verso l’alto, e la banana girato in modo da cercare contatto con il cetriolo, la mia soglia di eccitazione salì’ ad un livello mai provato, nemmeno con due cazzi veri e non.
Dopo quasi mezz’ora da quando ho iniziato, venni, tantissimo, quasi come se stessi pisciando, bagnai tutto il lenzuolo, e così’ con i buchi ancora pieni, me ne addormentai soddisfatta.















Capitolo 2
Mi svegliai che deve essere ancora presto, perché’ fuori dalla finestra filtrava i primi colpi di luci. Ho il basso ventre indolenzito, e due orifizi che prudono, e mi sento ancora piena, cosi allungai la mano, stuzzicai il clito, e decisi di togliere la banana, era un po’ scura sulla buccia, e tolsi pure il cetriolo.

Mi girai, e presi sonno di nuovo, quando mi svegliai di nuovo, fu per la fame, quando mi sono svegliata del tutto, presi la banana, la sbucciai tutta, me la infilo tutta in gola, ritiratolo fuori, cominciai a mangiarlo con gusto.

Dopo che mi sono rigirato nel letto per un po’, erano già’ le 9, così’ decisi di chiamare l’idraulico.
Io: “Pronto, sono un’amico di Nico, ho i tubi del bagno scoppiati, perde l’acqua dappertutto”
Lui, con tipico accento dei marocchini: “Si, va bene, mi dica dove abita, se le va bene passiamo tra un’ora. ”
Io: ”ok, va bene” e gli inviai pure indirizzo della mia casa.
Mi alzai, misi il cetriolo sul comodino per rifare il letto poiché il bagno rotto era quello privato della camera da letto, in parte anche per coprire la chiazza della mia squirtata di ieri sera, ma solo in questo momento mi resi conto che non posso farmi la doccia, cazzo, eh vabbè, mi sentiranno con tutto l’odore di sesso.
Mi acconciai come meglio potevo, vestendo normalmente come le mie abitudini, ovviamente senza mutande, mangiai qualcosa altro, e attesi.
Alle 9.10 suonarono al cancello, risposi al citofono: “Chi e’ ? ”
Lui: “Idraulico”
Aprii il cancello, quando arrivarono, notai che erano in due, ci presentammo: quello più vecchio si chiama Mohamed, mentre quello più giovane Mustafa.
Li condussi in bagno, e indicai dov’era il problema. E chiesi :”Quanti soldi pensa che serviranno per sistemare tutto?”
Il signore più adulto mi rispose: “Penso 500 euro in tutto” mi disse mentre quello più giovane mi fissava.
Io: “Non può fare un po di meno? sa non e’ un periodo facile.”
Lui: “Se lei ci lascia mangiare qua forse risparmiamo il tempo e ci aiuta, quindi le posso fare 400”
Io: “Ma io non so fare nulla”
Lui: “tranquilla, le diremmo noi cosa fare”
Allora cominciammo a lavorare, piu’ che altro mi facevano andare a prendere le cose in camion, o portare fuori i detriti del pavimento.
Arrivo’ quasi l’ora di pranzo, dissi che sarei andato a preparare da mangiare e chiesi se pasta, insalata e petti di pollo andasse bene per loro, mi dissero di si.
Quando stavo per uscire dalla camera da letto, il ragazzo giovane mi raggiunse, porgendomi il cetriolo che era sul comodino, e disse: “Signora, metta anche questo nell’insalata, a noi piace il suo sapore, e penso che a lei piacciono i cetrioli”
Rossa in volto perché’ aveva capito che cosa ci faceva lì, lo presi, e preparai da mangiare.
Durante il pranzo parlammo del più e meno, del fatto che come mai non c'è’ un uomo in casa, e come loro sono arrivati in Italia, e che sono soli, con le mogli in Marocco.
Dopo il pranzo,finimmo il lavoro ed erano le 13. Cercai di pagarli con 400 euro come da accordi, il vecchio: ”E no, lei non ci ha aiutato in tutto per tutto”
Io: “Come no? ho fatto tutto quello che mi ha chiesto”
Lui: “no no, abbiamo ancora un problema” così’ dicendo evidenzio’ il suo pacco.
Quanto grosso era, deve essere il cazzo della foto.
Io: “no no, non esiste”
Lui: “Allora pagami 550” con la faccia beffarda
Io:”Come? non erano 500?”
Lui: ”Si, ma mi hai creato questo problema, e per risolverlo devo andare da una puttana”
Io: “Allora vacci”, tirai fuori il portafoglio, tutta incazzata, ma quando l’aprii mi si gelò il sangue, avevo solo due pezzi da 20, e non ne avevo altro ne in casa né in banca.
Provai a convincerli che li avrei pagato mese dopo, ma nulla. Mentre discutevamo, i due mi guardavano sempre più’ vogliosi, e mi bloccarono in un angolo della cucina.
Mustafa aveva cominciato a mettermi le mani addosso, mentre quello vecchio mi abbracciava da dietro, appoggiando proprio il cazzo sul mio culo, deve essere enorme. Bloccata dalle braccia di Mohamed, Mustafa mi accarezzava le tette che erano libere dal reggiseno, e il piccolo stronzo lo noto’ subito, pizzicando i capezzoli, che si indurirono, mentre Mohamed mi baciava il collo e leccava il lobo dell’orecchio.
Ad un certo punto, il vecchio mollo’ la presa, pensai fosse finita questa storia, invece, non era nemmeno cominciata.
Si tolsero i pantaloni, e vidi due mostri in mezzo alle loro gambe.
Quello di Mohamed deve essere quello della foto, mentre quello di Mustafa, era un po’ più’ corto, parliamo sempre di 20 cm, ma grosso come una lattina di coca-cola, di quelle basse.
Mi si avvicinarono, mi presero le mani e li condussi verso i loro gioielli di famiglia, provai ad opporre resistenza, ma loro erano piu’ forti di me, e fui costretta a fare la sega, notai che non riesco neanche a circondare quello di Mustafa con una mano.
Speravo che finisse con la sborrata dei due, ma così’ non fu’, Mustafa mi si avvicinò e mi bacio’, serrai la bocca, ma mi chiuse il nasos due dita, costretta ad aprire la bocca per respirare, mi infilo’ la lingua, e cerco’ contatto con la mia lingua, mentre io di rimanere ferma, mentre Mohamed mi aveva abbassato i pantaloncini che mi ero messa stamattina, e lo sentii esclamare: “Ma guarda che bella troia che ci è’ capitato, addirittura senza mutande”, detto ciò, mi infilo’ due dita su per la figa, in modo brutale, gemetti’: “ah...”.
Cercai con un ultimo tentativo, inutile e morale più che altro, mentre il corpo stava accogliendo a braccia aperte quei due mega-cazzi.
Con Mustafa che mi bacia in bocca e io lo stavo segando, allargai più che potevo le gambe, per rendere la vita più facile a Mohamed nel lavoro di leccare la mia figa.
Ad un certo punto, Momo si alzò, mi trascinò sul divano in soggiorno.
Appoggiai le ginocchia sul divano e i gomiti sul poggia braccia, Momo mi si posizionò davanti porgendomi la verga da succhiare tutta, mentre Mustafa dietro, avendo il cazzo già tutto duro, punto’ la cappella all’entrata della mia figa, e con un colpo di reni, e da bastardo quale era, prendendomi per i fianchi me lo infilo’ tutto dentro, fui costretto a smettere di succhiare per quel respiro profondo causato dal dolore. “ahhhh siiiiii” e un lungo respiro, quando mi fui quasi ripresa, Mustafa comincio’ a stantuffare, due entra/esci corto, e una che tira fuori quasi del tutto, e lo ri-infila, sentivo le sue palle dure che sbattevano sul mio clito. In tutto questo godimento, non smisi di succhiare il cazzo a Momo nemmeno per un secondo, più’ che succhiarlo, e’ lui che mi scopava in bocca. Ebbi un orgasmo che mi fece tremare tutta, ma loro mi tennero ferma. E nel frattempo sento un terzo ospite, che cerca di intrufolarsi dall’entrata posteriore vedendo che festa, deve essere il dito di quello dietro, che subito da uno divennero due, e poi tre, mi stantuffava con il cazzo la figa. Quando il culo era largo abbastanza, quello dietro, si sedette sul divano, e mi trascino’ di lui, dandogli la schiena, mi sedetti su di lui, cercando di infilarmi il cazzo in figa, ma disse: “No, no, di figa ne ho già’ abbastanza, adesso voglio il culo”.
E me lo infilo’ in culo, sentendo quanto grande fosse, gli dissi di fare piano, che non ho mai preso nulla di grande come quel cazzo. Ma ovviamente non mi ascoltarono, Momo si era posizionato davanti a me, mi spinse in basso, e il cazzo di Mustafa entro’ tutto, mi lacrimavano gli occhi da quando male mi fece, nemmeno un secondo di pace per abituarmi a quel cazzo, sentii Momo che mi infilava il suo giocattolo nella figa. Non avevo mai fatto una DP, per non parlare di due cazzi grossi così. Mi diedero due secondi per abituarmici, e cominciare a scoparmi di irruenza e brutalità’. Venni un’altra volta, squirtando sulle loro palle.
Nonostante la scopata, le loro mani era sul mio corpo, dappertutto, clito, tette e quindi capezzoli vennero torturati e schiaffeggiati. Ad un ennesimo schiaffo, venni di nuovo, ma questa volta così’ forte che svenni.
Mi rinvenni che mi trovavo in letto, Momo di sotto, Mustafa dietro, si sono dati il cambio, quando si accorsero che mi ero svegliata, diedero piu’ forza nella scopata.
Dopo altri 5 minuti, sentii Mustafa grugnire.
Sentii i fiotti che mi riempirono l’intestino, almeno 6-7 fiotti di sborra, lo tiro’ fuori solo quando ebbe finito, si mise davanti a me, lo pulii con cura, quasi maniacale, usando la bocca anche se aveva un sapore strano.
Volevo che finisse prima possibile, dato che avevo il culo molto arrossato, e la figa voleva essere lasciata in pace, quindi decisi di cavalcare il bello destriero che avevo nella ventre. Dopo un po’, mi venne dentro anche lui, e contemporaneamente venni di nuovo e mi buttai verso il lato del letto libero supina con la pancia in giù’, beata, e goduta come non mai.
Intanto Mustafa si era già’ vestito, e disse: “Ma guarda che bella cavallerizza che abbiamo qua”, e tiro’ uno schiaffo sono sul mio sedere, poi riprese a parlare: “Capo, sono già’ le 17”
Il vecchio, si alzò’ di scatto, e disse: “Cazzo, devo andare a prendere mia figlia a scuola”.
Mi hanno mentito dall’inizio, che stronzi, ma non mi importava piu’. Non mi alzai nemmeno quando se ne andarono, sentii la porta sbattere e mi addormentai con la figa grondante di sborra marocchina.




Capitolo 3
Sono passati già’ 3 giorni da quando i due idraulici mi hanno sistemato per bene le tubature, ma sento di nuovo il bisogno di una sistemata, e mio ragazzo tornerà solo tra una settimana. Ormai con i dildi non riesco piu’ a soddisfarmi. Poi mi venne un’idea.
Chiama Mohamed.
Io: “Salve, come Alice, ho un altro problema, stavolta in cucina”
Lui: ”Ok, quando vuole che passi?”
Io: “Appena può”
Lui: “Saremo lì tra mezz'ora”
Io: “Ok”
Avevo pranzato da poco, così decisi che mi sarei lavata e preparata come si deve.
Feci la doccia, mi lavai la figa e il culo con cura, facendomi due clistere, poiché ultima volta non il cazzo che ne era uscito sapeva da merda.
Mi vestii, un paio di calze autoreggenti nere, che mi fasciano le gambe longilinee e al tatto lisce, quasi mi eccitai. Rigorosamente senza mutandine, una gonna a mezza coscia, stretta, che evidenzia il mio culo sodo, mentre di sopra avevo optato per un reggiseno a balconcino, fatto di pizzo, talmente striminzito che fa fatica a contenere le mie tette, indossai inoltre una camicia, che lascia molto sbottonata, talmente tanto che si vedeva per intero la parte del reggiseno in mezzo alle tette.
Mi truccai di brutto, come le puttane che devono andare a battere a bordo strada, passai sulle mie labbra il rossetto di color rosso fuoco, rendendo la mia bocca tutta da scopare.
Decisi che era abbastanza, ma mancava un’ultima cosa, sollevai la gonna, mi masturbai mentre attendevo, cominciai a bagnarmi, e continuai, ma fermandomi prima dell’orgasmo.
Continuai finché non suonarono al citofono, mi alzai dalla sedia, sistemai per bene la gonna, e aprii il cancello.
Lì attesi vicino alla porta di ingresso, entrarono, con il sorriso beffardo.
Mustafa: “Dov’e’ che perde?” disse chiudendo la porta.
Io, mettendomi un dito bocca, inumidendolo, lo tirai fuori, sollevai la gonna, e ficcai il dito umido in fica, girai due volte, e lo ritirai fuori, mostrando il dito bagnato, dissi: “In mezzo alle gambe ho una perdita, deve essere tamponata”
Momo non perse il tempo, si abbassa i pantaloni, e prese a masturbarsi, divenne duro in pochi secondi, mentre Mustafa aveva cominciato a togliere la camicia, sbottonando i pochi bottoni, e la sfilo’, mentre gli rendevo il favore tirando fuori la sua verga e segandolo.
Quando Momo si sentii duro abbastanza, mi prese in braccio, gli incrocia le gambe dietro, in tutto questo la gonna e’ finita sulla vita, non copriva piu’ nulla, e mi penetro’ in figa, ognitanto mi baciava sulla parte delle tette fuori dal reggiseno, io mi aggrappai al suo collo.
Mustafa invece si godeva lo spettacolo, io che salivo e scendevo sul corpo di Momo, con cazzo in figa, che letteralmente sbrodola, e io che mugolavo come una vera vacca: “ah si, scopami, scopami come una vacca, ti piace scoparti una troia italiana vero? ”
Ad un certo punto, sento Mustafa che si appoggia alla mia schiena col suo petto muscoloso, punto’ il cazzo verso la mia seconda entrata, mi entrò senza fatica, e cominciò a muovere il cazzo sempre più veloce e così fece anche Momo. Ebbi un orgasmo colossale, che mi sciolsi tutta, persi le forza nelle braccia, che mollarono la nuca di Momo, e caddero’ a peso morto. Ma i miei due cavalieri mi sostennero, uno con le braccia sotto le gambe, e uno tenendomi sollevata per il culo, nonostante orgasmo appena avvenuto, non mi diedero nemmeno un momento di tregua, finché non si stuffarono di scoparmi in piedi, camminando come un granchio, con me in mezzo, andammo verso la camera da letto.
Mustafa si sedette, Momo mi appoggio’ sopra di lui, sempre di schiena, scendendo mi infila il cazzo in culo, ma Momo si ritiro’ dalla mia figa, scontenta di quello che ha fatto, mugalai di protesta.
Momo: “Che c’e’? non riesci a starne senza nemmeno per due secondi?”
Non parlai, si avvicino’ di nuovo, pensai che volesse infilarmelo dov’era prima, ma all’ultimo mi accorsi che puntava al posto gia’ occupato dall’uomo sotto di me, urlai di protesta, con tutta me stessa scalciando, era troppo, con quei due cazzi in culo, ma mi tennero ferma e Momo mi entro’, sentire due cazzi in culo mi feci venire un’altra volta, dal culo uscirono del liquido, un po giallo, con dei segni rossi, deve essere il sangue dovuta alla doppia penetrazione anale.
Dopo un po’ Mustafa volle cambiare posizione, perché col mio peso sopra di lui, non riusciva a giocare con le mie zizze con la bocca. Allora mi girarono, Mustafa stavolta mi penetro’ in figa, lasciando il buco del culo bello aperto, che cerca di chiudersi lentamente, ma non ebbe il tempo necessario che Momo mi entrò’ dentro. Si muoveva con coordinazione, quello in culo faceva un avanti/ indietro, si ferma, quello sotto fa un su’/ giù, erano bravi, ebbi la sensazione che non sono la prima che loro si scopano.
Ebbi un altro orgasmo, stavolta vaginale, squirtai tanto, bagnai il pube di Momo e le palle di Mustafa, che cerco’ di prendere con la mano del liquido, e me la fece leccare, ehm buono, sapore di figa piu’ quello del liquido preseminale dei cazzi. Tentai di baciarlo, ma mi tiro’ uno schiaffo sonoro: “Come osi baciarmi dopo che hai bevuto il tuo squirto, brutta troia ingoia cazzi”
Non reagii, per la paura che si fermino. Allora decisi di prendere le redini della scopata, cominciai a muovermi, in modo forsennata, volevo farli venire, ma volevo la sborra in bocca, :”dovete venirmi in bocca, vi prego, ho tanta sete”, dopo 2 minuti, sentii il cazzo di Momo fremere, e capii che stavo per ricevere la prima razione di sborra marocchina in bocca, si tolse, si posizionò’ davanti a me, lo presi in bocca appena fu’ abbastanza vicino, con due due succhiate belle profonde, venne. Il primo fiotto cremoso mi colpì sulla lingua, un sapore acre, misto a un po di pipì, subito dopo il primo, ne vennero altri 4-5, ne persi il conto, ingoiai a più’ non posso, ma alcune gocce uscirono dalla bocca, ma le recuperai con la lingua. Ingoiata l’ultimo goccia di sperma, :”ehm… che buono, mi piace proprio”
Mustafa: “Preparati che arriverà’ un’altra porzione”
Mi sfilai da sopra di lui, mentre stavo pulendo il cazzo di Momo, che fece spazio e si stese vicino a me palpandomi le tette, continuai il mio lavoro di succhiare, ma con un cliente diverso, che venne, stavolta era più liquida, ma mi comunque, lui ne produsse di meno, penso 3-4 fiotti, con ultimo ne uscì davvero poco, come se avesse sborrato da poco.
Io: “Come mai così’ poca?”
Lui: “Con tutte le seghe che mi sono tirando pensando a te, e’ gia; fortuna che ne esce qualcosa, hahah”
Io: “hahaha, sono onorata allora”
Si stese anche lui, dall’altra parte, sono sempre in mezzo ai due. Ero contenta, ma non totalmente soddisfatta, quindi presi in mano i due cazzi, e comincia a segarli, quando ebbero una consistenza decente, lì feci avvicinare, e li succhiai, alternandomi. Mi sono sempre ritenuta una brava pompinara, succhiavo con passione, alternando lunghe leccate a partire dalle palle fino alla cappello, mentre succhiavo uno, segavo altro, poi cercai di prendere quello di Momo in bocca, tutta, quasi riuscii a toccare il suo pube col naso, ma dovetti ritrarmi a causa di un conato di vomito, ma mi tenne ferma la testa, e comincio’ a scopare la bocca, mollai il cazzo di Mustafa, per fermare Momo, ma non ci riuscii, e lasciai fare, ma cercai di coordinare la respirazione in modo da soffrire meno.
Nel frattempo, Mustafa si e’ posizionato dietro di me, e ha cominciato a scoparmi la figa, con veemenza, quasi euforia.
Quando Momo si stufo’ di scoparmi la bocca, disse che voleva provare la doppia in figa, non protestai, anche perché’ sapevo che non sarebbe servito a nulla, quindi mi sfilai dal cazzo di Mustafa, salii sopra a Momo, con due cavalcate me lo feci infilare tutta, quindi mi girai, feci segno a Mustafa di farsi avanti, presi il suo cazzo, e me lo puntai nella figa, fece fatica a entrare e mi fece pure male, urlai: “Si, spaccami la figa, allargala a dismisura, rompetemela”
Mustafa con un colpo di reni, mi entrò tutta, ebbi il primo orgasmo della seconda round, squirtai, ma meno di prima, cercai di stringere i muscoli della figa, per godere di più, ma il dolore era troppo, quindi lasciai stare.
Andarono avanti per almeno mezz’ora: “Stavolta che mi veniate in figa”, subito dopo le mie parole, sentii i cazzi pulsare, e venni sentivo che stavo per venire di nuovo, e dissi: “Più veloce, più veloce, così’ veniamo insieme”, come ultimo incitamento, vennimmo tutti 3 insieme, sentivo il brodo che esce dalla figa, mentre mi sentivo piena per la decina di fiotti di sperma che depositarono nel mio utero.
Rimasero dentro finché’ i cazzo non persero la consistenza, si sfilarono, mi stesi supina con la pancia in su e gambe aperte, avevo la figa che colava come un vaso pieno, ne presi un po di quel nettare con le dita, e l’assaggiai, buono, quasi dolce, un po’ acre e cremoso allo stesso momento. Mustafa mi osservo’ per tutto il tempo, poi uscì’ dalla stanza e tornò’ con un bicchiere, lo mise sull’uscita della figa, e mi disse di spingere, ne usci’ quasi mezzo bicchiere di quel miscuglio di piacere. Me lo porse,: “Eccoti servita il cocktail di casa”
Lo bevvi tutta di un sorso, mi piaceva, mi sentivo troia quando lo bevevo.
Momo ando’ verso il bagno, : “piscio e andiamo via, che si e’ fatta tardi”
Mustafa : “Ok, ma pisciare anche io”
Io: “E io ho bisogno di una lavata”, dopo un attimo di pausa, “Perche’ non mi lavate voi?” Momo uscì dalla stanza con la testa per sentire ciò’ che stavo dicendo
Mustafa: “Si, e ti facciamo pure di mangiare”
Io: “Beh, l’avete fatto no? ” dissi indicando il bicchiere vuoto,” comunque intendevo lavarmi col piscio”
A Mustafa si illumino’ gli occhi, mi prese per mano e entrammi in bagno, mi accovacciai in doccia, attesi masturbandomi, si posizionarono davanti a me, dopo quasi un minuto, fecero fatica a pisciare le due sborrate epiche appena avvenute, mi lavarono il viso con la pioggia dorata e calda, chiusi gli occhi, alcune gocce mi finirono su per i narici. Mi ordinarono di aprire la bocca, ubidi con piacere, sentii subito l’odore forte dello piscio, salata e acre, mi faceva schifo, ma ne ingoiai comunque un po’ il resto lì lasciai colare dalla bocca, indirizzarono i getti sulle tette proprio mentre divennero meno potenti.
Quando ebbero finito, mi guardarono schifati, si vestirono e andarono via, li accompagnai alla porta, tutta nuda, con un asciugamano che cercando di asciugarmi, aprii la porta, uscirono, ma prima di richiuderla, scorgo il mio vicino di casa che mi stava guardando dalla finestra di casa sua, sorrise beffardo, e spari’.
Tornai in camera, vidi il macello che c’era sul letto, ma decisi che mi sarei prima fatta la doccia, per il resto c'è’ tempo, come per mio vicino di casa, entrando in bagno, mi accorsi che ero davvero ridotta male, il rossetto sbavato, su tutto il mento, del trucco ormai non se ne vede più’ nulla, capello scompigliati. Mi stesi nella vasca a idromassaggio, aprii l’acqua, e mi addormentai.


di
scritto il
2018-07-17
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