La prima, calda estate di Mirko (VII) - Gelosia

Scritto da , il 2018-06-20, genere masturbazione

... continua da VI° parte...

“Sabry, a te come piacciono gli uomini ?” chiedo alla mia amica di chat.

Il rapporto con lei si era consolidato nel tempo, oramai la conoscevo da più di dieci giorni e non era passato un solo giorno senza scambiarci decine e decine di messaggi. Avevamo raggiunto una certa sintonia ed un discreto grado di confidenza, pensai quindi che quella domanda non fosse inappropriata.

Sabrina: “Non saprei Mirko, non esiste un tipo di uomo che mi piace più di un altro, dipende”,

Complimenti Sabri, davvero la risposta più piatta che mi potessi aspettare...

Mirko:” Eddai!! Dico esteticamente, ci saranno pure dei particolari che preferisci più di altri.”

Sabrina:”Ok, vediamo... mi piacciono alti, non troppo magri e non troppo muscolosi, non mi piacciono assolutamente depilati. Poi vediamo.. carnagione scura, occhi chiari.. e naturalmente ben dotati ahahah”.

Spesso le nostre conversazioni si condivano di qualche dettaglio piccante, lei sembrava aver messo da parte l'idea che fossi un ragazzino e credo conversasse alla pari con me.

Mirko: “Accidenti non è che io gli assomiglio molto...”

giocando sempre sul finto corteggiamento

“... apparte l'ultimo punto ovviamente.” Scherzai.

Sabrina: “Ma sentilo, ti stai facendo audace, ragazzino."

Mirko:”No no, è la pura e semplice verità.”

Lei rise, me lo scrisse. E risi anche io.

Sabrina: “Ciao Mirko, devo andare adesso. Se tutto va bene per domani.. ti farò una sorpresa.”

L'idea di una sua sorpresa mi trovò emozionato come un bambino.

Mirko: “Allora non vedo l'ora che arrivi domani, Sabri. Oltretutto tra qualche giorno è il mio compleanno. Divento maggiorenne eheheh”

Sabrina: “Ah finalmente, così almeno non finirò in galera per pedofilia."

Ci salutammo nella più euforica allegria.

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Dopo quanto accaduto quella sera (leggi episodio VI), stavo cercando di tenere lontano dal mio cervello l'immagine di mia madre.

Cosa ardua considerando che vivevamo sotto lo stesso tetto.

Quando non chattavo con Sabrina, cercavo di passare più tempo possibile fuori, ma evitare di incontrarla in casa era praticamente impossibile.

Oramai trovavo sensuale ogni suo gesto, ogni sua posa, anche la più insignificante.

La sua figura materna si stava velocemente estinguendo, lasciando il posto a quella sensuale di una bella donna completamente a suo agio con me.

Approfittando della bella stagione, la mamma aveva cominciato ad uscire anche la sera.

Si vedevano alla gelateria, lei e la ristretta cerchia delle sue più care amiche. Un gelato o un caffè, quattro chiacchiere e poi a casa a dormire. Meglio così, lontana dagli occhi.. lontana dal cuore... (anche se non era propriamente il cuore l'organo a cui facevo riferimento).

Solitamente uscivo anche io dopo aver cenato, ma ben presto le chiacchiere da bar di qualche ragazzino di quartiere mi annoiarono e smisi di scendere. Oltretutto non trovavo attraente nessuna delle tre ragazze che si univano al gruppo ogni tanto.

Restai quindi a casa, ed accesi il computer.

Skype era attivo e mi avvisò dell'ingresso di Sabrina.

Pensavo che non si connettesse la sera. O almeno così mi aveva detto.

Trovarla online proprio la sera che decisi di farlo anche io mi infastidì moltissimo.

Non persi tempo e subito cliccai sul suo nome scrivendole un messaggio.

Mirko: “Ehi, ma guarda chi si vede stasera.”

Passarono alcuni minuti, io restai incollato con gli occhi sullo schermo in attesa che scrivesse qualcosa.

Niente.

Con chi stava parlando ? Chi c'era dall'altra parte del suo monitor ?

Ero geloso. Marcio. Scrissi di nuovo.

Mirko: “Sabrina, ci sei ?”

Una strana agitazione si era impadronita di me, ingigantita dal fatto che per quanto potessi urlare, lei non mi avrebbe sentito.

E potendo scrivere qualsiasi cosa, sarebbe bastato non leggere per far sì che io non esistessi nemmeno.

Sabrina: “Eccomi, ciao Mirkino come stai ?”

Ignorai la sua domanda e volli subito sapere un paio di cose:

Mirko:” Come mai sei connessa stasera, Sabri ?” Nessuna faccina.

Sabrina:”Così, i figli stasera sono dal mio ex e non avevo niente da fare.”

Così ?! Mi ha risposto. Così ?! Non mi bastava assolutamente questa scusa.

Mirko: “Non sapevo che ti connettessi anche la sera, potevi dirmelo.”

Nessuna faccina.

Volevo che trasparisse tutto il mio sospetto e tutta la mia rabbia del momento.

Sabrina:”No, non mi connetto mai la sera, questa è la prima volta Mirko”.

Ero quasi sicuro che mentisse.

Mirko:” Ah ok, io stavo solo leggendo la posta. Devo andare. Ciao”

Chiusi seccamente la conversazione senza aspettare il suo saluto.

Anzichè uscire dalla chat mi resi offline e rimasi a guardare per qualche istante.

Poco dopo anche la sua icona sparì dai contatti attivi, era uscita anche lei.

E questo mi rincuorò non poco.

Andai a letto presto, ma non riuscì ad addormentarmi.

Sentì rientrare mia madre ed era piuttosto tardi, quasi l'una.

Feci finta di dormire, lei entrò in camera sua strisciando i piedi per non far risuonare i tacchi e poco dopo spense la luce e si mise a dormire.

Io restai sveglio ancora per un paio d'ore, poi crollai.

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I due giorni seguenti furono sabato e domenica.

Già... il famigerato weekend.

Il weekend cambiava di significato a seconda del momento.

Durante l'anno scolastico si attendeva il fine settimana con trepidazione e nonostante noi avessimo solo la Domenica libera, si cominciava ad uscire già di venerdì.

D'estate invece era l'opposto.

Nel weekend la mamma non lavorava, nel weekend tornava a casa mio padre e qualche volta si usciva per poter stare un po' insieme o per fare compere e commissioni più o meno importanti.

Tutto questo di riassumeva in un'unica semplice frase: meno tempo far farmi gli affari miei.

Oltretutto ero ancora agitato per la connessione serale di Sabrina e durante la nottata quasi insonne l'eco dei miei pensieri aveva amplificato il senso di impotenza nei suoi confronti e distrutto il mio ego.

Improssivisamente tra me Sabrina sembrò ergersi un muro, i cui pesanti mattoni erano le nostre evidenti differenze, trascurate dal trasporto emotivo di un'amicizia femminile nuova ed inaspettata.

Avevamo più di vent'anni di differenza, vivevamo in città diverse, lei aveva già due figli ed in fondo io non ero altro che un ragazzino. Come avrebbe potuto ricambiare quel che sentivo nel profondo.

“.. Mirko, ma mi stai ascoltando?” Mio padre evidentemente mi stava parlando ed io non me accorsi nemmeno.

“Ahemm... sì... no.. che stavi dicendo?”

Lui non prese bene questa mia assenza mentale.

“Oh, hai quasi diciott'anni ed è ora che ti svegli, ragazzino.”

Ragazzino, ancora quella parola.

Non risposi, decidendo di non ingaggiare uno scontro verbale in mezzo alla gente.

Per umiliarlo mi bastò pensare di aver annusato da vicino la fica di sua moglie e di avergli quasi inondato la faccia col mio seme.

Attesi la sera e verso le 23 accedetti a Skype. Lei era offline, comparvero però due suoi messaggi, lasciati nel pomeriggio.

Il primo:

Sabrina:”Ehi cucciolo, ma dove sei? E' tutto a posto ? Non ti ho visto in chat dall'altra sera e sinceramente mi sei sembrato strano, ho fatto qualcosa di sbagliato? In caso me lo dirai, lo sai che non abbiamo segreti noi. A domani spero.”

Il secondo era molto più breve:

Sabrina:”Ah sì...mi manchi.” con una emoticon dall'aria triste accanto ad un'altra con due faccine intente a baciarsi.

Quei due messaggi serali mi riconciliarono con lei e con il mondo intero, e come rilasciando la tensione di questi giorni tutta in una volta, mi appoggiai sul letto e mi addormentai.

Buonanotte Mirko.


… continua...

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