La spiaggia cap. 1

Scritto da , il 2018-06-08, genere sadomaso

Nel mio ultimo racconto sono stato criticato per l'italiano, vi chiedo scusa ma non sono madrelingua, cerco di fare il possibile per imparare al meglio la vostra lingua.
Se dovessero esserci degli errori vi prego di scusarmi.

Si sono susseguite tante mail, poi gli sms e infine qualche telefonata.
Sono mesi che chiacchiero con Aldo, dice di essere un master con alcune esperienze regresse, io non ho nessuna esperienza, ho solo la mia voglia di essere uno schiavo.

Nella vita reale mi chiamo Ivan, ho 29 anni fisico asciutto e atletico, lavoro per un agenzia informatica, sviluppo app per i cellulari e sono abbastanza bravo.
Ho sempre avuto l’impulso dello schiavo, da quando ho memoria ho sempre sognato di vivere una vita da schiavo ma non ho mai avuto il coraggio necessario.
Dopo tanti mesi di parole con Aldo decidiamo di passare ai fatti, incontrerò il mio padrone.
L’appuntamento è su una spiaggia, lui dice che nessuno la conosce e che saremo soli.

Sono le 7:00 e sono in prossimità della mia macchina, devo percorrere una pineta a piedi, poi arriverò sulla spiaggia..
Cammino piano, molto lentamente..Voglio darmi la possibilità di cambiare idea, ma la mia mente non riesce a comandare i miei istinti, vado avanti come un treno e in men che non si dica ecco la spiaggia…
Come da promessa è un luogo abbandonato, non c’è nessuno.
Nella mail c’era scritto che una volta uscito dalla pineta dovevo iniziare a camminare verso destra per 1km.
Inizio a camminare, mi guardo intorno…il posto è incantevole, inizio a scorgere in lontananza un ombrellone giallo, so che sotto quell’ombrellone c’è lui..
Arrivo vicino il suo ombrellone lui mi viene incontro e mi saluta come se fossimo vecchi amici.
L’immaginavo diverso, ma comunque è affascinante, ha 50 anni 170x80, una vistosa pancia barba e pochi capelli.
Iniziamo a chiacchierare del posto, su come l’ha scoperto, ci vuole poco per farci cambiare argomento…mi chiede se sono pronto e voglio continuare, vorrei dirgli di no ma ancora una volta i miei istinti hanno la meglio sulla ragione e gli dico un secco si…
Senza perdere tempo mi ordina di spogliarmi e di rimanere completamente nudo, io eseguo l’ordine all’istante poi mi mette un collare di pelle.
-inginocchiati e cammina come un cane-
eseguo l’ordine, lui lega un guinzaglio al collare e inizia a tirarmi, poi si ferma estrae una cinta da una borsa e inizia a frustarmi, più mi lamento e più forti sono le frustate, dopo una ventina di colpi si ferma e con il guinzaglio mi tira fino al suo ombrellone…
Lo vedo armeggiare con un plug metallico, senza dire nulla me lo infila nel retto
-inginozziati-
io ubbidisco mi tira i polsi dietro la schiena mi ammanetta e poi mi spinge a terra.
Mi lascia li al sole mentre lui va a sedersi sotto l’ombrellone all’ombra, si accende una sigaretta
-bruciano le frustate? Ne avrai altre, ci aspetta una lunga giornata-

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