La compagna di banco

Scritto da , il 2018-03-12, genere etero

Era primavera inoltrata e la lezione in classe stava diventando noiosa. Per fortuna essere in ultima fila mi permetteva di distrarmi e pensare ad altro.
Eravamo quasi alla fine della quarta ora,mentre ero perso nei miei pensieri sentii un piccolo sospiro accanto a me, girandomi notai Francesca, la mia vicina di banco, rossa in viso con gli occhi socchiusi e il respiro affannato.
"Tutto bene?"
"Si grazie" mi disse, poi chiese al professore di poter andare al bagno.
Mentre usciva la osservai distratto. Era una bella ragazza, occhi chiari incorniciati da un paio di occhiali da vista con montatura nera,capelli neri lunghi e un viso dall'aria innocente,non troppo alta un seno pieno, terza abbondante probabilmente, un culetto sodo e tondo. Eravamo compagni di banco da un paio di mesi da quando Marco, il mio compagno di banco storico, si era messo con Sonia e aveva voluto sedersi accanto a lei. In quei due mesi eravamo diventati abbastanza amici, nulla di che ma ogni tanto ci scambiavamo qualche battuta e avevamo incominciato a conoscerci meglio.
Quando rientrò sembrava aver ripreso il suo naturale colore e sembrava tranquilla quindi non badai più a lei e tornai a immergermi nei miei pensieri.
Il resto della mattinata passò noioso.
Quel pomeriggio a casa quando mi decisi ad aprire lo zaino trovai, con mia grande sorpresa, un paio di mutandine.
Delle normalissime mutandine bianche,con un leggero pizzo sul davanti, guardandole meglio notai che erano un po' sporche dentro, come se si fossero bagnate.
La mia mente cominciò ad elaborare.
Quella mattina a scuola Francesca non si era sentita poco bene, anzi, probabilmente si era masturbata accanto a me, magari strofinando le cosce, e dopo essere venuta, aveva chiesto di andare in bagno, si era tolta le mutandine e le aveva infilate nel mio zaino mentre ero distratto.
Questo pensiero mi provocò subito una forte erezione. Impugnai il mio membro e incominciai a masturbarmi furiosamente.Portai quelle mutandine al naso, odorando il profumo che gli umori di Francesca avevano lasciato su di esse.Appoggiai sul tavolo le mutandine e venni copiosamente sul punto esatto dove poche ore prima era venuta lei.
Rimisi nello zaino le mutandine, avevo deciso di stare al gioco.

Il giorno dopo appena Francesca venne a sedersi accanto a me mi salutò come se niente fosse La giornata proseguì normalmente, nulla mi fece notare in lei qualcosa di diverso. Questa cosa mi eccitò ancora di più. Passai tutta la mattina col cazzo in tiro nei pantaloni. Alla ricreazione corsi in bagno, mi masturbai ancora sulle sue mutandine, riempiendole del mio seme. Rientrato in classe prima della campanella le infilai nel suo zaino e continuai anch'io a stare al gioco e far finta di niente.
All'ultima ora, italiano, il prof decise di interrogare e chiamò alla lavagna Francesca.
Alzandosi appoggiò sul mio banco un piccolo oggetto.Sembrava un telecomando con due soli tasti ON e OFF.
Che diavolo era?Incuriosito provai a premere ON.Francesca, alla lavagna, stava rispondendo correttamente alle domande del professore, appena premetti il tasto la vidi fermarsi, chiuse un attimo gli occhi e sospirò. Dopo un secondo di attesa riprese a parlare,ma sembrava persa. Schiacciai OFF, Francesca riprese a parlare normalmente.
Era davvero quello che pensavo? Quelle cose le avevo viste solo nei porno che guardavo su internet. Francesca aveva un ovetto vibrante wireless infilato tra le cosce, e quello che aveva dato a me era il telecomando per attivarlo a distanza? Provai a premere ON nuovamente, un nuovo sussulto la pervase, tanto che il professore le chiese se andava tutto bene.
"si sono solo un po' accaldata" rispose.
Premetti OFF.
Finita l'interrogazione tornò a sedersi, era rossa in volto, come il giorno prima. Feci finta di nulla e schiacciai ON.Francesca chiuse gli occhi e si appoggiò allo schienale della sedia allargando leggermente le cosce. Indossava dei leggins grigio chiari,molto stretti, il tessuto aderiva completamente al suo corpo, una leggera macchiolina più scura risaltava all'altezza delle sue labbra. Non indossava intimo, adesso potevo notarlo chiaramente. Potevo vedere bene la forma delle sue grandi labbra gonfie di desiderio. Il mio cazzo era al massimo della sua erezione e premeva nei miei jeans. Vedevo i suoi capezzoli turgidi premere contro la stoffa della mia maglia che indossava. Il suo respiro si fece sempre più pesante stava per godere. La sua mano corse sul mio pacco, solo quel tocco mi provocò un orgasmo.Venni nei boxer nel momento in cui lei ribaltò la testa all'indietro lasciandosi scappare un gremito, era venuta anche lei, la macchia in mezzo alle cosce era molto più evidente.
La campanella di fine lezioni ci destò entrambi. Senza dire nulla Francesca rimise tutte le sue cose nello zaino e uscì di corsa. Rimasi li seduto immobile fino che non uscirono tutti, non volevo che qualcuno si accorgesse della macchia sui miei pantaloni, evidente segno del mio fresco orgasmo.Schiacciai Off, tanto Francesca era ormai lontana e fuori dalla portata del telecomando. Mi chiesi se l'ovetto un una volta fuori dalla portata del telecomando avesse smesso di vibrare o se avesse continuato fino a che lei non lo avesse spento manualmente. Questo pensiero me lo fece tornare duro. Rientra a casa cercando di nascondere questa nuova erezione.

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