Quel giorno con Moana ( una troia che legge Hume)

Scritto da , il 2017-11-22, genere etero

Tratto da una storia vera.

Sembrava un giorno come gli altri di quelli cioè, che passano con la monotonia della quotidianità. Ed invece quel giorno, esattamente il 19-11-1997, giorno del mio 18esimo compleanno, accadde qualcosa di veramente straordinario. Decisi di non andare a scuola e di organizzarmi un giorno tutto mio, con gli amici avrei festeggiato in estate, periodo in cui chi per ferie chi per altro, torna per poche settimane in paese.
Cosi dopo una doccia, prendo i soldi che avevo da parte, vado in garage e decido di prendere la Volvo. Direzione negozi per fare spese. Odio i Centri Commerciali, e odio spostarmi a Lecce per fare shopping, decido quindi di fare un giro per i negozi del paese del quale sono cliente abitudinario. (Anche i proprietari dei negozi, sono clienti del mio locale). Prima tappa, tabacchino per comprare le sigarette. quel giorno decisi di non fumare ne i Garibaldi, ne la Pipa, ma di tornare a fumare le Marlboro rosse. In realtà, in auto avevo ancora un parchetto di Camel con solo due sigarette rimaste. Prendo la strada per il centro. La mattina in centro è meraviglioso, parcheggi liberi, negozi deserti proprio come piace a me.
Saluto gli amici al Bar dell'Angolo, offro il primo giro. Scambio due chiacchiere con al signora del bar, saluto ed esco. Mentre mi avvio in pasticceria per ordinare la torta, il mio sguardo è attratto da una donna che sta passeggiando guardandosi in torno e chiedendo informazioni sui palazzi baronali in stile barocco che circondano la piazza del centro. E' bionda, portamento di classe, Giaccone di pelle, Ray Ban azzurri. Labbra rosse e un sorriso di quelli che ti invitano a fare pensieri erotici. Ad un tratto si volta e mi viene in contro:-Salve, posso chiederti una informazione?- Certo, dimmi pure-rispondo io.-Sto cercando l'hotel Astor, mi han detto che è da queste parti, ma non vedo insegne.- guarda, devi andare sull'altra piazza, se vuoi ti accompagno io, tanto devo passare da li. Possiamo fare la strada insieme- cosi, ci avviamo a piedi. Via Veneto aveva ancora molte serrande abbassate, erano quasi le 9. Ne approfittavo per fare da guida turistica, spiegavo la storia di Squinzano, come Vittorio Bodini ci descrisse e come, negli anni, non siamo mai cambiati. Cammin facendo ci troviamo all'ingresso dell'Hotel Astor, la invito ad entrare, e poi entro io.
-Buongiorno, ho una prenotazione a nome di MOANA P.-
Il portiere saluta prima lei, poi saluta me. Siamo paesani. -Stanza 25, la faccio accompagnare.-No, mi accompagna lui grazie. Cosi approfittiamo di conoscerci più a fondo.-
Saliamo in stanza. In quelle stanze, tutti noi del posto, abbiamo consumato, scopate, avventure, scappatelle e anche nottate brave in cui non ci andava di tornare a casa. Appoggio la valigia sul letto, lei invece, si toglie il giaccone, le scarpe e mi chiede se ho voglia di bere qualcosa. Apro il frigobar e naturalmente la bottiglia di malvasia bianca era disponibile.-Bene, adoro il vino, poi se bevuto con un ragazzo carino come te è ancora più buono- Sorrido. Prendo i bicchieri, lei mi appare sorpresa e mi chiede:-non sei timido, e secondo me non ti faresti scrupoli a scopare qui, adesso, con me.-No, niente scrupoli, e poi oggi compio 18 anni, sarebbe il regalo perfetto.-Il mio nome è Moana, ma anche Tania, Tiffany, Roberta, chiamami come vuoi, in fondo che importa conoscere i nomi?-Bhe, si è una formalità, come del resto i vestiti e la tua età.Però tu sei una donna con gusti raffinati, io adoro il raffinato ma in certe cose mi piace essere me stesso. Apro il vino e verso, lei mi guarda fisso, beve e non distoglie lo sguardo su di me.-Quante donne come me hai avuto? -le donne non sono oggetto, non le ho avute o possedute. Ho solo scambiato un pò di sano sentimento e materialità. Scoppia a ridere.
Posa il bicchiere, e in un secondo, mi porta le mani alla testa, e mi bacia.-ti voglio scopare, e lasciarti senza fiato- Ed io -Fai pure, non ho paura.
Cosi, mi tiro giu da me i pantaloni si vedeva tra i boxer un gonfiore, lei, con le sue mani, mi tira giù i boxer,e senza pensarci due volte, infila in bocca il mio membro, lo fa diventare duro, durissimo. -dai, infilamelo nella figa cosi duro su, vediamo se sai fare godere una troia che legge Hume...cosi ci trovammo a scopare. Ma più lo prendeva, più lo voleva e cosi via, lo voleva nel culo, nella figa, in bocca, dappertutto, addirittura mentre scopavamo, si accese una sigaretta per fumare.ad ogni botta che le davo, faceva un tiro lei ed uno io. Sborrai sul suo palmo della mano che poi si passò sulle labbra.
-sai? Mi sono innamorata di te.
-Io nenache. risposi e scoppia a ridere.
-Perchè non vieni via con me? Mi chiese;
-Perchè qui c'è la mia vita, i miei sogni, le mie avventure. Tu saresti impegnativa e prerogativa e non ho voglia di avere impegni e prerogative-
-capisco. hai le mani delicate che lavoro fai?
-Sto terminando gli studi, suono dipingo e scrivo quando non scopo.
-ah, perchè scopi spesso?
-Molto di più di quello che pensano gli altri. Ormai è come se fossi malato.
-appunto ti ho chiesto di venire con me. Ti farei morire della tua malattia. So come curare certi mali.
-grazie, apprezzo. Ah, beviamo alla nostra scopata e ai miei 18 anni.
-alla salute.

Mi rivesto. Rientro a casa . Stacco tutto e mi metto a letto.
Il giorno dopo avrei festeggiato il mio compleanno.

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