Notte estiva

Scritto da , il 2017-11-02, genere incesti

Era una caldissima sera d’estate, avevo messo un bebydoll di raso rosso, giusto per non andare a letto completamente nuda, difatti sotto di esso avevo solo un paio di comode mutandine.
Dormivo spesso così in quelle notti afose e ormai ero così abituata a quella mise, che non ci trovavo nulla di strano nel girarci per casa, soprattutto nelle ore notturne, giusto per arrivare in cucina a prendere un bicchiere d’acqua per rinfrescarmi.
Avevo notato più di una volta gli occhi non indifferenti di mio fratello sul mio corpo, ma me ne sono sentita sempre e solo lusingata che un ragazzo come lui potesse trovarmi attraente. Era mio fratello, non avrei mai potuto pensare qualcosa di più.
Quella sera dopo una piccola scappatella notturna al bagno tornai a dormire, divincolandomi tra le lenzuola in cerca di un po’ di frescura da quel caldo asfissiante.
Stavo quasi dormendo quando udii il rumore della porta che si chiudeva, ma solo dopo aver sentito i passi venire verso di me capii che qualcuno era entrato.
Il profumo inconfondibile di “one million” mi diede la certezza che quel qualcuno fosse mio fratello.
Rimasi ferma, con le orecchie tese cercando di capire che cosa cercasse nella mia camera, mille idee mi frullarono nella mente, ma nessuna si sarebbe avvicinata alla realtà.
Magari gli serviva il mio computer o forse cercava il mio diario segreto, ma quando lo sentii vicino a me capii che le sue intenzioni erano altre.
Scostò le lenzuola delicatamente facendo il solletico alle mie gambe, finchè non fui completamente scoperta.
Non mi mossi di un millimetro, ero impietrita e ancora di più lo fui quando lo sentii stendersi accanto a me. All’improvviso mille pensieri mi furono in testa, che cosa aveva intenzione di fare? L’unica certezza è che l’avrei scoperto presto.
Passarono secondi interminabili in cui avrei anche potuto pensare che non ci fosse più, se non lo sentissi respirare la mia aria.
Il mio viso affossato tra il cuscino e il materasso mi aiutò a far finta di nulla, soprattutto perché era alle mie spalle e non poteva vedere le espressioni del mio volto.
Quando con una mano sfiorò la mia gamba a salire, quasi ebbi un sussulto. Strinsi impercettibilmente il cuscino e cercai di mantenere un respiro regolare mentre superava l’orlo del mio pigiamino e proseguiva scoprendo ulteriormente il mio corpo.
Gli attimi di calma che vennero dopo mi aiutarono a placare i miei animi ormai frementi all’idea di quello che avrebbe fatto.
Toccò il mio sedere sopra le mutandine, lo accarezzò dolcemente, tutti i suoi movimenti erano molto pacati, come se volesse imprimere nella sua mente ogni gesto così come li stava imprimendo nella mia.
Le dita si insinuarono nella stoffa delle mutandine e la tirarono verso il centro, incastrandole tra i miei glutei. La tirò dall’alto fermandola per bene tra di essi, poi tornò ad accarezzarli con un pò di decisione in più. Le mani continuarono ad esplorare il mio corpo per la prima volta, arrancarono sulla schiena che era esposta ai suoi occhi ma il babydoll fermò la sua salita impigliandosi sul mio braccio. avrei voluto muovermi per facilitargli il compito, ma volevo vedere come se la sarebbe cavata.
Smise subito di provarci, si avvicinò ancora di più a me, le sue mani scesero dal volto alla mia scollatura e accarezzarono i miei seni tesi dall’eccitazione.
Non ero però l’unica che si stava scaldando, sentivo il suo membro crescere appoggiato alla mia schiena, spingeva nei pantaloncini del pigiama che doveva ancora avere indosso ed io mi mordicchiavo le labbra silenziosa gustandomi la sua eccitazione insieme alla mia.
Ero accaldata e non più per l’afa estiva.
Palpava i miei seni come se fosse la sua prima volta, con una goffaggine che quasi non riconoscevo in lui, famoso per essere un donnaiolo in tutto il paese.
Ma anche io, ormai più che iniziata a quelle pratiche, sentivo una confusione pari alla mia prima esperienza anni fa.
Viaggiava sul mio davanzale stuzzicando i miei capezzoli turgidi, quando ne prese uno tra le dita sentii la mia fica pulsare come se fosse l’interruttore che accendeva la mia voglia. Gridavo dentro, esplodevo ed impazzivo, cercando però di non tradirmi con lui tenendo un respiro regolare.
Le sue mani poi arrivarono ad accartocciare la stoffa del bebydoll scoprendo tutto il mio ventre e la mia intimità, ero sua e se mai ci fosse stato un ripensamento quello era il punto di non ritorno.
Insinuò le dita tra le mie cosce serrate stuzzicando a malapena il clitoride. Smise solo un attimo, quello in cui si liberò dei suoi indumenti per tornare accanto a me.
La sua pelle calda era a contatto con la mia.
La sua voglia bagnava la mia schiena e la mia non vedeva l’ora che dischiudessi le gambe per mostrarsi.
Presi coraggio e con un colpo di tosse mi volsi a pancia in giù piegando un ginocchio, mi sistemai al meglio, poi mi fermai di nuovo, come ad essere calata nel sonno.
Attimi di calma mi fecero pensare di averlo fatto scappare.
Ero già pronta, alla sua resa,a terminare il mio piacere da sola, ma fortunatamente lui non mi deluse.
Si avvicinò alle mie gambe e fece scivolare via del tutto le mie mutandine.
Poi toccò con un dito le mie labbra percorrendo tutta la mia fessura.
Saliva e scendeva la mia piega vogliosa ed io fremevo e desideravo averne di più.
Ormai non c’era mio fratello con me sul letto, ma solo colui che poteva e doveva darmi piacere.
Un dito entrò in me seguito subito dopo da un secondo. Nel silenzio della camera solo il rumore dei miei liquidi sulle sue mani e poco dopo si aggiunsero anche i suoi..
Capii che si stava toccando quando non riuscì più a trattenere dei mugolii, anche io avrei voluto urlare il mio piacere e la mia tortura, ma non potevo o rischiavo di far finire tutto all’istante.
Sperai ardentemente che mi desse quello che volevo. era da quando avevo sentito il suo membro crescere sulla mia pelle che desideravo sentirlo dentro.
Quando smise di toccarmi e si stese di nuovo accanto a me, pensai che fossimo tornati indietro, alle palpatine. Poi però sentii la sua asta marmorea cercare strada in me, entrò lenta e sembrava non volesse finire più arrivando sempre più a fondo, il mio respiro si fermò e forse anche qualche rumore uscì dalle mie labbra, ma non potevo iù restare indifferente a quello che stava succedendo.
Una volta entrato tutto cominciò la sua uscita. Aspettavo con ansia ogni movimento con il mio battito sempre più accelerato, entrò di nuovo e le sue mani mi afferrarono per fare presa in me. Sembrava quasi non gli importasse più di svegliarmi, contava solo il suo piacere. Il ritmo diventava sempre più incalzante ad ogni spinta, i gemiti non riuscivano più ad essere trattenuti, ero in completa confusione incerta se goderne o nascondermi.
Quanto davvero ero credibile nel non svegliarmi in tutto questo?
Feci un verso per vedere se si sarebbe fermato, ma nulla poteva porre fine in quel momento alla sua lussuria.
E neanche alla mia.
Entrava ed usciva aiutato dalle nostre voglie che si mischiavano in me.
Quanto sarebbe durata ancora questa tortura? Volevo urlare, volevo scoppiare e volevo che la sua presa su di me non finisse mai.
Era pura confusione nella confusione.
Quando udii i suoi versi più rochi intuii che tutto stava per finire. Sì, ma come?
Gelida pensai a tutte le sfacettature possibili.
Non prendevo anticoncezionali ed ero sicura che non stesse usando nessun tipo di protezione.
Uscì rapido, troppo rapido, lasciandomi quel prurito misto a voglia di averne di più.
Il suo seme inondò bollente la mia carne.
Schizzi caldi si imprimevano sul mio corpo statuario.
Ed io cercavo di rinsavire convivendo con l’idea che tutto questo era finito.
Lo sentii pulire i miei fianchi, cercando al buio le tracce del suo piacere su di me.
Poi si rivestì veloce sparendo dalla mia stanza.
Attesi qualche secondo per esserne certa, poi sorrisi.
Bravo il mio fratellone, questa non me la sarei mai aspettata da lui. Anzi, non me la sarei mai aspettata proprio.
Entrare, scopare e non lasciare tracce.
Peccato che in penombra non si sia accorto di aver lasciato parte del suo nettare su di me.
Lo raccolsi e me lo portai alle labbra leccandolo avidamente.
Anche se ero ancora più accaldata riuscii finalmente a prendere sonno, mio fratello era stato la perfetta ninna nanna di quella calda notte estiva.

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