Ricordi di una prostituta/3

Scritto da , il 2011-02-08, genere etero

Ero già vedova e lavoravo da "indipendente" (cioè senza protettore) su un viale all'estrema periferia est, esattamente dalla parte opposta della città rispetto a dove abito. Lavoravo di giorno e quando c'era bel tempo non restavo in macchina col cliente, ma scendevo e scopavo a terra, su una vecchia coperta o su un ritaglio scartato di gommapiuma. C'era,infatti, un vialetto con un posto nascosto dagli arbusti dove era possibile chiavare tranquilli a cielo aperto. Era settembre del 2003, se non sbaglio. Avevo, quindi, 54 anni, ma, come ho già detto nei miei racconti precedenti, il mio fisico reggeva (e tutt'ora regge...) bene e le due maternità non avevano inciso sulle fattezze del mio culetto nè avevano ingrossato i miei seni (fermi alla seconda misura, sia pure piena). Era una bella giornata, fresca ma soleggiata, e io ero appena uscita dal boschetto dopo essere stata con un cliente. Mi stavo sistemando le autoreggenti e davo le spalle alle macchine in transito: piegata com'ero, la minigonna si era alzata e le mie chiappe, col tanga a fare da...spartiacque, erano in bella vista. Sento una macchina che si ferma e il conducente che mi dice: "Che bel culo!" E io di rimando: "Ci vuoi mettere il cazzo?" "Quanto vuoi?" Dico il prezzo, lui parcheggia sul ciglio della strada dopo aver assentito e ci incamminiamo lungo il sentierino nascosto che ci porta al "letto matrimoniale". Durante i dieci metri scarsi di tragitto noto la sua impazienza, tant'è che trova modo di palparmi le chiappe un paio di volte. Arrivati a destinazione la solita trafila. Lui mi dà i soldi, io li metto dalla borsetta da dove traggo il guanto (di quelli con doppia lubrificazione, che io usavo e uso per il sesso anale) e un paio di fazzolettini, abbasso le mutandine-tanga e scopro i seni, lui mi accarezza con una mano la figa, poi mi succhia le tette e a quel punto gli faccio: "Dai, abbassa i pantaloni". Lui li abbassa e...che cazzo! Una proboscide da non dire! Mai vista una roba del genere nemmeno da un nero! E mi deve venire nel culo! Orbene, io sono dotata di grande elasticità, sia vaginale che anale: una bella fortuna per una puttana di lungo corso come me. Una fortuna che mi permette di lavorare bene ancor oggi, a 62 anni compiuti. Ma vedere un uccello del genere mi ha fatto verir voglia, di prim'acchito, di restituire i soldi e dirgli: "No, non se ne fa niente. Piuttosto ti faccio una sega gratis!". Ma, come sempre, la mia professionalità ha avuto il sopravvento: mi sono fatta coraggio, se così si può dire, e fingendo indifferenza gliel'ho preso in mano e ho cominciato a smanettare. Diventato bello duro gli ho messo il guanto, mi sono bagnata il buco con la saliva, mi sono messa in ginocchio voltandomi alla pecorina e quando lui me lo ha puntato contro lo sfintere non sono riuscita a trattenermi e gli ho detto: "Piano eh! E' il culo di una troia ma è sempre il culo!" Beh, lui è entrato piano, è stato delicato per carità, ma quel cazzo enorme l'ho "sentito" come quello di Franco quando mi ha sverginato il secondo canale. Non vedevo l'ora che semettesse, mentre mi pompava gli dicevo: "Sborra! Sborra!", ma invece lui ci ha dato dentro per un po' prima di venire. Quando lo ha tolto mi sono sentita come liberata. Il culo mi bruciava come la prima volta. Con nonchalanche (ah! la professionalità!) mi sono asciugata con un fazzolettino, con l'altro fazzolettino ho tolto il preservativo al cliente e gli ho pulito la mazza, mi sono sistemata il tanga, ho rimesso le tette nel reggiseno e insieme a lui sono tornata al posto di lavoro. Salutandolo non gli ho detto, come facevo di solito con gli altri clienti, "torna a trovarmi"....potete ben capire perchè! E infatti non l'ho più rivisto. Il bello di quella giornata è che neanche dieci minuti dopo si accosta una macchina e il conducente mi chiede: "Lo prendi nel culo?" E io: "Di solito si, ma oggi ho un problema. Se vuoi torna domani". Arrivate le 18 ho smontato e sono andata a prendere mia cognata perchè quel giorno eravamo lì con la mia auto. Nel viaggio di ritorno ho fatto guidare lei perchè non riuscivo a stare seduta bene. Le ho narrato l'accaduto e, arrivate a casa, prima ancora di lavarmi la figa ho fatto fare un'ispezione anale a mia cognata. Lei, munita di pila, a dirmi "E' un po' arrossato, ma è tutto a posto" e io a chiederle: "Sei sicura Lory?" e lei di nuovo "Si, tutto regolare". Saremo andate avanti sette-otto volte così. Dopodichè mi ha spalmato per bene il buco con una crema emolliente e il mattino dopo, a parte una lieve dolenzìa, non c'era traccia di quanto accaduto il giorno prima. Ebbene, quel cliente che il giorno prima mi aveva chiesto la prestazione anale che non avevo potuto (o voluto?) soddisfare si è ripresentato. Ci siamo fatti una bella inculata e, a parte un piccolo fastidio al momento della penetrazione, tutto è filato liscio. Da allora problemi del genere, che in quella misura non avevo mai avuto neanche prima, non ne ho più avuti. Anche perchè cazzi come quello non ne ho più visti.

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