Nella mente di Alice (cap 4)

Scritto da , il 2017-07-29, genere dominazione

-Occhi-

Attesa, mai è stata tanto struggente. Ferma, aggrappata al tavolo, piegata a novanta gradi le gambe tese e il sedere all'insù. Attende lui, il marionettista che sembra essere svanito nel nulla, fino ad ora non si è voltata, ma dopo tutto questo tempo lei sente il bisogno di farlo, quest'idea si insinua dentro come un insulso tarlo e inizia lentamente a divorarla. Non pensa a nient’altro tranne che a voltarsi. Prima di sollevare il busto di pochi centimetri dal legno, Alice ha come un presentimento, lui forse non se n'è andato ma ha fatto si che lei pensasse il contrario. Eppure, quel presentimento troppo sottile non mette in guardia Alice tanta è la voglia di sollevarsi, è determinata a farlo e ci mette tutto lo charme che possiede, inutile a dire il vero visto che dietro di lei non c'è nessuno, ma in una parte remota del suo cervello, Alice, è convinta di non essere sola. Lascia che i palmi delle sue mani spingano sulla superficie fresca e lentamente il busto si solleva a poco a poco, inarca il bacino mettendo in evidenza il suo sedere per una frazione di secondi prima che il suo busto non fosse completamente eretto. Ansima, le mani poggiano sul bordo del tavolo, aggrappata ad un ancora di salvezza. Troppa è la curiosità. Si volta lentamente, paura. Ha paura di trovarsi di fronte lui o chissà chi. Nel momento in cui gli occhi nocciola della giovane si guardano intorno, di fronte lei, uno scenario che la fa rabbrividire. Il teatro. Lei si trova in un teatro, nuda sul palco, involontariamente le mani si aggrappano al bordo in legno. Il tempo si ferma. Silenzio, imbarazzante che ti penetra dentro e ti umilia. Il cuore di Alice perde i battiti nel soffermarsi su mille o forse più occhi intenti a fissarla, ha l'istinto di coprirsi ma due mani sarebbero poche. Silenzio, non è mai stato tanto assordante. Come ha fatto a non rendersi conto delle persone dietro di lei? Da quanto la sala è piena? E soprattutto, dov'è finito lui?


“Sei il mio spettacolo Alice!” una voce, la sua voce rintona tra la gente.

“La mia marionetta in carne e ossa” continua.

Mai sono state tanto vere le sue parole. Il marionettista ha messo un tassello importante, tutti i pezzi si compongono.
“Manca poco e capirai!” esclama mentre avanza nel corridoio centrale, di fronte a lei.
Alice non ha voce, il suo io interiore urla e scalpita ma lei è pietrificata, una statua di sale, i suoi arti diventano molli e lei si aggrappa al legno con le rimanenti forze.

“ Devi guardare dentro te stessa Alice” il marionettista è salito sul palcoscenico, “vincere le tue voglie, lasciarti andare, farti guidare da me. Concediti a me e ti farò vivere in eterno.”

Frastornata e impaurita Alice continua a non muoversi, ora come ora vorrebbe solo svegliarsi nel suo letto, al sicuro e scoprire che si tratta solo di un sogno.
-È un sogno, solo un sogno Alice...
nessuno ti farà del male seriamente-

Quelle facce, quei sguardi indagatori la umiliano a tal punto da trovarsi a fissare il pavimento legnoso, eppure il suo sesso continua a pulsare e a bagnarsi. Si maledice da sola.
Andrea da il giusto tempo per far sì che la giovane assimili. Concedersi a lui, cosa comporta? Quale sarà il prezzo da pagare? Ogni cosa ha un prezzo, Alice è consapevole di ciò, come sarà lasciarsi andare completamente a lui? Domande, solo domande.
L'unica risposta plausibile che trova, anche se più che una risposta sembra una giustificazione neanche tanto plausibile, è il sogno, e nei sogni si può credere ed essere tutto.
-Solo un sogno Alice- un mantra ripetitivo, tuttavia anche se il cuore le pompa una quantità esorbitante di sangue nelle vene da poter scoppiare, sentire le gambe cedere se non fosse per il tavolo, le guance di un porpora acceso, quel senso di inadeguatezza per essere scrutata nel profondo, Alice trova il coraggio per sussurrare un “si” con tutta la decisione che riesce a cacciare fuori. Il suo si anche se sussurrato, rimbomba nel luogo dove l'unico suono udibile è la sua voce, le persone sedute sulle comode poltrone rosse non si muovono e non parlano ad Alice danno l’impressione di non respirare.


“Stenditi ” ordina Andrea, la giovane obbedisce senza opporsi,non trova alcuna soluzione anche se arriva a pensare di essere pazza, forse lo è o forse no.
Ora, è terrorizzata.
Stesa ed a occhi chiusi, Alice attende ancora e ancora, secondi e minuti interminabili passano in un silenzio spettrale. Ha di nuovo la sensazione di essere sola, ma sa che non è così.
Poi ad un tratto percepisce mani accarezzare il suo corpo, dita sottili delicate seppur forti, fermare le sue braccia. Altre mani, dita ugualmente delicate iniziano ad accarezzare il contorno delle labbra scendere sul collo intrecciarsi intorno ad esso e far sentire una leggera pressione, andare sui seni e stringere i capezzoli. Altre mani ancora, iniziano a sfiorare le gambe risalendo lentamente fino ad insinuarsi tra le cosce. Alice è immobilizzata, totalmente succube di quelle mani che continuano ad essere insistenti e a tastare ogni piccolo centimetro del suo corpo.

“Apri gli occhi Alice” Andrea ha parlato.

Alice lentamente sbatte le palpebre, due volte, prima di mettere a fuoco quei visi dai tratti orientali, due donne anzi no, sono quattro! Due avanti a lei, puntano i loro occhi azzurri nei suoi, le mani a carezzare le cosce e il suo interno, le altre due sono dietro le spalle passano le loro mani delicatamente sul seno. Seppur la giovane è in uno stato confusionale quei loro massaggi delicati hanno iniziato a farla godere, non riesce a spiegarsi il motivo di quel profondo desiderio verso quelle mani, le brama ancora, altre mani ancora a soddisfare il suo piacere.

“ Lasciati andare Alice, godi per me!” esclama Andrea, la ragazza non riesce a guardare i suoi occhi ma è sicura che la sta fissando, li percepisce addosso come gli altri mille o forse più.

Non ha forze di sottrarsi, le donne non gli lasciano scampo, con le loro mani, lingue e bocche sfiorano ogni centimetro della sua pelle facendola cadere in un pozzo senza fondo di lussuria. Gemiti e mugolii delle quattro si mischiano ai suoi creando una musica perversa ed eccitante.
Se solo Alice potesse vedere lo sguardo di Andrea, il suo viso… un ghigno perverso gli decora le labbra.

Questo racconto di è stato letto 2 6 9 9 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.