Ho sottomesso​ e umiliato​ mia figlia 2

Scritto da , il 2017-04-20, genere dominazione

Sono passati due giorni dalla dura punizione che ho inflitto a mia figlia e le cose procedono tranquillamente a casa. Io e Giulia abbiamo sempre avuto un rapporto aperto e sincero anche se, quando mi fa arrabbiare, sono molto severa.
E' giovedì mattina e mi alzo alle 7 del mattino, faccio colazione con calma mentre Giulia dorme ancora. Alle 8 arriva la mia amica Giovanna a prendermi con la sua auto perché abbiamo in programma di passare una giornata assieme in un parco acquatico fuori città. Mentre siamo in viaggio mando un messaggio whatsapp a Giulia perché lavi il pavimento di tutta casa, stenda i panni appena lavati e cambi le lenzuola del mio letto. Lei non mi risponde ma ho visto in basso a destra la doppia spunta blu, per cui certamente ha letto il messaggio e sa benissimo che deve fare le faccende che le ho appena chiesto di fare. Io e Giovanna nel frattempo passiamo una bellissima giornata a prendere il sole, a fare il bagno, a ridere e scherzare come due ragazzine.
Arrivo a casa alle ore 20, le luci sono spente. Immagino che Giulia sia uscita con le amiche e rientrerà tardi. Entro in casa e la prima cosa che noto è che il pavimento è sporco, mi dirigo in bagno e i panni sono ancora nella lavatrice e ovviamente le mie lenzuola non sono state cambiate. Mi sale una rabbia che vorrei prendere a sberle quell'irresponsabile di mia figlia. Cosa le salta in testa? Non le è bastata la lezione ricevuta l'altro giorno? Ma quante ne vuole prendere quella ragazza?
In quell'istante mi blocco perché, ora che ci penso con freddezza, quando l'ho bacchettata, le ho passato un dito sulla passera ed era fradicio.
Non ho più dubbi: lo ha fatto a posta a disobbedire. Quella ragazza adora farsi picchiare proprio come suo padre, il mio ex marito.
Ok, la ragazza vuole sfidarmi? Avrà pane per i suoi denti.
Dopo avere svuotato il borsone con i panni sporchi della giornata appena passata in piscina, vado in garage per organizzare la punizione esemplare che voglio infliggere a quella ragazzina.
Apro la porta, accendo la luce e cerco un vecchio materassino di gommapiuma che sono sicura di avere in uno scaffale. Appena lo trovo lo pulisco dalla polvere in eccesso battendolo con un battipanni. Devo dire che, grazie a questa punizione, posso unire l'utile al dilettevole perché erano anni che volevo trovare una destinazione per lo sgabuzzino del garage che è sempre rimasto vuoto e inutilizzato. Lo sgabuzzino in questione, è una stanza di 2 metri per 2 con una piccola finestrella e una bella porta di metallo. Questa stanzetta è perfetta per le mie intenzioni: voglio che mia figlia sperimenti la prigionia. Metto il materassino sul pavimento della cella di detenzione e rivolgo ora la mia attenzione su quella che sarà la stanza della tortura che Giulia dovrà subire. Al centro del garage, dal soffitto, pende una catena alla quale aggancio il sacco da boxe quando la macchina è parcheggiata fuori dal box auto. La catena in questione è regolabile in altezza grazie al fatto che passa per un robusto gancio attaccato soffitto per poi bloccarla alla parete con un lucchetto a seconda dell'altezza desiderata. Questa catena è perfetta per agganciarvi quella impudente di mia figlia. Ora che è tutto pronto non mi resta altro da fare che andare a letto, perché l'indomani mi voglio divertire.
E' sabato mattina, mi alzo alle 8 sfoggiando un bel sorriso perché non vedo l'ora di cominciare. Vado in bagno a lavarmi la faccia, torno in camera mia, apro l'armadio e prendo un vestito corto nero di pizzo e un paio di scarpe nere con il tacco basso. Mi guardo allo specchio e c'è qualcosa che non va. Non è qualcosa in meno ma qualcosa in più che indosso: le mutandine. L tolgo al volo, ora si che sono pronta! Apro il secondo cassetto del comò e tiro fuori due paia di manette di metallo, uno per i polsi e uno per le caviglie, e una frusta di cuoio nero. Porto tutti gli attrezzi in salotto e li metto sulla poltrona. Mi dirigo in camera di mia figlia che dorme profondamente. Le accarezzo il viso dolcemente e poi prendo l'estremità del lenzuolo che la copre tirandolo e lasciandola scoperta. Giulia si sveglia di soprassalto, spaventata e ancora mezza intontita dal sonno.

'Che succede mamma? Perché mi hai svegliata così?'
'Alzati subito. Ti aspetto in salotto'

Appena arriviamo in salotto mi siedo sul divano e osservo mia figlia ancora assonnata. Lei indossa soltanto mutandine e reggiseno bianche. La osservo sorridendo maliziosamente perché pregusto il piacere che proverò nell'infliggerle la punizione che merita e sono certa di essere già bagnata intimamente.

'Mamma posso chiederti perché ​sei vestita così?'
'Le domande le faccio io: per quale motivo non hai fatto le faccende di casa che ti ho ordinato di fare?'

Giulia impallidisce e guarda verso il basso per vergogna

'Rispondimi!'
'Scusami, mi sono dimenticata'
'Le tue scuse da ragazzina viziata non laveranno il mio pavimento, né riusciranno a stendere i panni o a cambiare le mie lenzuola'
'Ok adesso faccio tutto quanto'
'No! Ferma lì! Ora fai quello che ti dico io e stai zitta! Sono stufa della tua mancanza di rispetto nei miei confronti!'

Giulia abbassa ancora lo sguardo arrossendo in volto

'Ora togliti la biancheria intima'

Giulia obbedisce senza fiatare, ha capito che verrà punita. Io mi alzo e prendo dalla poltrona le manette per le caviglie, mi abbasso e le ammanetto i piedi.

'Ora vai in cucina, mi prepari la colazione e me la porti qui in salotto'

Giulia si reca in cucina e ogni passo che fa per me è una goduria perché sento la catena delle manette che tintinna. E' un suono celestiale che simboleggia la mia supremazia su di lei. Dopo pochi minuti arriva in salotto con un vassoio sul quale vi è un cappuccino fumante, una brioche, biscotti, uno yogurt e un bicchiere di succo di frutta.

'Bene, ora provvedi a fare ciò che ti ho ordinato ieri mentre faccio colazione'
'Si mamma'

Con calma mangio e osservo con piacere mia figlia che sbriga le faccende completamente nuda con le catene ai piedi come una schiava. Finisco di mangiare e mi sdraio sul divano leggendo una rivista e, dopo meno di due ore, Giulia si presenta davanti a me:

'Mamma ho sbrigato tutte le faccende che mi hai ordinato di fare'
'Bene. Ora però mi devi dire la verità: perché non hai sbrigato ieri le faccende?'

Giulia diventa rossa in viso e abbassa lo sguardo

'Rispondi, su!'
'Ecco io....... l'altro giorno, quando mi hai punita, ho...... provato piacere e........ ho deciso di disobbedire per farmi punire ancora'

Il mio volto si illumina nel sentire tali parole. Una scossa elettrica parte dal mio cervello, percorre la mia schiena per rilasciare una scarica di piacere nella mia figa.

'Bene, sono contenta che lo abbia ammesso. Sono pur sempre tua madre, lo sai che puoi dirmi tutto'

Giulia si rilassa e abbozza una smorfia di approvazione nel sentire le mie parole comprensive

'Tuttavia, anche se comprendo le ragione delle tue mancanze, hai disobbedito e ti devo punire. Sei pronta a subire le conseguenze delle tue azioni?'
'Si mamma'

Mi alzo in piedi, giro attorno a mia figlia che resta immobile a guardare dritto di fronte a sé.

'Mani sulla testa, detenuta'

Giulia esegue l'ordine senza fiatare, io mi avvicino alla poltrona, prendo le manette la ammanetto con le mani dietro la schiena

'Ora ti porto in cella'

La afferro per un braccio e la porto nello sgabuzzino del garage, apro la porta e, sulla soglia, apro un bracciale delle manette, la faccio girare e le richiudo le manette ai polsi per davanti. Chiudo la porta a chiave e me ne torno in salotto soddisfatta per averla imprigionata come una schiava. In quei momenti mi sono immaginata lei nuda, in catene su quel materassino, umiliata e in attesa di essere punita. Non mi sono trattenuta e ho deciso di masturbarmi fino a venire come una fontana. Mi rilasso qualche minuto, mi alzo e guardo fuori dalla finestra: anche oggi è una splendida giornata di sole.
Mi dirigo in cucina per preparare un pasto per la detenuta. Le preparo un piatto di pasta al pomodoro e ci metto del parmigiano che so che adora e una forchetta. Prendo anche una caraffa vuota e mi dirigo in garage, infilo la chiave nella toppa della cella, apro la porta e appoggio il piatto per terra vicino ai piedi della detenuta. Giulia è seduta sul materassino con i gomiti appoggiati alle ginocchia tenendo la gambe leggermente divaricate. Non si ribella, ha accettato la sua condanna.

'E' ora di mangiare, detenuta'
'Grazie'
'Aspetta! Che sbadata! Ho dimenticato di darti qualcosa da bere'

Afferro la caraffa, divarico le gambe e la posiziono sotto la mia bella figa depilata dalla quale parte un flusso di urina calda assieme ad un gemito liberatorio'
'Aaaaaahhhhhh, finalmente mi libero!'

Giulia mi guarda il basso ventre con gli occhi sbarrati. Io sorrido soddisfatta, sollevo la caraffa per guardare fino a quale tacca è arrivata la mia urina. Ho riempito la caraffa per mezzo litro.

'Immagino che avrai sete dopo aver lavorato tutta la mattina con questo caldo, vero?'
'Sssii'
'Buon appetito detenuta'

Appoggio la caraffa per terra vicino al piatto e chiudo a chiave la porta. Torno in cucina e mangio il piatto di pasta che ho preparato anche per me bevendo della semplice acqua. Mentre mangio non smetto di sorridere pensando alla mia schiava che mangia per terra e beve il mio piscio. Sto godendo tantissimo!

Dopo pranzo mi reco dalla mia detenuta per prendere il piatto, apro la porta e vedo che ha mangiato tutto e nella caraffa è rimasto circa un ​terzo del contenuto totale

'Era buona la pasta? Mi fa piacere che ti sia piaciuta. Ora però finisci di bere'

Nel pronunciare queste parole sorrido beffarda incrociando le braccia, Giulia prende la caraffa e senza esitazioni beve fino all'ultima goccia mentre io provo un brivido che corre lungo la schiena.

'Grazie, era tutto molto buono'

Prendo un secchio di metallo e della carta igienica che metto nella cella sempre a fianco del materassino

'Questo secchio è il tuo cesso ora'

Prendo i resti del pranzo e chiudo di nuovo a chiave la porta della cella. Torno in cucina a lavare i piatti e poi guardo un po' di tv. Dopo un'ora spengo il televisore, prendo la frusta e mi dirigo verso il garage, tiro fuori la macchina e la parcheggio in cortile. Rientro chiudendo il portone del box e vado verso la cella. Apro la porta e la prima cosa che voglio vedere è il secchio. Ho notato che c'è una bella quantità di urina ma non c'è la carta igienica dentro.

'Non ti sei pulita dopo aver pisciato?'
'Mi sono pulita con le dita perché quella carta igienica è ruvida'
'Ok, adesso alzati'

Giulia si alza e la conduco al centro del garage, aggancio le manette alla catena, mi avvicino al muro e lentamente la tiro verso di me. La catena si tende, le braccia di mia figlia ora sono tirate verso l'alto, io ci metto un po' di forza in più perché voglio che il suo corpo sia teso come una corda di violino.

'AAAAAAAAAAAHHHHHH'
'Zitta!'

Perfetto. Giulia ha soltanto le punte dei piedi che toccano terra e io blocco con il lucchetto la catena, prendo la frusta e giro attorno alla mia preda sfoggiando un sorriso che esprime grande soddisfazione mentre lei si abitua alla posizione. In garage riecheggiano soltanto il rumore dei miei passi e i versi di Giulia che si fanno più radi grazie la fatto che i suoi muscoli si stanno adattando alla situazione. Accarezzo il suo corpo con la frusta per qualche minuto e i suoi capezzoli reagiscono di conseguenza.

'Aaaaahhhh è piacevole stare così ora'
'Silenzio! Non sei qui per godere'

Mi posiziono alle sue spalle e osservo le sua silhouette perfetta, la tensione è al massimo ed io sono eccitatissima.

'Bene, è ora di cominciare. Se vuoi urlare fallo pure, tanto non ti sentirà nessuno'
'Quante frustate mi vuoi dare?'
'Quante ne vorrò io. Non serve che le conti'

Comincio a colpirla e lei stringe i denti. La colpisco a ritmo di 2 colpi alla volta dandole un colpo di diritto e uno di rovescio. Le giro attorno, la colpisco alla schiena, ai fianchi, alle gambe, sul seno, sull'addome. Le ho dato circa 30 frustate. Faccio una pausa, mi avvicino e passo con le dita sui segni rossi che le ho appena inflitto. La sua pelle è rovente e questo suo calore mi fa bagnare ulteriormente. Stringo tra pollice e indice una porzione di pelle applicando una pressione sempre maggiore

'AAAAAAAAAHHHHHHHHH! Fa malissimo!'
'Queste si chiamano conseguenze, mia cara. Hai voluto sfidare la mia autorità? Ora la paghi'

Le do altre 10 frustate, mi fermo ancora e le pesto le dita dei piedi applicando una pressione sempre maggiore. Godo nel vedere il suo volto contorcersi dal dolore

'AAAAAAAAAHHHHHHHHH! Fa malissimo! Ti prego! FERMATI!'

Tolgo il piede dalle sue dita e le do un ceffone che le fa arrossare la guancia.

'Immagino tu abbia caldo, vero?'
'Ssssiii'

Vado nella sua cella, prendo il secchio con il suo piscio e mi avvicino a un metro da lei. Ha gli occhi chiusi e non si aspetta di ricevere una secchiata di urina, il che rende la situazione ancora più divertente. Le tiro la secchiata di urina colpendola in faccia e sul seno. Lascio cadere il secchio e contemplo questo spettacolo celestiale: la sua urina cola su tutto il suo corpo e fino alle gambe e mi soffermo a guardare i suoi piedi ammanettati bagnati del suo piscio.
Prendo di nuovo la frusta e le do un'altra decina di colpi più forti dei precedenti perché so che saranno gli ultimi.
Scendono le lacrime dal suo viso e mi fermo. Mi avvicino e la accarezzo con dolcezza questa volta. Le mie dita scorrono sulle sue piaghe e facendola tremare come una foglia. Mi alzo in punta di piedi e stacco le manette dalla catena, i piedi di Giulia toccano terra per intero e le sue braccia si abbassano.

'Ora ti riporto in cella'

La richiudo a chiave in cella tenendole ancora mani e piedi ammanettati. La libererò domani mattina. Il pomeriggio e la notte passano serenamente. Arriva sabato mattina, sono le 8 e mi dirigo in garage per liberarla. Apro la porta e noto che sta ancora dormendo coricata su un fianco.

'Giulia? Svegliati, dai!'

Goffamente si alza dal materassino e la libero dalle manette. La ragazza puzza molto e sono certa che si è masturbata in cella.

'Ora vai a lavarti'
'Si mamma'

Giulia si reca in bagno per fare la doccia mentre io preparo la colazione per entrambe. Dopo pochi minuti arriva soltanto con l'asciugamano addosso e il viso rilassato.

'Siediti e mangia, dai. Immagino che tu abbia molta fame'
'Si!'
'Ascolta Giulia dobbiamo parlare: in questi giorni abbiamo vissuto una parentesi molto bella per entrambe che ora voglio chiudere perché non è giusto continuare. So che ti piace fare la schiava ed è una cosa che però devi vivere con un master o mistress che non sia io, ok?'
'Ma io mi sono trovata benissimo con te!'
'Lo so però ho deciso di smettere e questa è la mia decisione definitiva. E non provare a farmi i dispetti per provocarmi perché tanto non ti punirò più così come in questi giorni'
'Ok mamma'
'Vedrai che troverai un'altro amante del sadomaso con cui vivere la tua sessualità'

Giulia mi sorride soddisfatta per i giorni passati assieme e io le accarezzo dolcemente il viso.

Dopo questi episodi vissuti nel mese di agosto 2016, Giulia non mi ha più disobbedito e il nostro rapporto è un semplice rapporto madre figlia. Ora siamo ad aprile 2017 e mia figlia, pur essendo fidanzata con un bravo ragazzo, una volta a settimana ha appuntamento con un mistress con cui ha intrecciato un rapporto sadomaso soddisfacente per entrambe. Quando ne parliamo mi dice che, pur essendo eterosessuale, adora farsi sottomettere da una donna perché lei vede solo le donne come uniche figure autoritarie.

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