Mi sono fatta aprire il culetto

Scritto da , il 2017-04-03, genere etero

Abbiamo fatto un weekend di fuoco. Fosse stato per me, l'avrei fatto in bagno al ristorante senza tanti complimenti, e te l'avrei succhiato finché guidavi, in pieno giorno. In realtà non tutte le mie fantasie si sono realizzate, ma parecchie sì, al punto che faccio fatica a pensare ad altro. Già facendo aperitivo ti ho proposto di saltare il pranzo, l'attrazione era alle stelle. Un bisogno grandissimo di congiungermi a te, di perdermi in te, con te. È bello anche aspettare, struggersi di desiderio, meglio se in un locale pubblico. Ci lanciamo certe occhiate che mi fanno bollire il sangue, ci diciamo delle frasi che mi rendono folle di desiderio, fa parte di questo gioco bellissimo... Faccio fatica a pensare, l'idea che la gente senta quello che ci diciamo mi eccita talmente che mi gira la testa. Quante volte mi hai ripetuto che mi avresti letteralmente aperta, che me la spaccavi. Ogni volta un tuffo al cuore, mi cedono le gambe mentre faccio finta di parlare del più e del meno. Mi dici che proviamo la sedia oggi, io acconsento con un sorriso. Hai uno sguardo che mi sta letteralmente spogliando, e mi rispondi "Vediamo se sorridi ancora dopo". Torniamo a casa, iniziano baci e carezze... A volte hai degli atteggiamenti di dominazione nei miei confronti, e mi accendi un fuoco dentro a cui mi abbandono vogliosa. Mi strappi letteralmente le mutandine, il tuo petto villoso e il tuo profumo mi hanno resa cieca a tutto il resto, esisti solo tu. Mi massaggi con grande attenzione la clitoride, sono attraversata da ondate di piacere e desiderio. Sogno di essere penetrata con forza, di sentirti tutto in me. Nel frattempo desidero darti lo stesso piacere che tu dai a me, inizio con qualche carezza al tuo bel paccone durissimo. Sentirti così eccitato mi fa impazzire, ma tu mi togli la mano. È tornato fuori il master, mi ordini di smettere. "Non puoi" mi dici. L'eccitazione cresce ogni secondo di più, intanto pigramente penso alla sedia ai piedi del letto... Nell'atmosfera di cupa passione in cui mi trovo, mi chiedo vagamente come vuoi usarla. Tanto non riesco a formare un pensiero coerente, ora alterni momenti in cui mi tormenti la clitoride ad altri in cui insinui in profondità un dito dentro di me. Hai dita lunghe, sembri prepararmi al tuo bel pisello grande e grosso. Per quanto facciamo sempre dei bei preliminari, e io sia sempre bagnata fradicia, quando mi penetri ci vuole un po' perché mi adatti. Sei sopra di me sul letto, le dita affondano a ritmo spingendo non poco, e ancora non ho potuto toccarti. Poi ti fermi, dopo aver spinto a dovere e avermi iniziato a far capire fino a che punto mi vuoi aprire oggi, e ti vai a sedere. In qualche momento ti sei spogliato, mi manca il respiro. Il tuo grande pisello punta verso l'alto, rigido e pulsante. Non riesco a non guardarti, sembri un dio. Mi chiami a te, non so come ti raggiungo, vuoi che ti cavalchi, mioddio. È davvero grande, ma non aspetto altro. Finalmente posso farti godere, salgo su di te. È lì che preme, all'inizio non succede nulla. Devo fare piano, a fatica si fa strada in me. Sto impazzendo di piacere, sono tirata al massimo, piacevolmente indolenzita, sull'orlo di un orgasmo. Confusamente penso che per fortuna sono tanto bagnata, intanto il mio corpo va per conto suo, ti sento sospirare e gemere. Ogni volta lo faccio affondare un po' di più, mi chiedo quanto riuscirò a spingere. Ho il controllo completo sui movimenti, non l'ho ancora accolto tutto e già mi sento riempita all'inverosimile. Tu mi massaggi intanto, clitoride e glutei. Il mio corpo prende la decisione e senza pensare affondo del tutto con una spinta decisa. Tutto contemporaneamente, una fitta, un orgasmo, la tua cappella gigante che mi apre a fondo. È quello che voglio, so che hai paura di farmi male, ma adesso comando io. Un'altra spinta in profondità, tu sei in delirio. Sento che ti controlli a stento, avresti voglia di spingere e ritmo con me. Spingo e rimango ferma con la tua asta tutta in me, ti sento pulsare. Ruoto il bacino per farti sentire bene come mi stai aprendo, mi contraggo di continuo, è una tortura bellissima. Poi ti ho anche detto qualcosa, che è enorme, intanto spingevo contro di te, aprendomi e accogliendoti. Ora spingi anche tu, è una fitta continua quando sbatti a fondo su di me. Sto gemendo, venendo, gocciolando. Poi il tuo ritmo aumenta, sono tutta tua mentre ti ingrossi ed esplodi in un meraviglioso orgasmo. Ho perso il conto dei miei orgasmi, ti racconto che ho fantasticato che mi infilassi un ditino nel culetto, mentre ero sopra di te a gambe aperte. Vedo i tuoi occhi scurirsi di desiderio, "E se lo mettessi dentro direttamente?" mi chiedi col poco fiato che hai in gola. Siamo ingordi, mai sazi, abbiamo appena finito e io lo voglio più che mai. Il mio culetto è strettissimo, lo so. Ho fatto un tentativo di sesso anale anni fa, poi più nulla. Mi sto mettendo in qualcosa più grande di me... Ma lo voglio, sono mesi che ne parliamo, mi sono anche documentata... Non so come ti spiego che vorrei provare stando di fianco, dicono che sia la posizione più facile. Mi rassicuri, mi dici che metterai tanta cremina lubrificante e che farai piano. Intanto ti insinui dietro con le dita, io provo a rilassarmi ma ad ogni penetrazione il mio culetto si stringe. Brucia, tira, è indolenzito. Ma è anche voglioso di essere penetrato, aperto per bene. Tu sei adorabile con quella mano, vai piano, ti fermi, mi dai il tempo di prendere il dito dentro con calma. Intanto ti sei massaggiato il pene col lubrificante. Col dito me ne spalmi una bella quantità. Oddio ci stiamo provando sul serio... Non so proprio come farò, ci è passato a malapena un dito. Mi rilasso, tu lo appoggi. È grosso e durissimo. Non ne vuole sapere di entrare, intanto il mio buchino è teso all'inverosimile e non ci passa per niente. Sembri realizzare anche tu che se vogliamo andare fino in fondo mi dovrai fare un po' di violenza. Fin'ora abbiamo giocato, mi hai dato ordini, mi hai sculacciata e morsa ma con misura. Stavolta dovrai importi e basta. Io lo voglio, ma so che mi sentirò anche violata. Non sognavo di essere penetrata con forza? Eccomi qui, ne ho l'occasione, non mi tiro indietro. L'eccitazione è alle stelle, ma ora andiamo pianissimo. È una prima volta forte, importante, e lo sappiamo. Solo quando l'hai appoggiato al buchino hai veramente capito quanto sono stretta dietro. "Ho paura di farti male" sussurri, ce l'hai più duro che mai. Io mi rilasso più che posso, rannicchiata. Con un dito mi massaggi davanti, intanto aumenti la spinta. Nulla, non passa, tu non ti fermi. Fa male, e sto anche per venire. Poi passa la cappella, mi sento aperta in due. Una coltellata, vengo. Tu sei immobile, senti che ti stai aprendo la strada in me con un atto di forza. Alterni piccoli movimenti e pause, molto lentamente mi sto allenando a prenderlo. Affonda lento e costante in me, intanto insinui la prima falange nella mia vagina fradicia, anch'essa contratta per l'assalto che sto subendo. Mi sento aperta come non sono mai stata, è oscenamente godurioso. Ora spingi di più, realizzo che il dolore è passato, ora è solo bellissimo. Mi faccio prendere dal ritmo delle tue spinte, tu affondi e ti sento aumentare la velocità, ti stai ingrossando ancora! Ora non so per quanto resisterò ai tuoi assalti, mi sento spalancata, vulnerabile. Poi quando sono allo stremo delle forze, affondi ed esplodi molto in profondità. Mi basta un tocco lievissimo davanti e vengo anch'io, tanto. Restiamo abbracciati, sto realizzando ora questa nostra prima volta! Ho una fame di te che non sapevo neanche potesse esistere, non vedo già l'ora di rifarlo.

Questo racconto di è stato letto 1 6 8 4 5 volte

Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.