Valentina la mia rovina

Scritto da , il 2017-03-20, genere prime esperienze

Per la prima volta vi racconto una storia totalmente vera dall'inizio alla fine che vi farà capire molte cose di me e a quello che c'è dietro questi racconti che amo scrivere in preda all'eccitazione.
Conobbi Valentina su facebook “grazie” al suggerimento di un amico, era una domenica mattina di parecchi anni fa, una di quelle giornate nelle quali il desiderio prende forza ogni minuto di più, la voglia saliva esponenzialmente, ma quella volta non mi bastava masturbarmi, volevo stare con una donna vera, avevo bisogno di un contatto fisico con qualcuno dopo molto tempo dalla mia ultima relazione.
Valentina era una ragazza della mia età, davvero poco attraente ad essere sinceri, piccolina, piuttosto cicciottella, decisamente immatura e superficiale ma a detta di chi la conosceva, era disinibita e capace di regalare momenti di piacere.
Decisi quindi di superare le mie resistenze e di scriverle, il risultato fu che il pomeriggio stesso la passai a prendere in macchina e la portai in un luogo appartato. Ci tengo a precisare che io sono molto più romantico di così, credo nell'amore vero e non sono bravo a scindere sesso e sentimenti ma per una volta volevo solo pensare al mio piacere senza preoccuparmi degli altri, mai porterei una ragazza appena conosciuta in un parcheggio al primo appuntamento se provassi qualcosa, ma volevo essere egoista per una volta nella mia vita...volevo godere.
Non mi feci nessuna remora e cominciai a cercare un contatto fisico dal primo istante senza fare tante cerimonie, la mia eccitazione era già molto alta, ci baciavamo con passione e il mio respiro si affannava, le prendevo continuamente la mano e la portavo sul mio pacco, i miei jeans scoppiavano, i miei curiosi boxer a stelline non contenevano più il vigore del mio cazzo e cercavo di esortarla a farmi una sega da fuori i pantaloni. Faceva un po' di resistenza ad essere sinceri, nonostante fosse piuttosto porca non se la sentiva ancora di masturbarmi al primo incontro, perciò cercavo di farle perdere il controllo, la baciavo sul collo e le leccavo i lobi delle orecchie, si eccitava e la sentivo vibrare, mi soffermavo sulle sue grandi tette e riuscì solo per un istante a tastarle da dentro il reggiseno, il contatto con quella pelle calda mi fece accendere ancora di più di voglia, tremavo...ero eccitato come non mi capitava da molto tempo e avevo perso ogni forma di pudore.
Mi slacciai la cintura e mi aprì i jeans mostrando i miei boxer tesi e madidi di piacere, “cosa fai richiuditi dai è ancora presto”, ma non smetteva di guardare, sorrideva e si capiva fosse combattuta dalla voglia di afferrare quel bastone duro per farlo schizzare ovunque...le presi una mano e gliela portai sopra gli slip, subito non fece nulla, poi lentamente cominciò a muoversi lungo l'asta, diede al massimo 3 o 4 colpi che me lo scappellarono a fatica, ma in quel momento quasi bastò per farmi venire, dovetti trattenermi per non sborrarmi nelle mutande, glielo feci notare e lei sorridendo disse “allora basta ti devi rilassare un pò”. Mi stavo stancando di questo teatrino e avevo capito che quel giorno non mi avrebbe fatto venire perciò le chiesi solamente come ultima cosa di prendermelo in mano da dentro le mutande per sentirlo davvero, dopo un pochino di insistenza acconsentì...mi misi in posizione di guida e tirai un pochino indietro lo schienale, spostai i jeans verso il basso sotto il sedere e rimasi a petto nudo e slip. Lei mi guardava desiderandomi, ma non volendo sembrare una troia cercava di resistere ai suoi istinti, “sei magro ma muscoloso, e hai un bel pisello grosso”, “ma se non l'hai nemmeno visto di fuori ancora, come fai a dirlo?”, ovviamente prendendolo in mano si capiva la dimensione ma la stuzzicavo, “guarda lì che roba, si capisce bene che è grande” e indicò i miei boxer che mostravano sulla parte sinistra un gonfiore enorme, “dai fammelo vedere ma poi mi porti a casa ok?”, non aveva mai smesso di guardare il mio cazzo, come un'obeso a dieta dinanzi ad una torta lo divorava con gli occhi. “Toglimi le mutande allora così lo vedi”, fece finta di essere scocciata ma la sua mano stava già puntando verso il mio pisello, si appoggiò alla mia pancia e si infilò sotto l'elastico dei boxer, senti la sua mano fredda avvolgermi il cazzo caldo, fu una scarica di piacere, in pochi istanti era fuori dalle mutande con la punta bagnata e la cappella accaldata e gonfia. “E' bello grande lo sapevo, ma sei troppo eccitato e per oggi va bene così, prossima volta dai...”
Mi rivestì e la riportai a casa, l'erezione non cessava e guidai fino a casa così...inutile dire che a casa mi masturbai forsennatamente e mi rilassai in un orgasmo sfininente, schizzai per almeno 15 secondi colpendo anche il muro del bagno.
La sensazione successiva fu quella di fastidio che capita quando hai a che fare con qualcuno che non ti piace, ma avevo troppa voglia e nei giorni scorsi ci vedemmo ancora, mi fece un pompino nel posteggio dell'ipercoop e fu una bella esperienza.
Il sabato successivo fu un giorno purtroppo molto importante per la mia vita sessuale, se nutro questo astio, apparentemente ingiustificato, per questa ragazza è proprio per quello che è successo quel giorno. Giorno che ha segnato la mia vita, quel pomeriggio hanno preso vita i miei più grandi timori, è successa “quella” cosa che mai avrei sperato accadesse e che ha reso il sesso per me “problematico”.
Andai a casa sua, eravamo soli, io ero ancora vergine ai tempi ed ero pronto ad abbattere questa barriera finalmente nonostante avessi una discreta paura e fossi decisamente preoccupato.
Mi aprì la porta e vidi che indossava solo una camicetta, sotto non aveva nulla, solo un filo interdentale in mezzo ad un sedere formoso ma meno grasso di quanto ci potesse aspettare. Fui piacevolemente sorpreso.
Ci baciammo e cominciammo subito a scaldarci, ci sedemmo sul divano e lei si mise sopra di me ancora vestiti, questa volta forse aveva più voglia lei di me, mi tolse la maglia e mi leccò i capezzoli, il cazzo mi faceva male perchè era schiacciato sotto di lei ed era storto dentro le mutande, la spostai per mettermi comodo posizionando il mio uccello durissimo verso l'alto. Si alzò e mi levò anche i jeans, ci sdraiammo sul divano e io ero sopra di lei, si girò e si mise a pancia in giù, allargò le cosce e il microtanga si infilò dentro la sua fica calda già umida, lo scostai e presi a masturbarla velocemente mentre le appoggiavo il cazzo sul sedere. Si dimenava, godeva e allargava sempre di più le cosce per farsi toccare meglio, “scopami ti prego” disse quasi sottovoce, mi sorprese totalmente a dire il vero, “vuoi scopare davvero? Sei sicura?” (ribattei stupito perchè per telefono mi aveva assicurato che non avremmo scopato), lei annui con un'espressione di supplica quasi, “andiamo sul letto però” e mi portò in camera sua.
Mise un asciugamano sul letto e ci si sdraiò sopra a gambe aperte, le tolsi il perizoma e cominciai a leccargliela, era la seconda volta che lo facevo forse, aveva un buon sapore e mi piaceva molto farlo, di fatti andai avanti un po', forse venne forse no, non riuscì a capirlo a dire il vero. Nel frattempo indossavo ancora gli slip, una grossa macchia bagnata era presente sul lato e faticavo a tenerlo dentro, “basta vieni qui da me” mi intimò, mi alzai subito, lei si girò su un fianco e io andai vicino la sua faccia, in pochi secondi mi aveva tolto le mutande e il mio cazzo era nella sua bocca. Era un'immagine da film porno, vedevo il mio uccello durissimo dentro la bocca di lei sdariata sotto di me, la posizione mi eccitava molto ma mi dava modo di controllare il ritmo, in pratica le stavo scopando la bocca, sembrava che il mio cazzo diventasse sempre più grosso ad ogni colpo e il mio orgoglio ne giovava.
Ero inesperto, ma mi sembrava davvero brava a fare i pompini, era delicata, leccava bene la cappella senza forzare, usava bene le labbra e sentivo distintamente la pelle scendere sotto la corona, col bacino mi aiutavo a farglielo andare in gola più in profondità. Avevo le mani sul culo e sentivo le gambe cedere, sentivo arrivare l'orgasmo, mi fermavo spesso, glielo rimettevo in bocca 2 o 3 volte e lo toglievo, l'orgasmo era sempre più vicino ogni volta. Andammo avanti così parecchio, mi avvicinavo a venire e mi fermavo, era bello ma adoravo torturarmi a quel modo, volevo però che quel godimento si irradiasse in tutto il corpo per più tempo possibile.
“Dai mettimelo dentro, ti svergino” mi disse...”cazzo non era il momento” pensai, ero troppo carico come facevo a scoparla senza inondarla subito, oltretutto non avevamo nemmeno i profilattici perchè lei era allergica al lattice. Dopo 2 o 3 secondi di leggero panico e una miriade di pensieri decisi di fottermene e giocarmi il tutto per tutto, poteva non capitarmi più per un po di tempo.
Molto goffamente mi misi su di lei e provai a spingerglielo dentro, ma non riuscivo a farlo entrare, la forma del mio cazzo un po' curva verso il basso non si presta molto alla posizione del missionario, lei collaborava poco e non mi aiutava molto, riuscì a farlo entrare molto a fatica dentro la sua fica per qualche cm ma il calore dei suoi corpi cavernosi umidi furono troppo in quel momento, sentivo l'esplosione imminente, mi staccai di colpo e mi trattenni qualche secondo sperando di non venire così, ce la feci e glielo dissi chiaramente. “Devo prima venire una volta per svuotarmi e rilassarmi poi riprendiamo e scopiamo più tranquilli”.
Non sembrò capire, io nel frattempo mi ero seduto con la schiena poggiata ad un cuscino, lei era a sua volta sdraiata e le sue gambe erano sopra le mie coi piedi vicino al mio cazzo che pulsava con non mai. La situazione era strana, perchè percepivo una certa delusione di entrambi ma la voglia era ancora alle stelle, Valentina mi sorprese di nuovo, mise i suoi piccolini piedini attorno al mio uccello e lentamente cominciò a segarmi...non ci credevo, non credevo che i piedi riuscissero a dare così tanto piacere, ero anche un po' imbarazzato forse, mi girai verso di lei e vidi che stava sorridendo con un dito in bocca, non resistevo più, ero allo stremo, feci un verso curioso e poi mi irrigidì, le mie gambe si sollevarono, i miei piedi cominciarono a contercersi quando sentì Valentina dire “Non schizzar...” era troppo tardi, avevo cominciato a sborrare come un idrante, schizzi su schizzi volavano ovunque nella sua piccola cameretta, i suoi piedi fradici della mia sborra andavano su e giù veloci e con colpi sempre più profondi, avevo goduto tantissimo avevo imbrattato la coperta e il lago che c'era sul pavimento lo dimostrava.
Valentina si alzò di colpo ancora mezza nuda e andò in cucina visibilmente incazzata e delusa, lì fu l'inizio della fine, mi fece una scenata, fece una tragedia della mia scarsa durata facendomi pesare il mio problema come purtroppo avevo avuto paura potesse succedere un giorno.
Furioso andai via e decisi di non volerla mai più vedere, mi aveva distrutto psicologicamente, ci vollero anni per superare in parte quella giornata, ancora oggi mi sogno quella discussione intorno al tavolo di lei. Se ho paura e ho perso fiducia nel sesso, molto è dovuto a questo episodio.
Lei poi mi cercò disperata per molto tempo, per me però era un capitolo chiuso!



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