Una collega disperata - terzo episodio

Scritto da , il 2016-10-10, genere sentimentali

La relazione con la mia collega di lavoro Marinella andò avanti ancora a lungo...lei faticava, o non voleva, trovarsi un uomo e si era progressivamente aggrappata a me, sia sentimentalmente che lavorativamente. Era quello che entrambi temevamo, ma lei molto di più. Per me Marinella era solo una scopata in più oltre alle mie varie fidanzate e una perversione erotica, visto che non mi ero mai scopato una collega d'ufficio. Lei non mancava mai di cercarmi in stanza, di incrociarmi nei corridoi o in mensa...Non ci vedevamo mai fuori dal reparto, per paura di essere scoperti dai colleghi, dai superiori o peggio dalle mie fidanzate, la città era piccola, bisognava essere prudenti. In compenso, quando potevamo, ci appartavamo nel bagno più secondario del palazzo e scopavano in quei pochi metri quadrati o ci facevamo mandare in missione di lavoro insieme! Io ero sempre arrapato quando la vedevo, e vi ricordo che non era per niente bella ne affascinate...solo una perversione erotica, aggravata dal suo innamoramento. L'altra settimana l'ho chiamata sull'interno, convocandola nel mio ufficio, all'ora di pranzo quando tutti i colleghi vanno in mensa. Lei venne subito, con una pratica qualsiasi in mano, vestita da donna provinciale qual'era ma con un intenso profumo di lavanda fresca, le calze a rete bianche e le sue tettine da terza misura strizzate in un vestito a fiori...Le chiusi al porta alle spalle e lei capì subito, diventando rossa come suo solito...Feci finta di interessarmi alla pratica che aveva sotto il braccio, ma subito le feci tanti complimenti per il vestito (orribile!!) e le feci salire una mano lungo la coscia sino alla fica, raggiungendo le mutandine di pizzo bianche, sentendo il calore e già l'umido della fregna! Nonostante i suoi 41 anni, Marinella gemette come una bambina alle mie carezze "Andrè...mmmmm, non fare così...sai che non voglio...dai, siamo in ufficio, non puoi...sei solo un porco..." come al solito ruppi le sue restistenze con parole dolci e affettuose "dai Mary, lo sai che mi fai impazzire, non ti resisto...ti amo!" Marinella rise amaramente e mi guardò negli occhi intensamente, mentre comunque io l'avevo iniziata a masturbare lentamente "tu mi ami solo per scopare...non te ne frega un cazzo di me...hai pure la fidanzata...non sono stupida sai??" mentre diceva questo, scostai del tutto la mutandina e entrai deciso con un dito nella fica, ormai fracica e bollente. Le sorrisi beffardo, tanto alle donne piace il "modello stronzo" e mi alzai baciandola con passione in bocca, incrociando le nostre lingue...Marinella si abbandonò tra le mie braccia e pensai "anche stavolta è fatta...sta scema me la scopo...". Bando ai sentimenti, l'eccitai col dito sino a farla gemere di piacere, le sfilai le mutande e la costrinsi letteralmente a tirarmi fuori il cazzo, già durissimo, e masturbarmi per poi abbassarla di forza dalle spalle e prendermelo in bocca. Marinella non era molto esperta in sesso, nonostante l'età, ma era una gran vogliosa e passionale col suo uomo,quindi faceva dei gran pompini maldestri ma famelici...e questo lo adoravo! Molte donne non sanno succhiare bene il cazzo, pensano che basti strusciarlo in bocca e leccarlo come un gelato che l'uomo impazzisca...All'orgasmo ci arriviamo certamente, ma sono prestazioni che non rimangono nella storia! Marinella, quindi, ciucciava e leccava il mio grosso pisello come un gelato o una cagna si gusta l'osso ma questa maldestrità comunque mi eccitava da morire...godevo come un porco a guardarla, rossa in viso dallo sforzo e dalla vergogna di spompinarmi in ufficio, mentre si affannava a farmi godere in cerca della mia approvazione...con la saliva che le colava agli angoli delle labbra. Le tenevo la testa, dandogli un ritmo, e l'incitavo "dai Marinella, dai...succhia, succhia bene che mi fai godere...Dio quanto ti amo,sei speciale per me...succhia troia, succhia..." Poi al limite dell'orgasmo, la interruppi, alzandola, mi misi seduto sulla poltrona del mio ufficio, e la tirai giù sopra le mie gambe, sul cazzo dritto come un palo...Marinella ebbe un attimo di esitazione, quasi di paura, presi la cappella e l'appoggiai alle sue labbra della fica, spingendola giù...lei si lasciò cadere su di me, impalandosi completamente! Il suo grosso culo si appoggiò sulle mie cosce, il cazzo entrò nella sue viscere sino ai coglioni, e Marinella rimase senza fiato, sgranando gli occhi di stupore..."aaahhh amore mio, ti sei impalata da sola eeehh, ti piace il cazzo di Andrea tuo...ma quanto mi ami??" lei non rispose, sorridendomi con gli occhi, e iniziò a muoversi impacciata scopandosi da sola...dalla sua fica fuoriuscivano umori come una diga...le sue braccia cicciottelle intorno al mio collo compensavano la spinta del bacino, che cercava di prendere il mio pisello il più possibile...Marinella ansimava di piacere, non poteva urlare per ovvi motivi, ma gemeva e mugolava sottovoce, fissandomi negli occhi, cercando di percepire un reale segno d'amore che invece le pronunciavo solo a mezza bocca e al fine di avere la sua intimità! Io muovevo il bacino per quanto potevo, sotto il suo peso, e la scopavo furiosamente, ripetendo parole dolci e suadenti, sentivo la mia cappella toccargli il fondo della fica...le aprii il vestito mettendo in mostra i suoi piccoli seni, turgidi e rotondi nonostante l'età e le succhiai i capezzoli...Marinella ebbe quindi un orgasmo incredibile, agitandosi come una indemoniata!! Chiuse gli occhi e godette nel profondo delle sue viscere, nella sua testa mille parole e suoni risuonarono sulla scia di fremiti di piacere...io la guardavo soddisfatto e estasiato dalla mia prestazione e decisi si lasciarmi andare dentro di lei "Mary...sto venendo pure io...sborroooo....ti sborro dentro....ooohhh" sentii subito il flusso di calore e liquido seminale attraversarmi il corpo e fuoriuscire dalla cappella, allagando la pancia della collega. Come al solito, eiaculai dentro di lei senza preservativo, incurante dei rischi e delle sue richieste di attenzione...continuai a scoparla e sborrargli dentro, sino alla fine completa dell'orgasmo...Marinella, come ennesima prova d'amore, mi lasciò fare con il solito sguardo di rimprovero "tesoro mio...m'hai sborrato dentro un'altra volta...lo sai che non voglio cazzo!" Io la guardai dolcemente e le risposi "amore, non ti resisto, mi fai morire di desiderio...ti voglio riempire..." presa per il culo per l'ennesima volta, sfilai il cazzo mezzo moscio e sporco di sperma da quella fregna morbida e accogliente, lei me lo prese e lo accarezzò, masturbandolo ancora leggermente. Vedendo le sue manine piccole, ben curate e con le unghie smaltate di rosso fuoco, mi eccitai quasi subito nuovamente! Siccome era ancora presto prima del ritorno dei colleghi dalla mensa, mi alzai e la presi di schiena, poggiandola sopra la scrivania, lei si ribellò fortemente ma io la forzai "amore mio, non fare la stronza...ti voglio ancora, mi ecciti così tanto...dai, voglio il tuo culo ora, ti prego..." vincendo la sua resistenza, le sputai dentro e gli leccai il grosso culo flaccido, lubrificandolo per bene e masturbandomi un pò...Marinella si girò implorante "ti prego Andrea, non farmi male, ti prego...ti amo lo sai, ma fai piano..." Incurante delle sue preghiere da donna innamorata, appoggiai la cappella sull'orifizio e iniziai a spingere la mazza dentro, sino a sfondarle lo sfintere lentamente ma inesorabile. La collega soffocò sulle sue braccia un urlo di disperazione, le vidi uscire delle lacrime dagli occhi celesti, ma fui spietato e continuai a incularla! Quando la cappella e il resto dell'uccello entrarono per metà in quella calda caverna di carne, inizia a scoparla con foga, facendo avanti e indietro con ritmo e devozione, suscitando in lei fremiti violenti e gemiti prolungati. Marinella stava godendo di un misto di dolore e piacere, si aggrappava al bordo della scrivania per contenere le mie botte di uccello, ogni tanto si girava guardandomi "amore mio, mi stai sfondando, oddio...oddio...mi sfondi..." ed io imperterrito continuavo a sbatterla come una grossa troia! Non durò molto in realtà, perchè lo sfintere stretto mi eccitava paurosamente, quindi accelerai i colpi e sborrai ancora dentro di lei, allagandole le viscere anali. Mi attaccai alle sue chiappe rosse e morbide con i coglioni, lasciando pervadere fuori tutto il mio liquido seminale, un liquido d'amore per quella collega disperata e frustrata, desiderosa solo d'amore ma anche di un bel cazzo, come tutte le donne! Terminata la sborrata, le diedi ancora qualche colpo, poi mi sfilai da lei, lasciandolo sul tavolo in mezzo alle pratiche, sfatta e sudata, ansimante e dolorante...Poi ci abbracciammo, ci baciammo caldamente e ci rivestimmo alla meglio. Riprese il suo fascicolo e ritornò nel suo ufficio, aspettando la prossima seduta di lavoro!



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