Il segreto di Anna

Scritto da , il 2016-10-08, genere zoofilia

Premessa: Questa è una storia vera raccontatami da un’amica d’infanzia in via del tutto personale, forse per liberarsi dal peso che la opprimeva, lei non mi ha chiesto ne di assolverla ne di condannarla ma solo di capirla, io ho raccolto lo sfogo, l’ho elaborato ed ho prodotto questo scritto.

Ormai ne sono diventata schiava, non riesco a farne a meno, questo gioco mi soddisfa e mi intriga più di qualsiasi altra cosa ma, mi lascia molti interrogativi sulla mia integrità sia fisica e morale, ma non ho il coraggio di parlarne con nessuno. Mi sono informata e ho letto articoli e studi, nel famoso rapporto Kinsey, negli USA il 14% degli uomini delle zone rurali ne era dedito, qualcosa meno le donne, in Italia non so, se ne parla nella mitologia greca, Giove lo usava per possedere in incognito le ninfe sue amanti, il web è ricco di siti porno a lui dedicato, di cosa sto parlando? Parlo di Zoofilia, in particolare di rapporti con i cani. Scusate, mi presento, sono Anna, sono una donna sposata e benestante, con un figlio adolescente, una bella donna aggiungo, quella che ora viene chiamata con un acronimo americano Milf, ho 45 anni, capelli castani naturali corti con un taglio asimmetrico di quelli che vanno di moda adesso, fisico ancora desiderabile, con qualche kilo in più ma che accentuano le mie forme. Fin qui le cose positive, le cose negative è che mi sento una Desperate Housewife, con mio marito da ormai 4 anni non abbiamo rapporti sessuali, lui è preso dal suo lavoro, è un professionista, io, ormai relegata al solo ruolo di casalinga mi sento molto frustrata. Come sono entrata in questo tunnel? Ora ve lo racconto, ma partiamo dall’inizio. La prima volta successe che avevo circa 13 anni e mezzo, ero in terza media, mi ricordo che al pomeriggio dopo la scuola, solitamente, andavo da una mia amica, Marta, a studiare e giocare. Marta era la mia migliore amica anche se eravamo due caratteri molto diversi, lei molto esuberante, tanto per usare un eufemismo, io più timida, lei, cresciuta alla scuola di una cugina di tre anni più grande, aveva già avuto “contatti ravvicinati” con i maschietti nostri coetanei, io invece ero ancora vergine, solo qualche masturbatina di nascosto. Marta aveva un cane maschio, meticcio di taglia medio/piccola, era un incrocio con il cocker, di nome Tommy . Solitamente Tommy non ci infastidiva durante i nostri giochi in quanto era tenuto in giardino, ( Marta viveva in un villettina ), quel giorno però, forse perché la mamma uscendo per delle commissioni lasciò la porta aperta, ce lo ritrovammo a saltare e sgambettare tra di noi. Senza badarci continuammo a fare i nostri compiti, mi ricordo che stavamo preparando un cartellone per una ricerca e che, essendo grande, per comodità ci eravamo messi a scrivere e disegnare per terra, in ginocchio, sul tappeto del salotto. Ad un certo punto senti Tommy che mi aggredì da dietro, spaventata mi girai e lo vidi con il suo pisello rosso fuori in erezione. Marta vedendo la mia reazione, subito mi tranquillizzò: “ Anna tranquilla, non vuole farti del male, ha solo voglia di scopare…” disse ridendo, poi lo tirò a se e comincio ad accarezzarlo sulla pancia vicino al cazzo. “ Amore hai voglia? Vieni che la tua sorellina ti fa godere adesso…” Il cane, come se capisse le intenzioni di Marta, si calmò, si distese su un fianco e lasciò fare. Lei guardandomi con un sorriso complice cominciò a segarlo, subito fui colpita dalle dimensioni del pisello del cane che, pur non essendo un cane grosso, aveva pisello decisamente grande. Io guardavo ma non riuscivo a parlare, volevo dirgli di smetterla ma allo stesso tempo quel gioco mi eccitava, non avevo mai visto dal vero far godere qualcuno, e, anche se era solo un cane, era la mia prima volta. Da li a poco, dal cazzo di Tommy schizzò un fiotto di liquido biancastro, e Marta rivolta a lui: “ Amore ti è piaciuto? Ora vai a giocare fuori..” disse accompagnando Tommy in giardino. Appena tornata, dopo aver asciugato il pavimento mi disse: “ Ti sei divertita? “ Io non risposi, ero veramente senza parole, sapevo che Marta da un certo punto di vista era molto disinibita, ma che facesse le seghe al suo cane non l’avrei mai pensato. “ Io si, quando sono sola con lui spesso lo faccio, a lui piace e a me eccita molto…” Detto questo si infilò la mano nelle mutandine e cominciò a masturbarsi davanti a me. Io a quel punto accampando la scusa che fosse tardi, scappai e tornai a casa. Per il resto del pomeriggio continuai a pensare a quello che era successo, non riuscivo a capire se ciò che avevo visto mi aveva eccitata e schifata, di sera però, sola nel mio lettino, visualizzando anche l’immagine di Marta che si masturba vada davanti a me, mi eccitai e mi masturbai anch’io in silenzio. Il giorno dopo a scuola, solo poche parole sul fatto: “ Ti è piaciuto ieri? “ mi disse Marta, “ Oggi pomeriggio lo rifacciamo, anzi lo fai tu..” Cosa avrà voluto dire? Forse che avrei dovuto segare io Tommy? Una paura strana mi prese, ero indecisa se andare da lei o meno, ma non volevo fare la figura della verginella puritana, volevo invece far vedere che anche io ero “zoccola” come lei, allora vinsi tutte le remore e, come al solito, andai da lei. Lei mi accolse dicendomi: “ Tra poco la mamma esce, poi giochiamo con Tommy, ti va?” A quel punto non potevo più tirarmi indietro, allora con un filo di voce risposi di si annuendo con il capo. Da lì a poco, la mamma uscì e Marta subito tirò a se il suo cane, e Tommy, capendo le sue intenzione gli si avvicinò e si distese in attesa delle “coccole”. Marta come sempre cominciò ad accarezzagli la pancia e le zone vicine al pisello fino a quando Tommy ebbe l’erezione, allora mi disse: “ Dai prova tu “ Io ero titubante e lei incalzò: “ Non essere vergognosa, anche se è la prima volta e non sei brava, lui non lo dirà a nessuno..” Disse ridendo. Risi anche io, mi feci coraggio e, avvicinandomi a Tommy, presi il posto di Marta continuando il lavoro da lei iniziato. Seguendo le sue istruzioni su come toccare il pisello del cane, anche io riuscii da li a poco a farlo sborrare e, sentendo il suo liquido caldo e viscido arrivarmi sulle mani, ebbi una sensazione di soddisfazione. Lavate le mani e fatto accomodare Tommy in giardino, ci ritrovammo una di fronte all’altra sedute sul divano, guardandoci con complicità. “ Ti è piaciuto il “gioco”? “ mi disse subito Marta. “ Ti sei eccitata? “ continuò “ Io si.. “ e come il giorno prima infilandosi la mano negli slip cominciò a sditalinarsi. Io la guardai per un po’ poi, senza dire niente, la imitai. Lo facemmo sempre guardandoci in faccia, come se fossimo unite da un filo magico, dopo poco arrivammo all’orgasmo praticamente insieme, ci abbracciammo e rimanemmo così per un bel po’. Era maggio inoltrato, da quel giorno il gioco con Tommy lo ripetemmo diverse volte con relativa masturbatina, anzi la successiva masturbatina si evolse in innocenti giochini lesbo tra di noi. A giugno la scuola finì, a settembre io mi iscrissi al liceo e Marta a ragioneria, le nostre strade si divisero e, purtroppo ci perdemmo di vista. Marta e soprattutto Tommy rimasero per me, un ricordo che pensavo di avere ormai rimosso. Si, pensavo di aver rimosso ma forse nel mio inconscio qualcosa di quei pomeriggi era rimasto. Ora veniamo al presente, tre anni fa, mio figlio, per il suo compleanno chiese al padre come regalo un cucciolo di cane, in particolare il cucciolo della pubblicità della carta igienica, dopo qualche ricerca scoprimmo che si trattava di un cucciolo di Labrador. Io ero estremamente contraria a un regalo di questo tipo, gli animali veri non sono peluche, hanno bisogno di cure ed attenzioni, sapevo che poi sarebbe toccato a me badare all’animale, ma nonostante tutto una sera, mio marito arrivò a casa con il suddetto cucciolo, e, ahimè, vedendo quel batuffolo di pelo, subito me ne innamorai anche io. Al cucciolo venne dato il nome di Bull, e mai nome fu più azzeccato…. Bull crebbe e divenne il cane che conosciamo tutti, ovviamente era molto legato a me, ero quella che lo portava fuori a fare il giretto, gli dava da mangiare, insomma ero la sua nuova mamma. Una mattina, mentre sola in casa, figlio a scuola e marito al lavoro, mentre ero in ginocchio, intenta a pulire sotto un mobile, lo sentii saltarmi sulla schiena, spaventata mi girai e lo vidi eccitato che si muoveva come se volesse scoparmi. . La mia reazione subito fu violenta, lo allontanai in malo modo e lui, con la classica coda tra le gambe scappò via. Dopo poco, vedendolo spaventato, mi dispiacque, allora mi avvicinai per fargli un po’ di coccole. Mi si aprì un mondo, subito mi tornarono alla mente i ricordi ormai sopiti dei miei giochi con Marta e Tommy, l’eccitazione e la voglia di ricominciare si impadronirono di me. Resistetti, ma rimasi molto turbata, pensavo che quelle cose ormai facessero parte del mio passato, dei giochi da ragazzina, ora ero una donna, potevo permettermi di avere tutti gli uomini che volevo, non dovevo ridurmi a “giocare” con un cane! Tutto il giorno e la notte questo pensiero mi girò per la testa. La mattina dopo, rimasta sola , la voglia di riprovare mi prese, mi avvicinai a Bull, lui come sempre mi corse in contro scodinzolando, quindi comincia a fargli le coccole e le carezze come avevo imparato da ragazzina grazie a Marta e Tommy, Bull mi mostrò subito la sua eccitazione, un cazzo rosso e gocciolante, più grosso di quello di mio marito. Cominciai ad accarezzarglielo e a masturbarglielo fino a quando un copioso schizzo di sborra inondò le mie mani. Mi sentii subito strana, da una parte il gioco mi era piaciuto, mi aveva eccitata, dall’altra mi sentivo sporca, avevo la sensazione di aver fatto qualcosa contro natura, sensazioni che non avevo mai avuto da piccola, ma l’eccitazione prese il sopravvento e comincia a masturbarmi fantasticando giochi con Bull molto più spinti. I giorni seguenti cercai di resistere alla voglia e alla tentazione, ma poi alla fine cedetti. Come sempre il momento preferito per i giochi era la mattina, quando ero sola, la seconda volta che giocai con Bull, mi avvicinai, e lui come sempre mi corse incontro e cominciò a farmi le feste leccandomi il viso, era il suo modo per farmi capire che mi voleva bene, io comincia ad accarezzarlo, e come se si ricordasse e capisse le mie intenzioni, si sdraio ai miei piedi e mi lasciò fare. Comincia a toccarlo prima sulla pancia, poi le cosce e poi comincia a toccargli il pisello, lui subito me lo mostrò rosso ed invitante, grosso come quello di un uomo. La mia voglia aumentava, cosi come la mia voglia di trasgredire, non so come successe, ma mi ritrovai con quel cazzo gigante in bocca. Il cazzo di Bull mi riempiva la bocca, aveva un sapore salato, non molto diverso da quello umano, continuai a segarlo e a spampinarlo fino a quando sentii il suo seme caldo riempirmi la bocca. Era molto più liquido di quello umano, mi colava dalla bocca e mi finì sulle tette. Bull, non so se per istinto o altro, allora venne verso di me e cominciò a leccare il suo seme sulle mie tette. La sua lingua ruvida e calda mi massaggiavano le tette ed i capezzoli, tanto che subito mi divennero duri come nocciole. La cosa cominciò a piacermi, ero tutta eccitata e bagnata, allora indirizzai la bocca di Bull sulla mia patatina, il sapore e l’odore della mia fica probabilmente piacevano al mio nuovo amante, mi dava delle lunghe lappate sia alla fica che al buco del culetto, non vi sto a dire che leccava in maniera sublime (ça va sans dire) , dopo poco godetti con un orgasmo che mi piegò in due tanto erano forti le contrazioni. Mi ripresi subito, e mi fiondai in doccia a lavarmi via ogni odore e sapore della mia trasgressione. Mi era piaciuto, avevo goduto come ormai non mi ricordavo, ma nonostante continuassi a fregarmi sotto la doccia mi sentivo sempre “sporca”. Come già la prima volta il pomeriggio passò con il pensiero di quello che avevo fatto che mi tormentava. A momenti mi assolvevo, a momenti mi condannavo, era stato un gioco forse troppo spinto, forse una pazzia, mi ripromisi di non farlo più. Per qualche giorno non ci pensai più, poi comincia ancora a fantasticare su me e Bull. Ormai la fantasia andava oltre a quello che avevamo fatto, era arrivata alla penetrazione. Non volevo cedere a questo ultimo desiderio insano, volevo resistergli, ma una mattina, sentendomi molto male causa una discussione con mio marito proprio a proposito del sesso tra me e lui, ormai inesistente da anni, e percependo dai suoi discorsi l’esistenza di un’amante, presi la decisione finale, l’avrei fatto. Il pensiero già mi eccitava, avevo le mutandine bagnate ancor prima di giocare con Bull. Bull forse percepiva l’odore della mia eccitazione e senza bisogno di cominciare ad accarezzarlo, si avvicinò a me già con il suo cazzone in bella vista. Era rosso e caldo più del solito, non sapevo come avrei dovuto fare o come avrei dovuto mettermi, mi levai le mutandine bagnate e mi misi nella posizione più naturale, in ginocchio alla pecorina confidando nell’istinto di Bull. Bull era agitatissimo, continuava a mugolare e a girarmi intorno, ogni tanto si fermava e mi leccava tra le gambe, io ero ormai un lago, il mio sapore gli piaceva, ad un certo punto mi montò sopra e con sol colpo mi infilò il suo cazzo rovente. Cominciò a scoparmi con una foga ed un’energia che mai avevo provato con mio marito ed altri partner del passato, mentre mi scopava io mi masturbavo il clito e non ci volle molto per me godere come una cagna, in questa situazione era proprio il caso di dirlo, poi, uno schizzo caldo in fica fu il segnale che anche Bull aveva goduto. Mi rimase un poco sopra, poi quando si tolse un fiotto del suo seme usci a bagnarmi la fica, e, come al solito Bull iniziò a leccarlo facendomi, in poco tempo, godere un’altra volta. Ormai avevo vinto tutti i tabù, ero arrivata al punto che non mi facevo più domande, pensavo solo a godere durante i nostri giochi, l’ esperienza mi portò a provare nuove posizioni ed anche a farmi inculare da Bull. Era un amante sempre pronto ed insospettabile, grazie a lui anche i rapporti personali con mio marito erano migliorati, entrambi avevamo l’amante, io poi lo avevo in casa. Questa è la mia storia, non vi chiedo di assolvermi o di condannarmi ma solo di capirmi.

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