Educazione sessuale

Scritto da , il 2016-07-29, genere prime esperienze

Ero in macchina con Matteo. Sua madre, Lidia, ci stava accompagnando a calcio dopo averci preso da scuola. Erano i primi anni di liceo, avevamo 16 anni. Sarei rimasto per il weekend a casa loro, perché i miei avevano deciso di concedersi una sottospecie di seconda luna di miele.
Eravamo due sfigatelli, di donne e sesso non ne sapevamo nulla. Zero. A quell'epoca non era così facile procurarsi materiale pornografico. Le poche notizie le sapevamo da ragazzi più grandi che avevano avuto qualche esperienza in più di noi.

"Mamma, ogni tanto, quando in TV c'è qualche scena con uomini e donne, mi viene duro."
Cazzo... Mi aveva sempre stupito il rapporto tra Matteo e sua madre...
Lidia era una donna sui 45-50 anni. Faceva la maestra in una scuola privata, mentre il marito era un dirigente di una grossa azienda che si occupava di import-export, raramente a casa, spesso in giro per l'Europa per affari.
Insomma, erano abbastanza ricchi. Bastava guardare lei per capirlo... Una bella donna, vestita quasi sempre elegante, con lunghi capelli ricci castani, bassa, il ché era un suo difetto a volerla dire tutta, insieme al seno, non particolarmente prospero, avrà avuto una seconda abbondante o una terza scarsa, insomma, nulla di eccezionale. Il culo, invece, pareva particolarmente sodo per una donna della sua età, almeno quelle poche volte che lo avevo visto al mare con Matteo. Era un'amante dello Yoga, cosa che era fonte di eccitamento nella mia mente perversa da pischelletto dell'epoca.
"E' normale, Matteo. L'uomo per potersi riprodurre deve avere il pene duro..."
Io ero rossissimo per quella conversazione ai limiti del surreale.
"E perché?"
"Per poterlo infilare nella patatina della futura mamma! Ma ora basta fare questi discorsi, dai... Siamo arrivati, scendete."

In spogliatoio, mentre ci cambiavamo mi rivolsi tra l'imbarazzato e l'incazzato a Matteo: "Ma Matte... Cosa ti è saltato in mente??"
"Non lo so, Andre... Però a sentire questi discorsi mi è venuto duro..."
"Eh anche a me... Tua madre è una che ne sa..."

Dopo l'allenamento e la doccia, mentre mi rivestivo, avevo fisso il pensiero dei discorsi tra Matteo e sua madre, tant'è che gli dissi se poi avremmo potuto farle altre domande.
"Certo.. contavo già di farle dopo cena..." mi disse con un sorriso furbo.

Al ritorno in macchina non vi fu nulla di interessante. Io mi vergognavo a far domande sconce, Matteo non introdusse l'argomento e Lidia ci chiese solo come era andato l'allenamento e cose del genere.
Arrivati a casa, io e Matteo giocammo un po' alla playstation, mentre sua madre cucinava.
Aveva un televisore enorme rispetto a quello che avevamo noi all'epoca, ricordo che giocare ai vecchi giochi di calcio era uno spettacolo...
Fu alla fine della cena che il mio amico, finalmente, reintrodusse l'argomento.
"Mamma scusa, possiamo riparlare della cosa di oggi?"
"Di cosa?"
"Sì, beh... Del sesso... Insomma... Io e Andrea ne sappiamo così poco..."
Io ero rossissimo, non riuscivo ad alzare lo sguardo dalla tazza col gelato.
"Mmmm... Certo Matteo... Direi che sono cose importanti da conoscere alla vostra età. Cosa volete sapere?"
Iniziammo dalle cose ovvie, come cos'era il sesso, come si faceva, come prendere le dovute preucazioni. Poi cose che avevamo sentito dire, spesso con tono dispreggiattivo dai nostri compagni di classe, tipo cosa significasse per una donna "avercela sfondata" ("La patatina di noi ragazze avrà pure una fine, no?"). Fino a cose più spinte, tipo posizioni sessuali o domande personali.
Alla fine, si era instaurato un bel clima. L'imbarazzo era rotto, tanto che Matteo si sentì in dovere di fare una domanda che mi fece raggelare il sangue: "Mamma, ci insegni qualcosa? Almeno poi siamo più bravi" disse con aria innnocente.
Dapprima la reazione di Lidia fu quella di inorridire quasi. Poi però parve ripensarci e quella porca disse "Va bene facciamo così... Voi andate nel bagno di là a lavarvi faccia e denti... Io intanto vado nel bagno di camera mia a cambiarmi. Fatevi trovare nel mio letto in mutande per la prima lezione: la masturbazione."
Non potevo credere ai miei occhi! Facemmo tutto in un baleno: in due minuti eravamo nudi, eccetto le mutande, ad aspettarla seduti sui letti.
Finalmente, dopo un'attesa che parve infinita Lidia uscì dal bagno. Era in accappatoio.
"Ok... Ora dovete giurarmi una cosa: tu, Matte, non lo dirai a papà, e tu Andrea ai tuoi genitori"
Non ci pensavo manco ad andarglielo a dire... Giurammo tutti e due velocissimi.
"Ottimo... Allora, tiratevi giù le mutande."
Ci ritrovammo nudi, a fissare i rispettivi cazzi.
"Oh però Matteo... C'hai una bella mazza..." disse Lidia.
Si in effetti il mio amico lo aveva parecchio più grosso del mio. I nostri giovani cazzetti, ancora acerbi, sui quali spuntava l'inizio di qualche peletto, erano eretti, eccitati.
"Allora, questa è la prima lezione. Perciò farete tutto voi. Io vi farò solo vedere quello che dovete fare."
Prese con una mano il mio cazzo e con l'altra quello di Matteo.
"Ecco, dovete massaggiarlo così... Fino a che non esce una cosa simile a pipì... Ma che vi piacerà di più..." disse sorridendo.
"L'ultimo che viene vince la possibilità di fare per primo la seconda lezione... E per aiutarvi..." si slegò l'accappatoio, provocandomi quasi un infarto. Non tanto per il seno (già altre volte mi era capitato di vederlo a mia madre per caso, mentre si cambiava o si faceva la doccia), ma per quel cespuglietto morbido che si intravvedeva tra le sue cosce.
Iniziammo a segarci. Il mio sguardo passava da quel seno, dalla cui areola rosa si ergeva il capezzolo rosso scuro e ruvido, che sembrava quasi chiedermi di succhiarlo come un frutto proibito, a quel cespuglio di peli neri a protezione della fica, quella sorta di caverna magica e per noi misteriosa.
Inutile dire che persi, e dopo 3 minuti con uno spasmo, un gridolino strozzato e il viso sfigurato dal godimento, venni copiosamente.
Dop qualche minuto (non pochi a essere sincero) venne anche Matteo.
"Bene! Abbiamo un vincitore!" disse Lidia, trionfante. "Ripulitevi, che poi sarà la volta della seconda lezione..."

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