Il dubbio 3
di
dott50
genere
gay
Il Tropicana, a parte una palma luminosa, come insegna all'ingresso, non aveva nulla di esotico; all'interno la luce era fioca ed i volti degli avventori mal si distinguevano nei dettagli se non li avvicinavi a meno di mezzo metro, tuttavia piano piano mi adattai all'oscurità e potei valutare che i frequentatori erano pressocchè tutti più adulti di me; notai che c'erano pochissime ragazze e forse questo era il motivo per cui in pista ballavano maschi con altri maschi. Mario si muoveva sicuro nella sala ed io cercavo di stargli d'appresso. Attraversò la sala fino al bancone del bar, salutando qualcuno con un cenno del capo o della mano ed infine si fermo, seguito da me, al bar, a salutare calorosamente due amici molto più grandi di noi, di età compresa tra i 30 ed i 40 anni. Si affrettò a presentarmi a Piero e Ferruccio e questi ci invitarono a bere qualcosa; accettammo e li seguimmo in un salottino in una zona più tranquilla della sala, come se seguissimo un copione già scritto ed imparato a memoria. Sia Ferruccio che Piero non fecero avances di alcun tipo, e si limitarono a chiacchierare di formula uno, di Montecarlo e di altri argomenti che io seguivo affascinato; avrei voluto parlare di qualche argomento scolastico, dove mi sentivo più sicuro, ma erano loro a condurre la conversazione; Piero era quello che sembrava mostrare maggiore interesse nei miei confronti, ma sempre con garbo e gentilezza, senza fare cenno esplicito ad interessi sessuali; Tuttavia era chiaro il motivo dell'incontro; solo che, come seppi in seguito, avevano preso precauzioni data la mia età che già conoscevano perchè riferita da Mario. Quella sera ci invitarono per il Sabato successivo, in Garfagnana, dove Piero aveva uno chalèt. Mario si mostrò subito entusiasta ed accettò; Io invece avevo il problema di rimanere fuori la notte ed il giorno di Domenica e non sapevo come dirlo a mia madre; però tutto si risolse nel migliore dei modi; mia madre aveva conosciuto da poco e si stava frequentando con un nuovo compagno e non indagò molto quando Mario venne a casa e mi invitò per il week end successivo alla sua casa, con i genitori. Naturalmente, non mancarono le numerose raccomandazioni di mia madre che forse aveva interpetrato quell'invito come un segno del destino rivolto solidificare l'ennesimo suo rapporto e non vedeva alcun pericolo per entrambi. Così, il sabato pomeriggio partimmo per la meta della mia inconsapevole iniziazione; in auto, io e Mario eravamo seduti dietro ed il clima tra loro tre, si rivelò subito più sciolto e libertino rispetto al Sabato in discoteca. Le battute sul sesso e le sue varianti erano via via più esplicite; dopo Lucca, Piero si fermò ad un distributore e scendemmo a bere una caffè tutti e quattro e quando risalimmo in macchina, Mario prese posto insieme a Ferruccio sul sedile posteriore, mentre Io sedetti davanti insieme a Piero. Intanto si era fatto buio e nel prosieguo del viaggio, tra risate e schiamazzi ed improvvisi silenzi, intuii che Mario armeggiava con il sesso di Ferruccio. Piero dal canto suo mi guardava ogni tanto senza proferire parola, forse aspettava che Io prendessi l'iniziativa; ma io non lo feci, non sapevo proprio da dove iniziare; ero anche intimorito dalla differenza di età. In realtà lo chalèt sorgeva oltre la Garfagnana, quasi sul versante toscano dell'Abetone, in un posto isolato, ai margini di una boscaglia, ambiguo e complice e buio; infattiquando arrivammo per prima cosa Piero mise in moto il generatore e poi accese il camino. In effetti, a parte il freddo era molto carino ed intimo e mentre io aiutavo Piero a rendere l'ambiente....ospitale; Mario non perse tempo, ad un certo punto si accovacciò innanzi a Ferruccio, gli slacciò i pantaloni ed iniziò a carezzarglielo con le mani e con la bocca; io rimasi sbalordito dalle dimensioni del membro di Ferruccio; davvero una cosa esagerata e in un attimo realizzai il motivo che forse stava alla base del nomignolo con cui venivano soprannominati Ferruccio e Piero; "I Gemelli". Mario non sembrava affatto spaventato, anzi, tutt'altro. Piero intanto stava preparando una carbonare e mi chiese di prendere le uova dalla busta che avevamo portato e mentre gliele porgevo, con tono di voce bassa, quasi sommessa mi chiese:
- "e Tu??..." - alludendo agli altri due ed io di rimando, con un filo di voce, arrossendo a capo chino:
- che devo fare?
Piero dovette intuire il mio sincero imbarazzo perchè fu molto dolce e comprensivo e disse:
- "aspetta....ti va di fare una doccia con me?"
e senza aspettare la mia risposta si avviò al bagno seguito da me
- "e Tu??..." - alludendo agli altri due ed io di rimando, con un filo di voce, arrossendo a capo chino:
- che devo fare?
Piero dovette intuire il mio sincero imbarazzo perchè fu molto dolce e comprensivo e disse:
- "aspetta....ti va di fare una doccia con me?"
e senza aspettare la mia risposta si avviò al bagno seguito da me
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