Elisa scappa

Scritto da , il 2016-04-23, genere etero

Non appena saltò fuori ciò che avevo fatto a quella festa si rese evidente che non potevo restare con quella famiglia adottiva. L’onta della vergogna gravava sulla madre adottiva molto più di quanto non gravasse su di me. A me personalmente non faceva né caldo né freddo, avendo ormai stabilito che il sesso era ciò che mi piaceva fare e nessuno mi avrebbe bloccato, né mi sarei fatta intimorire dal giudizio sociale, molto spesso solo una pretesa di controllo in una società che era del tutto fuori controllo.
Avendo ormai raggiunto il momento in cui potevo lasciare la odiata casa adottiva me ne andai senza mai guardarmi indietro.
Non vi mentirò, fu un periodo difficile, dovetti letteralmente farmi il culo per potermi mantenere.
Venivo sfruttata in un negozio di abbigliamento dove, tra l’altro, mi pagavano in nero. Per potermi quindi permettere di restare in casa mi concedevo regolarmente all’affittuario.
Era un signore di quarant’anni, senza moglie né figli, che mostrava i segni di una persona a cui non fregava nulla di nessuno. Mi ricordo i momenti in cui andavo a ‘pagare’ l’affitto e me lo trovavo lì davanti nudo, con una pancia pelosa, con il cazzo stretto in mano che mi diceva di sdraiarmi a pancia in giù sul letto e poi me lo infilava nel culo con forza, spingendo ogni volta sempre più in fondo ed insieme il mio dolore si faceva sempre più forte. Sentivo la sua faccia che mi si schiacciava sulla schiena, mentre il suo respiro si faceva sempre più ansimante man mano che procedeva, finchè non s’irrigidiva tutto e sentivo lentamente il suo sperma colarmi tra le gambe, mentre lui si sfilava e bruscamente mi invitava ad andarmene ‘fuori dai coglioni’.
Decisi che non volevo più sottostare a questo tipo di sfruttamento, avevo abbandonato le catene della famiglia adottiva per trovarmi legata in questa situazione, sempre meno libera.
Tuttavia la libertà aveva un prezzo, io non avevo un lavoro stabile, non avevo soldi da parte, non avevo qualità utili ad un lavoro. No, aspetta, una dote ce l’avevo.
Adoravo scopare, adoravo il fremito che provavo alla vista di un uomo desideroso di me, adoravo la sua vulnerabilità e la sua totale sottomissione al mio corpo.
Decisi che avrei sfruttato queste mie doti per aiutarmi economicamente.
Il primo passo fu in realtà molto facile, visto che le voci sulla serata di festa passata si erano diffuse alla velocità della luce, ingigantendosi come al solito. Fu così che iniziai a offrire prestazioni sessuali in cambio di denaro.
Se le pareti di casa mia potessero parlare, racconterebbero le incredibili gesta che ho compiuto, mentre spompinavo un cazzo, sempre con estrema calma, guardando negli occhi chi avevo di fronte. Furono mesi frenetici, in cui il mio dopo lavoro consisteva in turni da passare ogni giorno con chi chiamava per usufruire della mia bocca, delle mie mani e, per chi aveva più soldi, della mia fica.
Non vi annoierò raccontandovi i dettagli delle mie avventure, mi limiterò a narrarvi i più significativi.
Ci furono incontri veramente piacevoli, alcuni dei quali con due ragazzi, diventati miei clienti abituali, molto esperti che tuttavia dovevano rivolgersi a me perchè quasi nessuna ragazza era disponibile a scoparli entrambi insieme, e a loro eccitava di brutto vedere una tipa che si concedeva alle loro porcate. Uno dei due aveva un pisello bello lungo, adoravo prenderlo in bocca mentre l’altro lo aveva più corto ma con un ingrandimento verso la punta che mi faceva godere un sacco quando ce lo avevo nella fica.
La scena classica ero io a gattoni sul letto con loro due ad ergersi come due torri davanti e dietro di me che mi pompavano con forza. Alla fine mi venivano entrambi sulla schiena, colorando di bianco la mia pelle abbronzata.
Ma cerano anche incontri meno piacevoli. Me ne ricordo uno in particolare, ogni volta chiedeva un bocchino, iniziavo a lavorare di bocca ma ecco che dopo neanche due minuti mi era venuto dentro, aveva anche una venuta copiosa, quindi dovevo stare attenta a non soffocare.
E capitarono anche clienti con richieste molto strane.
Ad esempio un ragazzo, a casa del quale mi presentai in orario, come al solito, arrivai davanti all’uscio, la porta era aperta, entrai, trovai i soldi su un comò davanti alla porta d’ingresso, una voce mi guidò fino alla sua camera. Appena entrata lo trovai sul letto, nudo con un pannolone ed una cuffietta per bambini gigante in testa.
Fui pagata per fare da tata ad un bambinone!!
Lo dovetti allattare con il biberon, fargli fare il ruttino, coccolare come si fa coi bambini, rincorrere per la camera mentre lui gattonava piangendo. L’unico momento di sessualità fu quando gli cambiai il pannolone, dove mi ritrovai il suo pene con una evidente erezione e glielo menai mentre lui si dibatteva. Mi ricordo che lo schizzo mi finì ovunque, anche tra i capelli. A fine giornata ero più stanca di quando mi feci montare alla festa.
Ma mi capitarono anche episodi molto spiacevoli, il peggiore dei quali fu senza dubbio un ragazzo che mi chiamò a casa sua ma, al posto di trovarmi davanti lui e il suo arnese, mi accolse con due pastori tedeschi, e mi disse che mi avrebbe pagato il triplo se mi fossi fatta montare dai suoi due amici, mentre lui si faceva una sega. Io ovviamente volevo rifiutarmi, ma lui tirò fuori un bastone minacciandomi di ammazzarmi di botte.
Fui così costretta ad assecondarlo. Mi fece denudare subito dopo lì, davanti a lui, mi fece mettere a quattro zampe, dopodiché i suoi due cani vennero ad annusare i miei orifizi, infilando i loro musi ben dentro la mia vagina. Inutile dire che io ero tutt’altro che eccitata, anzi per la prima volta ero nauseata.
Nel frattempo che i cani mi annusavano il loro padrone era seduto su una poltrona davanti a noi e masturbava il ridicolo pene che aveva tra le gambe dicendo ai suoi cani cose tipo :”Montate questa cagna!”.
Mi ricordo che a turno i cani iniziarono a montarmi inserendo i loro cazzi, sicuramente più grossi di quello del loro padrone, nella mia vagina. Dopo mi fece avvicinare a lui e mi disse di succhiarglielo mentre i cani mi ingroppavano. Il suo pene era piccolo e bitorzoluto, con tanti peli attorno, infilarmelo in bocca fu quasi peggio che farmi scopare dai cani. In tutto ciò il mio piacere non migliorò di una virgola, la mia vagina rimase arida per tutto il tempo del rapporto, ma ai cani ovviamente non importava nulla, a loro bastava sapere di avere un buco in cui infilare i loro salsicciotti. Quando i cani vennero spararono il loro sperma su nella mia vagina facendola colare su tutto il pavimento poi fu il turno del padrone, i cui schizzi furono invece lenti e pieni, costringendomi a sputare tutto.
Scopai quindi con due cani e un uomo insieme.
Va detto che alla fine mi pagò, ma il mio piacere in tutto ciò fu pari a zero.
Questo episodio rappresentò una svolta e per un po’ di tempo non feci più la troia, avevo bisogno di riprendermi e pensai anche di abbandonare la professione.
La vera svolta arrivò quando scoprì le webcam erotiche.
Mi permettevano di guadagnare stando al sicuro a casa mia, non rischiavo di trovarmi davanti qualche pazzo squilibrato.
Fu così che iniziai a guadagnare bei soldi, continuavo a prostituirmi ma solo per chi dicevo io e alle mie condizioni.
Potei anche lasciare il lavoro da schiava che avevo in quel negozio, ma non prima di essermi vendicata di quella troia della responsabile.
Dovete sapere che il marito lavorava in magazzino. Fu cosa facile convincerlo a darmi una bottarella, e fu ancora più facile far capitare lei proprio in quel momento lì da noi, mentre lui montava il suo toro nella mia vagina. Per sedurre lui mi bastò andare un giorno a lavoro in gonna e senza mutande ed abbassarmi al momento giusto di fronte a lui per raccogliere una scatola.
La vista della mia fica in bella mostra fece il resto…
Non dimenticherò mai la faccia della responsabile quando mi vide lì, davanti al suo uomo, aperta come una cozza.
Lasciai quindi quel lavoro di merda e finalmente le cose iniziarono a girarmi nel modo giusto, ma non durò per molto…

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