Marco e la vicina

Scritto da , il 2016-04-04, genere prime esperienze

Ero un giovane che aveva imparato tutto quello che sapeva sul sesso guardando porno su internet, stavo per andare al liceo e la mia concezione di scopata era un tour de force epico che si concludeva con una colossale sborrata sul corpo di una bionda formosa che rimaneva ansimante per mezz’ora dopo il rapporto.
Quand’ecco che, durante un riordino della libreria di casa mia, trovai tra le mani un libro di sessuologia riposto sull’ultimo scaffale dietro ai libri di filosofia di mio padre, scaffale ovviamente rimasto impolverato per anni. Con le conoscenze acquisite nel tempo posso dire che quel libro era antiquato e per nulla attendibile, tuttavia mi diede il là per il mio primo approccio al sesso.
All’epoca mi vedevo ogni tanto con alcuni vicini di casa, tra cui una ragazza, di nome Giulia, che era più grande di me di un anno. Essendo gli altri ragazzi un pò più giovani di noi due, mi capitava spesso di restare solo con lei, parlavamo e ogni tanto l’aiutavo a studiare.
Fu così che durante un pomeriggio passato a casa sua ad aiutarla a ripetere la lezione parlando le dissi che avevo questo libro.
Lei era sempre stata una ragazza molto curiosa, non aveva ancora avuto storie importanti, ma ricordo quanto tempo avessimo passato a parlare di questo argomento, perciò quando le parlai del libro, il suo interesse fu tale che decidemmo di leggerlo insieme. Eravamo sul letto di camera sua quando iniziai a leggere, tutti e due seduti sul letto con la schiena appoggiata al muro.
Il libro non era tanto lungo ed era diviso in vari capitoli tra cui la masturbazione maschile e quella femminile. Fu proprio leggendo quest’ultimo capitolo che l’eccitazione salì fino a farmi saltare fuori una bella erezione visibile che mi causò un bel rossore per l imbarazzo.
Lei si accorse della situazione, ma non ne fu scioccata, anzi, mostrò un certo interesse per la cosa, mi appoggiò una mano sulla spalla e senza dirmi nulla, come se non ce ne fosse bisogno, inizio a baciarmi ardentemente, infilando la lingua in mezzo alla mia bocca come se avesse aspettato da tempo di poterlo fare con qualcuno ed ora non fosse in grado di controllarsi.
Mentre ci baciavamo con calma iniziò a slacciarmi i pantaloni. Le mutande erano talmente tese a causa dell’erezione che era un miracolo non si fossero ancora spaccate.
Le mie mani che prima stavano sopra la sua maglietta ora iniziarono ad esplorare anche sotto rivelando due seni che non fecero che rendere più dura la mia erezione.
Una volta abbassate le mutande, il mio cazzo era ormai come un cagnolino che in piedi sulle zampe posteriori puntava dritto verso l alto. Lei con calma inizio a passare la mano intorno al pene strusciandola delicatamente sui testicoli.
Era evidente la sua inesperienza ma era altrettanto evidente una sua naturale propensione verso la vita sessuale e iniziò a massaggiarmelo guardandomi in faccia, come se fosse curiosa di vedere la reazione che le sue azioni avevano su di me.
Ma non le bastava toccarmelo, lei voleva di più, perciò piano piano iniziò ad abbassare la testa fino arrivare al livello del mio uccello, e con la stessa lentezza di prima inizio a tirare fuori la lingua e a passarla dolcemente sul mio glande come se lo stesse assaggiando finchè non inizio ad affondare la bocca sempre più a fondo…
Il tempo passava e i suoi affondi si facevano sempre più decisi, finchè il mio livello di eccitazione arrivò al punto di non ritorno, io l’avvisai in tempo per togliere la bocca, ma come se volesse vedere cosa sarebbe successo dopo tenne la testa là, vicino al mio uccello ormai pronto ad esplodere i suoi colpi.
La mia venuta fu copiosa ed abbondante sulla sua faccia e sui miei vestiti. Lei rimase lì, ferma a prendersi addosso tutto il liquido che il mio cazzo fu pronto a lanciarle addosso. Fece finta di non farsi vedere ma io mi accorsi che con la lingua fece un rapido gesto per assaggiare la mia essenza.
Ma il pomeriggio non finì qui. Il tempo di pulirsi la faccia ed ecco che iniziò a calarsi i pantaloni, lei aveva faticato per il mio piacere ed ora esigeva la stessa dedizione da parte mia.
Io, con la stessa calma che ci mise lei prima, iniziai ad accarezzare le sue gambe dalle ginocchia salendo sempre più su, entrando sempre più all’interno del suo scrigno. Lei era talmente eccitata che sulle mutandine c’era una macchia che si estendeva per tutta la loro lunghezza.
Temporeggiai fino al punto in cui lei non resistette più, allora con un rapido gesto si tolse anche le ormai zuppe mutandine. Rimasi lì a contemplare lo spettacolo di quel grazioso boschetto, di una ragazza giovane e fresca, che non attendeva altro che essere esplorato dalle mie impavide mani.
Iniziai a massaggiarle la parte esterna con la mano strusciandole con il palmo sul clitoride ed ammetto, essendo per me la prima volta che potevo godermi un simile spettacolo, che mi aiutò anche lei a capire dove far pressione maggiormente. Man mano che la pressione aumentava sentivo crescere il rumore dei rantolii che provenivano dalla sua bocca e non appena due mie dita entrarono nella sua fica bagnata ci furono dei brividi accompagnati da un gemito di piacere. Ma non mi limitai alle mani, lentamente abbassai la testa ed iniziai a leccare con rapidi movimenti della lingua tutto ciò che lei aveva da darmi. La sua eccitazione era tale che mi pose una mano sulla testa ed iniziò a schiacciarmela contro il suo fradicio sesso.
I suoi liquidi bagnavano la mia faccia man mano che io avidamente andavo più in profondità. L’odore di urina, sudore e lombi pervadeva la camera e non faceva che aumentare la nostra maialaggine.
Svariati minuti in quella posizione finchè un brivido più forte mi avvertì del suo avvenuto orgasmo dandomi il tempo di darle due ultime leccatine e di fuoriuscire le dita dal suo pertugio vaginale.
Non parlammo più dell’accaduto, e successivamente, per motivi di studio, ci perdemmo di vista per un bel po’, ma anni dopo mi si presentò l’occasione di ammirarla nuovamente in tutta la sua bellezza.
Ma questa è un’altra storia…

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