In metrò

Scritto da , il 2016-03-13, genere trio

Giornata estiva. Calda.
Indosso una minigonna molto mini.
Saliamo sul metrò, io e mio marito. Tanto per cambiare, il vagone è superaffollato.
Ci ritagliamo un angolino vicino al finestrino, in piedi. Roby si appoggia con la schiena alla parete del vagone ed io mi sistemo davanti a lui. Pressati come sardine.
Il treno entra in galleria, inevitabile che la luminosità venga meno. E proprio in quel momento sento nettamente qualcuno che si appoggia sul mio sedere. Per un attimo si ritrae poi si appoggia di nuovo e percepisco qualcosa di rigido al centro di quella pressione.
Cerco di farmi avanti ma è quasi impossibile. Trattengo il respiro, in attesa. A Roby non dico nulla, temo qualche scenata e non mi pare il caso, in quella situazione.
Non rilevando alcuna reazione da parte mia, l'uomo si fa intraprendente: sento una mano toccarmi una gamba a mezza coscia e poi fa per salire su. Il cuore inizia a battermi più forte. Dovrei reagire, gridare forse ma non riesco a far nulla. Sono come ipnotizzata, impaurita eppur curiosa. La mano sembra forte, ruvida ma delicata. Sale e si insinua sotto la gonna. Ora anche l'altra mano segue lo stesso percorso dall'altra parte. Mi sento presa per i fianchi e tenuta ferma mentre sento strofinare sul mio sedere quel grosso rigonfiamento. Il cuore batte sempre più forte. Roby non si è accorto di nulla.
Nessuno vede, nessuno può immaginare quello che sta avvenendo. Chissà dove vuole arrivare.
Improvvisamente sento abbassarmi gli slip e una mano mi accarezza e mi pizzica il sedere fino a scendere più sotto, sempre più sotto.
Con un ginocchio fra le mie gambe mi invita a divaricarle. Lo faccio, come sotto un incantesimo perverso.
Le luci si spengono ed entrano in funzione le luci blu di emergenza.
La presenza dietro di me sembrava non attendere altro. Sento il suo grosso membro ormai nudo farsi strada verso la mia passerina ormai umida. Lo assecondo alzando un po' il sedere, mettendomi in punta di piedi.
Il cuore sembra scoppiarmi nel petto quando mi sento penetrare. Sì, mi sta penetrando. Mi fa sua affondandolo tutto dentro. Mi mordo le labbra per non urlare. Mi tiene ferma per i fianchi, spingendo ritmicamente. Siamo ancora al buio quando, inevitabile, ho il mio orgasmo.
Dopo pochi secondi mi sento inondare: anche lui è venuto.
Subito dopo si ritrae ed io cerco di sistemarmi gli slip. Un rivolo di seme mi cola lungo la gamba.
Provo a voltare la testa ma non riesco a scorgere il mio "amante" occasionale. Roby mi chiede se va tutto bene. Annuisco con un gesto del capo.
Siamo quasi arrivati, il treno inizia a rallentare. Ci prepariamo a scendere dietro agli altri, alle tante persone che ogni giorno fanno il loro stesso tragitto. Scruto i volti degli uomini cercando di immaginare chi possa essere stato a darmi tanto piacere in quei pochissimi minuti. Incrocio lo sguardo con un bellissimo ragazzo e in cuor mio spero che sia lui.
Non ho mai conosciuto l'unico uomo che mi ha avuta oltre il mio Roby. E forse è meglio così.

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