Giada

Scritto da , il 2010-09-11, genere prime esperienze

Giada era la mia ragazza, 18 anni, io ne ho 25, una ragazza timida e riservata. Eravamo insieme da circa 6 mesi e le poche cose che mi concedeva erano qualche bacio e ogni tanto una sega fatta con la sua manina piccola e morbida. Io, quando eravamo soli, le potevo infilare una mano tra le cosce, spostarle le mutandine e sentire il morbido pelo che le ricopriva appena la sua fighetta, che non avevo mai visto.
Tutto questo fino a quel momento mi bastava, anche se la voglia di scoparla era grande, pero’ aspettavo il momento in cui lei si sarebbe decisa. Infatti mi aveva piu’ volte detto che era vergine e che l’avrebbe fatto solo con chi si sarebbe veramente sentita a suo agio e tranquilla. Quel momento ancora non era venuto.
Un giorno mentre eravamo insieme in giro, incontrai un mio vecchio compagno dell’universita, Giulio, uno che era sempre fuoricorso, ma che poi si era laureato in ingegneria come me, alla veneranda eta’ di 31 anni.
Chiacchierammo un po’, fece un sacco di complimenti alla mia ragazza e ci invito’ ad una festa che faceva a casa sua il sabato successivo.
Accettai volentieri anche perche’ i suoi genitori avevano una grande villa a Casal Palocco.
Anche Giada era contenta di andare alla festa e di conoscere gente nuova.
Per quell’occasione si mise un paio di pantaloni di Cavalli con un top in tinta, era veramente molto bella.
Arrivammo che la festa era gia’ iniziata, e c’era una bella atmosfera. Incontrai diversi amici dell’universita’ e iniziammo subito a raccontarci quello che ea successo dopo la laurea.
Iniziammo a bere e Giada che non era abituata agli alcoolici, stava esagerando un po’ troppo. La portai un po’ fuori in veranda, per farle prendere aria e sembro che le avesse fatto bene, ma quando rientrammo, mi cadde quasi addosso. Le gambe le si piegarono e feci appena in tempo a sorreggerla. Giulio era li a due passi gli chiesi se potevo portare Giada in una stanza in modo da farla riprendere un po’. Ci accompagno su al primo piano, in una delle stanze per gli ospiti. La portammo su in due e entrati nella stanza, la adagiammo sul letto. Giulio ando’ a prendere un asciugamano in bagno che immerse nell’acqua fresca e poi glielo appoggio’ sulla fronte. Mi ricordo’ che nel salone c’era Carlo, un nostro amico che si era laureato in medicina, e disse che lo sarebbe andato a chiamare. Rimasi quindi solo con Giada. A volte mormorava qualcosa agitando la testa qua e la, mentre a volte sembrava addormentata e non si muoveva.
Adv
Avevo paura che le succedesse qualcosa, le sbottonai i pantaloni per farla Adv
respirare meglio e le tirai leggermente giu’ la zip. Aveva un paio di mutantine bianche di pizzo che lasciavano intravedere i peli neri della sua fichetta.
Ritirai su la zip, perche’ non volevo che Giulio vedesse quel ben di Dio.
Giulio pero’ non tornava e mi ero preoccupato. Pensai che avrei potuto lasciarla sola un attimo per andare avedere che fine aveva fatto Giulio. Ora dormiva.
Usci dalla porta e la richiusi. Scesi di corsa le scali e......la vidi, Carla il mio grande amore di sempre, piu’ bella che mai. Eravamo stati insieme per 2 anni, poi la sua famiglia si era trasferita a Milano e cosi’ ci eravamo persi di vista.
Lei mi vide e mi corse incontro buttandomi le braccia al collo. Cominciammo a chiacchierare con gusto e dimenticai tutto quello che era successo. Mi dimenticai di Giada e di Giulio.
Poco dopo pero’ ritornai in me e corsi in giro a cercare Giulio, ma non lo trovai, cosi’ tornai su da Giada.
La porta era socchiusa, e sentivo degli strani rumori provenire dall’interno.
Guardai dentro, e quello che vidi mi paralizzo’ mentre invece mi avrebbe dovuto far entrare di botto dentro.
Giada era sul letto senza i pantaloni e senza le mutandine, Giulio era inginocchiato davanti a lei e le leccava la fica.
Non l’avevo mai vista la sua fica, poca peluria, due grandi labbra gonfie e le piccole labbra lunghe che le pendevano un po’ tra le cosce. Rimasi incantato a guardare quello spettacolo . Giulio faceva scorrere la sua lingua tra le grandi labbra fino a toccare il bottoncino del piacere e poi di nuovo giu’. Quando andava giu’ la sollevava un po’ cosi da leccarle anche il buchetto del culo, e poi di nuovo su.
Giulio aveva i pantaloni abbassati e il cazzo gli pendeva non ancora completamente duro tra le cosce. Sentivo Giada gemere di piacere e muovere la testa a destra e a sinistra tenendo sempre gli occhi chiusi.
Sentii il mio cazzo irrigidirsi fino ad avere una erezione che non avevo mai avuto. Quella scena, tremenda nella sua crudezza, mi eccitava terribilmente e mi faceva rimanere li’ inebetito a guardare. Abbassai’ la zip dei pantaloni e tirai fuori il cazzo.
Cominciai a masturbarmi piano mentre il cazzo diventava sempre piu’ duro.
Poi Giulio si alzo’ in piedi, si tolse del tutto i pantaloni ed i boxer.
Aveva un cazzo dritto e duro almeno 5 centimetri piu’ lungo del mio e piu’ massiccio.
Sperai tra me che non volesse fare quello che pensavo, ma nello stesso momento volevo che lo facesse.....e lo fece.
Erano proprio davanti a me e quindi vedevo tutto perfettamente.
Prese le gambe di Giada e le appoggio’ sulle sue spalle,. Ora vedevo la fichetta di Giada aperta, bagnata e gocciolante e il cazzo di Giulio che si avvicinava.
Lo vidi appoggiarlo tra le piccole labbra e quindi spingere delicatamente la punta dentro.
Giada ebbe un sussulto, e io cominciai a masturbarmi.
Giulio spinse ancora un poco e poi si rese chiaramente conto che nessun cazzo era mai entrato li, lo tiro fuori, con i pollici allargo per bene la fica di Giada e poi lo rinfilo dentro.
Vidi le sue natiche irrigidirsi e spingere il cazzo nella fica di Giada. Lo vidi pompare su e giu’ sempre piu’ velocemente, mentre Giada ansimava e rantolava. La sentii venire 2 volte, mentre Giulio era sempre li che pompava senza sborrare.
Vidi un rivolo di sangue colare all’interno delle cosce di Giada, la sua verginita’, quella che avrei voluto prendere io, se n’era andata per sempre.
Giulio tiro fuori il cazzo. Era coperto di sangue e di muco gelatinoso prodotto dalla fica di Giada, ma capii che non era ancora contento. Non gli bastava.
Prese Giada e la mise a pancia sotto, poi si rinfilo tra le sue cosce e glielo mise dentro di nuovo. Fu in quel momento che sborrai addosso alla porta, mentre schizzavo e godevo, vidi lo sperma colare giu’ tra le cornici che formavano il disegno della porta e finire sul pavimento di marmo.
Rialzai lo sguardo appena in temo per vedere il cazzo di Giulio che scompariva tutto nella fica di Giada e le sue palle che le sbattevano tra le cosce mentre lei veniva di nuovo rantolando.
Fu li che Giulio fece qualcosa che non mi sarei mai aspettato.
Evidentemente non le voleva venire dentro, ma lui voleva comunque godere.
Sfilo il cazzo dalla fica di Giada. Con il dito medio raccolse un misto di sangue e liquido e comincio a massaggiare il buchetto del culo di Giada.
Il cazzo mi torno di nuvo duro immediatamente. La voleva inculare.
Io potevo vedere benissimo tutto la scena. Il suo dito massaggiava la circonferenza del buchetto e ogni tanto si spingeva dentro affogando nel culo.
Il buchetto si stava rilassando e incominciava ad aprirsi.
Lui spingeva il dito dentro e fuori, quasi come se la stesse inculando. Giada mugolava di piacere, ormai si rendeva conto di quello che stava succedendo ma non le importava, godeva troppo.
Io mi stavo masturbando di nuovo ed ero quasi sul punto di sborrare di nuovo.
Poi Giulio prese il cazzo e lo appoggio sul buchetto, spinse.....lo vidi scivolare dentro e penetrarla nel suo anfratto piu’ segreto. La sentii dire qualcosa, qualcosa simile a “Dai, spingi, godo...godo...” ma mi potrei anche sbagliare.
Giulio spinse la testa del cazzo dentro e poi la tiro’ fuori con un rumore simile al tappo di una bottiglia di champagne. Feci in tempo a vedere il buchetto rimanere completamente aperto per qualche secondo e poi richiudersi di nuovo, mentre Giada si girava per vedere in faccia chi la stava facendo godere cosi’.
Allora Giulio, eccitato dal fatto che Giada si era resa conto che lui la stava inculando, le prese le cosce fra le mani mentre il cazzo sembrava dirigersi da solo verso lo stretto buchetto del piacere che di li a poco avrebbe riempito della sua sborra.. Il cazzo scivolo di nuovo dentro, stavolta fino ai coglioni.
La stava possedendo nel piu’ maschio dei modi, la stava inculando. Il buchetto doveva essere tremendamente stretto intorno al suo cazzo, perche dopo due pompate lo sentiti esplodere . Un urlo quasi disumano, poi soffocato a fatica, lo vidi tremare tutto e accasciarsi su Giada che stremata svenne.
Rimase cosi’ per 30 secondi, poi il suo cazzo, persa la rigidita’ scivolo’ fuori dal buchetto insieme ad un fiotto di sborra che cadde sul pavimento.
In quel momento venni di nuovo e la porta fu di nuovo invasa dalla mia sborra.
Giulio si alzo’ si tiro su boxer e pantaloni e si giro’ per uscire. Non feci in tempo a scappare, quando Giulio apri’ la porta, mi trovo' con il cazzo ancora in mano in un lago di sborra.
Ah, vedo che ti sei divertito anche tu! – mi disse
Mi dispiace non sapevo che era vergine, altrimenti forse.....-
Mi diede una pacca sulle spalle e se ne ando’.
Entrai dentro, Giada era li sul letto come l’aveva lasciata lui, le gambe aperte, il sangue che le colava dalla fica e la sborra dal buco del culo.
Non resistetti. Il cazzo mi venne duro di nuovo. Chiusi la porta e mi avvicinai a Giada.
Presi il cazzo in mano e lo infilai nella fica. Cominciai a pompare furiosamente, mentre Giada ricominciava a mugolare di piacere. Sentii che stavo per venire di nuovo. Mi fermai e lo tolsi.
Il secondo buchetto era la’ invitante, non ci pensai due volte. Feci come aveva fatto lui, glielo massaggiai con un po’ della sborra di Giulio e poi la inculai.
Le sborrai nel culo, e venni come non ero mai venuto, poi andai in bagno e presi qualcosa per pulirla. Nel frattempo Giada si era ripresa e mi guardava con vergogna.
Chiaramente aveva perso la seconda parte, e non si era resa conto che anche io le avevo sborrato nel culo.
La lavai per bene e la rivestii. Lei piangeva, singhizzava.
Cercai di calmarla e ci avviammo verso le scali.
Portami a casa – mi disse – voglio andare a casa-
L’accontentai. In macchina si addormento quasi subito.
Arrivammo a casa sua e la portai su.
La baciai sulla bocca, eccitato com’ero ancora da quello che era accaduto.
Non la rividi più.

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