Le mie prime esperienze 2

Scritto da , il 2015-11-18, genere prime esperienze

Dopo quel pomeriggio insieme, del quale facemmo sesso per la prima volta,nei giorni successivi al “fatto” avevo la sensazione di essere osservato in modo poco amichevole dai suoi genitori,pensai dentro di me che avessero saputo cosa era successo tra me e la figlia,con la quale anche se ci vedevamo spesso e ci salutavamo amichevolmente , i nostri incontri segreti si interruppero per circa un mese,io in quel periodo di astinenza,ricominciai a segarmi,questa volta però le facevo con il pensiero della mia prima esperienza.Poi un giorno mentre stavo seduto sulle scale a leggere un fumetto,Marisa si avvicinò e abbassandosi mi disse sottovoce che mi voleva parlare e se potevo,di vederci al solito posto il giorno dopo alle 14,30,io con un sorriso gli dissi che non sarei mancato.Quella richiesta mi rese felice,perché notai ,quando mi parlò,uno sguardo malizioso e cominciavo a ricordare tutte le seghe che mi aveva fatto e soprattutto la mia prima scopata.Cominciavo anche a sperare che avremmo ricominciato a “giocare” insieme,ma l’attesa mi tenne sveglio tutta la notte e arrivato il mattino cominciavo a fremere,perché quelle ore non passavano mai ,finchè arrivarono le 14,00 e così mi incamminai per non essere in ritardo con l’appuntamento.Arrivato sul posto vidi Marisa che era già lì e quando mi vide mi venne incontro abbracciandomi e mi chiese scusa per tutto il tempo che mi aveva evitato.Ci sedemmo e così mi raccontò il motivo di quel comportamento,spiegandomi che la sua patatina per qualche giorno gli aveva dato fastidio e che sua madre si era accorta di qualcosa.Mi giurò che non gli disse nulla ai suoi di ciò che era successo tra noi,però visto che avevano notato lei un po’ diversa dal solito,l’avevano tenuta sottocchio più del solito.Poi aggiunse che,la situazione in casa era tornata “normale”, e lei si risentiva libera e che soprattutto non vedeva l’ora di stare nuovamente con me,aggiungendo che voleva rifare quello che avevamo fatto l’ultima volta.Io solo a quella richiesta ero già eccitato,così presi la sua mano e la accostai ai miei pantaloni facendogli capire che ero pronto.Marisa non perse tempo anche se avevamo un tenera età,io non avevo ancora 13 anni e lei ne aveva compiuti 12 da poco,sapevamo già quello che volevamo.La mia mano andò subito sotto la gonna e le mie dita già si intrufolavano dentro le mutandine cercando l’ingresso della sua fichetta.Lei tirò fuori il mio pisello e io gli tirai giù le mutandine,senza tanti preliminari in un attimo ci adagiammo sul prato,io mi tirai giù i pantaloni,salii sopra di lei che a sua volta allargò le sue gambe.Da quella posizione con la mano guidai il mio pisello verso quell’ingresso tanto desiderato e cominciai lentamente a spingere,lei con con tutte e due le mani allungate verso quell’ingresso,cercava di aprire di più la sua fichetta molto umida,facilitando la mia penetrazione.Il mio pisello ci mise pochissimo ad entrare tutto dentro di lei,che aveva fatto sì,una piccola smorfia di dolore,ma quando io cominciai a muovere il mio pisello su e giù,lei cominciò ansimando ad accompagnava il mio movimento con il suo bacinoMentre scopavamo,mi disse che anche se quella prima volta gli aveva fatto male,aveva aspettato questo momento,perché una sua amica,che aveva una sorella più grande , gli aveva confidato,che dopo la prima volta sarebbe stato bello e non avrebbe fatto più male.A quelle parole,io ancora più sicuro di me, cominciai a muovermi dentro di lei con più vigore,lei mugolava e continuava a muoversi insieme a me,fino ache io non resistetti più e,questa volta lo sfilai dalla sua fichetta bagnatissima e schizzai il mio liquido sul suo ventre,bagnandogli un po’ anche la canottierina.Mi distesi al suo fianco,Marisa mi disse che le era piaciuto tantissimo e se era così anche per me,dovevamo farlo ogni volta che ne avevamo voglia.Infatti in seguito la cosa andò così per molti mesi ,diventammo sempre più bravi e godevamo sempre di più,spingendoci anche con giochini manuali sui nostri corpi.Io di questo rapporto non ne parlai con nessuna,ma un giorno il mio amico Andrea,quello che mi diede le prime spiegazioni sul sesso,mi prese in disparte e disse che si era accorto di me e Marisa,così mi chiese se facevamo “qualcosa” e se ero innamorato di lei.Io arrossii,poi da buoni amici gli confidai il tutto, gli dissi che non ero innamorato di lei,ma mi piaceva quello che facevamo insieme.Mi chiese se scopavamo e alla mia risposta affermativa mi chiese se Marisa lo avrebbe fatto anche con lui.A quella richiesta io di certo non lo incoraggiai e gli dissi : -non so,ma non ti aspettare che io glielo chieda,il massimo aiuto che ti posso dare,dato che a lei piace tanto scopare,è quello di avvertirti quando noi due andiamo e magari,cogliendoci sul fatto possa invitare anche te . Andrea quasi non ci credeva così a quella risposta e mi fece giurare che quello che gli avevo proposto poi lo avrei fatto veramente.Sapevo che a Marisa scopare gli piaceva e non essendo ne innamorato,ne bugiardo,mantenni la promessa, anche perché avrei avuto la possibilità questa volta,invece di guardare i soliti giornali ,di vedere una scopata in diretta e soprattutto dal vivo,facendo anche il favore ad un amico.Arrivò il giorno in cui Andrea avrebbe dovuto “casualmente”,trovarci in quella che avrebbe dovuto essere una situazione” imbarazzante”.Quando il giorno prima lo avvisai,mi raccomandai di non far capire a Marisa che ci eravamo messi d’accordo e che avrebbe dovuto inventare una scusa per la sua presenza in quel posto.Stavo appoggiato ad un albero con i pantaloni tirati giù e il pisello fuori,Marisa stava iniziando a farmi una sega quando Andrea si presentò,io feci finta di essere sorpreso,ma Marisa si spaventò,tolse subito la mano dal mio pisello ormai eccitatissimo,lui tranquillamente disse che era scappato il cane e lo stava cercando,poi si rivolse a Marisa e sfacciatamente le chiese se ci fosse qualcosa anche per lui.Io fingendo di essere arrabbiato gli chiesi di andarsene,lui insistette,Marisa capì che la situazione poteva diventare un problema per lei ,perché se lui avesse raccontato quello che aveva visto ai suoi genitori,sarebbero state botte e punizioni,così intervenì chiedendo ad Andrea cosa avrebbe voluto. Il mio amico prima di rispondere,tirò fuori il suo pisello e gli disse di fargli una sega.Marisa mi guardò e un po’ spaventata si avvicinò ad Andrea e con la mano titubante toccò il suo attrezzo,che all’improvviso con mio stupore iniziò a crescere in una maniera incredibile,in pochi attimi era quasi il doppio del mio sia in lunghezza che in larghezza,anche Marisa rimase stupita di quella trasformazione fuori misura ,la sua piccola mano era diventata insufficiente a contenere tutto il suo pisello,così Andrea gli chiese di usare anche l’altra.Lei cominciò a segare come sapeva fare,questa volta però usò tutte e due le mani e man mano che segava gli si leggeva in volto che la cosa la eccitava più del solito,intanto io pensavo dentro di me che eravamo si ,piccoli,ma stavamo facendo cose da grandi e io mi stavo eccitando solo a guardarli.Andrea aveva allungato la mano sotto la sua gonna cercando di arrivare a toccargli la fichetta e quando ci riuscì,Marisa che lo stava ancora segando, lasciò il suo pisello e si distese in terra.Andrea si distese vicino a lei,che probabilmente si era anche dimenticata della mia presenza,gli sfilò le mutandine e cominciò ad infilargli un dito nella sua fessura,lei cominciò ad ansimare e rilassandosi allargò ancora di più le cosce,il mio amico,che in quel momento stavo invidiando,cercò di aprire di più la sua fichetta aggiungendo un altro dito che con fatica poco dopo riuscì ad infilare,fece con le due dita su e giù per 4 /5 minuti,poi si sfilò completamente i pantaloni,con la saliva si bagnò il “pisellone” e mentre stava per passare alla prossima mossa,Marisa gli disse che non voleva perché era troppo grosso e gli avrebbe fatto sicuramente male.Lui con la sua solita insistenza la convinse a provare e gli promise che se gli avesse fatto male avrebbe desistito.Così si posizionò sopra di lei e iniziò a infilarglielo dentro,la punta del suo pisello entrò e a Marisa in quel momento piaceva,ma quando Andrea cominciò ad entrare di più ,lei lo implorò di fermarsi perché gli stava facendo male,il mio amico non lo sfilò,si fermò per un po’,lei in silenzio si tranquillizzò e quando ricominciò la penetrazione ,con una spinta graduale le entrò tutto dentro ,Marisa emise un grido soffocato e piantò le unghie sulla schiena di Andrea,che per nulla spaventato stette fermo per un po’,ma poi iniziò a scoparla con molta delicatezza.Marisa stava sotto di lui mentre Andrea la stava scopando,adesso lei era rilassata e si vedeva che cominciava a piacergli,perché cominciava a muovere il bacino per assecondare il movimento e per sentire meglio quel pisellone che inizialmente l’aveva spaventata.I loro movimenti aumentavano di ritmo,io stavo in piedi con il mio pisello e guardando loro ,mi segavo come non mai , per l’eccitazione fuori dal comune che stavo provando godetti con violenti schizzi .Loro stavano continando la loro danza,quando ad un certo punto Marisa al culmine del piacere,avvinghiò le sue gambe attorno ai fianchi di Andrea,come per dirgli di restargli dentro perché stava godendo,lui continuò per un po’ e quando stette per venire,fece fatica a staccarsi dalle gambe che lo avvinghiavano,ma quando vi riuscì i suoi schizzi ,per quanto violenti , arrivarono fino al viso di lei. Quella volta ebbi la prova che la fica era tanto elastica che si sarebbe adattata a qualsiasi misura di pisello,ma nello stesso tempo quell’esperienza con il mio amico Andrea ,mi fece capire l’importanza della “misura”,perché Marisa da quel giorno preferì il suo e a me la dava qualche volta ,forse per riconoscenza.

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