Il compagno di mio figlio

Scritto da , il 2015-08-26, genere etero

Sono sempre stata una bella donna anche affascinante, ed anche adesso che mi avviavo verso i 40, attiravo sguardi e complimenti, anche da persone più piccole, come i compagni di mio figlio che non lesinavano sguardi e complimenti.
A quell’età, con le tempeste ormonali, sapevo bene quali pensieri, desideri e pulsazioni poteva avere un ragazzo, non appena vedeva una gonna…figurarsi se poi lo si provocava, magari mostrando un po’ di più… era come sventolare una bandiera rossa davanti un toro.
Dal canto mio, seppure il mio matrimonio mi soddisfaceva, non disdegnavo delle avventure occasionali. Nulla di serio o duraturo, mai pensato ad un amante: troppo impegnativo. Ma di quando in quando, mi concedevo delle trasgressioni il cui fine ultimo erano il piacere fisico. Era il sesso, quello che cercavo.
Fu così che un giorno, mio figlio tornando da scuola, venne con un compagno.
- Mamma sono a casa! Sono con Mauro, resta qui a studiare!
Sulla prima non feci caso per nulla ad entrambi. Seppure non accadeva spesso che mio figlio Luca portasse amici, la trovavo una cosa normalissima.
Fu solo nel primo pomeriggio, quando i ragazzi usciti dalla camera di Luca, vennero a fare merenda, che prestai più attenzione a Mauro.
In generale era un bel ragazzo, anche simpatico, ma sicuramente inesperto ed anche impacciato con il gentil sesso. Fu solo ripensandoci la sera a letto, che mi scoprii interessata a sedurre quel ragazzo o per lo meno a provocarlo. Forse ero solo un po’ cattiva, ma il pensiero mi divertiva.
Anche il giorno seguente, Luca tornò a casa con Mauro. Decisi così di indossare qualcosa che avrebbe attirato la sua attenzione e studiarne gli effetti. Mi truccai, indossai un vestitino corto, aderente e scollato e uscendo dissi che andavo a comprare qualcosa per la merenda.
Uscendo notai subito, con la coda dell’occhio, che non ero passata inosservata a Mauro.
Tornai dopo una mezz’oretta, con una busta della spesa. E chiamai i ragazzi, che nel frattempo erano in salotto. Vennero per bere e mangiare quello che avevo comprato. E così notai gli sguardi fugaci e colpevoli di Mauro su di me. Decisi di provocarlo un po’, e inizia a parlare con loro, chiedendo delle ragazze e cose così. Notavo l’imbarazzo di entrambi seppur per motivi diversi: mio figlio, che mi considerava inadatta a questo genere di discorso ed in generale inadatta a parlare con Mauro e quest’ultimo, che pur mostrando timidi segnali di dialogo nei miei confronti era imbarazzato.
Non appena ebbero finito, Luca tirò quasi di peso Mauro nel salotto.
Decisi di origliare un po’, più per curiosità che intenzionata a carpire chissà cosa.
- Certo che mia madre, quando ci si mette è una bella rottura… disse Luca
- Perché? A me non sembra affatto… solo curiosità… ribattè Mauro
- Ma dai, non devi far finta di essere gentile anche quando non c’è… so bene che rompe e fa un sacco di domande…
- A me è sembrata simpatica e poi … è anche molto bella!!!
Queste parole fecero scendere un silenzio che durò qualche secondo..
- Ma che cazzo stai dicendo – disse Luca con una voce alterata
- Ma nulla… non voglio dire nulla… scusa…
Mi allontanai e lasciai quella discussione. Luca aveva avuto un moto di gelosia, normale, ma la cosa che mi interessava maggiormente era che Mauro era stato “catturato”.
La sera ripensai a quella discussione. Non facevo fatica a immaginare in quel momento Mauro nel suo letto, che si ammazzava di seghe pensando a me… chissà quali fantasie avrei suscitato in lui. Ripensandoci non avevo mai fatto sesso con un ragazzo della sua età…poteva essere un’esperienza interessante, anche se non sarebbe stato facile, perché se qualcosa doveva succedere dovevo essere io a prendere l’iniziativa.
Nei giorni seguenti, Luca non portò Mauro a casa e dopo la seconda giornata gli chiesi spiegazioni. Mi disse in modo sbrigativo e nervoso che avevano litigato. Naturalmente intuivo benissimo i motivi della discussione. Sarebbero stati un ulteriore impedimento ai miei interessi…
La settimana successiva, Luca aveva preso l’influenza e rimase a casa. Fu così che il martedì pomeriggio, sentii suonare alla porta. Era Mauro. Con imbarazzo, mi salutò e mi chiese di Luca. Gli dissi che stava male ed era a letto. Lui mi chiese di vederlo, così lo lascia in salotto e andai in camera di Luca, al piano di sopra a vedere se era sveglio. Luca, febbricitante era sveglio, ma di pessimo umore. Gli dissi di Mauro, ma non aveva voglia di vederlo, era ancora arrabbiato per la discussione. Io insistei, ma i ragazzi a quest’età, si sa, fanno solo di testa loro e non accettano suggerimenti. Così ridiscesi da Mauro.
Gli dissi che Luca riposava e che non si sentiva di alzarsi e comunque vederlo. Mauro imbarazzatissimo fece per andarsene, ma lo fermai, offrendogli un te e chiedendogli di restare per avere delle spiegazioni sul comportamento di Luca.
Lui accettò. Così ci sistemammo in salotto e io andai a preparare il vassoio. Poco dopo, tornai con il vassoio. Mi sedetti accanto a lui, e versai il te nella tazza per poterla successivamente porgere a Mauro. Mentre allungavo la tazza, attesi che lui la sfiorasse per lasciarla cadere. Naturalmente Mauro non riuscì a prenderla e la tazza cadde rovesciando il te sui pantaloni di Mauro e sul pavimento.
Mauro sobbalzò in piedi, in parte per il te caldo che ormai aveva bagnato i suoi pantaloni, proprio al lato alla patta, e per l’imbarazzo dell’incidente. Era mortificato e quasi ridicolo, perché nella sua confusione, si scusava e cercava di allontanare i pantaloni dalla sua pelle. Io feci il possibile per trattenere le risate. Specie perché lo avevo fatto apposta, ma non potevo dirglielo. Così mentre cercavo di rasserenarlo, dicendogli che non era successo nulla di grave, mi avvicinai e cercai, con un tovagliolo di asciugargli i pantaloni.
Mauro era ancora più imbarazzato, se possibile. Io piano piano, cercavo di allargare i contorni della macchia sui pantaloni, con l’intento di sfiorargli il pene. E proprio quando ero vicinissima a farlo, Mauro con un sobbalzo indietreggiò e allungò le mani quasi a fermarmi.
Potevo notare distintamente ora che Mauro aveva avuto una bella erezione. Ne ero compiaciuta, ma dovevo far finta di nulla. Così cercai di avvicinarmi ed allo stesso tempo di tranquillizzarlo.
- Tranquillo dai, non è successo nulla, lascia che ti asciughi.
- No davvero, signora, va bene così… non è un problema … mi scuso… forse è meglio che vada …
Il suo imbarazzo mi faceva quasi tenerezza, tanto che per una piccola frazione di tempo pensai addirittura di lasciarlo scappare a casa… ma subito dopo pensai che una volta a casa, si sarebbe ammazzato di seghe, specie con quell’erezione, quindi meglio approfittarne
- Vieni qui Mauro, non ti faccio nulla. Mica ti mordo? Cerco solo di aiutarti…
Lui si era quasi rabbonito anche perché era inutile nascondere la sua vistosa erezione.
- Tranquillo è tutto a posto, anzi sarebbe strano il contrario – dissi io sorridendo
Mentre cercavo di rasserenarlo a parole, avevo nuovamente ripreso a pulirgli i pantaloni che indossava, e ogni volta che ripassavo vicino alla sua patta, mi spingevo sempre più vicino al pacco che emergeva e contrassegnava la sua erezione.
- Non ti faccio mica male, sai?
- No, no è questo signora, ma io …

Mentre lui proferiva queste parole, io con la mia mano avevo già iniziato a massaggiargli delicatamente il pene eretto che ormai tentava disperatamente di uscire da quella costrizione rappresentata dai pantaloni.
Per tutta risposta, lui adesso era immobile e muto. Solo il suo pene mi faceva capire che non era del tutto assente.
Con estrema delicatezza, sbottonai i pantaloni e li abbassai. I suoi boxer contenevano a mala pena il suo pene che era in piena erezione. Gli accarezzai dolcemente le palle, lo guardai gli sorrisi e accostai le mie labbra al suo pene ancora fasciato dai boxer. Gli feci sentire il mio alito caldo e la morbidezza delle mie labbra. Nonostante tutto, Mauro era anche ben messo.
Tirai fuori il suo pene dai boxer, tenendolo in mano iniziai a leccargli l’asta per tutta la sua lunghezza, in maniera delicata, indugiando sulla base della cappella.
Non tardò molto che Mauro si facesse coinvolgere. Sentii infatti la sua mano spingere la mia nuca verso il suo pene. Lo assecondai ingoiandone un pezzo alla volta secondo la richiesta che mi veniva fatta dalla pressione della sua mano.
Pochissimi secondi più tardi, capivo che Mauro stava già per esplodere. E così fu, sentii il suo respiro farsi più affannoso, quasi come un lamento e dopo un breve istante assaporai l’abbondante sapore del suo piacere. Attesi con pazienza di ricevere fino all’ultimo schizzo. Poi, avendo capito che aveva terminato, mi allontanai delicatamente dal suo membro, fino a “salutarlo” con un tenero bacio sulla punta.
Alzai lo sguardo e vidi Mauro con gli occhi chiusi e l’espressione estasiata. Sicuramente gli era piaciuto molto. Certo non era durato molto, anzi.. ma era una cosa che avevo messo in conto, sia per l’inesperienza che per l’eccitazione.
Finito quel momento di trance, quasi si riebbe come risvegliandosi da un sogno. Imbarazzato si coprì il pene con le mani.
Stavolta non trattenni la risata, cosa che lo fece diventare rosso.

- Dopo quello che ho fatto, ti copri? Hai ancora vergogna?
- Ma io …. Cioè, scusi signora… io …..
Era tornato il suo normale imbarazzo. Per un momento avevo creduto che il gesto della sua mano era un segno che quella condizione di timidezza era terminata, ma probabilmente era ancora presto e forse era anche meglio così… la cosa sarebbe stata ancora più stimolante per me.
Io mi alzai e mi tolsi il vestito che indossavo, restando davanti a lui in perizoma e reggiseno bianco.
Lui mi guardava ma non riusciva a parlare.
- Che c’è? Forse non ti piaccio? Sono troppo grande per te? Eppure il tuo amichetto li, mi pare che apprezzi… - dissi alludendo al suo pene che adesso, animato dalla vista del mio corpo, era nuovamente in tiro…
Mi tolsi il reggiseno e mi avvicinai a lui sculettando in maniera evidente. Lui mi abbracciò e mi baciò sul collo. La sua azione era confusa senza uno schema preciso, la sua inesperienza mi piaceva ed eccitava.
Sentii le sue mani accarezzarmi il seder, le cosce, cercavano di prendere ogni parte del mio corpo. Mi tolse con foga il perizoma e ci buttammo sul divano. Mi allargò le gambe e mi penetrò. Incominciò a sbattermi violentemente, sentivo il suo respiro affannoso. Io cercavo di correggerlo, ma era inutile. Preso da foga era ingovernabile. Non che la sua azione mi dispiacesse, ma non si allineava alle mie esigenze. Capii allora che avrei dovuto adeguarmi alle sue. Per fortuna questa volta riusciva a resistere, quindi andò avanti per un bel po’. Questo mi permise di raggiungere l’orgasmo che attendevo. Venni, ma non potendo gridare accostai le mie labbra al suo orecchio e sussurrai: godo!
Quello scatenò anche il suo orgasmo: lo sentii muoversi spasmodicamente e poco dopo mi sentii inondare del suo caldo seme.
Adesso era distrutto, sopra di me… dopo qualche istante si allontanò. Il suo pene era esamine… forse si era sforzato troppo? I ragazzi della sua età avevano una erezione ogni 5 minuti, lui non poteva fare eccezione, specie in quella circostanza.
Così aspettai qualche breve istante e poi inizia ad accarezzarlo, dolcemente avvicinandomi al suo pene dall’interno delle sue cosce. Più mi avvicinavo, più notavo che ricevevo la risposta che attendevo. Quando scorsi una mezza erezione, avvicinai nuovamente la mia bocca al suo pene, prendendolo. Adesso lo sentivo crescere in me, fino a diventare duro come quando l’avevo preso in bocca la prima volta. Nonostante tutto non c’era voluto poi molto a raggiungere il risultato sperato.
Nonostante sembrasse stanco, il suo pene lo incitava a continuare e sapevo bene che Mauro avrebbe ascoltato il suo pene. Mi sedetti sopra di lui e iniziai a cavalcarlo. Questa volta potevo seguire il mio ritmo. Mauro subiva passivamente anche se intuivo che non gli dispiacesse. Non appena raggiunsi un nuovo orgasmo, decisi di cambiare. Mi alzai da li e mi spostai di lato. Nonostante non avessi detto nulla, la mia posizione era un chiaro invito per Mauro a prendermi da dietro. E lui non si fece attendere, anche perché conoscevo bene le potenzialità del mio fondoschiena.
Così adesso Mauro era alle mie spalle e mi sbatteva con rinnovata foga, palpandomi il sedere e facendo scivolare ogni tanto le sue mani sul mio seno, che strizzava con dolcezza, indugiando sui capezzoli ancora turgidi.
Andava avanti, ma dopo un bel po’, capii che le forze lo stavano abbandonando, e non sarebbe riuscito a venire senza un mio aiuto. Così dopo aver goduto nuovamente, lo allontanai con una mano per riprenderlo non appena mi fossi girata.
Ripresi il suo pene in bocca, massaggiandogli lo scroto. Mentre affondavo la mia bocca sul suo pene iniziai a guardarlo, lanciandogli sguardi complici e maliziosi, un po’ come fanno le pornostar mentre fanno i loro servizietti. Sapevo che quell’atteggiamento avrebbe incoraggiato il raggiungimento del piacere di Mauro, e così dopo poco capii che sarebbe venuto nuovamente.
Mi attesi i nuovi schizzi in gola, ma questa volta risultarono essere assai meno consistenti rispetto ai precedenti, cosa che mi aspettavo, dato le circostanze, ma il piacere di Mauro non fu minore!
Soddisfatto si abbandonò nuovamente sul divano. Io accanto a lui lo guardavo godersi il meritato riposo che si era così faticosamente conquistato.
- Cazzo, mi hai prosciugato! Sei fantastica! Mi fai impazzire! – disse Mauro
- Ah, siamo passati al tu adesso? – dissi io ridendo.

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