Ristorante

Scritto da , il 2015-07-26, genere feticismo

RISTORANTE

Fedele alla propria passione mentre lei saliva in macchina aveva dedicato una lunga occhiata ai piedini di lei , sensualissimi in un paio di scarpe aperte con un accenno di tacco.
A lei ovviamente la cosa non era sfuggita ed aveva indugiato un po’ di più nel movimento per fargli godere lo spettacolo .
Allo stesso modo durante il tragitto verso il ristorante aveva distrattamente poggiato uno dei piedi scalzi sul cruscotto , ma non troppo per evitare di distoglierlo dalla guida.
Arrivarono al loro ristorante preferito e con calma cominciarono con gli antipasti seguito da un primo.
Quando fu il momento di passare al secondo lei disse alla cameriera che si sarebbero presi un attimo per decidere e mentre parlavano del più e del meno lei inizio col suo speciale programma.
Il suo piede destro si sfilò dalla scarpa e cominciò a risalire lungo la gamba di lui che non diede minimamente segno di essersi accorto di quel che succedeva se non per il fatto che fissò lo sguardo su di lei con maggior intensità.
Più difficile fu contenersi quando il piede andò a posarsi sulla sua destinazione finale esercitando una leggera ma decisa pressione seguita da uno strofinamento dal basso all’alto finchè lei , dopo la pressoché immediata erezione , gli disse in maniera appena percettibile “Apri”.
Lo sguardo interrogativo di lui ebbe come risposta un segno di assenso con la testa di lei , quindi con la maggior cautela possibile aprì la cerniera liberandolo.
Da quel momento fu il ritrovare sensazioni note rese più eccitanti dal contesto , pur senza vedere riconobbe ogni parte di quel piede che così ben conosceva , dall’agilità delle dita alla parte appena più ruvida subito sotto fino al peso del tallone passando per la pelle liscia come seta dell’arco , la sua preferita.
Così facendo lo percorreva per tutta la sua lunghezza rendendogli sempre più difficile restare impassibile , ogni tanto esercitava una maggiore pressione fermandosi poco prima che il piacere potesse mutare in fastidio , poi lo circondava facendolo scorrere tra l’alluce ed il secondo dito facendolo impazzire.
L’unico rammarico era di non poter utilizzare i due piedi perché la posizione sarebbe risultata faticosa e talmente innaturale da farla scoprire , quindi era giunto il momento di dargli il colpo di grazia e sempre in un sussurro percepibile solo a loro due gli disse “Ora aiutami”.
Non si fece pregare e con la mano accompagnò il movimento del piede di lei dandogli il ritmo e la pressione che in breve lo portarono a venire copiosamente tra le belle dita smaltate soffocando un gemito.
Appena ripresosi con una salvietta ripulì se stesso ed il piede di lei che torno a rifugiarsi nella scarpa soddisfatto.
Con un sorriso malizioso lo guardò e gli disse “Passerei direttamente al dolce…il viaggio di ritorno potrebbe prevedere qualche sosta….”

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