Diario di una Escort (parte 2)

Scritto da , il 2015-04-16, genere prime esperienze

Sono passati alcuni giorni da quella sera alla pompa di benzina e poi in discoteca ma non riesco a smettere di pensarci. Passo da momenti di libidinosa attesa ad altri di completo disgusto per me stessa. Questo è uno di quei momenti. Sesta ora. Storia. Come sempre faccio finta di ascoltare il professore assorta nei miei pensieri. Ma come cavolo ho fatto a lasciare il mio numero ad uno sconosciuto, come una puttana? E quello ha anche detto che mi avrebbe trovato dei clienti… Sei una stupida, Angi! Rabbrividisco, nonostante non faccia affatto freddo. Non per il timore che qualcuno mi chiami sul serio ma perché sotto sotto spero che qualcuno lo faccia. Dopo giorni di autonegazione mi sono arresa al fatto che mi è piaciuto essere trattata come una prostituta, e questo mi confonde. Distrattamente accavallo le gambe sotto il banco, coperte da una minigonna di jeans che fascia a malapena le mie cosce tornite e lisce, e riprendo a mangiare la matita come facevo un attimo fa. Ma un guizzo nello sguardo del professore mi attira. Vedo i suoi occhi muoversi velocemente dalla mia bocca leggermente aperta, le labbra coperte di lucidalabbra, alle mie gambe, rimanendo fissi per qualche istante sullo scoscio cercando di raggiungere ciò che cela.
I nostri sguardi si incrociano per un attimo e lo vedo avvampare di vergogna tentando di riprendere il filo del discorso. Guardo i miei compagni e noto che nessuno ha notato quel che è successo. Torno a guardare il professore e comincio a chiedermi se lui abbia, da qualche parte, il mio numero di cellulare, arrivatogli per vie traverse… Angelica! Potrebbe essere tuo padre, santo cielo! Scuoto la testa per scacciare il pensiero ma sento tornare l’eccitazione che per giorni mi ha dominato. La controllo a fatica e guardo di continuo l’orologio pregando che la lezione finisca in fretta. Finalmente la campanella suona e sollevata esco finalmente da scuola. Casa mia non è molto distante da scuola e la posso raggiungere facilmente a piedi o farmi due fermate di pullman. Opto per la prima scelta e mi incammino immersa nei miei pensieri. Mentre cammino per il viale alberato sento il cellulare squillarmi nella borsa. Sbuffando lo cerco con la mano. Sarà o Cinzia o mio padre. Lo prendo e guardo il display. Con mia sorpresa non riconosco il numero. Il cuore comincia a battermi forte. Non sarà mica… Mi siedo su una panchina con il telefono in mano che squillava. Il mio dito esitante è sospeso sul tasto “rispondi” ma proprio quando lo sto per toccare la chiamata si interrompe e mi esce il messaggio “chiamata persa”. Esalo un respiro di sollievo e mi appoggio allo schienale della panchina. Ci è mancato poco… Improvvisamente il telefono ricomincia a squillare insistente. Lo stesso numero di prima! Mi manca il respiro ma alla fine rispondo. Con voce un po’ tremante rispondo –Pronto?...- -Ciao sei Samantha?- è la voce di un uomo. Sento il cuore battermi ancora più forte ma un calore mi si accende nel ventre. Mi hanno chiamato… Cerco di riacquistare il controllo e assumo la voce più ferma e disinvolta che riesco. –Sì sono io… chi parla?- -ciao sono Francesco… un nostro comune amico mi ha dato il tuo numero e mi ha parlato benissimo di te… Dice che sei fantastica…- anche lui è abbastanza esitante nel parlare. Cerco di assumere il controllo e comportarmi da professionista –E tu vorresti verificare, non è vero tesoro?- -sì mi piacerebbe molto conoscerti…- -la mia tariffa la conosci, non è vero?- -sì certo… il nostro amico mi ha detto 120 euro per il servizio completo…- -perfetto, sai già tutto allora…dove ci incontriamo?- -beh pensavo a casa mia… sta sera se per te va bene…- -non vedo l’ora…-. Francesco finisce di darmi le informazioni per raggiungere casa sua e poi chiudo la telefonata. Rimango lì ferma immobile qualche istante a chiedermi che cazzo mi passa per la testa ma l’eccitazione spazza via tutto e i miei pensieri si focalizzano su cosa mettermi questa sera per lui. Mi rimetto a camminare in fretta verso casa ma prima faccio un salto in farmacia e compro una scatola di preservativi. Non si sa mai. Mentre pago il ragazzo dietro al bancone mi guarda con un sorrisetto e io gli sorrido di rimando. Dio sono bagnata come una puttana… Torno in fretta a casa e cerco di fare i compiti ma non riesco a smettere di pensare a stasera e guardo ogni minuto l’orologio. Alle sei rinuncio definitivamente a studiare e vado a farmi una doccia. Con un asciugamano addosso che copre a malapena il corpo, apro il guardaroba e comincio a scegliere la biancheria. Opto per un reggiseno e un perizoma coordinato bianco di pizzo. Mi viene un’idea che avevo visto in un video porno qualche tempo fa e sorrido tra me e me. Ma sì perché no… prendo un paio di calze bianche ricamate a onde, un gonnellino scozzese verde scuro e blu, che mi arrivava a malapena a metà coscia, e una camicetta bianca attillata. Alla fine presi un paio di stivaletti neri tacco 8. Mi piastrai i capelli in modo da renderli liscissimi e poi li lego dietro con la coda di cavallo che mi ricadeva sulla spalla lungo il corpo. Mi guardo allo specchio e sorrido un attimo col cuore che batteva. Sono proprio io quella. Una studentessa santarellina che sotto sotto è una troietta. Dio che zoccoletta che sono… Prendo la pochette e scendo in salotto. Papà non è ancora tornato e mamma è di là che cucina. Mio fratello è lì seduto al tavolo che studia. Alza lo sguardo un secondo e lo vedo spalancare gli occhi mentre mi squadrava da capo a piedi. Mi sta mangiando con gli occhi. Io faccio un sorrisetto e lui arrossendo abbassa lo sguardo sul libro. Vado in cucina e dico a mia madre che sto uscendo. Lei mi risponde con un meccanico –sì va bene- senza neanche alzare il naso dai fornelli e io vado verso la porta d’ingresso. Non prima di notare mio fratello che velocemente entra in bagno. Non è possibile ho fatto eccitare mio fratello… Esco di casa in fretta prima che mi sorga qualche strana idea. Avvio la mia piccola Smart e parto. Dopo una mezz’ora buona di strada mi fermo davanti all’indirizzo giusto. Do un’occhiata alla casa. Una bella villetta con un giardino enorme ben tenuto. Suono il campanello e un secondo dopo il cancello elettrico si apre. Oltrepasso il cortile piastrellato e arrivo davanti alla porta d’ingresso che un secondo dopo si apre e il mio cliente mi compare di fronte. È un ragazzo alto, occhi verdi, capelli scuri, corporatura normale. Indossa un paio di jeans e una camicia bianca. Tutto sommato era andata bene. Ha un sorriso dolce, troppo per essere un abituale frequentatore di prostitute, e questo mi piace. –Tu devi essere Samantha, suppongo- -e tu francesco…- Mi sorride di nuovo e mi invita a entrare. L’interno è bello arredato con un gusto semplice ma non per questo povero, anzi. Mi offre da bere e io sorrido ogni volta che mi guarda con quello sguardo incredulo. – Come mai tanta meraviglia?- -gli chiedo –scusami?- -continui a guardarmi come se non credessi ai tuoi occhi-. Arrossisce lievemente, lievemente nervoso, e mi risponde –bè perché sei stupenda… molto più di quanto immaginassi-. Sorrido, lusingata e prendo in mano il bicchiere di vino rosso che mi offre. È forte per essere un vino e mi accende immediatamente. Lo vedo sorridere alla mia reazione, che evidentemente traspariva, e mi dice –sì lo so il Primitivo di Manduria fa questo effetto…-. Poi si gira di scatto e dice –prima che mi dimentichi…- e prende il portafogli tendendomi i miei 120 euro. Li prendo accarezzando le sue dita con le mie per un istante e poi li metto nella pochette. Mi porge la mano e mi fa accomodare sul divano sedendosi a fianco a me. Cominciamo a parlare del più e del meno mentre il livello di vino nella bottiglia continua a scendere. Vedo il suo nervoso scivolare via piano piano insieme al mio e mi sento bene a parlare e ridere con lui. Siamo entrambi molto allegri e quel vino rosso mi ha dato alla testa. Sento il ventre avvampare e comincia a crescere una voglia dentro di me che non riesco a contenere. Mi sposto sul divano più vicina a lui e ormai i nostri corpi sono a contatto. Le mie dita cominciano a scivolare sul suo torace coperto dalla camicia per poi indugiare sulla sua coscia sempre più vicino al suo pacco. Appoggio la testa sullo schienale del divano vicino alla sua spalla con fare da gattina indifesa. Lui mi sorride e mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Mi bacia con dolcezza. Le sue labbra sono morbide e si fondono con le mie. Piano piano sento il fuoco accendersi anche in lui e il bacio diventa sempre più appassionato. Lo sento protendersi verso di me e le sue mani forti afferrarmi e palparmi il culetto mentre contemporaneamente mi attira verso di sé. Le sue labbra scendono lungo il mio collo fino alla spalla e io rimango lì a godere ad occhi socchiusi mentre sento le sue dita titillarmi da fuori la mia passerina, ormai in fiamme. Si mette in ginocchio davanti a me e mi sfila gli stivaletti e le calze. Ci sorridiamo a vicenda e poi sento le sue labbra risalirmi la coscia fino all’inguine. Sento la sua lingua leccarmi la passerina da fuori il perizoma per poi risalire baciandomi fino all’ombelico poi ancora più su, conquistando ogni mio centimetro di pelle bottone dopo bottone della camicetta. Mi bacia di nuovo per qualche secondo per poi mettersi dritto con la schiena. Sento le sue mani sui fianchi, sotto la minigonna, e afferrare il bordo del perizoma e sfilarmelo via. Resta qualche istante a fissare la mia fighetta depilata per poi affondare bocca e naso fra le mie gambe. Me le tiene larghe con le mani mentre sento la sua lingua intrufolarsi fra le mie grandi labbra. Dio come sto godendo… Sono tutta bagnata e lui non mi dà tregua. A un certo punto si piazza le mie gambe sulle spalle e si mette dritto sollevandomi il bacino, senza smettere di leccare. Ma è quando sento le sue labbra serrarsi sul mio clitoride che inarco la schiena in preda al piacere. Lo sento lavorarmelo con la lingua, senza posa e io gemo come la zoccoletta che sono. Non riesco a resistere e vengo dopo poco in un orgasmo travolgente. Si alza in piedi e si china a baciarmi facendomi assaggiare il mio sapore. Vorrei continuare a baciare quelle labbra, che mi hanno fatto godere come poche altre, ancora un po’ ma lui si stacca. Ora il suo pacco gonfio è dritto davanti ai miei occhi. Mi mordo il labbro inferiore e gli afferro il bordo dei pantaloni tirandolo verso di me. Con movimenti rapidi ed esperti gli slaccio la cintura e gliela sfilo. Lo fisso negli occhi mentre gli palpo il pacco da fuori. Lo vedo trattenere il fiato e chiudere gli occhi. Sento il suo cazzo tirare dentro ai jeans e io ho una voglia matta di sentirlo fra le mie labbra. Gli slaccio in fretta i pantaloni e gli abbasso i boxer. Il suo cazzo era a pochi centimetri dal mio naso mezzo duro e con le palle gonfie. Annuso il suo odore di maschio e con una mano comincio a fargli una sega. Non è affatto male… Dischiudo le labbra e accolgo nella mia bocca la sua cappella viola. Gliela succhio piano stimolandogli il prepuzio con impercettibili movimenti della lingua per poi accoglierlo completamente dentro la mia bocca. Comincio a fargli un pompino da manuale e vedo che se lo sta godendo per bene. Mi scosta i capelli di lato e mi mette una mano dietro la testa aiutandomi nel movimento all’inizio per poi darmi sempre di più il ritmo. –brava… uhmm… lo sapevo che avevi due labbra da bocchini…-. All’improvviso sento il freddo cuoio della sua cintura sulle spalle e contro la parte posteriore del collo. Mi fa fermare un attimo, poi la afferra saldamente e mi tira verso di sé con la cintura finché con le labbra non gli tocco il ventre. Ho qualche difficoltà a tenerlo dentro di me ma dopo pochi secondi mi lascia andare per poi cominciare a scoparmi la bocca a ritmo sostenuto. Sento le vene del suo cazzo pulsare sulle labbra e mi preparo a ricevere una bordata di sborra bollente in bocca ma lui si ferma ed estrae il suo cazzo dalla mia bocca, ansimando –wow… sei proprio una troietta…-. Rimane un istante immobile aspettando che l’esplosione passasse poi si riavvicina a me. Io mi riappoggio con la schiena contro il divano a gambe aperte passando un dito sulla mia passerina e gli faccio segno di avvicinarsi. Voglio sentire quel cazzo aprirmi in due, che monti come la puttana che sono. Dio non resisto più… Lui si avvicina e prende un preservativo dalla tasca. Lo indossa e mi appoggia il cazzo sulla fighetta facendolo strusciare sopra. Vedo un lampo nel suo sguardo. Mi afferra entrambe le gambe nude e le unisce, distese verso l’alto. Prende la cintura che era lì vicino e mi lega le caviglie una contro l’altra. Le tiene così sollevate e intanto me le bacia lentamente per poi appoggiarsele su una spalla. Sento il suo cazzo sempre appoggiato sulla fighetta a farmi gemere per lo strusciamento. Mi penetra con un colpo secco e io grido per il piacere e la sorpresa. Comincia a scoparmi così con le gambe sulla spalla e le mani che mi palpano il culo. Tutte le remore e il disgusto di stamattina sono spariti da tempo e io godo come una troietta, incassando colpo su colpo nella mia fighetta. Dio come godo… Gemo sempre più forte e lui mi segue con i suoi ansiti. Sento le sue labbra succhiarmi il polpaccio e un suo dito stimolarmi il clitoride. Non resisterà ancora a lungo lo sento… ma lui non cede. Estrae il cazzo da me e respira profondamente. Adoro i ragazzi che non si stancano facilmente… Senza slegarmi mi fa girare e mi mette a pecorina sul divano. Senza aspettare un secondo ritorna a sbattermi con forza. Sento il suo ventre sbattere contro il mio culo, le sue cosce contro le mie… Averne avuti di ragazzi come lui, in passato, che mi facessero godere in questo modo… Con le mani saldamente arpionate al mio culo aumenta il ritmo, dandomi ogni tanto qualche sonoro ceffone sul culo che mi faceva solo eccitare di più. Da come ansima capisco che questa è la volta buona. Mi assesta ancora quattro o cinque colpi poi lo sento estrarre il cazzo dalla mia fighetta, togliersi in fretta il preservativo, e sborrarmi sul culo. Fa un passo indietro ansimando per lo sforzo tenendosi il cazzo in mano mentre io mi accascio sul divano. Raccolgo con un dito un po’ di sborra e poi lo succhio facendo le fusa come una gattina. Lui si siede sulla poltrona sfinito e io intanto prendo la mia roba e ricomincio a vestirmi. Finisco di abbottonarmi la camicetta e lo guardo ancora seduto. Sento ancora il sapore della sua sborra sulla lingua e devo dire che non era niente male. Guardo con desiderio il suo cazzo nudo un po’ ammosciato e non resistendo mi metto in ginocchio e glielo succhio e pulisco per bene. Lo estraggo di bocca con uno schiocco e continuando a fargli una sega gli do un bacio e gli dico –fai girare il mio numero…-.

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