La mia prima vacanza da Lady di coppia cuckold (1)

Scritto da , il 2010-08-04, genere tradimenti

Quando seppi che mio marito era un cuckold ed io la sua dolce Lady, fui la donna più felice del mondo.
Ormai i nostri rapporti, molto diradati nel tempo, si erano ridotti al suo piacere personale, semplicemente perché dura molto poco e non riesce ad eccitarmi come vorrei, ma a tutto questo ho sempre ovviato facendomi qualche scopatina extra, vuoi con qualche collega, piuttosto che con qualche amico della palestra, in ogni caso ho sempre appagato i miei bisogni sessuali, senza mai però avere una relazione stabile con qualcuno.
Per chi non lo sapesse, il cuckold è un cornuto, contento di esserlo, che ama far scopare la propria donna da altri maschi, mentre lui guarda pieno di eccitazione e si smanetta, quando gli è concesso.
Era da un bel po’ che mentre scopavamo, si fantasticava sulla presenza di una terza persona o più di una; lui mi domandava sempre cosa avessi fatto in quel frangente e io rispondevo soavemente,
"LA ZOCCOLA".
Erano quelli i momenti di massima eccitazione, i momenti in cui io mi bagnavo sempre di più e desideravo, speravo che all'improvviso comparisse qualcuno che si appoggiasse alla mia schiena e mi penetrasse da dietro, ma mentre ero avvolta nei miei pensieri sentivo un gemito, un mugolio e lui che diceva "sono arrivato". Si alzava andava in bagno si ripuliva e io restavo sul letto ancora bagnata e speravo ritornasse per sbattermi più che mai. Invece nulla. Sempre più spesso.
Lo scorso anno, in quei pochi momenti di eccitazione, cominciò a chiedermi se fossi disposta a fare una vacanza, noi due da soli, ormai i ragazzi erano grandi, durante la quale mi avrebbe permesso di fare tutto ciò di cui mi fosse venuta voglia e bisogno.
Voleva fare una vacanza trasgressiva, ma molto trasgressiva e la mia risposta era sempre la stessa: "VEDREMO".
Mi chiedeva cosa avrei fatto in una vacanza così, come mi sarei comportata, come mi sarei vestita, e alle mie risposte, fatte più per assecondare la sua fantasia, notavo, con qualche stupore, che la sua eccitazione saliva, il suo cazzettino diventava grosso e violaceo dall'eccitazione come ai bei tempi, ma … puntualmente dopo la scopata, dopo la sua schizzatina, tutto si concludeva e tornava ad essere come prima.
Finalmente però capitò l'occasione giusta. Le sue richieste diventavano sempre più spinte, insisteva sempre di più nel propormi questa benedetta vacanza trasgressiva e io gli dissi che ne avremmo potuto approfittare quell'anno perché i ragazzi sarebbero andati in vacanza studio in Inghilterra.
Lui continuava a ripetermi "la voglio trasgressiva" e io gli rispondevo che non doveva stressarmi più di tanto su questo argomento e mettermi alla prova perché altrimenti sarebbe rimasto sbalordito e probabilmente shoccato per sempre. Lui però imperterrito, quasi a provocarmi, continuava dicendo "voglio proprio vedere".
Scegliemmo di andare in un noto villaggio internazionale della Calabria.
Durante il lungo viaggio, ogni tanto diceva: “son proprio curioso di vedere cosa farai” ed io: “non ti preoccupare che mi divertirò e sicuramente ti divertirai! “ma cosa hai intenzione di fare! “quello che mi riesce meglio, la zoccola, mi sono anche depilata ed ho lasciato solo un po’ di peli sul monte di Venere.” Immancabilmente si scoppiava in una risatina che racchiudeva tutto il nostro stato d'animo. Lui pieno di desiderio ad avere le corna ed io ad ufficializzare il mio stato di Zoccola.
Arrivati al villaggio, sbrigate le solite pratiche di routine fummo accompagnati da un animatore nella nostra stanza, l’unica abitata della palazzina. Facemmo entrambi una doccia veloce e dato che era ancora pomeriggio subito lo convinsi a fare un giretto. Gli dissi di mettersi il costume e di attendermi. Quando uscii dalla camera, notai che il suo volto cambiò espressione, strabuzzò gli occhi e disse: “dove credi di andare così nuda?” ed io: “l'avevo detto che ti avrei sbalordito!” “ma con un costumino così dove credi di andare, adesso capisco perché ti sei rasata l’inguine”. “Senti mio Caro l'hai voluta tu la vacanza trasgressiva, ora non ti lamentare, eppoi altri costumi, diversi da questo, non ne ho portati, quindi non rompere, prendi gli asciugamani e pedala”. Mi misi il pareo e uscii verso il vialetto. Avevo colpito, lo vidi dietro di me con lo sguardo rivolto a terra che camminava come un cane bastonato.
Avevo indossato un costumino rosso fuoco, una taglia di meno a quella che usualmente portavo e con le stringhe che arrivavano al giro vita e che lasciava intravedere quasi tutto, solo un filino che doveva fungere da parte posteriore. Lo avevo comperato, insieme ad altri, su un sito internet, senza dirgli nulla e la sorpresa aveva fatto il suo scalpore.
Facemmo l’usuale giro del villaggio poi approdammo alla piscina, prendemmo postazione sotto un ombrellone di paglia di cocco e mi adagiai su di una sdraio, tolsi il pareo, tolsi il reggiseno e rimasi praticamente nuda. Lui accanto a me mi guardava allibito, capivo che voleva dire qualcosa ma non ne aveva il coraggio. Gli dissi di stendermi la crema con protezione totale e lui diligentemente e senza malizia mi mise la cremina su tutto il corpo.
Di lì a poco, quando finì di spalmarmi la crema solare sulle tette, si affiancarono un paio di animatori, si presentarono. Notai i loro sguardi su di me, mi stavano letteralmente mangiando con gli occhi, sembravano volessero saltarmi addosso, come se non avessero mai vista una donna in topless. Erano stupendi, due vere copia dei bonzi di Riace in carne ed ossa! Fisico asciutto, palestrato, e i loro costumini aderenti che lasciavano intravedere le forme, subito mi resi disponibile alla conversazione e ci spiegarono un po’ com'era la vita nel villaggio, che in quel periodo c'era pochissima gente a parte qualche pensionato e qualche turista straniero. Si rivelarono simpatici, loquaci e quindi fu un piacere chiacchierare con loro. Mio marito ogni tanto si intrometteva con qualche domanda, ma la loro risposta era sempre veloce e sfuggente per non lasciare spazio ad interruzioni.
Volevano parlare solo con me, tanto che, capendo l’antifona, dopo poco, mio marito si alzò e disse "vado a fare un bagno".
Stentavo a crederci, mi aveva lasciata da sola, seminuda, a parlare con due veri maschi arrapati, pensai che questa fosse la mia occasione e che dovevo da subito impegnarmi a fare in modo che quella settimana dovesse diventare indimenticabile.
Iniziai a parlare con i ragazzi più liberamente, più apertamente, anche loro si lasciarono andare a complimenti ed io rispondevo con complimenti sui loro fisici e sui loro muscoli; loro ribattevano che avevo delle belle tette, dei capezzoli tutti da succhiare e cose del genere. La chiacchierata si fece sempre più spinta. Non vedevo ritornare mio marito, ma alzando lo sguardo verso la piscina lo vedevo che ci osservava furtivamente dal bordo. Come lo guardavo si girava facendo finta di tuffarsi sott'acqua.
Ormai i due Bronzi si erano seduti sulla mia sdraio ed avevano appoggiato le loro mani sulle mie cosce, tanto che uno di loro mi disse: “ma tuo marito non dice nulla ” ed io: “perché dovrebbe? non stiamo facendo nulla di male”; e lui incalzando: “se lo dici tu, vuol dire che continueremo a fare nulla di male.” E giù una bella risata di tutti e tre. Cominciò a salire con la mano fino all'interno coscia, subito seguito dal suo collega; si voltavano per guardare mio marito, poi incrociavano lo sguardo fra di loro e scoppiavano a ridere. Dopo un po’ di carezze mi dissero che dovevano andar via per rispettare i loro impegni di lavoro. Avevo il tassello del costumino completamente bagnato dagli umori vaginali, ero super eccitata. Mi girai chiappe all'aria a prendere il sole, felice. Aspettai mio marito che uscisse dall'acqua e gli dissi di andare via perché ormai il sole era all’orizzonte.
Arrivati in camera fece una sceneggiata di gelosia, ma capii subito che era tutta una finta. Disse che non dovevo comportarmi così spudoratamente, perché lo mettevo in una situazione imbarazzante, ridicola, davanti a tutti.
Mi avvicinai al suo orecchio sinistro, gli poggiai le tette sul braccio, gli presi il membro con la mano destra e gli sussurrai decisa: “lo sento che sei eccitato, che la situazione di prima ti ha eccitato, che non uscivi dall'acqua perché avevi questo cazzetto duro duro”, si fece rosso in viso e sentii che gli si ingrossava sempre di più. Senza dire una parola, gli abbassai il costume e gli feci una sega dicendogli quanto mi avevano fatto i due “bronzi”. Arrivò in un batter d'occhio. Gli ordinai di ripulire in terra e senza parlare ci stendemmo sul letto per un breve pisolino. Verso le 21,30 eravamo pronti per la cena. Lui pantalone e camicia ed io con un vestitino superaderente e cortissimo, che arrivava a mala pena a metà coscia, una scollatura da far impallidire una pornostar, un paio di scarpe col tacco da 12 e naturalmente senza intimo, per non far pieghe. Ero praticamente nuda. Ogni minimo movimento rischiava di farmi restare o con le tette, una bella III coppa B naturale, di fuori o con la fica nuda al vento.
Appena mi vide iniziò a protestare, dicendo che non era modo di uscire, che neanche le puttane da strada si sarebbero vestite in questo modo. Con calma mi avvicinai, gli presi lo scroto nella mano e stringendo gli dissi con decisione: “l'hai voluta tu la vacanza trasgressiva ed ora ne paghi le conseguenze!” e lui aggiunse: “ma almeno l'intimo mettilo” ed io: “l'intimo non l'ho proprio portato, a parte gli slip del viaggio”. Mi incamminai decisa. Arrivati al ristorante attirammo gli sguardi di tutti, molti indignati, qualcuno sorridente, qualcuno allibito. Cenammo e bevemmo, soprattutto quest'ultima cosa. Finimmo più di un litro di vino, eravamo brilli, anche perché non abituati a bere alcoolici. Chiacchieravamo un po’ di tutto e ad ogni frase si rideva come dei bimbi, mi disse che mi aveva vista ai bordi della piscina in atteggiamenti troppo “amichevoli” con i due ragazzini, gli dissi che per essere ragazzini erano proprio ben messi e lui con aria maliziosa mi chiese come facessi a saperlo e io dissi che dai loro costumi ero riuscita a notare molto dei loro sessi. Non so perché ma a quell’affermazione iniziammo una grassa risata, tanto che mi uscì un seno di fuori e senza fare storie, all’informazione di stefano, lo presi con calma e lo rimisi dentro.
Finimmo di cenare, sottobraccio ed un po’ barcollando andammo a vedere il solito spettacolino che fanno nei villaggi turistici. Sempre la solita solfa, ci sedemmo negli ultimi scalini dell’anfiteatro all’aperto, un po’ per prendere un po’ di arietta ed un po’ per essere più appartati per avere la libertà di parlare tra noi. Non avemmo molto tempo per i nostri discorsi perché dopo poco ci vennero incontro i due ragazzi del pomeriggio. Si misero a sedere uno tra me e stefano e l’altro alla mia sinistra non prima di salutarmi calorosamente. Mi abbracciarono e mi diedero un grosso bacio sulle guance, come se ci conoscessimo da molto tempo. Iniziarono con i complimenti, sia a me che a mio marito, in quanto avendo la possibilità di avere una donna accanto come me doveva andarne sicuramente fiero. Durante lo spettacolo bevemmo qualche altra cosetta, offerta dai due, in questo modo il nostro tasso alcoolico crebbe a dismisura. Ridemmo per tutto il tempo anche se non era un granché lo spettacolo. Alla fine iniziarono con la solita musica dance che si balla nei villaggi turistici, ci invitarono a ballare e accettammo senza riserva. Cominciai a ballare con stefano, poi uno di loro mi invitò a ballare. Mi ritrovai in mezzo ad entrambi e mio marito lo vidi ballare con un'animatrice. Mi sfrenai completamente, mi muovevo come una invasata con la testa vuota dai pensieri, come una matta. Non volevo fare la figura della vecchietta con quei ragazzotti. Non mi accorsi che ad ogni mossa usciva quasi completamente il seno di fuori ed ad ogni raccomandazione da parte di uno dei due animatori scoppiavo a ridere e lo rimettevo dentro. Vedevo ballare mio marito sempre con la medesima animatrice, ma non toglieva lo sguardo da me, fino a quando non lo vidi avvicinarsi e pensai: “ecco adesso inizia un’altra scenata”, ma con mio totale stupore si limitò a dire: “vado a sedermi, sono stanchissimo”. Capii che il mio atteggiamento libertino lo stava facendo impazzire dall'eccitazione. Mi tranquillizzai totalmente e mi lanciai a capofitto a ballare freneticamente con uno dei due animatori,. Lo scelsi senza un particolare motivo, forse perché era, in quel momento decisivo, vis a vis con me. Durante il ballo più di una volta mi ritrovai con le sue mani sul culo, lo sentivo palpare, stringere spudoratamente, oppure mi girava e si strusciava contro di me, facendomi sentire tutta a sua eccitazione contro le mie chiappe. Iniziai ad eccitarmi anch'io, quella situazione mi aveva presa del tutto, sicuramente complici i fumi dell’alcool che stentavo a smaltire. Sentire quel cazzo duro sulle chiappe, le sue mani che perlustravano sotto il mio vestito senza ritegno e senza pensare agli altri, mi aveva fatto raggiungere un livello di eccitazione che difficilmente avevo raggiunto con stefano. Più una volta gli dissi di stare fermo, perché mi alzava la gonna e gli altri potevano vedere, ma lui mi rispondeva: “dai che ti piace, si vede che sei eccitata, l'ho sentito con le dita quanto sei bagnata sotto e poi una che non porta l'intimo non può aver paura di mostrarsi”. Continuò senza remore ad alzarmi la gonna e lasciava ai suoi amici la possibilità di vedere le mie chiappe nude e subito tutti scoppiavano in un OLE’. Almeno aveva il buon gusto di farlo solo per i suoi amici e non per gli altri ospiti. Quando la musica finì era quasi l'una. Restammo a chiacchierare io, mio marito e 3 di loro. Logicamente stefano era uno spettatore indesiderato, tant'è vero che non lo filavano minimamente, anzi a stento gli rispondevano. Si dedicavano solo a me, volevano me e io un certo senso volevo loro. Lasciai volutamente che entrambi le tette uscissero dal vestitino e con noncuranza mi misi a cosce aperte per mostrare la fica depilata. Fissavano insistentemente, passammo così quasi un'ora, fino a quando due di loro decisero di andare a dormire, forse avevano capito che da quella sera non avrebbero tratto nulla di appetibile, magari l'indomani o semplicemente erano davvero stanchi.

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