Orgia sacra

Scritto da , il 2010-07-18, genere orge

"lascia infuriare il caos. lascia correre le nubi dai contorni mutevoli! è la forma che io aspetto! (Robert Frost, Pertinax)

Orgia sacra

Per anni avevo immaginato questa notte. In tante notti l'avevo sognata. Adesso ero lì. Il culmine della mia iniziazione era davanti a me. Stavo per vivere l'esperienza più incredibile della mia vita. Sentii il mio cuore battere forte quando bussai al campanello della immensa villa a cui mi avevano indirizzato. Mi accolse un cameriere che senza parlare mi condusse sul retro. Fece cenno verso il grande parco e verso un sentiero nascosto che si dipartiva dal giardino all'inglese. Mi inoltrai emozionato. Segui il percorso fino a un laghetto. Da qui un ulteriore sentiero si inoltrava nel bosco in cui il parco si perdeva. La luna piena illuminava i miei passi. Andai avanti con il cuore in subbuglio. Paura dell'ignoto a cui andavo incontro. Nella mia mente si affollavano ricordi dei lunghi anni di ricerca interiore che mi avevano portato fin lì. I dolori che avevo sopportato, le battaglie che avevo combattuto, le prove che avevo superato. I miei maestri non mi avevano risparmiato nulla. L'iniziazione ai misteri della sessualità sacra era stata lunga e difficile. Avevo superato le prove più ardue. Questo pensiero mi confortava. Ma l'inquietudine tendeva ogni vibra del mio essere. D'improvviso una ampia radura si aprì davanti ai miei occhi. La luna chiara rendeva limpida ogni cosa. C'erano diverse persone sedute in meditazione. Tutte indossavano tuniche ampie e leggerissime, la stessa che indossavo io. Eravamo nudi sotto. Quindici persone, otto donne e sette uomini. Eravamo sedici in tutto. Mi unii a loro. Li conoscevo uno per uno. Conoscevo i loro corpi uno per uno. Meditammo insieme, assorbendo l'energia della luna. Aspettammo che si aprissero le porte della percezione. Aspettammo che l'oltre dentro e fuori di noi ci facesse un cenno. Facemmo spazio allo straniero dentro di noi. Respirammo profondamente, cercando la sincronia. La trovammo dopo lungo tempo. Sedici respiri, un solo respiro.

Un soffio leggero di vento accarezzò la nostra pelle. Un segno. Muti e leggeri come piume di colomba, ci raggiunsero due adolescenti. Sentii il loro odore riempirmi le narici. Aprii gli occhi. Un ragazzo e una ragazza, chiarissimi, anche più della luna che baciava i nostri volti. Indossavano lunghissimi capelli biondi e una leggera fascia bianca attorno al bacino. Niente altro. Erano identici in tutto i loro volti, esili e sottili, i corpi. Tenere membra di teneri fanciulli. Pochissimo li distingueva. Due piccoli seni sporgevano dal corpo di lei. Un sesso morbido dal corpo di lui. Identici in tutto. Due creature divine identiche. Due angeli. Gemelli divini. Si posero al centro della radura. L'uno di fronte all'altra. Si guardarono negli occhi profondamente. Poi lei poggiò le sue labbra su quelle di lui. Si baciarono con un'intensità che mai avevo visto fra amanti. Le loro mani si incontrarono nel bacio. Cercarono i corpi. Li trovarono. Le mani di lei accarezzarono il petto di lui. Le mani di lui afferrarono i seni di lei. Il sesso di lui divenne duro a quelle carezze. Lei si inginocchiò. Guardò. Il sesso di lui sporgeva dal corpo in tutta la sua lunghezza. Lei lo guardò con occhi pieni di desiderio e di ammirazione. Lo vide tremare per l'eccitazione. Indugiò. Godette ancora un po' della visione del cazzo duro e tremante di lui. Si sentì tenera e vogliosa. Poggiò le sue labbra sul sesso del fratello e lo baciò con infinita tenerezza. Aprì la bocca. Lo accolse dentro. Sentì il sospiro di sollievo del fratello e dentro di sé godette del piacere del fratello. Cominciò a succhiarlo lentamente percorrendone tutta l'asta. Succhiava con dedizione e attenzione. Adorava quel membro turgido e buono. Adorava il fratello e la sua perversione. I nostri occhi ipnotizzati da quella visione di amore sovrumano, i nostri sessi duri e bagnati dall'intensità dell'eros che proveniva da quei ragazzi. Succhiò a lungo la ragazza, finché non sentì il respiro del fratello farsi sempre più intenso, finché non sentì la mani di lui afferrarle i capelli e tirarla con energia. Adorava quell'attimo, come niente altro al mondo. Le mani del suo amatissimo fratello sulla sua testa che le tirano i capelli e il sesso di lui pronto a esplodere dentro la sua bocca. E così fu anche questa volta. Gridò il dolce bambino tutto il suo piacere. Gridò tutto il suo amore per la sorella inondando di purissimo sperma la bocca profumata di lei. L'atto era compiuto. Il segno era stato dato. Da quel momento tutto era possibile. Il recinto del sacro dove può accadere il proibito era stato aperto. Potevamo entrare nel regno dell'interdetto.

Uscirono i ragazzi. Entrò una donna. La conoscevo bene. Era la nostra maestra. Il suo corpo sprizzava energia sessuale da ogni poro. Era sempre così. Quella sera lo era in un modo speciale. Indossava una tunica bianca, come le sacerdotesse druide. I lunghi capelli neri contrastavano con la pelle chiarissima e con la luce che emanava dai suoi occhi. Il contorno dei grandi seni increspava la veste sottile. Le punte dei capezzoli duri sfidavano il mondo. Rimase così, in piedi, in silenzio, per molto tempo. Noi assorbimmo la sua presenza attraverso il nostro respiro. Lei scrutò ognuno di noi. In quel momento era necessaria tutta la consapevolezza di cui eravamo capaci. Fece un cenno. Entrarono di nuovo i due ragazzi. Conducevano un grosso cane. Così almeno sembrò a me. Ma i miei compagni mi dissero poi che in realtà era un lupo. La bestia avanzò lentamente. Fiera e maestosa. Era impressionante. I suoi occhi erano luccicanti e incredibilmente vivi. Facevano paura. Il suo corpo era perfetto. Un brivido percorse la mia schiena. La presenza di quell'animale produceva in me emozioni contrastanti. Paura, eccitazione, forza e rabbia si accavallavano dentro di me senza che potessi fare niente. La bestia si diresse verso la donna. Lei si inchinò davanti a lui e lo guardò negli occhi per lungo tempo. Intensamente. Fatto ciò, si girò di schiena e si adagiò su una pietra piuttosto grande che si trovava al centro della radura. Era l'altare sacrificale. Adagiò i grandi seni e l'ampio ventre sulla pietra. I ragazzi alzarono la veste della donna. Lei si preparò allargando le gambe. Il suo culo enorme si offriva alla vista della bestia mostrando gli orifizi, aperti e grondanti di umori. La bestia si avvicinò alla fessura, la odorò, si eccitò. Con un movimento improvviso si alza sulle zampe posteriori e sale sulla sua schiena. Entra con un colpo preciso nella fica. La bestia in calore monta la donna dai seni magnifici. Il movimento della bestia si fa sempre più intenso. Gli occhi della bestia sprizzano fuoco. Le terga della bestia affondano nella carne della donna. La violenta con tutta la forza di cui è capace una bestia feroce in estro. I colpi sono rabbiosi e pieni di una energia animalesca. La donna grida. Ad ogni affondo, le sue grida si fanno sempre più profonde e paurose. Sembra che la sua voce si stia trasformando in quella di un un animale. La vedo ansimare e gridare, non è più una donna, non è più una di noi. E' una cagna in calore che sopporta le bordate di un lupo feroce. Non posso vedere la sua faccia ma dalle grida orride che si innalzano fino in cielo, la immagino trasformata. Mi sento tremare per la paura e per l'eccitazione. La bestia colpisce la fica della donna con una violenza bruta, sempre più veloce. Lo sento ringhiare sempre più forte. I suoi rumori animaleschi sono terrificanti. Chiudo gli occhi. Non resisto. E' troppo. Sento un grido lancinante di lei che si accompagna a un ruggito impressionante della bestia. La bestia è esplosa dentro di le. L'ha inondata di sperma animale. Tremo. Sento le gambe vibrare mio malgrado. Temo di riaprire gli occhi. Immagino lei dilaniata e sanguinante. Ci riesco. Apro gli occhi. Vedo lui al posto della bestia. Il mio amatissimo maestro. Il suo sesso è dentro la fica di lei. Lei si volta indietro. I loro occhi si toccano. I loro corpi si riconoscono. I miei amatissimi maestri. Lui, lo sciamano, l'uomo-lupo di cui avevo sentito fantasticare ai miei compagni; lei, la donna Afrodite, maestra d'amore dalla sessualità sconfinata. Mi gira la testa. Non capisco quello a cui ho assistito. Ci impongono di alzarci. Sento una musica che viene da lontano. Cominciamo a ballare. Danza sacra.

La musica è dolce e femmina. I nostri corpi si muovono. Lenti, morbidi, sinuosi. I nostri movimenti rotondi e ampi. Mi immergo nel mio corpo. Libero la paura e la tensione. Vedo i miei compagni. Li vedo muovere. Li vedo danzare. Li amo. Mi sento con loro. Mi sento uno di loro. Felice. La musica cambia. Tutto cambia. Adesso il ritmo è teso, duro, maschio. Anche i miei movimenti sono duri e maschi. Mi sento forte. Tutti si aprono alla danza maschia. Cadono le vesti. Rimaniamo nudi. Vedo roteare corpi di uomini e di donne attorno a me. Vedo seni di donna dimenarsi impudicamente. Vedo cazzi di uomini sbattere ubriachi sui culi delle donne. Alcuni diventano duri nella danza. Le donne si bagnano, eccitate dai loro stessi movimenti, dalla vista di cazzi impazziti. I corpi si cercano. Le mani degli uomini afferrano i seni delle donne. Le mani delle donne accarezzano sfuggenti i cazzi degli uomini. Si formano coppie, si toccano si esplorano si baciano. Si aggiungono altri e le coppie si moltiplicano. Diventano gruppi di toccamenti peccaminosi. I gruppi si confondono e diventano grovigli. La danza eccita i corpi sudati. Le carezze accendono le voglie. Mi sento ebbro. Corro da una parte all'altra. Incontro lei, dai seni poderosi e cadenti. La afferro così, per le sue tettone e la trascino a me. Ci baciamo furiosamente mentre il mio sesso duro si appoggia al suo ventre. Grondo di sudore e scivolo sulla sua pelle. Mi stacco da lei. Lei si stacca da me. Volteggio per l'aria. Incontro due donne che si baciano. Mi appoggio alla schiena di una delle due. Sento il suo culo sul mio cazzo. Scosto le natiche. Entro con due dita nel buco del suo culo. Si fa male e si eccita. Bacia più forte l'altra donna. Arrivano due uomini che si uniscono a noi. Tocchiamo e siamo toccati. Non c'è più confine.

Adesso è il caos. La musica troneggia su di noi. L'animale dentro di noi prende corpo. La danza frenetica spegne la ragione. Salti fino in cielo. Grida furiosa. Animali in libertà. Non sono più io. Mi dimeno. Mi sbatto. Mi violento. Mi travolgo. Mi incendio. Mi dimentico. Il mio corpo grandina sudore. Ogni contatto con gli altri è ferro incandescente. Lasciamo che i nostri corpi esplodano. Urla terrificanti. Cori di urla. Sinfonie di voci bestiali. A un certo punto un grido animalesco. E' il grido del' uomo-lupo. E' il segno. Adesso può accadere il caos. "Lascia infuriare il caos". Orgia sacra. Rotoliamo per terra. Ci tocchiamo. Ci cerchiamo. Ci troviamo. Ci prendiamo. Nessuno sceglie nessuno. Nessuno vuole nessuno. Tutti cercano tutti. L'uno sopra l'altra, l'uno accanto all'altro. Non c'è inizio. Non c'è intervallo. Non c'è fine. Una cosa sola. Un groviglio di corpi. Un mucchio di animali rabbiosi si morde, si accavalla. Io mi perdo nel lago di sudore dei nostri corpi. Una donna rotola sopra di me. Finisce accanto a me. La penetro senza pietà. Lei grida rabbiosa. E' di spalle. Mi muovo dentro di lei con l'energia dell'animale. Mi sento la bestia che ho assorbito prima. I miei colpi sono potenti. Affondo nella sua fica come un'accetta affonda nel legno. La sbatto grugnendo ad ogni affondo. Colpisco le pareti della sua vagina. Mi sento pervadere dall'ebbrezza. Scivola via dal mio cazzo, strappata dalle mani poderose di due uomini. Uno le infila in gola il cazzo duro. L'altro la penetra da dietro. Afferro il mio cazzo. Mi masturbo rotolandomi nell'erba bagnata dai nostri sudori e dai succhi della notte proibita. Salgo sopra una donna che succhia due cazzi. Entro dentro la sua fica. La penetro. Mi precipita addosso una coppia fremente. Lui la penetra da dietro. Lei si lascia andare e mi prende alle spalle. Mi abbraccia da dietro. Mi bacia le spalle. Mi morde. Penetra con i denti nella mia carne. Grido come un animale infernale. La mia mano scarica sul culo della donna che sto scopando un colpo violentissimo. Lei grida a sua volta, mentre uno dei due cazzi che sta succhiando esplode la sborra sulla sua faccia. Sferro un altro colpo violentissimo sul suo culo, mentre rabbioso mi ribello ai denti che affondano nella mia carne. Sento il sangue scorrere sulla mia spalla. Mi tocco. Porto le mie dita alla bocca. Sento il mio sangue. Mi sento impazzito. Esco dalla fica di lei, mi libero dal morso dell'altra. Rotolo sui corpi degli altri. Sento sapori bestiali. L'aria è pregna. Sapori di fiche grondanti. Sapori di sperma di maschio. Sapori di sudori animaleschi. anche i pini sopra di noi stillano resina profumata. C'è lei. Sta cavalcando un cazzo steso per terra. Mi avvento su di lei. Con un colpo deciso la costringo ad abbassare la schiena. Il buco del suo culo. Lo tocco. Punto la mia cappella rossa su quel buco. Entro per tutta la lunghezza del mio cazzo con un solo affondo. L'ho sfondata. Lei lancia un grido di cerbiatto colpito a morte. Io mi eccito ancora di più. Doppia penetrazione. L'altro sente la pressione del mio cazzo. Lei si dimena e grugnisce di piacere. Comincio a violentarle il culo. Dentro e fuori, dentro e fuori. Ci sincronizziamo. I due cazzi entrano insieme. Lei grida. Escono assieme. Lei respira come una ossessa. Affondiamo, squarciandole le interiora. Lei rantola di piacere. Lei singhiozza. Lei piange. Piange di dolore e di piacere animalesco. Io la cavalco. Sento l'ebbrezza crescere. Grido. Sento il piacere montare. Grido più forte. Sento la marea che sale dal mio cazzo. Respiro sempre più profondo. Sento l'eruzione salire dalle viscere della mia anima. Grugnisco profondamente. Sento la lava incandescente che sale nel canale del mio corpo. mi incendia le gambe, mi invade la pancia, mi infuoca il cuore. La porto su respirando sempre più veloce. Dilaga in gola. Sfonda le tempie, rischiara gli occhi. Spalanca le porte del cervello. Si diffonde nella mia testa. L'ultimo respiro. Assorbo tutta l'aria pregna di sesso animalesco. Improvvisa, la sospensione. Un attimo, tutto fermo. Poi la piena rompe gli argini. Invade la pianura. Risale la montagna. Sborro con tutta l'intensità di un terremoto che sconquassa il mio corpo. La mia anima si dissolve. L'iceberg del mio essere si scioglie di fronte al sole più potente che avessi mai provato. Il serpente che dorme nelle mie viscere mi attraversa tutto il corpo. Sale. Sfonda i confini stessi della mia testa. Esplode sopra la mia testa. Tocca il cielo e raggiunge la luna sopra di me. La guardo. La luna piove sopra di me. Mi lascio piovere addosso la luce della luna e dell'intero universo. divento donna. vengo fecondato dall'universo.
Rimango così per un po'. Fisso la luna, mentre sotto di me continua la danza. Lascio che il mio cazzo si sfili da solo dal culo della mia compagna. Mi abbandono. Mi lascio cadere nel groviglio di corpi. Il mio corpo comincia a vibrare. I piedi, le gambe, il ventre, il petto. Tremo come una foglia di pioppo. Tremo sempre di più. Ho gli occhi chiusi. Sento i corpi dei miei compagni che si violentano accanto a me. Danzo assieme a loro senza danzare. Tremo e danzo. Ho paura. Una grande paura. Sono vuoto. Nudo. Non ci sono più. Non sono più io. Sento le lacrime che mi riempiono gli occhi. Adesso piango. Nella mia pancia accade l'imprevedibile. Il mio corpo si muove senza che io faccia niente. Tremo come un epilettico. Vibro devastato da un terremoto. Terrore panico. Non ho più confini. Sono parte di quel mucchio. Sento corpi addosso a me. Culi, cazzi, tette, capelli. Mi sento come mai prima. Grande, grandissimo. Sono tutti i miei amati compagni. Sono l'erba della radura. Sono gli alberi che ci guardano. Sono il cielo e la luna sopra di noi. Spazio senza più confini. Mi addormento.

Apro a fatica gli occhi pesantissimi. Un raggio di sole mi colpisce dritto negli occhi. Mi sento rilassato e pieno come mai nella mia vita. Ma dove sono? Riesco ad aprire gli occhi. Mi guardo intorno. E' la mia camera. Sono sul mio letto. Accanto a me c'è la mia amata compagna, rannicchiata in posizione fetale. Non capisco. Mi sento stranissimo. Ma nello stesso tempo mi sembra di tornare da un viaggio intensissimo. Ogni tanto una scossa intensa fa vibrare il mio corpo. Mi avvicino a lei. Le alzo la camicia da notte leggerissima. Ammiro i suoi contorni. Bellissima, l'amore mio. Sento il mio cazzo farsi durissimo. La tocco. E' bagnata. Sicuramente sta facendo un sogno speciale… in un groviglio inestricabile di corpi io le sfondo il culo mentre lei cavalca un altro uomo. E insieme arriviamo là dove gli altri hanno paura di arrivare. Appoggio la mia cappella alle sue grandi labbra. Entro dentro di lei. Sto così. Reduce dal viaggio più incredibile della mia vita.

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